domenica 22 febbraio 2015

ATTUALITA'



FUNZIONE  DEL  PADRE
Senza il padre, i figli non imparano a conoscere la strada per raggiungere il massimo a cui ogni essere umano aspira, alla loro realizzazione.
Tutto nasce dall’imbroglio del femminismo. Per sfuggire ai padri-padroni, anziché cercare il vero volto del padre, lo si è cancellato. La natura maschile è svilita e quindi incapace di porre dei limiti, prima di tutto al rapporto tra il figlio e la madre altrimenti simbiotico. Nel falso rapporto madre-figlio, il bambino sarà dipendente da lei e ricattato, divenendo incapace di allontanarsi da chi lo ha cresciuto, al fine di riempire il suo vuoto. Così questo figlio sarà incapace di amare un’altra donna. Ecco l’omosessualità dilagante.
Le conseguenze sono il godimento compulsivo e la dipendenza dalla droga, dal cibo, dal sesso e dalla pornografia. Nella vita, oltre al piacere, si deve essere disposti ad accettare anche il dispiacere e la frustrazione, non pretendere di soddisfare ogni voglia e subito. Ma poiché ciò non è possibile, si finisce per accontentarsi di qualcosa che non basta; molti si rivolgono alla pornografia, credendo che qualunque fantasia erotica li possa soddisfare, ma celermente intervengono la delusione e la depressione.
Questa riduzione del desiderio ha tolto, in molti, l’amore per la bellezza e la voglia di ottenere dei risultati pur con fatica, impedendo loro di conseguire traguardi importanti . Ecco perché l’uomo di oggi è impossibilitato a creare opere d’arte, come nel passato, perché non sublimiamo più la sessualità con ogni nostra attività.
In assenza del padre, il quale vede nel figlio maschio colui che guiderà e proteggerà in futuro la famiglia anche la madre sarà incapace di considerare la figlia come una femmina capace di accogliere. Questo, toglie al bambino la possibilità di avere un’identità precisa, ecco perché egli è incapace di accettare rimproveri, fatiche e quindi di ottenere risultati appaganti.
Il padre, come simbolo di tradizione e autorità, è sempre stato il perno della civiltà europea derivante dal diritto romano. Le nuove ideologie femministe e gender, mirano a scardinare questa antica concezione, sostituendola con la dittatura del desiderio senza limiti.
La donna, allontanando il marito, rimane sola e quindi cerca un sostituto nei figli. Ella non è più colei che, amando il padre del bambino, lo accoglie per poi lasciarlo libero di farsi una sua nuova famiglia, ma è una madre divorante, perché tiene i suoi figli prigionieri e li mette contro il padre.
Oggi la donna vuole fare i figli solo per sé, senza l’ausilio dell’uomo, utilizzando le nuove tecniche della fecondazione assistita. Le conseguenze di ciò sono un rapporto incestuoso e di possesso, che non di rado sfociano nell’omosessualità e nella pedofilia. Questo è un rapporto morboso col bambino anche se non necessariamente di natura sessuale.
L’uomo e la donna sono fatti per completarsi; la donna è felice se accoglie, se ama, mentre l’uomo è felice se guida e protegge la famiglia, ponendo dei limiti.  Solo in questo modo i figli sono sereni e, guardando i propri genitori, impareranno a fare altrettanto.  L’educazione gender, invece, li condannerà all’infelicità e al dolore, negando loro di conoscere e accedere alla possibilità di realizzarsi.
(Carlo) (tratto da: “Bastabugie”- G.Ricci)            

martedì 17 febbraio 2015

SPIRITUALITA'



