sabato 9 dicembre 2017
ATTUALITA'
GLI EFFETTI DELL ‘ ECUMENISMO
A novembre 2017 è apparso nella filatelia vaticana, un francobollo emesso per celebrare i 500 anni dalla Riforma di Lutero. Il commento ufficiale è stato il seguente: “Il francobollo ritrae in primo piano Gesù Crocifisso, sullo sfondo dorato e atemporale della città di Wittenberg, in atteggiamento di penitenza, inginocchiati, rispettivamente a sinistra e destra della Croce, Martin Lutero che sostiene la Bibbia, fonte e meta della sua dottrina, mentre Filippo Melantone, teologo e amico di Martin Lutero, uno dei maggiori protagonisti della Riforma, tiene in mano la Confessione di Augusta (Confessio Augustana), la prima esposizione ufficiale dei princìpi del Protestantesimo da lui redatta.”
Già il 31-10-2016 a Lund in Svezia Papa Francesco e il Vescovo Munib Yunan, presidente della Federazione Luterana, hanno firmato una Dichiarazione Congiunta, nella quale viene valorizzata la Riforma del 1517.
Ecco i brani più indicativi : “Con cuore riconoscente
Con questa Dichiarazione Congiunta, esprimiamo gioiosa gratitudine a Dio per questo momento di preghiera comune nella Cattedrale di Lund, con cui iniziamo l’anno commemorativo del cinquecentesimo anniversario della Riforma. Cinquant’anni di costante e fruttuoso dialogo ecumenico tra cattolici e luterani ci hanno aiutato a superare molte differenze e hanno approfondito la comprensione e la fiducia tra di noi. Al tempo stesso, ci siamo riavvicinati gli uni agli altri tramite il comune servizio al prossimo, spesso in situazioni di sofferenza e di persecuzione. Attraverso il dialogo e la testimonianza condivisa non siamo più estranei. Anzi, abbiamo imparato che ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide.
Mentre siamo profondamente grati per i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma, confessiamo e deploriamo davanti a Cristo il fatto che luterani e cattolici hanno ferito l’unità visibile della Chiesa. Differenze teologiche sono state accompagnate da pregiudizi e conflitti e la religione è stata strumentalizzata per fini politici.
Molti membri delle nostre comunità aspirano a ricevere l’Eucaristia ad un’unica mensa, come concreta espressione della piena unità. Facciamo esperienza del dolore di quanti condividono tutta la loro vita, ma non possono condividere la presenza redentrice di Dio alla mensa eucaristica. Riconosciamo la nostra comune responsabilità pastorale di rispondere alla sete e alla fame spirituali del nostro popolo di essere uno in Cristo. Desideriamo ardentemente che questa ferita nel Corpo di Cristo sia sanata. Questo è l’obiettivo dei nostri sforzi ecumenici, che vogliamo far progredire, anche rinnovando il nostro impegno per il dialogo teologico.
Preghiamo Dio che cattolici e luterani sappiano testimoniare insieme il Vangelo di Gesù Cristo, invitando l’umanità ad ascoltare e accogliere la buona notizia dell’azione redentrice di Dio.
Nel rinnovare il nostro impegno a progredire dal conflitto alla comunione, lo facciamo come membri dell’unico Corpo di Cristo, al quale siamo incorporati per il Battesimo.”
Giorgio Tourn e Paolo Ricca, due insigni teologi della Chiesa Valdese, ambedue discepoli di Karl Barth, sono molto critici sulla Chiesa proposta da Bergoglio.
Dice Ricca (in un recente dibattito su “Riforma”): “La malattia è che siamo tutti rivolti al sociale, cosa sacrosanta, ma nel sociale esauriamo il discorso cristiano e, fuori da lì, siamo muti.”
E Tourn: “La politica di Papa Bergoglio, è un fare la carità, ma è chiaro che la sola testimonianza dell’amore fraterno, non porta automaticamente a conoscere Cristo.
Non c’è oggi un silenzio di Dio, ma il silenzio nostro su Dio.”
Queste le premesse che hanno acconsentito a stampare un francobollo nella tipografia vaticana, francobollo che non esito a definire blasfemo, poiché ritrae due nemici della Chiesa ai piedi della Croce, i quali sostituiscono Maria Santissima, Avvocata, Regina, Madre e Corredentrice insieme a S.Giovanni Evangelista!
Le 95 tesi redatte da Lutero non combattevano solo il presunto commercio delle indulgenze, ma contestavano buona parte della Dottrina Cattolica a cominciare dalla S.Messa (odiata da Lutero) ignoravano l’Immacolata Concezione, l’Inferno, il Purgatorio, la preghiera di suffragio, il culto dei Santi etc., quindi non vedo come sanare tali enormi lacune.
Con quale spirito affermare che si vuole cercare l’unione, festeggiando i 500 anni della Riforma che in realtà è stata una rivoluzione vera e propria e una negazione dei principi inderogabili della Religione Cattolica? Con quale spirito pretendere di fondere le due Dottrine unificando il Rito della S.Messa (“la Presenza Redentrice di Dio alla mensa eucaristica”) ? Come è possibile cancellare la figura di Maria che ha reso possibile la Redenzione, che ha condiviso con Gesù tutta la terribile Passione, che a causa della Sua Maternità del Verbo di Dio, donando a Gesù, la propria carne e il proprio sangue, ha meritato di divenire canale della Grazia e Dispensatrice ineffabile dei meriti della Redenzione ? Come è possibile ignorare fino a questo punto la volontà di Cristo il quale l’ha resa Madre del Suo Corpo Mistico che è la Chiesa e l’ha preposta Madre dell’umanità redenta?
La mia preghiera e quella di tutti i credenti veri è volta a fermare questa tremenda deriva, foriera di grandi sciagure. E’ chiaro ormai che questo assurdo ecumenismo non ha altro scopo che l’impoverimento della nostra Santa Chiesa, lungi da un preteso arricchimento che non potrà mai verificarsi poiché noi Cattolici possediamo la Verità tutta intera, Verità che è Gesù Cristo.
