sabato 11 febbraio 2012

SPIRITUALITA'

LA VERITA’ SECONDO IL CORANO


La rivelazione coranica ruota intorno a un punto fermo, centro di tutto l’edificio coranico: il rapporto fra storia e verità. “Se esiste una verità unica che si rivela agli esseri umani, a loro, essa non si impone mai. Il problema che abbiamo, dunque, non è tanto la ricerca della verità, ma il suo approfondimento, il suo riconoscimento; non il suo contenuto, ma il suo attestarsi nella comunità degli umani!
Se si è spesso affermato che nel Corano la dimensione della storia fa scaturire quella della verità…il discorso coranico…intende orientare l’uomo verso un tempo in cui si possa esplicare l’essenzialità umana, vale a dire la sua debolezza, la sua fragilità, la sua violenza, ma anche la sua capacità di superarle; perché quel tempo augurale illumina la natura e l’essenzialità dell’uomo al di là delle appartenenze linguistiche, religiose e sociali.
Il Corano, dunque, getta uno sguardo…che trascende la storia e che ricolloca l’uomo nella sua relazione con Dio.” (Kaled Fouad Allam)

Il Corano, Sura 23,43 : “E nessuna nazione anticiperà e nessuna nazione ritarderà il proprio destino”

“Non possiamo sfuggire al fatto che la nostra rivelazione (del Corano) costruisce il quadro di una storia del mondo e di un suo destino. L’uomo si trova al centro di questo itinerario, in quanto soggetto di una continua mediazione tra verità e storia. Ed è nella mediazione, connaturata all’uomo,
che la verità si storicizza. Ma questa verità, si deve continuamente misurare con la fragilità dell’essere umano: perché egli è immerso in una cecità costitutiva e permanente, ed è solo quando diviene consapevole di quella cecità, che può essere salvato. La cecità, intrinseca alla natura umana, è anche assenza di consapevolezza…Tu sai che nel Corano non esiste una dimostrazione semplice, lineare, del vero; il vero non si mostra, il vero risulta da un confronto con gli altri, si dà nel dialogo; il vero è un patto che pone la necessità di un’ intesa fra gli esseri umani, instaura la pace, svuotando di sostanza il dubbio e il conflitto.
Il vero si traduce in una testimonianza, nell’attraversamento di un fiume e si realizza nella consapevolezza della necessità dell’altro…Poiché la verità non appare mai ad occhio nudo, al semplice udire la parola: essa richiede la ricerca, l’umile ricerca della conoscenza da cui la verità sarà illuminata.” (Kalled Fouad Allam)
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Nella sura della Luce (sura 24,35) :”e Dio guida alla Sua Luce chi Egli vuole, e Dio narra parabole agli uomini…”

“L’umanità cerca la Luce, essa può vederla oppure non vederla; perciò Dio narra parabole agli uomini e si fa Guida verso la Luce. Ma il versetto richiama anche un altro principio, che si può considerare l’ethos fondativo di qualunque monoteismo, vale a dire la dissoluzione delle frontiere culturali, etniche e religiose: nella Luce, l’essere umano non è più né ebreo né cristiano né musulmano, perché attraverso la conoscenza, egli si realizza in una verità liberata dalla storia.
Ciò richiede l’incontro con l’altro, implica il principio di alterità. L’alterità si traduce nella molteplicità degli sguardi e nei volti che percorrono la terra e l’incontro con un altro volto, ci rimanda all’immagine del Creatore.” (Kaled Fouad Allam)

Mentre leggo questi pensieri, scritti da un islamico, non posso fare a meno di considerare le differenze, che a me paiono abissali,tra la concezione islamica e quella cattolica.
Nel credente cattolico non sussiste dubbio alcuno su dove cercare e come trovare la verità. Per il cristiano la verità è Cristo, la Parola, il Verbo.
Gesù ci ha rivelato l’Amore del Padre, quell’Amore che Dio Padre ha posto nel cuore di ogni uomo, proponendo un’Alleanza eterna tra Lui e noi al fine di renderci felici in eterno.
Lo sguardo del credente è rivolto costantemente al suo Creatore e fa donazione di tutto se stesso, adorando e amando, in attesa di raggiungere il premio eterno, non confidando in altri se non in Lui che è la Via, la Verità e la Vita.
La conseguenza dell’amore per Dio, è l’amore per gli altri uomini che, sotto lo stimolo dello Spirito Santo, considera come fratelli. Ma il suo sguardo è rivolto a Chi può colmare e soddisfare il proprio desiderio di Infinito. La Verità, tutta intera, è lì davanti a lui, anzi, dentro il suo cuore e questa Verità non attende altro che il credente aderisca a Lei, per avvolgerlo e renderlo Figlio di Dio ed erede del Cielo.
Non c’è lotta prometeica, né scalata al cielo,né confusione tra bene e male. Esiste invece, progressione in questo cammino che dura tutta la vita, guidati dalle parole del nostro Maestro e dall’assistenza dello Spirito Santo.
Nella concezione coranica, Dio si fa vindice dell’offeso, assicurando il Suo aiuto e, mentre da una parte condanna la violenza, dall’altra la giustifica.
Leggo nel Corano, sura 17,33: “E non uccidete alcuno (ché Dio l’ha proibito) senza giusto motivo: quanto a chi è ucciso ingiustamente,Noi diamo al suo curatore, potestà di vendicarlo; ma questi non ecceda nella vendetta, ché penserà Dio ad aiutarlo.”
Quanta differenza nel Cristianesimo! L’uccisione non è mai, per nessun motivo, ammessa e Gesù, nella Sua meravigliosa dolcezza, invita a non opporsi al malvagio, lasciando a Dio la vendetta.
La saggezza divina è tutta permeata dall’amore che, paziente, attende la conversione del malvagio, poiché fino all’ultimo, spera nella sua presa di coscienza. L’azione della Provvidenza, agirà in molti modi sull’anima del malvagio, creando le condizioni della sua conversione. Solo chi vorrà essere dannato, lo sarà.
Imitando lo Spirito di Gesù, il credente deve aspirare alla conversione del suo fratello, intercedendo per lui, anche se nemico e adoperandosi per la sua salute spirituale, poiché Gesù ama i giusti e gli ingiusti; infatti Egli si è sacrificato per tutta l’umanità, liberandola dal dominio di satana. Per il cristiano, l’Amore vincerà il mondo! L’Eucarestia, infatti, è il Sacramento dell’Amore che suggerisce a ogni credente il desiderio e il proposito di guardare l’umanità con gli occhi buoni e fraterni di Colei che dell’umanità è Madre di Misericordia e Regina della pace.