LE CINQUE
FURIE DELLA COSCIENZA-
Spesso si
sente affermare che molte persone che nella vita si comportano in modo
riprovevole, sembra che riescano a sfuggire ai mali che non di rado sopportano
i buoni. Questa convinzione, però, è
certamente erronea, perché l’apparenza, ancora una volta, inganna.
Dio, nella
Sua infinita saggezza, ha posto nell’uomo la voce della coscienza che spinge
l’individuo verso il bene e lo invita a non fare il male. Quando questa voce
viene ignorata e la persona, consapevolmente, si presta a commettere quello che
il Creatore ha stabilito essere male, interviene un meccanismo ineluttabile,
composto da cinque “furie”: rimorso,confessione,espiazione,riconciliazione e
giustificazione.
Tutte queste
furie esigono soddisfazione, volenti o non volenti. Per sfuggire al rimorso,
il colpevole cerca di crearsi un diversivo anche se non abbandona il suo
comportamento negativo, rivolgendo i suoi interessi verso atteggiamenti innocui
di pacifismo, buonismo, protezione degli animali, abolizione della pena di
morte etc. Quando la vittima del proprio male è lì a ricordare la colpa, si può
arrivare alla fuga per non subirne le conseguenze e, nei casi peggiori, a
sopprimere la stessa vittima. Di solito ci si autoinganna per diminuire il
senso di colpa, alleggerendo il peccato commesso ritenendolo normale e
definendo uno stupro, frutto di un atto di amore. La donna che ha appena
abortito, vuol pensare che il rimorso sia solo un sintomo di un disordine
mentale conseguente alla colpevole propaganda anti-abortista. Per lei, la
gravidanza è da ritenersi una malattia e come tale può essere curata. Anche
l’abuso di droga o alcool, denuncia il tentativo di eliminare il rimorso, come
appare chiaro dalle statistiche che analizzano il comportamento tra lo staff
delle cliniche specializzate in aborti.
Confessione.
Nel tentativo di sedare il rimorso, spesso si ricorre alla descrizione
dettagliata del male fatto, attenuando il suo carattere immorale. Si potrebbe
riconoscere in questo sfogo una mancanza di pudore, ma è una prova della
vergogna che si prova per il male commesso. Quando la confessione manca del
pentimento, è un chiaro segno di peccato, perché esso perdura e il ragionamento
di massima è quello che ritiene giusto aver fatto l’azione negativa perché la
sofferenza che se ne ricava risulta maggiore se ci si astiene. Queste
confessioni insincere sono rilasciate più facilmente di quelle sincere. Infatti
chi si è riconciliato con Dio (nella Confessione), non ha bisogno di sfogarsi
ulteriormente, perché è soddisfatto; mentre chi si tiene lontano dai Sacramenti,
prova l’esigenza incontenibile di ripetere all’infinto la sua confessione
insincera. Queste persone sostengono che il mondo è crudele con loro nel
condannarle, però continuano a fare ciò che
comanda loro il cuore. Spesso questa condizione nasconde un grave
pericolo per la società, perché si tramuta in mania di persecuzione, divenendo
una minaccia per gli altri, in special modo se questi individui si associano
tra loro.
L’espiazione.
Questa terza furia esprime l’esigenza di possedere un debito che è necessario
saldare in qualche modo. L’esigenza è così dispotica che per la sua estinzione
si pretendono continui anticipi, pena dopo pena, rata dopo rata, in una
sequenza che non ha fine, poiché persiste il rifiuto di pagare il prezzo
dovuto. Il prezzo del peccato è talmente grande che ha richiesto la Passione di
Nostro Signore per essere corrisposto e chi non vuole appellarsi ai meriti infiniti di Gesù, rimane sotto il
dominio di tale furia. Conseguenza di tutto questo sono le varie manifestazioni
cruente della nostra epoca: aborto, omicidio rituale (sette),automutilazioni ,
piercing,ubriacature, bulimia, anoressia, droghe, gli sport estremi etc. Perfino le conseguenze negative del male
commesso, sono offerte e accettate come forma di espiazione; mi riferisco
all’Aids per i sodomiti e reclusione per i criminali, i quali accettano
moralmente la punizione anzi la esigono, quale riparazione del male commesso.
Riconciliazione. Quando l’uomo, pur essendo destinato alla
convivenza, trasgredisce le leggi imposte da Dio e dagli uomini, viene
emarginato e poiché rifiuta di ripristinare questi legami in modo
positivo,cerca la compagnia dei ladri se ladro, degli alcolizzati se
alcolizzato,dei pedofili se pedofilo, degli omosessuali se omosessuale etc. Ma
poiché questi legami costituiscono una falsificazione di quelli recisi, essi
non danno alcuna soddisfazione, ma esasperano questa furia la quale esercita la
sua vendetta. Quanto è maggiore la trasgressione, tanto è più ampia la
separazione dalla società, cosicché questi individui si associano in bande,
movimenti, circoli, lobbies la cui unità è costituita dalla trasgressione
condivisa, ove è richiesta come prova di ammissione, proprio la pratica
criminale o immorale. Nulla lega il gruppo, quanto il peccato mortale!