(Carlo)
martedì 7 novembre 2017
SPIRITUALITA'
LO SPIRITO
SANTO
La Promessa
vincolante che ogni vero Legionario di Maria pronuncia quando entra a tutti gli
effetti nelle fila della Legione di Maria, è rivolta, contrariamente a quanto
si possa pensare, allo Spirito Santo.
Scrive il
Cardinale Suenens a questo proposito: “La Promessa si apre con l’invocazione
diretta allo Spirito di Dio; con Lui si stringe il patto. Egli è al principio e
alla fine; è l’Amore dal quale è uscito il mondo e l’Amore che un giorno sarà
tutto in tutti. A Lui pertanto si
rivolge l’anima del Legionario in quest’atto che decide della sua esistenza.
Il Legionario sa che la sua offerta è solo una risposta, il suo amore, una
riconoscenza, un’adesione ad un altro Amore. Sa di donarsi a chi si è donato
per primo;
Dio è stato il primo ad amarci e questo fatto
esige il dono completo dell’anima nostra. In questa alleanza l’iniziativa non è
nostra; non è la terra che sale verso il cielo, ma il cielo che discende verso
la terra, gratuitamente, liberamente…follemente si dovrebbe dire, considerando
l’umana ingratitudine. Poiché Dio non aveva nulla da guadagnare in ricambio.
Egli non poteva né aggiungersi qualcosa, né arricchirsi, sotto pena di perdere
la Sua pienezza interiore; Egli era ed è per sempre, l’Amore che basta a Sé
stesso e che pertanto si dà e si comunica per un incomprensibile slancio di
generosità e di munificenza purissime.
Il
meraviglioso, infatti, non è che Dio esista, ma che esistiamo noi; noi che
nulla possiamo dare a Dio, nulla aggiungere alla Sua Gloria, nulla renderGli
che possa intensificare la Sua beatitudine e la Sua gioia personale. Dio non
condivide con nessuno la gloria di amarci gratuitamente e con una magnanimità
senza pari…Il Suo amore non dipende dalla nostra bontà; esso crea in noi ciò
che vi è di amabile…
Si è potuto
definire il Cristianesimo come lo scambio di due amori in Gesù Cristo: l’Amore
che scende dal Cielo per stabilire la santa alleanza si chiama lo
Spirito Santo, l’amore che dalla terra s’innalza al suo incontro, si chiama
Maria…
Sappiamo che
le opere da Dio compiute fuori di Sé stesso, sono comuni alle tre Persona Divine
e che l’Amore di Dio che ci avvolge e ci invade, è un triplice e unico dono,
una triplice ed unica tenerezza.
Ma se la missione
specifica dello Spirito Santo, comprende quella delle altre Persone Divine, non
vuol dire che Egli si eclissi nell’anonimato trinitario. Le opere di Dio “ad
extra” (fuori di Sé stesso) sono sì comuni alle tre Persone, ciascuna però vi
compie un ufficio eminentemente personale e del tutto insostituibile.
Sappiamo
pure che lo Spirito Santo, non ci santifica da solo e meno ancora lo fa
separatamente, con l’esclusione delle altre Persone. Ci santifica Dio Padre, ci
santifica Dio Figlio: il Padre ci santifica come Padre, come Colui che col
Figlio e per mezzo del Figlio, ci manda lo Spirito Santo. Pertanto, Questi è il
loro dono supremo, alla stessa maniera che è il sigillo del loro reciproco
Amore. Ricevendo lo Spirito, io entro nell’intimità della famiglia di Dio…
Suoi doni
Al mattino
della Pentecoste, quando Egli discese sopra gli Apostoli riuniti nel Cenacolo,
si può dire che il mondo cominciò un’èra
nuova; l’éra dello Spirito Santo, la pienezza dei tempi.
Infatti, a
rigor di termini, per merito Suo, noi siamo entrati in quest’ultima fase della
storia. Il comando supremo ormai, possiamo dire, che è nelle mani dello Spirito
Santo. Lui si impadronirà dei pescatori di Galilea e li trasformerà in
Apostoli, discenderà sui primi fedeli e li inonderà di carismi, investirà i
martiri della Sua forza irresistibile, a cominciare da S.Stefano “pieno di fede
e di Spirito Santo” (Att 6,5).
Gli Atti
degli Apostoli che aprono la storia della Chiesa, sostanzialmente, non sono
altro che il Vangelo dello Spirito Santo…E’ Lui che suggerisce le parole da
dire davanti al Sinedrio, davanti ai proconsoli o ai governatori di Roma, come
pure nella predicazione di tutti i giorni. “La mia parola e la mia predicazione—dirà
S.Paolo--, non consistè in persuasivi argomenti della sapienza umana, ma nella
manifestazione dello Spirito e della Sua potenza, affinché la vostra fede non
fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla forza di Dio.” (1 Cor
2,4-5)…
Concludendo,
non possiamo fare a meno di citare la commovente confidenza fatta dal
Cardinale Mercier, alla fine della sua
vita: “Vi voglio rivelare—scriveva—un segreto di santità e di felicità: se ogni
giorno, per cinque minuti, sapete far tacere la vostra immaginazione, chiudere
gli occhi alle cose sensibili e le orecchie a tutti i rumori della terra, per
rientrare in voi stessi, e là, nel santuario della vostra anima battezzata, che
è il tempio dello Spirito Santo, parlate a questo divino Spirito così:
O Spirito
Santo, anima dell’anima mia, io Ti adoro. Fammi luce, guidami, fortificami, consolami.
Dimmi ciò che devo fare, fammi conoscere i Tuoi ordini. Ti prometto di sottomettermi
a quanto desideri da me e di accettare tutto quanto permetti che mi avvenga. A
me basta di conoscere la Tua volontà.
