lunedì 11 febbraio 2013

APOSTOLATO

LA LEGIONE DI MARIA IN COREA Agnes Han ha settant’anni, da 31 svolge settimanalmente il volontariato con disabili, persone sole, vedove, malati terminali i quali necessitano della presenza fisica e psicologica di qualcuno che li sappia ascoltare. Le donne della generazione di Agnes, in Corea, hanno un grande potere all’interno della famiglia –sono loro a gestire l’economia domestica- e sono molte le conversioni che seguono la stessa dinamica di trasmissione intra-familiare. Agnes ha seguito il consiglio di un’amica che apparteneva alla Legione di Maria. In Corea i Legionari sono circa mezzo milione. Questa Associazione, iniziata in Irlanda nel 1921, è arrivata in Corea dopo la guerra, verso il 1953. Maria Song, anche lei Legionaria, insieme al marito, si è convertita e battezzata dopo il matrimonio. Ci dice:”Per me la vicinanza con la Vergine è stata rivoluzionaria, sento la Sua presenza come una madre, mi infonde un senso di serenità, di pace e di accudimento spirituale che prima mi mancava.” Angela Ho era protestante, ma poco ispirata nella fede. Tutto è cambiato con la conversione: “Ho pregato perché si convertisse anche mio marito.” Questo è avvenuto l’anno dopo. Ci dice ancora Angela: “Come ogni coreana, risento dell’influenza confuciana che porta grande rispetto per gli antenati, come protestante ne sentivo la mancanza, invece con il cattolicesimo ho riscoperto la preghiera per i morti, dunque posso continuare a nutrire quel filo che mi tiene legata alle radici familiari.” La Legione di Maria si occupa anche di quelle persone che per ragioni, ogni volta differenti e spesso imperscrutabili, soffrono del male più sottile e più profondo: depressione, problemi mentali, casi che ruotano intorno all’avvilimento dello spirito. Il vescovo di Seoul Monsignor Andrew Yeom Soo-Jung ci informa che attualmente in Corea i cattolici costituiscono il 10% della popolazione ed aumentano continuamente, perché nelle persone esiste un vuoto creato dalla vita frenetica, e che viene colmato dalle virtù cattoliche. Del resto la Corea ha forte tradizione confuciana, secondo la quale la società viene divisa in classi e le donne sopportano in modo speciale tale discriminazione, perché vengono dopo i padri/mariti e anche dopo i figli. Il Cristianesimo invece, ha dato loro modo di esigere più dignità ed uguaglianza. Per questa ragione le donne costituiscono un buon 70% della Legione di quel luogo ed esse riscoprono il senso del loro ruolo nell’esercitare il volontariato, perché essendo mediamente donne di mezza età, casalinghe e con figli ormai grandi, sono in grado di valorizzare bene il tempo a loro disposizione. Padre Agostino Seo di Seoul, è spesso presente alle adunanze in veste di Direttore spirituale ed ascolta i resoconti dei lavori svolti dai Membri attivi, racconti diligentemente trascritti nei loro diari personali. In questo modo, tutti hanno la possibilità di intrecciare le storie e le loro competenze, per poter fare tesoro e sinergia dell’esperienza altrui. La Legione di Maria, non solo è un felice esempio nell’ispirare e nutrire valori cristiani quali la carità e la compassione, ma è anche un notevole esempio di democrazia, perché tutti gli Ufficiali del Senatus vengono eletti dai singoli Membri con voto a scrutinio segreto e tutte le decisioni inerenti la direzione del volontariato, vengono prese con il consenso e la delega di tutta la Comunità. (Riduzione e adattamento di Carlo da: “Donne-Chiesa-Mondo” dell’Osservatore Romano)

domenica 10 febbraio 2013

APOSTOLATO 15

Un giorno, per caso, mi si presentò l’occasione di prestare assistenza presso uno zio anziano. Oltre all’assistenza fisica però, mi resi conto che aveva bisogno anche di un supporto morale. Così, sempre con molta cautela, iniziai a leggergli qualche libro e a dire qualche preghiera. Dico con molta cautela, perché sapevo che questo anziano zio non era molto credente e che erano passati 54 anni dall’ultima sua visita in Chiesa. Giorno dopo giorno, preghiera dopo preghiera, manifestò il desiderio di volersi comunicare. Presi subito l’appuntamento con il Parroco della mia Parrocchia e con grande gioia lo accompagnai da lui. All’inizio fu solo una confessione, poi egli sentì il desiderio di ricevere l’Eucarestia. Oggi quel vecchio zio non c’è più, è tornato al Padre, ma prima di salutarci per lasciare questo mondo, ricevette l’unzione degli infermi. Come si suol dire, una goccia d’acqua può far rifiorire un fiore; così sono state le preghiere recitate insieme a lui durante l’ultimo periodo della sua vita. (Una Legionaria di Maria)

