martedì 24 maggio 2016

SPIRITUALITA'




UN  CROCIFISSO  MOLTO  BRUTTO
In una cappella c’è un Crocifisso molto brutto, dono di un “artista” rivoluzionario e molto poco ortodosso.
Questo autore ha rappresentato in una scultura bronzea, tutta contorta, le dolci membra del Cristo sulla Croce, evidenziando l’asprezza di una sofferenza che vince e annienta, che allontana invece di attirare, perché manca in lui la speranza.
Sembra vedere lo sconforto dei discepoli di Emmaus, mentre tornano a casa, convinti di aver assistito al fallimento di Colui che aveva acceso i loro cuori alla speranza di una riscossione umana, così infelice e abbandonata a forze negative preponderanti. Penso che l’anonimo autore di questa scultura abbia immaginato che il Cristo sia stato vinto dal male e non abbia trionfato su di esso.
Non ha pensato che Gesù si è offerto volontariamente al Suo grande Sacrificio in onore della volontà del Padre, perché noi tutti fossimo redenti e potessimo riguadagnare il Paradiso perduto per  l’infedeltà di Adamo e potessimo sfuggire alla schiavitù di satana.
La grandezza del Cuore di Gesù, sta anche in questo: soffrire con una mansuetudine da agnello innocente che accetta, consenziente, di venire sacrificato.  In Lui non vi è alcun segno di ribellione e la Sua ineguagliabile Maestà è possibile scorgerla nel ritratto che appare sulla Sacra Sindone.  Questo ritratto funebre (è ormai certo trattarsi di Gesù), ispira una compostezza e una profondità, ben lungi da quella contorsione maligna che l’improvvido scultore vuole suggerire  al fedele che cerca nel Crocifisso l’essenza di una bellezza trascendente che ha vinto la morte!   Per il fedele che adora il Cristo Crocifisso, c’è una sola realtà, una sola gioia, una sola luce che illumina lo spirito e innalza verso Dio e il Suo Regno beato.
Gesù ha vinto il male in tutte le sue manifestazioni e le Sue atroci sofferenze non sono che un ricordo della battaglia che il Redentore ha intrapreso per noi.
Non è un caso che le rappresentazioni artistiche di tanti grandi Autori del passato, abbiano raffigurato il Crocifisso, avvolto in una serenità così grande, che neppure le crudeli ferite, inferte in quel Corpo adorabile e così drammaticamente evidenti, possano cancellare quella dolcezza infinita che attira il cuore di ogni uomo.  Nel volto sindonico, pur tumefatto dalle percosse ricevute, vi è una pace e una serenità che vincono ogni male; nel contemplarLo, il fedele viene innalzato nel Regno dell’Amore di Cristo, trovando in Esso, lo scopo della propria vita.                (Carlo)



giovedì 5 maggio 2016

SPIRITUALITA'



