mercoledì 28 ottobre 2015

SPIRITUALITA'

Continua la pubblicazione del calendario legionario 2016; mese di novembre



VICENDE  DEL  SEPOLCRO
Dal 600 al 1200 circa dopo varie vicende che videro alternarsi i capi arabi, tesi a conquistare Gerusalemme, considerata anche la loro città Santa ribattezzata Al Quds, alcuni di loro, accecati dall’odio religioso, cercarono di distruggere, in parte riuscendoci, i luoghi sacri al Cristianesimo.  Il 15 luglio 1099 i crociati vinsero, espugnando Gerusalemme e inaugurando un restauro del Santo Sepolcro, fortemente danneggiato.
“Riprendendo la tradizione antichissima, fu creata una scala per scendere al “Santuario di S.Elena”, l’antica cisterna dove si erano ritrovati i chiodi e le croci, il luogo che ancor oggi è il più emozionante e significativo del monumento e che gli architetti costantiniani avevano in qualche modo riecheggiato nell’originario “Cubiculum Sanctae Helenae” in Santa Croce di Roma.  L’opera di ricostruzione prese cinquant’anni e il sepolcro fu imprigionato nella sua sovracostruzione marmorea.
La prima volta che fu possibile rivedere le pietre del sepolcro, ce la descrive Padre Bonifacio da Ragusa:
“Nel  1555 per rifare l’edicola sovrastante il sepolcro, ormai troppo danneggiata, arrivarono a scoprire l’antica roccia e il banco sepolcrale; con grande sorpresa e commozione, trovarono l’ambiente funebre ancora saturo di balsami. Inoltre, sul banco funerario, giaceva un “sudarium pretiosum”, un tessuto ricamato in cui era involto un frammento di legno. Accanto ad esso vi era anche una pergamena estremamente deteriorata in cui Padre Bonifacio potè leggere due sole parole: “…Helena magni…”.
Portati all’aria, come racconta Padre Bonifacio, pergamena, legno e tessuto, si dissolsero in breve, lasciando solo polvere e alcuni fili d’oro che ornavano la stoffa.” (M.G.Siliato)
                                                              
CURIOSITA’
Il telo sindonico veniva esposto in pubblico, ogni anno a Pasqua e si notò che alla luce solare l’Impronta, con il passare delle ore, appariva più intensa e discernibile.  Molti studiosi hanno rilevato una sorta di fotosensibilità dell’Impronta e nel 1991 John Heller scoprì che le fibrille toccate dal corpo, sotto un certo angolo di incidenza della luce, venivano esaltate, aumentando la loro visibilità.
Molti antichi personaggi degni di fiducia, asserirono che, secondo il volgersi del sole, la luce giocava sul telo sindonico, sfumandone o accrescendone il contrasto.  “Un’ immagine non delineata sui bordi, che sfuma in niente, che se ti avvicini, via via impallidisce e scompare, se ti allontani, riemerge; un colore estenuato, pallidissimo, che non sapresti definire; due lunghe impronte di un corpo spogliato, di fronte e di schiena, una quantità di segni, evidentemente sanguinolenti, stampati anch’essi sulla pelle in una suprema immobilità cadaverica.”(M.G.Siliato)
                                                                             
Nell’anno 39, un teosofo ebreo di nome Filone, scrisse una supplica all’Imperatore Caligola (succeduto a Tiberio), denunciando le prepotenze dei Governatori provinciali.  In seguito fece un giudizio impietoso del Procuratore romano della Giudea, Ponzio Pilato:” uomo sgradevole da trattare, formalista e testardo, tirannico se di cattivo umore; crudele, durissimo coi deboli; provocatorio e poco disposto ad ascoltare i consigli altrui, soprattutto se sensati; però, in compenso, corruttibile per denaro.”
                                                                             