sabato 9 febbraio 2013

APOSTOLATO 13

Ogni settimana, in coppia, ci rechiamo presso persone sole e bisognose di compagnia, dando loro parole di conforto e parlando di Gesù e di Maria. Così, due nostre sorelle hanno fatto visita a una signorina anziana sola e ammalata ai polmoni presentandosi come due Legionarie di Maria. Lei non conosceva questa Associazione e loro le hanno spiegato che la visita serviva a conoscersi a fin di bene, per passare con lei una serata serena. Sulle prime lei ci guardava con sospetto, ma in seguito, durante le altre visite, ha acquistato fiducia e si è lasciata andare parlandoci a lungo di lei. Diceva di essere ammalata ai polmoni e faceva fatica a respirare. Inoltre era delusa dalla vita, perché, nell’arco di pochi anni le erano morti cinque fratelli fra i quali era particolarmente sentita la morte della sorella. Per queste ragioni non era andata più in Chiesa ed era difficile parlarle di Dio perché Lo riteneva responsabile della morte dei fratelli. Le Legionarie, però, non si sono perse d’animo e poco per volta sono riuscite a spiegarle che Dio non vuole la morte di nessuno, perché Lui ci ama e che Suo Figlio Lo ha sacrificato sulla Croce per salvare tutti noi peccatori; quindi lei doveva credere in Lui ed avere fiducia, pregando la nostra Madre celeste, perché nulla è impossibile a Dio. La povera donna non sapeva recitare il S.Rosario, allora le è stato portato un libricino adatto, pregando con lei un paio di volte. Le Legionarie l’hanno poi convinta a seguire tutte le sere il S.Rosario che viene detto alla grotta di Lourdes e trasmesso in televisione. Ora lei aspetta quell’ora della sera perché recita con loro il S.Rosario. Inoltre per molte domeniche è stata accompagnata alla S.Messa, spingendola a fare la S.Comunione anche se lei sosteneva di non essere degna. Per convincerla, le Legionarie hanno affermato che la sua Comunione era certamente più accetta a Dio di quanto lo fosse la loro, poiché nel Vangelo si legge che c’è festa tra gli angeli in Cielo più per un peccatore che torna a Dio, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. Ora, con tanta nostra gioia, siamo felici di aver riavvicinato a Dio questa anima così bersagliata ed ora così serena. (Franca- un Presidio di Roma)

giovedì 7 febbraio 2013

APOSTOLATO 14

LA LEGIONE DI MARIA E GLI ANZIANI. Si perviene alla Legione di Maria per grazia di Dio e quando il nostro spirito è pronto ad aprirsi all’ascolto degli altri. Tutta la mia vita giovanile l’ho forse vissuta troppo egoisticamente, teso a farmi largo per non sentirmi inferiore al mio prossimo e, solo quando ho raggiunto la consapevolezza della mia insoddisfazione, ho cominciato a pensare che mi era sfuggito il vero e più profondo significato della nostra esistenza. La nostra vita è periodicamente scandita da alcune crisi che chiudono un periodo e ne aprono un altro; così si svolge quel processo che sfocia nella maturità dell’individuo, consentendo che egli progredisca nella conoscenza di tutte quelle aspettative che “in nuce” sentiva di desiderare, ma che non riusciva a far affiorare alla coscienza. Chi ha cercato, durante la sua vita, di formarsi un deposito al quale attingere nei periodi di crisi, ha potuto far fronte alla necessità del momento, ma chi, improvvidamente non ha mai seminato, cosa potrà raccogliere? E’ il dramma di tanti anziani che oggi si trovano ad affrontare un mondo che cambia rapidamente e che sembra viaggiare ad una velocità che non consente un qualsiasi assestamento e lascia indietro tutti coloro che fanno fatica a seguirlo. Se l’anziano possiede quel bagaglio creato strada facendo ed è pronto ad affrontare il cambiamento o addirittura a condizionarlo, almeno nel proprio ambito, allora il suo morale rimarrà potenzialmente inalterato; ma se ciò non avviene, il suo disagio diventerà insopportabile e la sua reazione sarà quella di rinchiudersi in se stesso, nei propri gradevoli ricordi e sarà astioso contro tutto ciò che reputa incomprensibile. A questo punto interviene la nostra Organizzazione la quale privilegia da sempre l’esigenza spirituale delle persone, cosa oggi molto trascurata da troppe Associazioni che vedono nell’uomo un prioristico bisogno materiale e, attraverso l’ascolto prima, e un solido contatto amichevole poi, interviene con i consigli e con la condivisione del loro stato psicologico, accompagnandoli, anche lungamente, sul percorso religioso, per consentire loro un recupero del terreno trascurato o perduto. Consci che la Religione possa risolvere tutti i problemi, ci sforziamo di percorrere insieme questo cammino spirituale che arricchisce noi e loro. La Legione di Maria trae ispirazione dalla spiritualità del Santo di Montfort e persegue la via materna di Maria per consentire alle anime di raggiungere Gesù, unico, sommo bene. La nostra catechesi, infatti, cerca di instillare negli Assistiti il concetto che sia più facile e sicuro andare a Gesù per mezzo di Maria. La nostra Associazione racchiude tra le sue fila, molti anziani, non perché la loro fede sia maggiore di quella dei giovani, ma perché il vissuto ha creato quella maturità sufficiente ad apprezzare “le cose di lassù”. Inoltre ci sta molto a cuore il recupero di quell’entusiasmo, carente in molti anziani, la cui mancanza è responsabile del senso di inanità e di fatalismo che rendono la persona rinunciataria e depressa; ci sforziamo quindi, di risvegliare in essi la voglia di partecipare ancora attivamente alla formazione della società, vincendo quel senso di diminuito interesse, caratteristico dell’età senile. L’anziano, in forza del suo vissuto può e deve pensare al futuro dei giovani, lasciando loro un ricordo positivo del proprio passaggio. Carlo

