sabato 17 settembre 2016

SPIRITUALITA'



Potenza della Croce di Cristo

Leggo in un libro scritto dal Cardinale Angelo Comastri, che l’aiuto misterioso ma reale di Cristo Crocifisso, rende il dolore, non solo sopportabile, ma carico di gioia se si porta con Lui la propria croce.
Benedetta Bianchi Porro, ammalata gravemente, è già sorda, cieca, ma si sforza di parlare. Ha saputo di un giovane coetaneo, di nome Natalino che è handicappato, disprezza se stesso e vorrebbe togliersi la vita. Benedetta, informata dalla mamma, riguardo alla disperazione di Natalino, decide di scrivergli e gli invia una lettera di altissima spiritualità: “Caro Natalino, in Epoca (una rivista) è stata riportata una tua lettera. Attraverso le mani, la mamma me l’ha letta. Sono sorda e cieca, perciò le cose, per me, diventano abbastanza difficoltose.
Anch’io, come te ho ventisei anni e sono inferma da tempo. Un morbo mi ha atrofizzata quando stavo per coronare i miei lunghi anni di studio; ero laureanda in medicina a Milano. Accusavo da tempo una sordità che i medici stessi non credevano, all’inizio. Ed io andavo avanti così, non creduta e tuffata nei miei studi che amavo disperatamente. Avevo diciassette anni, quando ero già iscritta all’Università.
Poi il male mi ha completamente arrestata, quando avevo quasi terminato lo studio: ero all’ultimo esame. E la mia quasi laurea mi è servita solo per diagnosticare me stessa, perché ancora (fino allora) nessuno aveva capito di che si trattasse.
Fino a tre mesi fa, godevo ancora della vista; ora è notte. Però, nel mio calvario non sono disperata. Io so che in fondo alla via, Gesù mi aspetta. Prima nella poltrona, ora nel letto, che è la mia dimora, ho trovato una sapienza più grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà, gioia, certezza fino alla consumazione dei secoli.
Fra poco io non sarò più che un nome; ma il mio spirito vivrà, qui fra i miei, fra chi soffre e non avrò neppure io sofferto invano.
E  tu, Natalino, non sentirti solo. Mai. Procedi serenamente lungo il cammino del tempo e riceverai luce, verità: la strada sulla quale esiste veramente la giustizia, che non è quella degli uomini, ma la giustizia che Dio solo può dare.
Le mie giornate non sono facili; sono dure ma dolci, perché Gesù è con me, col mio patire e mi dà soavità nella solitudine e luce nel buio. Lui mi sorride e accetta la mia cooperazione con Lui.
Ciao Natalino, la vita è breve, passa velocemente. Tutto è una brevissima passerella, pericolosa per chi vuole sfrenatamente godere, ma sicura per chi coopera con Lui per giungere in Patria.
Ti abbraccio. Tua sorella in Cristo, Benedetta.”
Natalino rispose a Benedetta e nacque un’amicizia.  Le scrisse: “Cara Benedetta, sono dieci anni che non mi muovo più dal letto, però sono molto su di morale, ti giuro, anche quando sto male. Non dobbiamo rammaricarci se vediamo le rose con le spine, ma dobbiamo consolarci nel vedere che le spine hanno le rose.”
(Carlo)