Per rispondere a quanti contestano che in varie Chiese d’ Europa vengano esposti vari chiodi della Crocifissione, si spiega che, secondo l’antichissimo uso della Chiesa d’Oriente, inserire un frammento d’oggetto sacro o reliquia, santificava la sua copia esportata per il mondo. Un minimo frammento di ferro, limato via dall’originale e fuso in altri chiodi, dava a ciascuno di questi un valore di documento fisico visivo, per la forma in cui erano forgiati e un valore di reliquia per il contenuto incorporato.  Infatti Costantino inglobò un frammento di quel ferro sacro nella sua armatura e un altro frammento fu inglobato nella corona di Teodolinda .
(Carlo)

lunedì 26 ottobre 2015

ATTUALITA'



L’ ECUMENISMO  CON  GLI  ORTODOSSI

Nella Legione di Maria vi sono alcuni Legionari incaricati di curare i rapporti con gli Ortodossi, al fine di trovare accordi tali da permettere una riconciliazione, con il conseguente recupero dell’Unità perduta con lo scisma del  1054.
Scrive Pio XI nell’Enciclica “Mortalium animos” : “Il Corpo Mistico di Cristo, cioè la Chiesa, è omogeneo e perfettamente articolato, come un corpo fisico; è perciò illogico e ridicolo pretendere che il Corpo Mistico possa essere formato da membra sparse, isolate le une dalle altre; perciò chi non gli è unito, non può essere un membro né saldato al Capo che è Cristo. Nessuno si trova a permanere in quest’unica Chiesa di Cristo, se non riconosce ed accetta con ubbidienza, l’autorità e il potere di Pietro e dei suoi legittimi successori.”
E’ certamente opportuno non smettere mai di sperare una conversione ed adoperarsi per essa, tuttavia, a tutt’oggi le differenze fra Ortodossia e Cattolicesimo, sono molteplici e profonde.
Analizziamo quindi, quanto è stato ottenuto dalla Chiesa Cattolica con la sua apertura ecumenica verso le “Chiese sorelle”: Scrive un ortodosso nel suo Blog: “Per una mentalità ortodossa, la fratellanza significa anche comunione nella stessa fede e non solo condivisione di un cammino di dialogo e di ricerca di unità. Le uniche Chiese che un Ortodosso può, in piena coscienza, chiamare “sorelle”, sono le diverse Chiese autocefale (ossia con Capi indipendenti. N.d.R) dell’ecumene ortodosso e anche queste, comunque, nella coscienza che si tratta di realtà locali dell’Unica Chiesa (la sottolineatura è dello scrittore ortodosso).
Chiamare “sorella” una comunione ecclesiale separata dalla Chiesa Ortodossa, equivale a un cedimento rispetto alla confessione della Chiesa Una e a un tradimento del Simbolo di fede.”
Il Blog citato enumera addirittura 99 differenze tra Cattolicesimo e Ortodossia. Vediamo le più importanti:
Espiazione vicaria
Dicono gli Ortodossi che la Chiesa Cattolica adottò da S.Anselmo e da S.Agostino, la concezione del peccato originale ereditario, ma essi negano che Cristo soffrì al posto del genere umano per “riscattarlo” dal male commesso col peccato originale; secondo la loro credenza, invece, Cristo soffrì per vincere il demonio e per distruggere il suo potere, ossia la morte. Ma lo stesso Gesù disse durante l’ultima cena: “…il calice del Mio Sangue per la remissione dei peccati…”  (Mt 26,28). Dicono ancora essi, che l’Umanità partecipa al riscatto dal diavolo attraverso la padronanza sulle passioni. (!) Inoltre essi negano la possibilità di salvare gli altri con le nostre preghiere e sofferenze, perché così facendo, (noi cattolici) cercheremmo di sostituirci a Cristo Salvatore. (!)
La controversia sul Filioque
Nel Credo Costantinopolitano, la Chiesa Cattolica ritiene che lo Spirito Santo proceda dal Padre  e dal Figlio, ma gli Ortodossi non accettano questa duplice possibilità e criticano la credenza cattolica dicendo che, ammettendo un solo Padre, come può, anche il Figlio mandare lo Spirito Santo? Se così fosse, vi sarebbero due Principi Primi, cosa inammissibile perché per essi solo il Padre è la fonte della vita Trinitaria.
I Cattolici non attribuiscono a ciò una grande importanza, ma per gli Ortodossi questa questione è essenziale.
Immacolata Concezione