ATTUALITA'

IL PAPIRO 7Q5 Spesso gli avversari della nostra Santa Religione, nonché i falsi studiosi delle Scritture, con pretestuose argomentazioni, cercano di dimostrare che i Vangeli, così come li conosciamo, sono stati rimaneggiati dai discepoli di Cristo dopo la morte del loro Maestro. Questa tesi ha preso piede presso tutti coloro che non vogliono credere al messaggio evangelico, sforzandosi di dare corpo alle loro frustrazioni, presentando una dottrina rimaneggiata nel tempo e lontana, a dir loro, dal vero insegnamento di Gesù Cristo. A volte però, i piani dei nemici della Chiesa vengono sconvolti. E’ il caso di una scoperta clamorosa avvenuta nel 1947 a Qumran, sul Mar Morto. Alcuni ragazzi, lasciando cadere dei sassi dalla sommità di una cisterna vuota, inaspettatamente sentirono l’inconfondibile suono di anfore rotte. Quando gli anziani lo seppero, si calarono sul fondo, scoprendo una grande quantità di anfore contenenti rotoli e papiri che in seguito furono attribuiti alla setta degli Esseni i quali, all’approssimarsi dei romani e temendo la distruzione dei loro preziosi rotoli, li avevano nascosti in quel luogo. Uno di questi manoscritti, grande pochi centimetri, chiamato papiro 7 q 5 (frammento n.5, trovato nella grotta 7 di Qumran), fin dal 1971 è stato identificato come un brano del Vangelo di Marco cap. 6, versetti 52-53 e tutti noi possiamo confrontare quel testo con quelli che oggi si possono leggere nelle sacre scritture. Il brano in questione è il seguente: “Perché non avevano compreso il fatto dei pani, il loro cuore era indurito. Compiuta la traversata fino a terra, vennero a Genezareth e approdarono." Quel deposito era stato sigillato nel 68 d C dagli Esseni, in fuga davanti all’esercito romano che nel 70 dC invaderà Gerusalemme distruggendo il Tempio. Il brano in questione era stato identificato dal papirologo spagnolo José O’Callaghan e, datato a prima del 50 dC dal papirologo inglese H. Roberts. Inoltre, lo specialista Prof. Sergio Daris dell’Università di Trieste, confermò il tutto. Ma l'intervento decisivo fu quello dello studioso protestante Carsten Peter Thiede, il quale, da competente, dimostrò la verità delle analisi precedenti. La comunità dei teologi modernisti, i quali avevano sempre sostenuto che i Vangeli, trasmessi oralmente al tempo di Gesù, erano stati scritti alla fine del 1° secolo o addirittura agli inizi del 2° secolo, furono costretti a ricredersi, loro malgrado, e tra essi non mancarono i cattivi esegeti cattolici e alcuni biblisti critici. L’allora Cardinal Martini, trattenne a lungo la notizia, ma alla fine scrisse sulla rivista “30 giorni” : Nel piccolo frammento 7 Q 5 sarebbe contenuta un’eccezionale conferma documentaria di ciò che la Chiesa, ininterrottamente ha insegnato da 19 secoli, fino al Concilio.” Oggi, dopo più di 60 anni dalla scoperta, analizzando il brano al computer, viene confermato che tale brano è veramente quello di Marco. Carlo