                                   Un dono prezioso; il   “ SANTO  CRISTO “

C'era una volta....un pezzo di legno, direte voi: “ ma questa favola la conosciamo già”. E' vero, ma quella che voglio raccontare è la storia di un altro pezzo di legno trovato da un pescatore dopo che una fortissima mareggiata aveva portato sulla spiaggia una grande quantità di cose ed oggetti provenienti  chissà da dove . Ed i pescatori  di quel luogo, ogni volta che il mare batteva la costa e rubava grandi quantità di arenile, accorrevano a pulire il litorale da tutti i detriti portati dalle onde.
Capitava così che si facevano alte cataste di legna e che, asciugate poi dal sole, finivano nelle stufe e riscaldavano quelle case basse, prive di ogni confort.
Chissà, sarà stato un dono del mare, ma quei due legni incrociati e quella figura lignea senza braccia. era un oggetto che riportava alla sua mente la crocefissione di Nostro Signore.
Ed inizialmente, il pescatore, fu tentato di spezzarlo ed accatastarlo tra quanto già raccolto sotto la ciglia della sua barca, poi decise di portarlo in chiesa, lassù sull'isola, a S. Nicolò, ove restò fin dal XIII secolo. Dagli abitanti del luogo fu chiamato Santo Cristo e venerato, portato in processione quando avvenimenti dolorosi e tragici colpivano il paese. Come quando riuscirono a respingere le galee di Monaco nel 1336 che volevano invadere la cittadina,o come quando nel 1432 i fiorentini ed i veneziani schierati contro i genovesi, allestirono un assedio presso la costa, ma furono allontanati.
Tale ricorrenza  fu sempre ricordata e si perpetuò negli anni.
Nel 1616 il crocifisso fu traslato nella Chiesa di S. Maria di Nazareth, ma fu abbandonato in un angolo della sacrestia perchè privo di apparente e apprezzabile valore, oltre che  mal ridotto.
Ed un brutto giorno, questo crocifisso malconcio, privo di braccia, usurato dal tempo, fu giudicato dal sacrista Bolasco e dal chierico Rosasca, solo buono per scaldare la canonica e pensarono di farlo a pezzi e bruciarlo. Quando il primo colpo stava per partire,  e qui la tradizione ci ricorda che furono pronunciate queste parole: “ Come Cristo Vi adoro, come legno, Vi spacco”,  la figura posta al centro  dei legni, aprì gli occhi e volse lo sguardo al sacrista che svenne immediatamente.
Il fatto fece tanto rumore, intervenne anche il vescovo che si informò per filo e per segno di ciò che era successo e... prese tempo per dare un giudizio.
Nel l725 fu esposto in una nicchia lateralmente all'altare maggiore e da quel momento i miracoli, che per sua intercessione avvennero, furono numerosi, testimoniati da moltissimi ex voto. La città di Sestri ricorse al “suo” Santo Cristo durante la siccità del 1751 e nel 1758 fu concessa l'indulgenza plenaria a coloro che visitavano e pregavano il Divin Redentore affinché cessassero le pestilenze che avevano colpito la Liguria, e, come la storia ricorda, Sestri fu risparmiata. Anche il colera del 1835 non colpì i suoi abitanti, i quali sono sempre stati convinti della protezione del Santo Cristo. .
Nel 1785 questo sacro simbolo fu posto su di un altare fiancheggiato da due colonne di marmo nero e da due angeli in marmo bianco. Sono i due colori della passione e rivestono tutte le pareti della cappella . Il capo di Gesù reclinato a destra, il busto contratto nelle costole visibili, le gambe piegate, il piede destro inchiodato sul sinistro e i lineamenti sofferenti del volto sono tutti effetti visibili per l'occhio che lo guarda ed al credente scuotono il cuore. Anni dopo, gli furono costruite in cartapesta, le due braccia mancanti,  per completare la volumetria dell'opera,valutata da esperti, come risalente al 1200,  di stile romanico-lombardo.
Ogni  14 settembre si rinnova un triduo solenne e  viene portato in processione lungo tutte le vie del paese, ogni 25 anni. I fedeli, privandosi dell'oro personale, realizzarono una corona che fu posta sul capo del Santo Cristo dal cardinale Ferrata il 13.9.1903.
Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Alfredo Ottaviani, partecipò ai
festeggiamenti cinquantenari nel 1953, e quando, alcuni anni dopo, i parroci della zona, appoggiati dalla cittadinanza, si rivolsero a Lui, in un incontro in Vaticano, perchè spendesse parole affinchè
non avvenisse  la costruzione di una centrale nucleare in quel meraviglioso paese che risponde al nome di Sestri Levante, rispose loro: “D'accordo, pregherò perchè i vostri desideri siano esauditi; ma perchè vi rivolgete a me, non avete con voi il Santo Cristo che ha più voce in capitolo di me”?
E così fecero. In ogni chiesa si pregò. I parroci, al termine di ogni Santa Messa aggiungevano una parola sul rischio di installazione di una centrale nucleare, cercando di  convincere
coloro che, dubbiosi tra profitto e lavoro, giudicavano positivamente questa opportunità per la gente del posto.  La centrale non venne costruita, i turisti non cambiarono la meta delle loro vacanze e la città divenne sempre più bella ed accogliente.
Ancor oggi i sestresi si rivolgono a quell'effige per chiedere grazie spirituali e materiali. I bimbi nei giorni che precedono la ricorrenza, si presentano a quell'altare con i loro fiori rossi che simboleggiano la fede e l'amore; a loro viene raccomandato di rivolgersi a Gesù in croce, se hanno bisogno di aiuto. “Per tutti, -come scrisse il giornalista Rabajoli,- il nostro padrone di casa è il Santo Cristo”, e si potrebbe aggiungere che esso è “la bussola che infallibilmente assicura  ai naviganti l'attracco in porto e il felice ritorno in famiglia”.
Quel pezzo di legno trovato sulla spiaggia, non è dunque più una favola, è la voce di Colui che dice “Credi in me, io ci sarò sempre, anche quando sbattuto dalle onde del mare riuscirò a nuotare
senza braccia, e  ti troverò e ti stringerò a me anche se avrò gli occhi chiusi.