Se farete
così, la vostra vita scorrerà felice, serena e consolata, anche in mezzo alle
pene; perché la Grazia sarà proporzionata alla prova e vi darà la forza di
sopportarla e, arriverete alle porte del Paradiso ricchi di meriti. La
sottomissione allo Spirito Santo, è il segreto della santità.”…
Allo Spirito
Santo offriamo il nostro vuoto, ben sapendo che ogni presunzione Lo urta e che
Dio non crea se non dal nulla…Non si può equivocare: tocca a Lui di riempire le
mani vuote, a noi di trasmettere ciò che Egli vi avrà deposto. A Lui di
inondare l’anima nostra coi Suoi doni e carismi, a noi di comunicare ogni
grazia ricevuta, ogni luce ed ogni entusiasmo. A Lui di saziarci, a noi di
farne parte ai fratelli. A Lui di invaderci come il torrente che si scava
il letto nella roccia e poi trabocca nelle pianure circostanti; a noi di
offrirGli un’anima aperta, spoglia di ogni veduta umana, espropriata di sé stessa…
Se il
Signore ci fa l’onore d’aver bisogno di noi, Lui solo conosce il termine, la
strada e i sentieri che vi conducono. Chi vuol essere apostolo, deve sapere che
da solo, non può far nulla di apprezzabile, né avventurarsi in un paese del
quale ignora la topografia. Bisognerà tener presenti queste cose quando saremo
a contatto con le anime. Soprattutto nell’ora dello smacco, quando la nostra
fede sarà messa alla prova e saremo tentati di lamentarci con Dio dei nostri
insuccessi. Cammineremo nella notte.
Capiterà che
faremo di tutto per salvare un’anima ed essa, sul piano visibile, rimarrà
ermeticamente chiusa alla Grazia; mentre un’altra anima, da noi non ricercata
affatto, s’imbatterà nella nostra strada e ritroverà, senza colpo ferire, il
cammino del ritorno.
Per
convincere, tireremo fuori certi argomenti di gran peso e che non desteranno la
minima eco; ma forse, una semplice parola, buttata là di passaggio e della
quale neanche ci ricordiamo, resterà scolpita nel cuore d’uno sconosciuto e lo
condurrà a Dio. L’esperienza apostolica ci insegna che la Grazia di Dio, sfugge
al nostro sistema metrico e ai nostri calcoli di probabilità.
Ci
bisognerà adorare Dio nelle Sue tenebre ed amarLo nelle apparenti ripulse che
tanto ci addolorano…
Un giorno
comprenderemo il senso di questi meandri e il perché di questa lunga pazienza
che ci fu chiesta. Noi non vediamo che il rovescio delle umane esistenze;
quando vedremo il dritto che guarda il Cielo, come un tappeto che vien
rovesciato, allora capiremo che tutti questi fili non erano intrecciati a caso,
capiremo la trama di Dio… Quando io mi dichiaro peccatore, proprio allora Dio
mi chiama Suo amico; quand’io mi riconosco sevo inutile, allora Dio mi può
adoperare senza timore e con gioia, quale “strumento dei Suoi altissimi disegni”.”
(Da: “Teologia
dell’Apostolato” del Card. Suenens)
(Carlo) (continua)
domenica 29 ottobre 2017
SPIRITUALITA'
Da: “I lavoratori del
mare” di Victor Hugo
Anche se non del tutto consono al tono della sezione “Spiritualità”,
ho ritenuto che questa descrizione della tempesta marina dell’agnostico autore
Victor Hugo, implicitamente dichiari la potenza del Creatore e il Suo dominio
sugli elementi. Vengono in mente subito le parole degli Apostoli in Marco 4,35:
“Chi è Costui a cui il mare e i venti Gli obbediscono?”
I venti
del largo
“Da quale
parte vengono? Dall’incommensurabile. Alla loro ampiezza occorre il diametro
dell’abisso. Le loro ali smisurate abbisognano dell’indefinita lontananza delle
solitudini. L’Atlantico, il Pacifico, immense distese azzurre; questo è
necessario a loro. Le rendono cupe, volandovi sopra a stormi. Il comandante
Page una volta, in alto mare, ha visto contemporaneamente sette trombe marine.
Sono là, truci, premeditano i disastri e il loro lavoro è il gonfiamento
effimero ed eterno dei flutti. Si ignora ciò che possono, non si conosce ciò
che vogliono: sono le sfingi dell’abisso e Gama è il loro Edipo. Nell’oscurità
della distesa marina in continuo moto, appaiono in aspetto di nuvole. Chi
scorge i loro lividi lineamenti nell’immensità dell’orizzonte marino, si sente
in presenza di una forza irriducibile…I venti assalgono massacrando e si
difendono dileguandosi…E’ mezzogiorno, e d’improvviso fa notte: passa un
tornado. E’ mezzanotte e repentinamente fa giorno: si accende l’emanazione
polare. Si alternano turbini in controsenso, specie di orrida tregenda,
scalpitìo di flagelli sull’elemento. Una nuvola troppo pesante, si rompe nel
mezzo e cade a pezzi sul mare; altre nubi cariche di porpora, rischiarano e
brontolano, poi si abbuiano lugubremente. La nube vuotata dal fulmine,
annerisce: è come un tizzone spento.
Sacchi di
pioggia si squarciano, tramutandosi in nebbia. Lì una fornace nella quale
piove; più in là un onda dalla quale sprizzano fiamme. I biancori dell’oceano
sotto i nembi, illuminano lontananze sorprendenti…
La
trepidazione del mare annunzia una spaventosa aspettazione. Inquietudine;
angoscia; profondo terrore dei flutti. Poi, d’improvviso, l’uragano, come una
belva, viene a dissetarsi all’oceano. Succhio inaudito; l’acqua sale verso la
bocca invisibile, si forma una bolla, il tumore si gonfia: è la tromba marina…
La vasta agitazione delle solitudini oceaniche, ha una gamma temibile
<<crescendo>>; il turbine, la raffica, la burrasca, l’uragano, la
procella, la tempesta, la tromba marina; le sette corde della lira dei venti,
le sette note dell’abisso. Il cielo è larghezza, il mare rotondità. Un soffio
passa: non c’è più niente di tutto questo; tutto è furia e confusione…
E’ lora
delle tempeste. Il mare aspetta in silenzio.
