Potenza della Croce di Cristo
Leggo in un libro scritto dal Cardinale Angelo Comastri, che l’aiuto
misterioso ma reale di Cristo Crocifisso, rende il dolore, non solo
sopportabile, ma carico di gioia se si porta con Lui la propria croce.
Benedetta Bianchi
Porro, ammalata gravemente, è già sorda, cieca, ma si sforza di parlare. Ha
saputo di un giovane coetaneo, di nome Natalino che è handicappato, disprezza
se stesso e vorrebbe togliersi la vita. Benedetta, informata dalla mamma,
riguardo alla disperazione di Natalino, decide di scrivergli e gli invia una
lettera di altissima spiritualità: “Caro Natalino, in Epoca (una rivista) è
stata riportata una tua lettera. Attraverso le mani, la mamma me l’ha letta.
Sono sorda e cieca, perciò le cose, per me, diventano abbastanza difficoltose.
Anch’io,
come te ho ventisei anni e sono inferma da tempo. Un morbo mi ha atrofizzata
quando stavo per coronare i miei lunghi anni di studio; ero laureanda in
medicina a Milano. Accusavo da tempo una sordità che i medici stessi non
credevano, all’inizio. Ed io andavo avanti così, non creduta e tuffata nei miei
studi che amavo disperatamente. Avevo diciassette anni, quando ero già iscritta
all’Università.
Poi il male
mi ha completamente arrestata, quando avevo quasi terminato lo studio: ero
all’ultimo esame. E la mia quasi laurea mi è servita solo per diagnosticare me
stessa, perché ancora (fino allora) nessuno aveva capito di che si trattasse.
Fino a tre
mesi fa, godevo ancora della vista; ora è notte. Però, nel mio calvario non
sono disperata. Io so che in fondo alla via, Gesù mi aspetta. Prima nella
poltrona, ora nel letto, che è la mia dimora, ho trovato una sapienza più
grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà,
gioia, certezza fino alla consumazione dei secoli.
Fra poco io
non sarò più che un nome; ma il mio spirito vivrà, qui fra i miei, fra chi
soffre e non avrò neppure io sofferto invano.
E tu, Natalino, non sentirti solo. Mai. Procedi
serenamente lungo il cammino del tempo e riceverai luce, verità: la strada
sulla quale esiste veramente la giustizia, che non è quella degli uomini, ma la
giustizia che Dio solo può dare.
Le mie
giornate non sono facili; sono dure ma dolci, perché Gesù è con me, col mio
patire e mi dà soavità nella solitudine e luce nel buio. Lui mi sorride e
accetta la mia cooperazione con Lui.
Ciao
Natalino, la vita è breve, passa velocemente. Tutto è una brevissima
passerella, pericolosa per chi vuole sfrenatamente godere, ma sicura per chi
coopera con Lui per giungere in Patria.
Ti
abbraccio. Tua sorella in Cristo, Benedetta.”
Natalino
rispose a Benedetta e nacque un’amicizia. Le scrisse: “Cara Benedetta, sono dieci anni
che non mi muovo più dal letto, però sono molto su di morale, ti giuro, anche
quando sto male. Non dobbiamo rammaricarci se vediamo le rose con le spine, ma
dobbiamo consolarci nel vedere che le spine hanno le rose.”
(Carlo)