Per gli Ortodossi Maria non è nata e tanto meno concepita, senza peccato originale, ma la macchia del peccato di origine Le è stato tolto nel momento del Suo Sì all’Angelo.  Del resto l’Ortodossia dice che la Chiesa ha accettato, non prima del IX secolo (800 circa), le considerazioni del monaco Pascasio che riteneva Maria concepita senza peccato originale. Dicono anche che S.Agostino, S.Bernardo, S.Alberto Magno e S.Tommaso non erano d’accordo. Chi diffuse la credenza nell’Immacolata fu Duns Scoto e la Scuola francescana. Secondo gli Ortodossi quando Pio IX proclamò il Dogma dell’Immacolata Concezione (1854), operò un ulteriore divario tra Cattolici e Ortodossi. Né vale, per loro, la considerazione, assolutamente inammissibile, che Maria mai avrebbe potuto soggiacere, neppure per un istante, sotto il dominio del diavolo. Lei è la Donna del Protovangelo, Lei la Donna dell’Apocalisse, Colei che schiaccerà la testa al serpente infernale. Lo attestano la Sacra Scrittura, la Tradizione, i Santi, le visioni, le apparizioni, addirittura gli esorcismi!
Sui Santi
Di tutti coloro che la Chiesa Cattolica ha proclamato Santi, gli Ortodossi riconoscono esclusivamente quelli antecedenti lo scisma del 1054. Tutti i Santi posteriori a questo evento, non vengono riconosciuti.
D’altronde gli Ortodossi non considerano molto i Santi e viene contemplata la possibilità di destituirli in caso emergano difficoltà, anche dopo molto tempo. Per la Chiesa Cattolica, invece, chi è proclamato Santo, lo è per sempre.
La Comunione
La Comunione è molto simile a quella Cattolica, ma per l’Ortodossia, essa non è valida se non viene recitata l’Epiclesi (invocazione allo Spirito Santo) dopo le parole della Consacrazione.
Agli Ortodossi è vietato accostarsi alla Comunione cattolica, mentre è permesso il contrario da parte cattolica; questa concessione è ritenuta molto severamente come “un cedimento a un relativismo ecclesiologico non diverso da quello della maggior parte delle Chiese Protestanti.”
Proibizione delle statue sacre
Le Chiese ortodosse possiedono molte icone sacre che durante le funzioni, propongono al bacio dei fedeli, ritenendo che queste abbiano un valore speciale, mentre considerano le sculture sacre, una mondanizzazione dello spirito sacro. Essi dicono che mentre l’icona riflette l’insegnamento ortodosso della Grazia Increata, la statua riflette la Grazia Creata. Gli Ortodossi vogliono essere più sobri e obiettivi dei Cattolici, cercando di evitare la sensualità delle sculture sacre, la sentimentalità e l’emotività, create dal coinvolgimento delle immagini.
La Confessione
I Sacerdoti Ortodossi, confessano i fedeli, ma non impartiscono l’assoluzione “in Persona Christi” limitandosi  a chiedere perdono per il fedele peccatore. Inoltre criticano la catalogazione cattolica dei peccati classificati come mortali o veniali.
Matrimonio
La dottrina ortodossa contempla il divorzio tra due coniugi (anche se neppure la morte di uno dei due può sciogliere il vincolo matrimoniale) quando intervengono condizioni di adulterio, male interpretando il brano di Mt 19,9 ove Gesù sembra lasciare una possibilità di ripudio in caso di concubinato (e non di adulterio).
Per questo sono previste seconde o anche terze nozze, ma in tono penitenziale, con preghiera di assoluzione. Però può ottenere lo scioglimento del matrimonio solo il coniuge innocente.
Venerazione di parti del corpo
Secondo gli  Ortodossi, non è lecito avere devozione per le parti del corpo come quella per il Sacro Cuore di Gesù (includendo, stranamente anche Gesù Bambino). In omaggio a tale credenza non vogliono il Presepio o la Via Crucis. Non amano neppure le meditazioni che accompagnano le decine del Rosario, né gli Esercizi spirituali.
Infallibilità papale
Gli Ortodossi non credono all’infallibilità papale anche se “ex chatedra”, non considerando il Papa Vicario di Cristo.  Le Chiese Ortodosse che riconoscono l’autorità di Roma si dicono Uniate, ma esse preferiscono chiamarsi Cattolici di rito orientale.
Purgatorio
Gli Ortodossi non credono nel Purgatorio anche se, contraddittoriamente, invitano a pregare per i defunti. Essi sostengono che la Chiesa Cattolica, con l’istituzione del Purgatorio, realizzi una punizione ecclesiastica che deve necessariamente corrispondere ad ogni peccato in questa vita o nell’altra, attribuendo anche varie indulgenze.  Non si tiene conto di ciò che ha detto Gesù in Lc 12,54: “ti assicuro che non ne uscirai finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo.”
Il dialogo, oggi tanto auspicato, ci stimola a conoscere le altre religioni; così facendo, non possiamo non gioire e ringraziare ogni giorno Nostro Signore che ci ha chiamati ad aderire a questa Santa, perfetta, unica Religione vera, avvolgendo la nostra povera esistenza della Sua grande luce di amore infinito.
(Carlo)