Quando la
tempesta autunnale o invernale ritarda, è segno che accumula forze: tesaurizza
per la devastazione…Quando l’attesa è troppo lunga, il mare tradisce la sua
impazienza con una calma più spiccata; però la tensione magnetica si palesa con
quel fenomeno che si può definire “infiammazione dell’acqua”. Dai flutti escono
bagliori; aria elettrica ed acqua fosforica.
Intanto i
venti sopraggiungono di laggiù, dal largo, dalle inespugnabili latitudini, dal
livido orizzonte delle solitudini, dal fondo della libertà illimitata…
Ecco ciò che
si sente nell’oscurità, in lontananza, sopra l’attonito silenzio del mare…Il
vento è molteplice, ma l’aria è una. Da ciò deriva che ogni uragano è misto: lo
esige l’unità dell’aria. Tutto l’abisso partecipa ad una tempesta. Tutto
l’oceano è in una burrasca; vi entra in combattimento e vi partecipa la
totalità delle sue forze…
Il
combattimento
Quel muro
d’aria si ergeva tutto di un pezzo, in silenzio; nessuna ondulazione, nessuna
increspatura, nessuna asperità che si deformasse o si spostasse. Quell’ìmmobilità semovente era lugubre.
Il sole,
illividito dietro una indefinibile trasparenza malsana, rischiarava quei
lineamenti da apocalisse.
La nuvola
invadeva già quasi la metà dello spazio; si sarebbe detto l’orrido altipiano
dell’abisso. Era qualcosa come il sorgere di una montagna d’ombra fra la terra
e il cielo…
Sull’orizzonte
pesava e si distendeva una zona di nebbia color cenere e allo zenith, una zona
color piombo; dalle nuvole pendevano stracci lividi sulle nebbie sottostanti;
il fondo, muraglia di nubi, era scialbo, latteo, terreo, cupo, indescrivibile.
Una sottile fascia di nuvole biancastre, diagonale, sopraggiunta non si sa da
dove, fendeva obliqua, da settentrione a
mezzogiorno, l’alta e fosca muraglia. Una
delle estremità di questa fascia, rasentava il mare e nel punto in cui
toccava i flutti, si scorgeva, tra il cupo spessore, un incerto vapore
rossastro…Si era formato un soffitto nero e compatto che nel lontano orizzonte giungeva al mare e si
confondeva con esso nella notte. Si sentiva sopraggiungere qualcosa; qualcosa
di ampio, di greve, di fosco. Le tenebre si addensavano. Un tuono immenso
scoppiò all’improvviso…Il frastuono non fu accompagnato da alcun
lampeggiamento: fu come un tuono nero. Tornò il silenzio. Si ebbe una specie di
pausa, come quando si prende posizione. Poi apparvero successivi e lenti,
grandi lampi informi; lampi muti, senza alcun brontolìo. Allo scoccar del
lampo, tutto si illuminava. La muraglia di nuvole ora si trasformava in antro:
aveva volte ed archi; vi si distinguevano profili; mostruose teste si abbozzavano; sembrava che due colli si
allungassero; si intravvedevano elefanti carichi delle loro torrette, che
subito sparivano…
S’alzò il
vento. L’attesa dell’ombra era al colmo: il primo scoppio di tuono aveva scosso
il mare; il secondo squarciò la muraglia di nubi dall’alto al basso; si aprì
una fenditura e tutto precipitò da essa; il crepaccio diventò come una bocca
piena di pioggia e cominciò il vomito della tempesta. Il momento fu spaventoso.
Scrosci di
pioggia, uragano, folgorazioni, ondate fino alle nubi, schiuma, scoppi,
contorsioni frenetiche, urli rauchi e sibili: tutto contemporaneamente. Uno
scatenarsi di mostri. Il vento soffiava turbinoso, la pioggia non cadeva ma
precipitava… L’uragano aveva sferrato inabilmente l’attacco. Ma gli attacchi
del vento, hanno direttive curve e c’era da aspettarsi qualche improvviso
mutamento…
Il fragore
dell’uragano cresceva. Ogni tempesta è un succedersi di colpi: questa è la sua
forza ma anche la sua debolezza, perché tale implacabile rabbia, offre
incentivi all’intelligenza e l’uomo si difende. Ma sotto quale pressione!
Niente di più mostruoso. Nessun ritegno, nessuna pausa, nessuna tregua, nessuna
sosta per lasciar trarre il respiro; in questa prodigalità dell’inesauribile, è
una certa quale viltà; vi si sente l’afflato del polmone dell’infinito. Le
spirali indefinite e fuggenti del vento sibilavano, travolgendo i flutti; le
onde tramutate in giganteschi dischi sotto quei vortici, venivano lanciate
contro le rocce come da invisibili atleti.
Un’abbondantissima
schiuma ricopriva tutti gli scogli: torrenti in alto e bave in basso. Poi i
muggiti raddoppiavano. Nessun suono umano o bestiale ululato potrebbe dare un’idea
del frastuono che accompagnava il sommovimento dei flutti. Le nuvole
cannoneggiavano, la grandine mitragliava, le onde muovevano all’assalto. Certe
zone parevano immobili; su altre il vento percorreva venti tese al secondo.
Il mare, fin
dove poteva arrivare l’occhio, era bianco: dieci leghe d’acqua insaponata
riempivano l’orizzonte…Un acquazzone incommensurabile cadeva a dirotto. Si
sentivano in cielo, di tanto in tanto, scariche di moschetteria. Nel mezzo del
tetto d’ombra, v’era una specie di ampia gerla capovolta, dalla quale cadevano
confusamente, la tromba marina, la grandine, la nebbia, le folgori, la notte,
la luce, i frastuoni, i lampi: tanto sono formidabili questi rivolgimenti dell’abisso…Intorno
a lui (Gilliatt)il tumulto dei flutti sembrava quello d’una caldaia in ebollizione;
enorme il frastuono; pareva talvolta che
il fulmine rotolasse per le scale. Le saette cadevano senza tregua, sempre
sulle punte dei medesimi scogli, perché probabilmente venate di diorite.