 IL  FALSO  DIRITTO  ALL’ ABORTO                2° parte

L’amore nel matrimonio
In effetti, la grazia del Sacramento del matrimonio è destinata prima di tutto a perfezionare l’amore dei coniugi.(89)
Il matrimonio è un segno prezioso, perché quando un uomo e una donna celebrano il Sacramento del matrimonio, Dio, per così dire, si rispecchia in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del Suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del matrimonio: Dio fa dei due sposi, una sola esistenza. Questo comporta conseguenze molto concrete e quotidiane, perché gli sposi, in forza del Sacramento, vengono investiti di una vera e propria missione, perché possano rendere visibile, a partire dalle cose semplici, ordinarie, l’amore con cui Cristo ama la Sua Chiesa, continuando a donare la vita per Lei. (121) …Siamo sinceri e riconosciamo i segni della realtà: chi è innamorato, non progetta che tale relazione possa essere solo per un periodo di tempo; chi vive intensamente la gioia di sposarsi, non pensa a qualcosa di passeggero….I figli non solo desiderano che i loro genitori si amino, ma anche che siano fedeli e rimangano sempre uniti. (123)
Un amore debole o malato, incapace di accettare il matrimonio come una sfida che richiede di lottare, di rinascere, di reinventarsi  e ricominciare sempre di nuovo fino alla morte, non è in grado di sostenere un livello alto di impegno. Cede alla cultura del provvisorio che impedisce un processo costante di crescita
Perché tale amore possa attraversare tutte le prove e mantenersi fedele nonostante tutto, si richiede il dono della Grazia che lo fortifichi e lo elevi.(124)
Per altro verso, la gioia si rinnova nel dolore. Come diceva S.Agostino:”Quanto maggiore è stato il pericolo nella battaglia, tanto più intensa è la gioia nel trionfo.”
Dopo aver sofferto e combattuto uniti, i coniugi possono sperimentare che ne è valsa la pena, perché hanno ottenuto qualcosa di buono, hanno imparato qualcosa insieme, o perché possono maggiormente apprezzare quello che hanno. Poche gioie umane sono tanto profonde e festose, come quando due persone che si amano, hanno conquistato insieme qualcosa che è loro costato un grande sforzo condiviso.(130) Sposarsi, è un modo di esprimere che realmente si è abbandonato il nido materno, per tessere altri legami forti e assumere una nuova responsabilità di fronte a un’altra persona. (131)  Impegnarsi con un altro, in modo esclusivo e definitivo, comporta sempre una quota di rischio e di scommessa audace. Il rifiuto di assumere tale impegno è egoistico, interessato, meschino, non riesce a riconoscere i diritti dell’altro e non arriva mai a presentarlo alla società come degno di essere amato incondizionatamente…Quel “si” significa dire all’altro che potrà sempre fidarsi, che non sarà abbandonato  se perderà attrattiva, se avrà difficoltà, o se si offriranno nuove possibilità di piacere, o di interessi egoistici.(132) Infatti ci sono persone sposate che mantengono la loro fedeltà quando il coniuge è diventato  sgradevole fisicamente o quando non soddisfa le loro necessità, nonostante che molte occasioni li invitino all’infedeltà o all’abbandono. Una donna può curare suo marito malato e lì, accanto alla croce, torna a ripetere il “si” del suo amore fino alla morte. In tale amore si manifesta in modo splendido la dignità di chi ama, dignità come riflesso della carità, dal momento che è proprio della carità amare, più che essere amati. (162)
Quando gli altri non possono più riconoscere la bellezza di tale identità, il coniuge innamorato, continua ad essere capace di percepirla con l’istinto dell’amore e l’affetto non scompare. Riafferma la sua decisione di appartenere ad essa, la sceglie nuovamente ed esprime tale scelta attraverso una vicinanza fedele e colma di tenerezza. La nobiltà della sua decisione per essa, essendo intensa e profonda, risveglia una nuova forma  di emozione, nel compimento della missione coniugale.(164)

Il dono della vita
L’amore dà sempre vita. Per questo l’amore coniugale non si esaurisce all’interno della coppia. I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale e sintesi viva ed indissociabile del loro essere padre e madre. (165)
I figli sono amati prima che arrivino. Questo riflette il primato dell’amore di Dio che prende sempre l’iniziativa, perché i figli sono amati prima di aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo.
Tuttavia, tanti bambini, fin dall’inizio, sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro.  Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti? Il dono di un nuovo figlio che il Signore affida a papà e mamma, ha inizio con l’accoglienza, prosegue con la custodia lungo la vita terrena e ha come destino finale, la gioia della vita eterna.(166) Ogni bambino che si forma all’interno di sua madre, è un progetto eterno di Dio Padre e del Suo amore eterno: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato.” (Ger 1,5) Ogni bambino sta da sempre nel cuore di Dio e, nel momento in cui viene concepito, si compie il sogno eterno del Creatore. Pensiamo quanto vale l’embrione dall’istante in cui è concepito! Bisogna guardarlo con lo stesso sguardo d’amore del Padre che vede oltre ogni apparenza. (168)  L’amore dei genitori è strumento dell’amore di Dio Padre che attende con tenerezza, la nascita di ogni bambino, lo accetta senza condizioni e lo accoglie gratuitamente.(170))
Ogni bambino ha il diritto di ricevere l’amore di una madre e di un padre, entrambi necessari per la sua maturazione integra e armoniosa. ..Entrambi contribuiscono, ciascuno in una maniera diversa, alla crescita di un bambino. Non si tratta solo dell’amore del padre e della madre, ma anche dell’amore tra di loro, percepito come fonte della propria esistenza…Entrambi, uomo e donna, padre e madre, sono cooperatori dell’amore di  Dio Creatore e quasi Suoi interpreti. Mostrano ai loro figli il volto materno e il volto paterno del Signore.” (172)
(da: “Amoris laetitia” di Papa Francesco)        (Carlo)

