domenica 17 marzo 2019

SPIRITUALITA'

CONSIDERAZIONI MARIANE 1° PARTE L’Immacolata L’Immacolata ci ricorda l’esistenza del peccato originale, peccato da cui Lei è stata preservata in considerazione dei meriti di nostro Signore Gesù Cristo. “E’ una figura di luce che si staglia in un mondo tenebroso, un raggio di speranza nella notte del peccato” (S. De Fiores). Acconsentendo alla tentazione demoniaca, Adamo ed Eva vollero essere padroni di se stessi e decidere su ciò che è bene e ciò che è male. Ricordiamo le parole del tentatore: “No che non morreste. Anzi Dio sa che quando ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.” (Gn 3,4-5). Questo primo peccato “fondamentalmente è stato un respingere Dio come centro e polo orientatore della propria vita, per fare sé stesso arbitro dei propri comportamenti, discriminatore del bene e del male: l’uomo ha sentito davvero le vertigini della sua “somiglianza” con Dio ed ha fatto il tentativo di sostituirGlisi. E’ quanto insinua in maniera scoperta satana, quando dice alla donna che gli aveva riferito della minaccia di Dio, qualora avessero mangiato dell’albero proibito: “No, voi non morrete…” satana dipinge Dio come un rivale dell’uomo, quasi geloso della Sua creatura e interessato a tenerla in soggezione: la morte di Dio nel cuore dell’uomo incomincia da quel momento! Da sempre, l’uomo è sedotto e affascinato dalla tentazione dell’ateismo. L’essenza più velenosa ed amara del peccato, è precisamente questa: fare a meno di Dio, visto e sentito come un limite alla propria capacità di affermarsi come valore autonomo.” (R.Kock) Quindi il peccato dei progenitori non è stata una semplice disobbedienza, come molti erroneamente credono, ma una desiderata sostituzione del Creatore, cosicché l’uomo diventi padrone di Dio. Le conseguenze terribili di tale comportamento sono state di natura sociale e cosmica: turbamento tra uomo e donna ritenendosi per la prima volta nudi (Gn 3,7), spaccatura tra la creazione e l’umanità e lotta continua fra le due discendenze, quella dell’uomo e quella del demonio. Ma le conseguenze precipitano presto con l’episodio della Torre di Babele (Gn 11,4-9),quella di Caino e Abele (Gn 4,8-11), degradazione morale sfociata con il Diluvio Universale (Gn 6,5-12) e infedeltà all’Unico Dio affermata dai profeti quali Geremia, Osea ed Ezechiele. Del resto il diluvio è un segno di maledizione dato alla terra (Gn 3,17/ 8,21-22). Anche oggi spesso l’uomo cerca di fare a meno di Dio e, pur ottenendo ritrovati scientifici di altissimo livello, gli è impedito di padroneggiarli (atomica, inquinamento etc). Ma tutto questo non deve portare al fatalismo o alla rassegnazione perché il progetto di Dio è quello di aprire uno spiraglio alla speranza e alla vittoria sulle forze del male, spiraglio che si allargherà sempre di più, fino ad avere un carattere definitivo con la Redenzione operata da Cristo. Dopo il peccato originale, Dio non abbandona l’uomo, ma si prende cura di lui e farà balenare un futuro di salvezza, promettendo la Sua benedizione a Set, Noè, Set, Abramo, Isacco, Israele, Davide, fino alla venuta di Gesù. Nell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, viene usato il termine “piena di Grazia” indicando che in Lei permane il favore divino; infatti poco dopo si dice:”Hai trovato grazia presso Dio”. La Vergine non è chiamata solo per sé stessa ma in funzione di tutto il genere umano. Quando Elisabetta la vede arrivare da lontano esclama:”Benedetta Tu fra tutte le donne” (Lc 1,42); nel linguaggio biblico chi è benedetto vuol dire che si viene resi partecipi delle promesse divine, contribuendo attivamente alla