Cadevano chicchi di grandine grossi come pugni; Gilliatt doveva scuoterli dalle
pieghe della sua casacca e perfino le sue tasche ne erano piene…
L’uragano
aveva raggiunto il parossismo. Fino a quel momento la tempesta era stata terribile;
da allora diventò orrenda. La convulsione del mare giunse al cielo. La
nuvolaglia, fino a quell’istante, era stata padrona assoluta; pareva agisse
dispoticamente: dava l’impulso, versava la follia sulle onde, mantenendo al
tempo stesso una certa qual sinistra lucidità. In basso regnava la follia, in
alto la collera. Il cielo è il soffio, l’oceano è la schiuma; da ciò deriva la
supremazia del vento. L’uragano è genio…Le nubi, terribili, modellavano nell’immensità,
maschere di gorgone. Tutto il possibile apparato d’intimidazione, si metteva in
mostra. La pioggia veniva dalle onde, la schiuma dalle nubi. Fantasmi di vento
si curvavano; volti di meteore s’imporporavano e si eclissavano e l’oscurità,
dopo il loro dileguarsi, appariva mostruosa…
Le violenze
supreme disorganizzano la tempesta ; tutti i marinai lo sanno: l’ultima prova è
aspra ma breve e l’infierire del fulmine è l’annunzio della fine. Ad un tratto
la pioggia smise. Poi restò soltanto un rabbioso tumultuar di nebbia. L’uragano
si fermò, come un’asse che cada a terra; per così dire, si ruppe. L’immenso
groviglio di nuvole si disfece e uno squarcio di cielo sereno aprì le tenebre…La
tempesta era durata circa venti ore. Il vento che l’aveva portata, la riportà
via. Un ammassarsi di oscurità diffusa, ingombrò l’orizzonte. Le nubi
scompigliate ed in rotta, si accumularono confusamente, tumultuando. Da un capo all’altro della linea delle nubi
si ebbe un movimento di ritirata. Si sentì un lungo brontolio decrescente;
caddero le ultime gocce di pioggia; e tutta quella oscurità carica di tuoni, si
allontanò come una ressa di carri terribili.
Improvvisamente
il cielo si fece azzurro.”
Anche se il
romantico autore, ritiene l’uomo, in ultima analisi, dominatore degli elementi
perché dotato di una volontà granitica, mentre la natura è caotica, anche lui
contempla l’abisso, non avendo la forza, anche se tentato, di spiegarne l’origine
ma “Vi dico, se questi taceranno, grideranno le pietre!” (Lc 19,29)
(Selezione
da: “I lavoratori del mare” di Victor Hugo)
(Carlo)
martedì 24 ottobre 2017
SPIRITUALITA'
DALLE MEMORIE
DI SUOR LUCIA
(DI FATIMA)
Il 10-12-1925 apparve a Lucia la Santissima Vergine e al Suo
fianco, sospeso in una nuvola luminosa, un Bambino. La Santissima Vergine,
mettendole la mano sulla spalla, le mostrò un cuore coronato di spine che
teneva nell’altra mano. Allo stesso tempo il Bambino disse: “Abbi compassione
del Cuore Immacolato della tua Santissima Madre, coperto di spine che gli
uomini ingrati, in ogni momento, Vi infiggono, senza che vi sia chi faccia un
atto di riparazione per strapparle.”
In seguito
la Santissima Vergine disse: “Guarda, figlia Mia, il Mio Cuore Incoronato di
spine che gli uomini ingrati a ogni momento Mi configgono con bestemmie e
ingratitudini. Tu almeno, cerca di consolarMi e dì che tutti quelli che per
cinque mesi, nel primo sabato, si confesseranno, ricevendo poi la Santa
Comunione, diranno un Rosario e Mi faranno 15 minuti di compagnia, meditando
sui 15 misteri del Rosario, con l’intenzione di darMi sollievo,Io prometto
di assisterli nell’ora della morte, con tutte le Grazie necessarie alla
salvezza di queste anime.”
Il 15 febbraio 1926, le apparve di nuovo il
Bambino Gesù. Le domandò se avesse gia diffuso la devozione alla sua Santissima
Madre. Lei Gli espose le difficoltà che il confessore aveva e che la Madre Superiora
era pronta a fare propaganda; ma il confessore aveva detto che essa da sola,
non poteva far nulla. Gesù rispose:”E’ vero che la tua Superiora, da sola, non
può nulla; ma con la Mia Grazia, può tutto.”
Fece
presente a Gesù la difficoltà che alcune anime avevano di confessarsi il sabato
e chiese che fosse valida la confessione di otto giorni. Gesù rispose:” Sì,
possono essere anche di più, purché, quando Mi ricevono, siano in grazia e
abbiano l’intenzione di riparare il Cuore Immacolato di Maria.”
Lei domandò:”Gesù
mio, e quelle che si dimenticheranno di formulare quell’intenzione?” Gesù rispose:” Possono formularla nella
confessione seguente, approfittando della prima occasione che avranno per
confessarsi.”
Racconta
ancora Lucia: “Un giorno ero molto occupata nel mio lavoro ( nell’orto)…e
andandomene a vuotare un secchio di spazzatura fuori dell’orto dove, alcuni
mesi prima, avevo incontrato un bambino a cui avevo chiesto se sapesse l’Ave
Maria, e avendomi risposto di sì, gli chiesi di recitarla per verificare se la
sapesse. Ma siccome lui non si decideva a dirla da solo, (la) recitai io con
lui per tre volte e alla fine delle tre Ave Maria, gli chiesi di dirla da solo.
Ma siccome lui stava zitto e non era capace di dire l’Ave Maria da solo, gli
domandai se sapesse dove era la Chiesa di Santa Maria. Mi rispose di sì. Gli
dissi che ci andasse tutti i giorni e che dicesse così: O mia Mamma del Cielo,
datemi il Vostro Bambino Gesù! Gli insegnai questo e venni via. In seguito,
tornando là come al solito, vi incontrai un bambino che pareva il medesimo.