Questa
necessità di malintesa riconciliazione è
all’origine di movimenti legati alla sessualità disordinata, quali quello degli
omosessuali, dei pederasti, dei sadomasochisti, dei transessuali etc.
Tutte queste
persone non possono accontentarsi della tolleranza sociale, ma devono
attuare una propaganda molto aggressiva
di reclutamento e conversione ideologica. Il loro disagio deriva principalmente
dal disprezzo percepito da parte delle persone normali. “Essi rifiutano questa
emarginazione sociale e vogliono essere pienamente membri della società civile
e vogliono esserlo così come sono. Non volendosi riconciliare con la società,
esigono che la società si riconcili con loro”(Si-Si-No-No) Per questo operano
instancabilmente alla dissoluzione di tutti i principi morali e naturali quali
il matrimonio, la famiglia, l’innocenza, la castità. Tutto vorrebbero
distruggere per ricostruire secondo la morale pervertita da essi proposta,
garantendosi leggi che ne attuerebbero
l’imposizione fin dall’infanzia.
La
giustificazione. Affinché questa ultima furia venga placata – poiché la
legge morale non può essere ignorata né messa da parte- si ricorre ad una
manipolazione, in modo che la
trasgressione venga ritenuta comportamento virtuoso, mentre l’opposizione venga
ritenuta criminale. Un classico esempio di ciò è la cosiddetta rivoluzione
sessuale degli anni ’60. Tutto è cominciato dal ripudio della castità, quando
si è fatto accettare il concetto secondo il quale la sessualità non andava ordinata alla
generazione della prole, ma a quello del libero amore che avrebbe svincolato il
soggetto dalla schiavitù del matrimonio. Questa falsa felicità, svincolata
dalla famiglia, fu confusa con il piacere sessuale, proclamato come un diritto
conquistato. Ma questa “conquista” del diritto al piacere, contrastava con le
conseguenze indesiderate che ne derivavano, pertanto si attuò la contraccezione
sfociando poi , come logica conseguenza, nell’aborto.
E per
difendere questa nuova mentalità e per non ricadere nel concetto di immoralità,
resa evidente dalle distorsioni sociali, uomini e donne si trovarono
improvvisamente nemici l’uno dell’altra. Nella ricerca sfrenata del proprio
piacere individuale, la donna si sentì vittima dell’uomo violento. La
sessualità da sorgente di vita si è trasformata nel suo contrario, raggiungendo
parossismi di furia omicida, poiché la giustificazione della donna, resa incinta contro la sua volontà, sarà proprio una pretesa di innocenza, quasi
un’autodifesa, cercando di sfuggire alla sua responsabilità. Un’altra
giustificazione potrebbe consistere nel trasferire sui medici che se ne
occupano, ogni azione volta all’esecuzione di un aborto, negando inoltre che il bambino sia innocente
ma reso colpevole dalla sua aggressività, di fronte alla quale la soppressione
diviene giustificata. Vi sono anche altre false giustificazioni per poter
tollerare ciò che è male e la più pericolosa è quella per la quale, anche se
consci della trasgressione commessa, si consideri di fare il male per farne
risultare un bene.
Mentre l’uomo,
nella sua azione benefica, senza la Grazia non può superare un certo livello,
nel male non potrà fermarsi mai, superando continuamente ogni possibile
traguardo in una corsa diabolica verso l’annullamento, poiché, in assenza del
pentimento, si è indotti a giustificare il primo peccato e i successivi in un
vortice autoalimentato.
L’uomo
moderno cresce nella sua malvagità perché inganna e mente a se stesso; una vita
malvissuta, ha soffocato la sua coscienza, ma non del tutto; la percezione
della colpa non obbliga al ravvedimento, pertanto la sapienza di Dio lo
costringe a misure più drastiche, sconvolgendo la sua vita, al fine di ridurre
il trasgressore ad una tale depravazione da farlo rientrare nella legge,
orientandolo verso Dio. Ecco perché Dio, in alcuni casi quali quello del
Faraone, può indurire il cuore del trasgressore per farlo precipitare nella Sua
Misericordia da sempre in attesa e nel contempo salvare la sua libera volontà
di creatura fatta ad immagine di Dio. Il prezzo di ciò è troppo alto? Per noi sì, ma non per la Misericordia di Dio
che vuole la salvezza di tutti gli uomini. (Carlo) (elaborazione da: “Si-si.No-no”)