SPIRITUALITA'



IL  FALSO  DIRITTO  ALL’  ABORTO
“La capacità di generare della coppia umana, è la via attraverso la quale si sviluppa la storia della Salvezza.
In questa luce, la relazione feconda della coppia, diventa un’immagine per scoprire e descrivere il mistero di Dio, fondamentale nella visione cristiana della Trinità che contempla in Dio il Padre, il Figlio e lo Spirito d’amore. Il Dio Trinità è comunione d’amore e la famiglia è il Suo riflesso vivente.(11)…O anche, come esclamerà la sposa del Cantico dei Cantici in una stupenda professione d’amore e di donazione, nella reciprocità:”Il mio amato è mio e io sono sua…Io sono del mio amato e il mio amato è mio.” (2,16; 6,3) (12)
Da questo incontro che guarisce la solitudine, sorgono la generazione e la famiglia…”Si unirà a sua moglie e i due saranno un’unica carne.” (Mt 19,5; Gen 2,24) …Si evoca così l’unione matrimoniale non solamente nella sua dimensione sessuale e corporea, ma anche nella sua donazione volontaria d’amore. Il frutto di questa unione è “diventare un’unica carne” sia nell’abbraccio fisico, sia nell’unione dei due cuori e della vita e, forse, nel figlio che nascerà dai due, il quale porterà in sé unendole, sia geneticamente sia spiritualmente, le due “carni”. (13)…Lo spazio vitale di una famiglia si trasforma in chiesa domestica, in sede dell’Eucarestia,  con la presenza di Cristo seduto alla stessa mensa. Indimenticabile è la scena dipinta nell’Apocalisse: “Sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la Mia voce e mi apre la porta, Io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con Me.” (Ap 3,20)
Così si delinea una casa che porta al proprio interno la presenza di Dio, la preghiera comune e perciò  la benedizione del Signore. ..”Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.”(Sal 128,4) (15)
…D’altra parte,nell’attenzione che Gesù riserva ai bambini- considerati nella società del vicino Oriente antico come soggetti privi di diritti particolari e come parte della proprietà familiare- Gesù arriva al punto di presentarli agli adulti, quasi come maestri:”In verità Io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel Regno dei Cieli.”(Mt 18,3-4) (18)
Dal Salmo 128:”Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene.”(Sal 128,2)  Che il lavoro sia una parte fondamentale della dignità della vita umana, lo si deduce dalle prime pagine della Bibbia quando si dice che “il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.” (Gen 2,15) (23)
Con questo sguardo fatto di fede…contempliamo la famiglia che la Parola di Dio affida nelle mani dell’uomo, della donna e dei figli, perché formino una comunione di persone che sia immagine dell’unione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. (29)
(Oggi però) non si avverte più con chiarezza che solo l’unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena, essendo un impegno stabile e rendendo possibile la fecondità.(52)
La forza della famiglia risiede essenzialmente nella sua capacità di amare e di insegnare ad amare.(53)