Allora gli domandai: Hai chiesto il Bambino Gesù alla Mamma del Cielo? Il
bambino si volta verso di me e dice: “E tu, hai diffuso nel mondo quel che la
Mamma del Cielo ti ha chiesto? E in un istante si trasforma in un Bambino
splendente. Riconoscendo allora che era Gesù, dissi: Gesù mio, Voi sapete bene
cosa mi ha detto il confessore nella lettera che Vi ho letto. Diceva che
bisognava che quella visione si ripetesse, che ci fossero dei fatti affinché
fosse creduta e la Madre Superiora, da sola, non ce la faceva a diffondere
questo fatto.-E’ vero che la Madre Superiora, da sola, non può far niente; ma
con la Mia Grazia, può tutto. E basta che il tuo confessore te ne dia il
permesso e che la tua Superiora lo dica, perché venga creduto, anche se non si
sa a chi fu rivelato.- Ma il mio confessore diceva nella lettera che questa devozione
non era necessaria nel mondo, perché c’erano già molte anime che Vi ricevevano
nei primi sabati in onore della Madonna e dei 15 misteri del Rosario.- E’ vero
figlia Mia che molte anime li cominciano, ma poche li finiscono; e quelle che
li finiscono, è col fine di ricevere le grazie che vi sono promesse e mi
sono più gradite quelle che fanno i cinque sabati con fervore e con il fine di
consolare il Cuore della tua Madre del Cielo che non quelli che han fatto i
quindici tiepidi e indifferenti…
(Dalle
memorie di Suor Lucia)
(Carlo)
lunedì 9 ottobre 2017
SPIRITUALITA'
GUARIGIONE E CONVERSIONE
SONO CONNESSE
Tanti anni
fa la Madonna mi ha fatto la grazia di provocare il mio rientro nella Religione
che, per motivi filosofici, avevo abbandonato. Contemporaneamente ha immesso in
me una certezza, secondo la quale, riavvicinarmi alla fede, significava anche
sottrarmi a grandi sofferenze a cui sarei andato incontro se non ci fosse stata
questa conversione. Da allora, questa
certezza mi ha sempre accompagnato e molte volte ne ho avuto la conferma,
seguendo la vita di tanti conoscenti. Oggi, ricevo ulteriore conferma nelle
parole di Maria, nostra Mamma Celeste durante le Apparizioni di Fatima.
Il 13 giugno
1917 –racconta Lucia- “dopo aver recitato il Rosario con Giacinta e Francesco
ed altre persone presenti, vedemmo di nuovo il riflesso di luce che si
avvicinava (quello che chiamavamo lampo) e subito dopo, la Madonna sul leccio,
tutto come a maggio.
-Cosa vuole
da me?- domandai.
“Voglio che
veniate qui il 13 del prossimo mese, che recitiate il Rosario tutti i giorni e
che impariate a leggere. Poi vi dirò quel che voglio.”
Domandai la
guarigione di un malato. “ Se si converte, guarirà entro l’anno.”….
13 ottobre
1917 : Uscimmo di casa molto presto, prevedendo già i ritardi del cammino.
C’era una gran folla e la pioggia cadeva torrenziale. Mia madre, temendo che
fosse quello l’ultimo giorno della mia vita, col cuore spezzato dall’incertezza
per quanto sarebbe successo, volle accompagnarmi lungo la strada. Le scene del
mese precedente, più numerose e commoventi (suppliche di guarigioni). Neppure
la fanghiglia dei sentieri, impediva a quella gente di inginocchiarsi
nell’attitudine più umile e supplichevole.
Arrivati
alla Cova d’Iria, presso il leccio, spinta da un impulso interiore, domandai
alla gente che chiudesse gli ombrelli per recitare il Rosario. Dopo poco ,
vedemmo il riflesso di luce e subito la Madonna sopra il leccio.
-Cosa vuole
da me?- “Voglio dirti che facciano qui una cappella in Mio onore; che sono la
Madonna del Rosario; che continuino sempre a dire il Rosario tutti i giorni. La
guerra finirà ed i soldati torneranno presto alle loro case.”
-Io avrei
molte cose da chiederLe: se cura dei malati e se converte alcuni peccatori. etc.
“Alcuni
sì; altri no. Devono emendarsi: chiedano perdono dei loro peccati.” E prendendo
un aspetto più triste: “Non offendano più Dio, Nostro Signore, che è già molto
offeso.” E, aprendo le mani, le fece
riflettere nel sole; e mentre si elevava, il riflesso della Sua stessa luce,
continuava a proiettarsi nel sole.
Ecco Ecc.
Rev.ma il motivo per il quale gridai che guardassero il sole. Il mio intento
non era di richiamare l’attenzione della gente verso il sole, dato che non
avevo neppur coscienza della loro presenza. Lo feci soltanto mossa da
un’ispirazione interiore che a ciò mi spinse.
Sparita la
Madonna nell’immensa distanza del firmamento, vedemmo, accanto al sole
S.Giuseppe col Bambino e la Madonna vestita di bianco con un manto azzurro.
S.Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo con alcuni gesti in forma
di Croce tracciati con la mano.
Poco dopo,
svanita questa apparizione, vidi il Signore e la Madonna che mi pareva la
Madonna Addolorata.
Il Signore
sembrava benedire il mondo nello stesso modo di S. Giuseppe. Sparì questa
visione e mi parve di vedere di nuovo la Madonna con aspetto simile alla
Madonna del Carmine.”
( dalle
“Memorie di Suor Lucia- Fatima)
(Carlo)
mercoledì 16 agosto 2017
SPIRITUALITA'
MARIA SANTISSIMA
CHIEDE LA CONSACRAZIONE
In occasione
del 25 marzo 1984, la Madonna comunica al Sacerdote Padre Gobbi con una locuzione interiore, questo Suo
desiderio: “ Guardate al momento ineffabile dell’Annunciazione da parte
dell’Arcangelo Gabriele, inviato da Dio ad accogliere il Mio “Sì”
all’attuazione del Suo eterno disegno di Redenzione e al grande mistero
dell’Incarnazione del Verbo nel Mio seno verginale, e allora capirete perché Io
vi domando di consacrarvi al Mio Cuore Immacolato.
Sì, Io
stessa ho manifestato la Mia volontà a Fatima, quando sono apparsa nel 1917.
