sabato 29 dicembre 2012

APOSTOLATO

INVITO ALLA LEGIONE DI MARIA Stiamo vivendo in un mondo che diviene ogni giorno più irreligioso. Troppe persone si allontanano da Dio e dai Suoi precetti, preferendoGli i richiami del mondo. Sento sempre più spesso che ho il dovere morale di oppormi in qualche modo a questa pazza corsa verso il bàratro, e dico a Dio:- cosa posso fare per Te? Io mi sento così inadeguato e l’onda montante sembra sommergermi.- Allora mi sono detto: con l’aiuto di Dio voglio fare preghiera e opere spirituali; visiterò gli ammalati per confortarli e dir loro che Dio non li abbandona alla loro sofferenza, secondo quanto dirà Gesù stesso, nel Giudizio finale: “Venite, benedetti del Padre Mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…malato e mi avete visitato…in verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose…l’avete fatte a Me.” (Mt 25,34 e ss) Se il vostro amore per Gesù e Maria vi spinge a fare qualche cosa di buono, entrate nel nostro Movimento ecclesiale “La Legione di Maria” perché la vostra vita venga arricchita dall’Amore che tutto può, a maggior gloria di Dio. Carlo

domenica 23 dicembre 2012

SPIRITUALITA'

Allocutio di Monsignor La Rosa Il Natale nell’Anno della Fede Sono trascorsi 2000 anni dalla nascita di Cristo, di un Dio che si è fatto carne, che ha preso la natura umana, per redimere l'uomo dalla sua colpa. La sua nascita non è una leggenda, non è una fiaba per bambini, non è un racconto commovente senza alcun fondamento nella realtà. E' l'anniversario di un avvenimento storico, documentato dall'Evangelista Luca all'inizio del suo Vangelo, dentro una cornice storico-politico-religiosa, e impreziosita da nomi altisonanti. Il Verbo di Dio si è fatto uomo ed è entrato visibilmente nel nostro mondo, diventando nostro fratello. Egli ha preso in tutto, fuorchè il peccato, la nostra natura umana. “Il Verbo stesso di Dio, scrive S. Gregorio Nazanzieno, Colui che è prima del tempo, l'invisibile, l'incomprensibile, Colui che è al di fuori della materia, il Principio che ha origine dal Principio, la Luce che nasce dalla Luce, la Fonte della vita e della immortalità, Colui che è termine del Padre e Sua Parola, viene in aiuto alla sua propria immagine e si fa uomo per amore dell'uomo. Assume un corpo per salvare il corpo e per amore della mia anima accetta di unirsi ad un'anima dotata di umana intelligenza”. Queste parole di S. Gregorio Nazanzieno sono una sintesi straordinaria del mistero del Natale. Dio viene visibilmente in mezzo a noi per salvarci, per liberare le nostre anime dalla schiavitù del peccato, per assicurare a tutti noi la vera libertà, la pace, la gioia duratura. A Natale non dobbiamo commemorare solo l'ingresso visibile del Figlio di Dio in mezzo a noi, ma soprattutto dobbiamo vivere di nuovo e in profondità ciò che S. Gregorio Nazanzieno chiama “la sovrabbondante ricchezza della divina bontà”. Ma il Figlio è venuto a noi a Natale, per mezzo di Maria. Certo non aveva bisogno di una creatura umana per prendere un corpo come il nostro, ma ha voluto avere una madre. E una giovane donna palestinese ha offerto la sua collaborazione, accogliendo nel suo grembo verginale il Verbo di Dio. Gli ha dato una umanità simile alla nostra, lo ha presentato agli umili pastori di Betlemme, ai Magi venuti dall'Oriente, al vecchio Simeone, e l'ha custodito con amore materno offrendolo al Padre nel momento della sua agonia sul Golgota. Il mistero del Natale continua oggi. Cristo viene ancora nel mondo, in un mondo che ha smarrito la fede in Dio, che sfrutta la nascita del Suo Figlio per calcoli di bottega. Troviamo strade illuminate, abeti nelle piazze, vetrine dei negozi piene di regali, spot pubblicitari in radio e televisione per reclamare quel prodotto, e troviamo pure ristoranti pieni, tavole imbandite, ma senza lasciare il posto al Festeggiato. Ma il vero senso del Natale dobbiamo trovarlo in quella pagina stupenda del Vangelo di Luca. “Un angelo del Signore si presentò davanti ai pastori e disse: non temete, ecco vi annuncio una grande gioia; oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia” (Lc 2, 9-12). Quanto stride il Natale di Betlemme con il Natale dei cristiani d'oggi!!! Troverete un bambino. La notte di Natale il Verbo di Dio ha fatto il suo ingresso visibile nel mondo. Non si è presentato nello splendore della sua maestà divina, ma sotto forma di un neonato. Il Creatore si è fatto creatura, il padrone dell'universo ha preso la condizione di servo. Il Dio potente ha condiviso la debolezza dell'uomo e “si è fatto carne” (Gv 1,14). Mistero di umiltà, virtù essenziale dell'apostolato legionario (pag. 29 del Manuale). Troverete un bambino avvolto in fasce. A Natale il Salvatore ha fatto l'esperienza della sofferenza fisica. Le fasce proteggono il suo corpicino dal freddo pungente delle notti palestinesi. Ma il Salvatore ha pure fatto l'esperienza della sofferenza morale. “Venne tra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto” scrive amaramente l'evangelista Giovanni (Gv 1,11). Come 2000 anni fa, anche oggi Cristo viene nell'indifferenza dell'umanità. Troverete un bambino che giace in una mangiatoia. A Natale Gesù ha fatto il suo ingresso visibile nella povertà totale. “Non c'era posto per Maria e Giuseppe nell'albergo” (Lc 2,7) e Maria ha dovuto dare alla luce il suo bambino in una mangiatoia per animali, dando inizio ad una vita di grande povertà, che ha avuto il suo culmine il Venerdì Santo nel Calvario, abbandonato da tutti. “Da ricco che era, scrive Paolo ai Corinti, si è fatto povero per voi, perchè diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9). Quale insegnamento da questo mistero di povertà. Siamo noi attaccati a tante cose superflue e abbiamo paura di abbandonare ogni forma di egoismo, di essere disponibili e sempre in servizio. L'umiltà, la sofferenza, la povertà: tre sentimenti che il mondo oggi ignora o vuole ignorare. Insegnamenti che possono apparire austeri, non alla moda e superati dalla civiltà consumistica. Ma la nascita di Cristo è l'annuncio di “una grande gioia” (Lc 2,10) e l'umiltà, la sofferenza e la povertà sono le vie che portano alla vera gioia. Solo così comprenderemo il dono del Natale, il dono che Maria ci ha dato, divenendo strumento del disegno divino. Buon Natale, cari legionari, in questo anno della fede la nascita di Cristo sia motivo per irrobustirla e testimoniarla agli uomini che l'hanno smarrita.