mercoledì 14 maggio 2014

SPIRITUALITA'



Valsanzibio : giardino seicentesco-

Valsanzibio? E’ forse l’anagramma di una parola, il balbettare incomprensibile di un bimbo, l’eco di chissà quale suono e proveniente da chissà dove? No. E’ semplicemente il punto di arrivo di una gita imprevista durante un bellissimo soggiorno autunnale trascorso sui colli Euganei.
Quante bellezze naturali a noi sconosciute, ci sono svelate ad ogni angolo d’Italia quando,  da turisti, girovaghiamo senza cartine alla mano! Così, quando una bellissima cancellata che delimita una spiazzo di sosta, è apparsa ai nostri occhi,  ci siamo incuriositi e spiando tra le sbarre, abbiamo visto uno stupendo panorama. Un giardino seicentesco con fontane zampillanti, cascate e peschiere, ruscelli che apparivano e sparivano nel verde, statue marmoree lungo i viali, il cui contorno di alberi secolari, facevano da cornice a sentieri delimitati da alte siepi. Giocoforza entrare e continuare a scoprire, con godimento unico, l’isola dei conigli, i giochi d’acqua con il loro canto, unito a quello di mille uccelli e percepire un’atmosfera fuori dal tempo. Salire un certo numero di gradini e trovarsi nel bel mezzo di un labirinto, ci procura un certo senso di ansia. Non siamo in possesso del filo di Arianna, ma la curiosità è più forte di noi e ci avventuriamo dentro. Partiti di corsa, subito  rallentiamo e ragioniamo, gira di qua gira di là, i tratti del percorso sono tutti uguali,poi seguendo una macchia di fiori bianchi, riusciamo a trovare il bandolo giusto ed usciamo a cielo aperto.
Il cimento al quale ci siamo sottoposti, ci ha fatto venire sete e così, attratti da una magnifica  costruzione in perfetto stile veneto, percorriamo un grandioso viale che ci conduce all’ingresso di una villa.
Con non poca sorpresa, apprendiamo che tutto il complesso, il palazzo ,i giardini erano stati di proprietà di Zuane Francesco Barbarigo, padre di Antonio, a sua volta genitore di Gregorio, Cardinale e Santo, il quale portò avanti tutta l’opera e ne ispirò l’alta simbologia.
A gita conclusa, riflettendo su quanto visto, ho subito pensato a Roma ed alla Parrocchia S.Gregorio Barbarigo, situata in zona Laurentina, dove in compagnia di mia suocera, ogni domenica mi recavo a sentire la S.Messa e dove avevo appreso dall’allora Monsignor Schiavon, le opere e la forte personalità di questo Santo. Il giovane Gregorio studiò a Padova e prese la veste talare nel 1655, dopo essere stato a Roma presso il Cardinale Fabio Chigi, divenuto Papa Alessandro VII e dove tornò, quando fu consacrato Vescovo nel 1657. Grande studioso, ma nel contempo ammirato catechista, lesse ed  approfondì gli “Acta Ecclesiae Mediolanensis” di S.Carlo Borromeo e che divennero la sua guida. Nella sua prima pastorale non intese altro programma se non questo: “Vangelo, Vita, Grazia e Carità fraterna- I tre comandamenti dell’amore”.
Nel 1660 fu nominato Cardinale e resse, dal 1664 al 1697 la Diocesi di Padova,  ove morì ed ove fu sepolto.
I suoi pensieri e le sue massime altro non sono che un amoroso sguardo verso tutte le creature del mondo, dai  più piccoli ai più grandi, dai più semplici ai più sapienti e ci dicono che il solo fine da raggiungere, è quello di fare la volontà di Dio, sempre anteponendo la carità in ogni nostra azione. Ecco alcune massime sempre e più che mai attuali: “Tutto è vanità quello che non serve all’eternità. Bisogna scavare a fondo in quella immensa Misericordia di Dio. Le virtù, meditate e non praticate, gonfiano ma non nutrono. Tutti gli altri vizi hanno termine, la superbia sola ci accompagna sempre. Non basta fare una cosa, ma conviene farla bene. La mia preghiera non sia altro che uno sguardo alle Tue opere, o Signore, al Tuo amore verso di noi creature, ai Tuoi benefici, per non far poi altro che averne gioia.”
E quando torno alla Parrocchia sulla Laurentina, così bella ed accogliente, non posso fare a meno di ricordare quello splendido giardino seicentesco, scoperto ed ammirato e dove ogni suo itinerario mitologico, va di pari passo con la spiritualità lasciataci da un grande della nostra Chiesa: S.Gregorio Barbarigo.
(Maria Teresa S.)