L’ho più volte domandata a Mia figlia Suor Lucia che si trova sulla terra per
adempiere a questa missione che le ho affidato. In questi anni l’ho
insistentemente richiesta attraverso il messaggio affidato al Mio Movimento
Sacerdotale. Oggi Io nuovamente domando a tutti la consacrazione al Mio Cuore
Immacolato.
La domando
anzitutto al Papa Giovanni Paolo II, primo figlio prediletto che, in occasione
di questa festa, la compie in maniera solenne, dopo aver scritto ai Vescovi del
mondo di farla in unione con lui.
Purtroppo,
non da tutti i Vescovi l’invito è stato accolto. Particolari circostanze,
ancora non hanno consentito di consacrarMi espressamente la Russia, come ho più
volte domandato. Come vi ho già detto, questa consacrazione Mi sarà fatta,
quando avvenimenti sanguinosi saranno ormai in via di attuazione.
Benedico
questo atto coraggioso del “Mio” Papa che ha voluto affidare il mondo e tutte
le Nazioni, al Mio Cuore Immacolato; Io accolgo con amore e gratitudine e, per
esso prometto di intervenire ad abbreviare molto le ore della purificazione e a
rendere meno pesante la prova.
Ma Io
domando questa consacrazione anche a tutti i Vescovi, a tutti i Sacerdoti, a
tutti i Religiosi e a tutti i fedeli. Questa è l’ora in cui tutta la Chiesa
deve raccogliersi nel sicuro rifugio del Mio Cuore Immacolato.
Perché vi
domando la consacrazione?
Quando una
cosa viene consacrata, essa è sottratta ad ogni altro uso per essere adibita
solo a uso sacro. Così è di un oggetto quando è destinato al culto divino. Ma
può esserlo anche di una persona quando essa viene chiamata da Dio a
renderGli un culto perfetto. Comprendete perciò, come il vero atto della
vostra consacrazione sia quello del Battesimo. Con questo Sacramento, istituito
da Gesù, vi viene comunicata la Grazia che vi inserisce in un ordine di vita
superiore al vostro, cioè nell’ordine soprannaturale.
Partecipate
così, alla natura divina, entrate in una comunione di amore con Dio e le vostre
azioni hanno perciò un nuovo valore che supera quello della vostra natura,
perché hanno un vero valore divino.
Dopo il
Battesimo, siete ormai destinati alla perfetta glorificazione della Santissima
Trinità e consacrati a vivere nell’amore del Padre, nella imitazione del Figlio
e nella piena comunione con lo Spirito Santo.
Il fatto che
caratterizza l’atto della consacrazione è la sua totalità: quando venite
consacrati, ormai lo siete tutti e per sempre. Quando vi domando la
consacrazione al Mio Cuore Immacolato, è per farvi comprendere che dovete
affidarvi a Me completamente, in maniera
totale e perenne, perché Io possa disporre di voi secondo il volere di Dio. Vi
dovete affidare in modo completo, donandoMi tutto. Non dovete donarMi qualcosa e tenere
ancora qualcosa per voi: dovete essere veramente e solamente tutti Miei.
E poi, non
vi dovete affidare a Me un giorno sì e uno no, o per un periodo di tempo,
finché voi volete, ma per sempre. E’ per sottolineare questo importante aspetto
di completa e duratura appartenenza a Me, vostra Mamma Celeste, che Io domando
la consacrazione al Mio Cuore Immacolato.
Come la
consacrazione deve essere da voi vissuta?
Se guardate
al mistero ineffabile che oggi la Chiesa ricorda,(festa dell’Annunciazione)
capirete come deve essere vissuta la consacrazione che vi ho domandato. Il
Verbo del Padre, per amore ,M i si è completamente affidato. Dopo il Mio “Sì”,
è disceso nel Mio seno verginale. Mi si è affidato nella Sua divinità. Il Verbo
eterno, la seconda Persona della Santissima Trinità, dopo l’Incarnazione, si è
nascosto e raccolto nella piccola dimora, miracolosamente preparata dallo
Spirito Santo, nel Mio grembo verginale. Mi si è affidato nella Sua umanità, in
maniera così profonda, come ogni figlio si affida alla mamma da cui tutto si
attende: sangue, carne, respiro, cibo e amore per crescere ogni giorno nel suo
seno e poi, dopo la nascita, ogni anno sempre accanto alla madre.
Per questo,
come sono Madre dell’Incarnazione, sono anche Madre della Redenzione che
qui ha già il suo mirabile inizio.
EccoMi perciò intimamente associata a
Mio Figlio Gesù; collaboro con Lui alla Sua Opera di Salvezza durante la
Sua infanzia, l’adolescenza, i trent’anni della Sua vita nascosta a Nazareth,
il Suo ministero pubblico, durante la Sua dolorosa Passione, fin sulla Croce, dove
offro e soffro con Lui e raccolgo le Sue ultime parole di amore e di
dolore, con le quali Mi dona come vera Madre a tutta l’umanità….”
(Da: “Ai
Sacerdoti, figli prediletti della
Madonna” di P.Gobbi)
(Carlo)
domenica 16 luglio 2017
SPIRITUALITA'
IL RISCHIO DEL VATICANO II
S.Agostino
immagina che il tempo abbia due aspetti, due movimenti: uno che va nella
direzione della storia e che lui definisce “estensione” e che può considerarsi
orizzontale ed un altro che dalla storia sale in direzione verticale e che lui
definisce “intensione”. Esistono, quindi, due aspetti della verità, uno
verticale, dalla accettazione difficile, dura, come l’invito di Gesù a portare
la nostra croce quotidiana e l’altro, orizzontale, caratterizzato dal nostro
rapporto con l’altro.
“Ama Dio” è
un richiamo verticale; “ama il tuo prossimo” è un richiamo orizzontale.
Poiché Dio è
Puro Spirito, invisibile, non ci è dato sapere se Lo amiamo; la prova del
nostro amore per Lui, ce la fornisce il nostro amore per l’uomo. Solo chi ama
Dio può amare l’uomo, perché Dio è l’essenza dell’amore. I non credenti possono amare, ma in maniera filantropica,
quindi egoistica.