SPIRITUALITA'



Continua la pubblicazione del calendario legionario 2016; mese di ottobre

L’ETA’  DELLA  SINDONE
La Sindone subì ben tre incendi, durante i quali ebbe vari danni causati dal fuoco e dall’acqua usata per spegnerli; sono ben evidenti in essa le macchie speculari ai lati del corpo.  Nell’incendio del  1532, la cassa esterna di legno, contenente la Sindone, fu completamente arsa e l’enorme calore sviluppatosi fuse un angolo della cassa interna formata da argento antico, mescolato con mercurio, rame, piombo e arsenico e tale da resistere poco tempo ad un calore di 900 gradi Celsius.  Il telo dentro la cassa era ripiegato più volte, pertanto è stato possibile notare i gradi decrescenti delle bruciature, man mano che ci si avvicinava al fondo della piegatura. Osservando bene, si sono scoperti (ai lati del corpo), tre fori rotondi, disposti in verticale, più un foro laterale, rappresentanti una “L” maiuscola. Nel 1516, cioè 15 anni prima del rogo, un miniaturista di nome Albrecht Durer, riprodusse questa immagine, raffigurando scrupolosamente gli strani fori.  Nel 1993 Pray scoprì,  nella Biblioteca Nazionale di Budapest, un Codice in pergamena (a cui dette il suo nome), databile tra il 1150 e il 1195, dove appariva una miniatura nella quale erano ben visibili i fori a forma di “L”.  L’ignoto miniaturista ungherese, aveva assistito alla mostra del sacro lino, avvenuta nel  1150 a Costantinopoli e l’aveva riprodotta con estrema precisione, disegnando la serie di fori bruciacchiati, considerandoli un ricordo prezioso dello scampato pericolo. Pertanto, nel  1993 Jerome Lejeune dichiarò che la Sindone, allora conservata a Costantinopoli, è la stessa che oggi si trova a Torino, dimostrando che l’errata datazione al radiocarbonio, l’aveva localizzata tre secoli dopo.
RAGIONI A FAVORE DELL’AUTENTICITA’
Le impronte umane della Sindone sono veramente di un corpo umano. Esse non sono un dipinto; infatti, fino ad ora, nessuno è stato in grado di dimostrarlo. La Sindone è stata gelosamente custodita e protetta fin dal 1353. Si dovrebbe concludere che l’eventuale pittura risalga anteriormente a quell’anno. Ma l’immagine sindonica è un negativo fotografico perfetto e a quell’epoca non era né possibile né concepibile realizzarlo.
“Quel corpo è uscito dal lenzuolo senza strappo dei coaguli ematici, cioè senza movimento, senza spostarsi, come passando attraverso il lenzuolo. Infine le tracce scritte in greco, latino ed ebraico, impresse per sovrapposizione sul lenzuolo. Barbara Frale ha dedicato un libro al loro studio: “La Sindone di Gesù Nazareno”. Da quelle lettere emerge il nome di Gesù, la parola Nazareno, l’espressione latina “innecem” relativa ai condannati a morte e pure il mese in cui il corpo poteva essere restituito alla famiglia. La Frale, dopo accuratissimi esami, mostra che doveva trattarsi dei documenti burocratici dell’esecuzione e della sepoltura di Gesù di Nazareth. Un fatto storico. Un avvenimento accaduto che ha cambiato tutto.” (A.Socci)
(Carlo)