                         Maria  Teresa S.


mercoledì 11 febbraio 2015

ATTUALITA'



L’ ECUMENISMO  E  IL  DIALOGO

L’inganno dell’ecumenismo è un terribile errore indotto dal demonio la cui tecnica è sempre la stessa, fin dai tempi del Paradiso terrestre;  è una vera e propria “polvere in faccia” gettata sulla Chiesa dall’antico nemico, allo scopo  di accecarla con una mezza-verità e convincerla che è precetto divino fare ogni sforzo per realizzare l’unità tra i  cristiani, dopo che, durante i secoli, sono avvenuti degli scismi che hanno prodotto una frattura nel corpo della Chiesa originaria.
Il demonio, buon conoscitore della nostra Santa Religione, ha suggerito che lo stesso Gesù, nella Sua preghiera al Padre, durante la Sua agonia nell’Orto degli ulivi abbia chiesto che  “…tutti (i cristiani) siano una cosa sola…” (Gv 17,21).  Questa aspirazione, pur legittima e desiderabile però,  nell’intenzione del nemico, viene esaltata e spinta verso una irrealizzabile unità, la cui chiave di volta sembrerebbe essere il dialogo con le altre fedi, dialogo da ottenersi ad ogni costo.
La questione del dialogo, anche se può sembrare priva di considerazioni negative, in realtà nasconde un grande tranello quando questo approccio riguarda la Religione. Basta pensare al momento del peccato originale commesso dai nostri progenitori, Adamo e d Eva, per capire come l’antico serpente abbia pilotato la volontà di Eva. Nel dialogo, la mia tensione spirituale nei riguardi della parte avversaria, costituisce una pausa, una sorta di debolezza nella battaglia che sto svolgendo per la fede.
Se la mia fede è granitica, se la mia adesione a Cristo è sincera e decisa, se sono in grazia di Dio, lontano dal peccato, lo Spirito Santo mi assiste e mi rende forte nel contestare amorevolmente le tesi sbagliate del mio prossimo, smarrito o lontano dalla Verità; ma, se non mi trovo in queste condizioni ottimali, se ho peccato gravemente ( e questo, purtroppo, è una condizione molto frequente tra i cristiani), durante il dialogo, potrei  incamerare insicurezza e potrebbe fiorire il dubbio, producendo più tardi un allontanamento dalla Verità.  E’ proprio questo il momento tanto atteso dal nostro comune nemico il quale, instancabilmente, batterà su questo tasto fino alla perdita totale della indipendenza mentale, annegata nella confusione più completa!  Tutti sappiamo che il dubbio, se non soffocato sul nascere, è destinato ad ingigantirsi e a padroneggiare la volontà. Vogliamo che questo accada? E’ vero, la fragilità umana è facilmente manovrabile da un ingegno abile e spregiudicato e può resistere solo chi confida nel Signore e non su se stesso. Ma, quanti fedeli si abbandonano al sostegno divino? Quindi…!
Vogliamo creare i presupposti per far perdere quel poco di fede presente in tanti cristiani “deboli” ? O non dobbiamo concentrare tutte le nostre forze apostoliche per confermare nella fede il nostro prossimo?
Si sa che la mancanza primaria di Eva è stata quella di aver dato ascolto alle argomentazioni malevole e false del serpente, il quale è riuscito a soggiogare la reazione della donna che è stata messa in condizione acritica. Nel proseguire il dialogo col serpente, Eva si è invischiata sempre più, fino al rinnegamento del suo Creatore, tanto da sedurre anche Adamo,  coinvolgendolo nel terribile peccato. Durante il colloquio col serpente, Eva non ha obiettato nemmeno quando il demonio ha trattato Dio come un bugiardo!
Oggi, questo tanto vantato ecumenismo è una utopia che ha prodotto e produce tanti effetti negativi, perché non posso “livellare” la mia posizione religiosa a quella delle altre credenze, senza instaurare un relativismo disastroso, tanto più se si ammette che nelle altre religioni si trovino valori soteriologici!
(Carlo)