Obiettivamente,
durante i secoli cristiani, vi sono state delle accentuazioni a volte
condizionate dal combattimento delle eresie, come quella del Concilio di Nicea
contro Ario che negava la divinità di Gesù. Pertanto, ponendo un forte accento
sulla parte divina di Gesù, ci si è quasi dimenticati dell’Umanità del
Redentore. Più tardi, nel combattimento opposto, contro l’eretico Pelagio, si
accentuerà il dono gratuito di Dio e si lasceranno un po’ nell’ombra la libertà
e l’autonomia dell’uomo.
La
caratteristica del Concilio Vaticano II, per iniziativa del suo ispiratore Papa
Giovanni XXIII, è quella di aver privilegiato la verità di tipo orizzontale.
Prima di allora, nel Sacramento del Matrimonio si era insistito sul
dovere-necessità della procreazione, trascurando il secondo aspetto, quello
dell’amore, ossia la sua caratteristica orizzontale. E così, la S.Messa era
considerata soprattutto un vero Sacrificio, dimenticando che l’assemblea è
anche una riunione dei fedeli tra loro, in nome di Cristo.
La liturgia
che è anche parola, ha necessità di farsi comprendere e quindi è stata variata
la lingua, perché fosse un insegnamento comunicato agli uomini.
Una volta si
era fissata l’attenzione sul peccato che sembrava quasi esclusivo della carne e
non si era ben evidenziato che nel giudizio dopo la morte, Gesù farà dipendere
la condanna, anche dal mancato aiuto ai bisognosi: “Ho avuto sete e tu non mi
hai dato da bere” (Mt 25).
Oggi però,
non si pone abbastanza l’accento sul peccato che è una trasgressione al
precetto divino e c’è il rischio, molto attuale, di attenuare il senso del
peccato che ha come conseguenza il dissolvimento del senso della Redenzione. Se
l’uomo non fosse peccatore, a che servirebbe la Redenzione e quindi la Salvezza?
Per secoli
la Chiesa non ha voluto immischiarsi (almeno nominalmente) con gli errori del
mondo, cercando di non farne parte e attendere passivamente il progresso
scientifico.
Con il
Concilio Vaticano II invece, la Chiesa desidera dialogare con il mondo,
assimilare quello che le sembra migliore, sforzandosi di allinearsi con esso.
Il pericolo
di oggi, infatti, è quello di ritenere equidistanti le verità verticali con
quelle orizzontali. Questo capovolgimento è il terribile rischio dell’umanità
di oggi; non è più l’amore per l’uomo che deriva e dipende dall’amore per Dio,
ma l’opposto: l’amore dell’uomo per Dio, diventa un simbolo dell’amore dell’uomo
per l’uomo. Questa diventerebbe la sola religione e possiamo immaginare che la
piazza sostituisca i Templi. Il lavoro la vera fede, la fabbrica la Chiesa.
Questo il
rischio estremo, la via che stiamo battendo che è quella della sostituzione di
una religione di tipo divino con una di tipo umano, senza che si verifichi
alcun cambiamento esterno, ma attuando uno svuotamento insensibile dall’interno.
(Carlo)
giovedì 13 luglio 2017
ATTUALITA'
APOCALISSE 13,16-18
Leggo un
chiarificante articolo di Maurizio Blondet relativo ad una molto probabile
spiegazione delle discusse dimissioni di Papa Ratzinger, il quale ricevette
enormi pressioni perchè lasciasse il
soglio di Pietro.
A suo tempo
il Cardinale Dannels ha dichiarato di far parte di una congiura, tenuta in
Svizzera, dal Cardinale Carlo Maria Martini, organizzata a tale scopo. Queste
pressioni sono state confermate, ma non spiegate nei particolari, da una
recente intervista al segretario di Benedetto XVI, Monsignor Gaenswein.
Oggi
finalmente, siamo in grado di scoprire l’entità di queste insostenibili
pressioni.
Un mese
prima delle dimissioni di Papa Ratzinger, una Società mondiale, denominata
SWIFT, la quale altro non è che un accordo interbancario mondiale di 10.500
banche di 215 Paesi, accordo che permette di bloccare ogni transazione in
dollari. In virtù di questo accordo, non valgono più né carte di credito né
bancomat, creando una paralisi economica completa che colpisce lo Stato che si
vuol danneggiare.
In pratica,
questa occulta Organizzazione comanda, permette o impedisce, qualunque attività
economica, in qualunque società del mondo. Si attua così la Profezia dell’Apocalisse
(cap. 13,15-18) nella quale è scritto: “Essa (la bestia) fa sì che tutti,
piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla
mano destra o sulla fronte e che nessuno possa comprare o vendere, senza avere
tale marchio cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la
sapienza: Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un
numero di uomo e il suo numero è 666.”
Così, con
questo blocco esercitato sullo Stato del Vaticano, lo IOR non poteva pagare le
nunziature, i bancomat non funzionavano, gli stipendi non potevano essere
erogati, non si potevano alimentare le missioni
etc.e tutto questo per un mese intero.
Non appena
però giunse l’annuncio delle dimissioni di Papa Ratzinger, il giorno dopo,
tutto fu ripristinato regolarmente.
Benedetto
XVI era chiaramente contrario al relativismo imperante e al mondialismo in
genere, oltre alle aperture gay e alla teoria del gender, mentre Bergoglio “gareggia
con il laicismo imperante dell’Unione Europea” (S.Plesio), è gradito alla
Massoneria e dimostra la sua volontà di protestantizzare il Cattolicesimo,
rendendolo secolarizzato e mondano. Non si cura delle gravi conseguenze, anche
culturali, dell’immigrazione e, in obbedienza delle aspettative mondialistiche,
ingiunge ai cristiani di accogliere sempre più immigrati, con una totale
accoglienza.
In un
comunicato ufficiale firmato da 28 Obbedienze massoniche, i massoni richiamano
i Paesi europei ad accogliere gli immigrati e ad accoglierne sempre di più. A
noi trarne le conclusioni.
(Carlo)
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