La vocazione della famiglia
La famiglia e il matrimonio sono stati redenti da Cristo (Ef 5,21-32) restaurati a immagine della Santissima Trinità, mistero da cui scaturisce ogni vero amore…Da Cristo, attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia necessaria per testimoniare l’amore di Dio e vivere la vita di comunione…fino al compimento del mistero dell’Alleanza in Cristo alla fine dei secoli, con le nozze dell’Agnello.(Ap 19,9)  (63)
L’alleanza di amore e fedeltà, di cui vive la Santa Famiglia di Nazareth, illumina il principio che dà forma ad ogni famiglia e la rende capace di affrontare meglio le vicissitudini della vita e della storia. Su questo fondamento, ogni famiglia, pur nella sua debolezza, può diventare una luce nel buio del mondo. (66)
La famiglia è immagine di Dio che è comunione di persone. ..Gesù ha anche elevato il matrimonio a segno sacramentale del Suo amore per la Chiesa. Nella famiglia umana radunata da Cristo è restituita  “l’immagine e somiglianza” della Santissima Trinità (Gn 1,26), mistero da cui scaturisce ogni vero amore.  Da  Cristo, attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia dello Spirito Santo per testimoniare il Vangelo dell’amore di Dio. (71) Il sacramento del matrimonio è un dono per la santificazione e la salvezza degli sposi, perché la loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa.
Il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Pertanto la decisione di sposarsi e di formare una famiglia, dev’essere frutto di un discernimento vocazionale.(72)
Il dono reciproco, costitutivo del matrimonio sacramentale, è radicato nella grazia del Battesimo che stabilisce l’alleanza fondamentale di ogni persona con Cristo, nella Chiesa. Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo, i nubendi si promettono dono totale, fedeltà e apertura alla vita; essi riconoscono come elementi costitutivi del matrimonio, i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il loro vicendevole impegno in Suo Nome e di fronte alla Chiesa…In realtà Cristo stesso viene incontro ai coniugi cristiani, attraverso il Sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirLo, prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi  degli altri. Unendosi in una sola carne, rappresentano lo sposalizio del Figlio di Dio con la natura umana. Per questo, nelle gioie del loro amore e della loro vita familiare, Egli concede loro, fin da quaggiù, una pregustazione del banchetto delle nozze dell’Agnello. (73)
(Gli sposi)non saranno mai soli con le loro forze ad affrontare le sfide che si presentano. Essi sono chiamati a rispondere al dono di Dio con il loro impegno, la loro creatività, la loro resistenza e lotta quotidiana, ma potranno sempre invocare lo Spirito Santo che ha consacrato la loro unione, perché la grazia ricevuta, si manifesti nuovamente in ogni nuova situazione. L’unione sessuale, santificata dal Sacramento, è a sua volta per gli sposi, via di crescita nella vita della grazia. (74) …Il loro consenso e l’unione dei corpi, sono gli strumenti dell’azione divina che li rende una sola carne. (75)

I figli
Fin dall’inizio, l’amore rifiuta ogni impulso di chiudersi in se stesso e si apre a una fecondità che lo prolunga oltre la sua propria esistenza. (80)  Il figlio…non è qualcosa di dovuto, ma un dono che è il frutto dello specifico atto dell’amore coniugale dei suoi genitori. Perché, secondo l’ordine della creazione, l’amore coniugale tra un uomo e una donna e la trasmissione della vita, sono ordinati l’uno all’altra (Gn 1,27-28).
In questo modo il Creatore ha reso partecipi l’uomo e la donna, dell’opera della Sua creazione e li ha contemporaneamente  resi  strumenti del Suo amore, affidando alla loro responsabilità il futuro dell’umanità attraverso la trasmissione della vita umana. (81)  E’ così grande il valore di una vita umana…che in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo, la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita …che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano.
La famiglia protegge la vita in ogni sua fase e anche al suo tramonto. Perciò..l’obbligo morale dell’obiezione di coscienza. (83)
..Coloro che hanno ricevuto il sacramento del matrimonio, diventano veri ministri educativi perché, nel formare i loro figli edificano la Chiesa e nel farlo, accettano una vocazione che Dio propone loro.(85) Infatti la Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è un bene per la Chiesa. (87)
(Da: “Amoris laetitia” di Papa Francesco)       1° parte      (Carlo)