Incontro con
Maria P. dopo la gita a Torino.
“ Ciao Maria, come stai? Hai smaltito la stanchezza del
viaggio a Torino?”
“Non completamente, ma le emozioni provate e rivedere la mia
città così bella, mi hanno aiutato a ristabilirmi in fretta.”
“Perchè dici la mia città?” Mio padre era torinese ed io
sono molto legata alle mie origini.”
“Parli di emozioni, vuoi trasmetterle un poco anche a me,
che pur desiderando di fare questo
viaggio, ho dovuto rinunciarvi per motivi di famiglia?”
“Non era la prima volta che mi recavo a vedere la Sacra
Sindone. Certo non si può non rimanere attratti che questo telo che emana una forza unica e che colpisce
oltre che gli occhi, anche il cuore. Forse, la sosta davanti a questa immagine
è stata troppo fugace causata da uno scorrimento veloce dei visitatori, e la
distanza ha impedito di distinguere l'immagine nei particolari.
Poi, per gli sportivi visitare la Basilica di Superga, vuol
dire sempre, tante cose. Rivedere i volti di calciatori che tutto il mondo ci
invidiava, che tornavano sempre vincitori ovunque si recassero, che erano il
simbolo della riscossa italiana dopo la seconda guerra mondiale, sì, mi ha dato
una stretta al cuore..... e poi sono tornata bambina quando su quel trenino a
rotaia a cremagliera siamo ridiscesi in città, sembrava far parte della favola “il trenino di latta”.
“Il riposo notturno ristoratore ha rigenerato le tue forze?”
“Sì, perchè nel secondo giorno le nostre energie sono state messe a dura prova. Dopo la S.
Messa mattutina abbiamo visitato la città. La sua parte storica, il Valentino,
la real chiesa di S.Lorenzo con la scala santa che ha custodito dal 1578 la
Sacra Sindone proveniente da Chambery,
le 4 regge sabaude, i lungo Po, ove l'acqua è limpida e i suoi argini
pulitissimi, poi nel pomeriggio c'è stata
la salita al monte Pirchiriano,
in val di Susa, ove troneggia il complesso architettonico della Sacra di
S. Michele affidata da quasi 200 anni
ai padri Rosminiani. Ecco un
collegamento con la nostra parrocchia, ed incontrare tre sacerdoti cresciuti nell'insegnamento di Don
Antonio Rosmini, ci ha fatto sentire un po' a casa. Anche la visita alla zona
Valdocco, e l'incontro con le opere ed il lavoro che fece Don Bosco per
i giovani ed i ragazzi, ha prodotto in me un'emozione unica,
ricordandomi così, anche quello che
stiamo facendo, nel nostro piccolo, grazie all'adozione a distanza, di alcuni
bambini indiani con la collaborazione
dei padri Salesiani. Ed il mio cuore si è sentito davvero scosso proprio di fronte
alla tomba ove sono custodite le spoglie di don Bosco, all'interno della Chiesa
di S.Maria Ausiliatrice. Sai, con il
passare delle ore anche il nostro corpo aveva bisogno di nutrimento, e così
nella foresteria della chiesa della Consolata, abbiamo pranzato; sorpresi anche
in questo caso, nel venire a conoscenza che nella sala dei re pranzano anche i
Papi quando sostano a Torino e che dire …. mi è venuto in mente che abbiamo
preceduto, in questi luoghi, proprio il nostro Papa Francesco che a breve farà
visita alla Sacra Sindone.”
“ Mi hai detto che la sorpresa più grande, per te è stata la
riscoperta della città?” Qui il viso
di Maria si illumina e con entusiasmo mi parla della
bellezza, ricchezza, signorilità delle zone più importanti. Del Valentino, così
ordinato e perfetto, di piazza Castello e piazza Vittorio con i suoi palazzi
tenuti magnificamente, ove la musica fa da cornice ai suoi antichi caffè e
dalle cui porte fuoriesce il dolce
profumo di cioccolato e la gente, non più ….chiusa, ma aperta al sorriso ed al
dialogo, diventata socievole al massimo dopo l'impatto con le olimpiadi
invernali del 2006. Insomma una Torino il cui aggettivo più appropriato è
….gioiosa. E Maria, con il suo entusiasmo mi porta indietro negli anni. A quel lontano 1978
quando la Sacra Sindone mi ha visto coinvolta in sentimenti dettati da
grande..... paura, quella di non essere nemmeno meritevole di osservarla da
vicino ma che di quel giorno conservo un piccolo depliant ove sul retro è
stampata la preghiera alla Sindone e le
cui parole parlano di passione ed amore e dove si richiede la grazia di essere
“consorti” nella gloria di Dio al momento della nostra resurrezione.
Prima di salutarla le dico e mi dico che se ricordare
è...vivere, dobbiamo cercare di continuare a vivere di emozioni, di fede e di
voglia di non dimenticare quanto la Sindone ci vuole dire. E' l'impegno che ognuno
di noi deve portare avanti giorno dopo giorno.....
Maria Teresa S.