domenica 18 ottobre 2015

ATTUALITA'



L’ECUMENISMO  CON  GLI  EBREI
Nel  costringere la nostra Dottrina a piegarsi alle esigenze dell’ecumenismo per fini politici, si giunge a tanto:
Da: “Evangelii gaudium” Cap.247:
“Uno sguardo molto speciale  si rivolge al popolo ebreo la cui Alleanza con Dio non è mai stata revocata perché “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11,29).  La Chiesa…considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede, come una radice sacra della propria identità cristiana (Rm 11,26-18: “Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami. Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro (i cristiani e i pagani convertiti) sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell’olivo, non menar tanto vanto contro i rami!
Se ti vuoi tanto vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.”)
Continua il Papa: “la radice del Cristianesimo è l’Ebraismo e se noi cristiani rifiutiamo l’Ebraismo come parte viva della nostra fede, siamo come quei rami innestati che si vantano tanto di sé, ma che dovrebbero invece avere come unico vanto il fatto che è grazie alla radice (l’Ebraismo) che noi (il Cattolicesimo) esistiamo.
Da tutto ciò si deduce facilmente che l’Ebraismo non è una fede estranea al Cattolicesimo, ché anzi sono la stessa cosa magari e che comunque non  hanno bisogno di conversione  perché, in virtù di quell’Alleanza mai revocata da Dio, anch’essi sono chiamati alla salvezza  eterna. Che bisogno hanno infatti di convertirsi, se la loro Alleanza è ancora ritenuta valida da Dio?...Il giudeo dunque, morendo giudeo, anche conoscendo Cristo, non necessita del Battesimo e non necessita di riconoscere  Gesù Cristo come Messia, per salvarsi, il giudeo infatti non è idolatra (come si descrivono i pagani in 1 Ts 1,9), crede nello stesso Dio di Gesù Cristo, dunque non c’è motivo per lui di convertirsi al Cattolicesimo.”
RISPOSTA :
Gesù Cristo è la Salvezza. Sta scritto: “Gli disse Gesù: Io sono la Via,la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre, se non per mezzo di Me.” (Gv 14,6)

“Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i Profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più, finché non direte: Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! “ (Mt 23,37-38)

Nell’ultima Cena, Gesù dirà: “Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: questo Calice è
La Nuova  Alleanza nel Mio Sangue che viene versato per voi.” (Lc 22,20)

“Per questo Gesù è diventato garante di un’Alleanza migliore.” (Eb 7,22)

“Ora io mi domando: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta, la Salvezza è giunta ai pagani per suscitare la loro gelosia (degli ebrei). Se infatti  il loro rifiuto (quello degli ebrei) ha segnato la riconciliazione del mondo (attraverso il sacrificio di Cristo), quale potrà
mai essere la loro riammissione se non una risurrezione dai morti?.” (Rm 11,11-15)

“Quando qualcuno ha violato la Legge di Mosé, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto maggior castigo, allora, pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel Sangue dell’Alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della Grazia?” (Eb 10,28-29)
(Carlo)