Santa Francesca Romana e Santa Virginia Centurione: “due donne perfette”
Due vite eguali, anche se vissute a 200 anni di distanza,
esistenze provate da dure accettazioni ed imposizioni fin dalla fanciullezza, a
causa di rapporti familiari dettati dai forti egoismi maschilistici di quel
tempo e proseguite poi negli anni con pesanti sacrifici e tanti dolori. Due
donne nate in seno
a casate ricche e nobiliari, fondamentalmente però cresciute sotto i dettami della religione
cristiana insegnata loro dalle genitrici e da loro praticata fino alla fine
della loro vita.
Parliamo di Francesca Bussa de' Buxis e di Virginia
Centurione Bracelli.
Se passeggiamo per Roma e chiediamo a qualcuno: “ Sapete chi
è S. Francesca Romana?” Quasi nessuno saprà rispondervi, solo i non più giovani
vi diranno che è la chiesa ove si sposarono i genitori di Romina Power, tutto
qui. Ma perchè una chiesa porta questo nome? Perchè una piccola grande donna
nata nel 1384 fu chiamata la poverella, o meglio Ceccolella, di Trastevere e
perchè seppe spogliarsi di ogni ricchezza iniziando una missione evangelica
fondata sulla carità.
A quei tempi alle giovanette venivano imposti i matrimoni
affinchè le grandi famiglie risultassero legate tra loro. Così Francesca a 13
anni andò sposa a Lorenzo de' Panziani e cominciò il suo duro legame con un
uomo dissoluto ed egoista che la costringeva a casa ed ad avere figli. Due di
loro morirono di peste nel 1425 e quel dolore indirizzò Francesca a fare un
percorso di preghiere entrando a far parte delle oblate nella chiesa di S.Maria
Nova al Foro. Dopo la morte del marito,
paralizzato dal 1409, entrò in monastero e ne assunse la
guida. Donò tutto ciò che possedeva ai poveri, si privò di ogni legittima
proprietà e cominciò a percorrere le vie di Trastevere entrando in contatto con
la vera povertà e divenne lei stessa povera tra i poveri. Morì nel 1440 e fu
canonizzata nel 1608 da Papa Paolo V° Borghese, e la basilica S.Maria Nova fu a lei intitolata nel medesimo secolo
da Papa Urbano VIII °. Fattasi dunque povera per amore di Gesù dedicò la sua
vita ad ogni tipo di carità e fece comprendere a tutti che pregare senza donare
è come vivere a metà e perchè seminare carità vuol dire assicurare a tutti il
diritto di essere esseri umani. E' considerata protettice di Roma e contro le
pestilenze ed inoltre è protettrice degli automobilisti.
Come Francesca anche Virginia, nata nel 1587 ebbe una vita
pesantemente violentata da un matrimonio imposto avvenuto quando aveva appena
15 anni, e con un uomo, Gaspare Bracelli, “un enfant gaté” della società di
quel tempo. Dissoluto, giocatore e traditore. Fece una brutta fine: morì
di tisi a soli 24 anni e lei a 20 rimase vedova. Bella e ricca attirava l'attenzione di molti,
ma questa volta non accettò una nuova imposizione del padre, doge di Genova e
successivamente governatore della Corsica, e cominciò, dopo un periodo di
meditazioni e preghiere, la sua opera di volontariato nelle strade genovesi.
Accolse nel suo palazzo, ed in altri, grazie agli aiuti di amici, i tanti
profughi che fuggivano dalle riviere a seguito dei saccheggi dei soldati
franco-piemontesi che volevano impadronirsi delle roccaforti liguri, e volse lo
sguardo ai poveri che vivevano in condizioni disumane. La sua attenzione si
spostò poi nelle chiese che erano in stato di abbandono e degrado e fece sì che
riprendessero i restauri delle case di Dio. Quando la peste invase Genova
obbligò tutti i signorotti della città ad ospitare i malati e a fondare due
istituzioni caritative: l'ufficio dei poveri, e le Dame della Misericordia. Si
sa, i santi sono persone concrete e così Virginia riuscì ad aprire le prime
scuole e, grazie ad un lascito del padre, fece assegnare del denaro ai genitori
affinchè obbligassero i figli a
frequentarle e dar un tetto ai più poveri ed affamati.
Nel 1631 lasciò definitivamente la sua casa e con le sorelle
spirituali entrò nel convento del Monte Calvario. Genova credette in Lei e le
affidò il compito di assistere i malati degli ospedali, di riformare il
Lazzaretto e da allora nacquero “le
brignoline”, suore, che ancora oggi sono al servizio dei malati genovesi presso
il S.Martino. Fu attiva in molti settori e
con l'aiuto del Cardinale Stefano
Durazzo definito il Borromeo genovese, istituì le quarant'ore nelle
chiese e la predicazione delle missioni popolari, e sicuramente Gesù la istruì bene, ben
sapendo che proprio la donna è cooperatrice nel cammino di salvezza
dell'umanità.
Morì nel 1651 ed il 20.9.1801 nel Monastero di S. Chiara fu
trovata la cassa ove era il suo corpo
e lo stesso risultò in perfetto stato di conservazione ed
ancora flessibile nei movimenti come se fosse stato deposto da poco tempo. Il medico legale constatata la sorpredente
scoperta chiamò il notaio Domenico Piaggio che, da autentico miscredente, fu
costretto a confermare lo stato della defunta e da quel momento tutte le sue
certezze crollarono e dichiarò di dover, suo malgrado, accettare e riconoscere
l'esistenza di qualcosa di soprannaturale.
Papa Giovanni Paolo II la elevò agli altari il 18.05.2003.
Oggi Papa Francesco esorta incessantemente ad uscire per
strada ad andare incontro a chi ha tanto
bisogno, ed in effetti è quello che fecero sia Francesca che Virginia, ed a ben
vedere, quelli furono “fatti” che lasciarono il segno.
La preghiera, poi, fece parte in misura importante delle
loro vite, le edicole fatte costruire negli incroci delle strade cittadine e sulle facciate di
palazzi importanti, testimoniano che alternare la carità alla preghiera vuol
dire avvicinarsi al paradiso. Furono due vere operatrici sociali perchè
assicurarono al mondo di allora il riscatto dall'indigenza e dalla povertà di
molte persone.
Il motto di Virginia è scritto in queste sue parole: “ L'oro
della carità e l'incenso delle buone parole è l'anima della conoscenza, perchè
possiamo così riconoscere il bene dal male”.
Giovanni Paolo II nella lettera apostolica “Mulieris
dignitatem” definisce – La donna perfetta-
“un
insostituibile sostegno e la fonte di forza spirituale per
gli altri. E a queste donne devono molto
le loro famiglie e talvolta le intere nazioni”.
Quindi S. Virginia
Centurione e S.Francesca Romana vanno annoverate tra queste donne perfette
perchè vollero farsi mendicanti d'amore e messaggere di pace.
(Maria Teresa)