loro realizzazione. Maria infatti si proclama “serva del Signore” e per questo collaborerà nella storia della Salvezza. (Es 14,31-Sal 78-70- Gaudium e spes 24-29-Ger 7,25) Anche i cristiani sono oggetto dell’amore di Dio insieme a Maria; infatti fin dall’antichità Egli ci ha scelti ed amati per essere Suoi figli santi, cioè consacrati al Suo servizio . E tutto questo in vista della Redenzione con la quale ci ha liberati dalla schiavitù del demonio il quale ci aveva sottoposti all’influsso malvagio della potenza del peccato. (Rm 3,23-Rm 5,12-19). Maria però è stata redenta dal peccato in maniera preventiva e non liberativa, poiché Lei non è stata proprietà del demonio neppure per un istante . Maria, la nuova Eva, è una credente perfetta ed è associata all’opera redentiva: Cristo, non solo è all’origine della Sua missione, ma ne è il fine. “Maria è completamente unita a Dio ed è refrattaria al compromesso con il peccato. Ella non è divisa tra l’ascolto di Dio e del maligno (come è avvenuto per Eva) e non conosce connivenze con il male. L’incontro con Lei, porta progressivamente ad eliminare l’io incoerente che mina la testimonianza cristiana, rendendola opaca.”(S. De Fiores). L’unione di Maria con lo Spirito Santo fa dire al beato Padre Kolbe che l’Immacolata è l’incarnazione dello Spirito Santo perché, essendo una concezione increata infinitamente santa e immacolata, suggerisce questa unione ineffabile perché Sua Sposa.: “se fra le creature, una sposa riceve il nome dello sposo per il fatto che appartiene a lui, si rende simile a lui e in unione con lui, diviene fattore creativo di vita, quanto più il nome dello Spirito Santo,” Immacolata Concezione” è il nome di Colei nella quale Egli vive di un amore fecondo in tutta l’economia soprannaturale.” Maria Corredentrice Due sono i titoli regali di Maria: la Sua divina Maternità e la Sua associazione all’opera della Salvezza. Scrive Pio XI : “Quale pensiero potremmo avere più dolce e soave di questo, che Cristo è nostro Re, non solo per diritto nativo, ma anche per diritto acquisito e cioè per la Redenzione? Ripensino tutti gli uomini dimentichi, quanto costammo al nostro Salvatore -Non siete stati redenti con oro o argento, beni corruttibili…ma col Sangue prezioso di Cristo, Agnello immacolato e incontaminato (1Pt 1,18-19). Non apparteniamo dunque a noi stessi, perché Cristo a caro prezzo ci ha comprati.” Dice S.Anselmo: “Dio è Signore di tutte le cose, perché le ha costituite nella loro propria natura con il Suo comando e Maria è Signora di tutte le cose, riportandole alla loro originale dignità con la Grazia che Ella meritò. Infatti, come Cristo, per il titolo particolare della Redenzione, è nostro Signore e nostro Re, così anche la Vergine Maria (è nostra Signora) per il singolare concorso prestato alla nostra redenzione, somministrando la Sua sostanza o offrendoLo volontariamente per noi, desiderando, chiedendo e procurando in modo singolare la nostra Salvezza…In maniera simile a quella con cui Eva fu associata ad Adamo, principio di morte, sicché si può affermare che la nostra redenzione si compì secondo una certa “ricapitolazione”, per cui il genere umano, assoggettato alla morte per causa di una vergine, si salva anche per mezzo di una Vergine; se inoltre si può dire che questa gloriosissima Signora venne scelta a Madre di Cristo proprio “per essere a Lui associata nella redenzione del genere umano” e se realmente fu Lei che esente da ogni colpa personale o ereditaria, strettissimamente sempre unita al Suo Figliolo, Lo ha offerto sul Golgota all’Eterno Padre, sacrificando insieme l’amore e i diritti materni, quale nuova Eva, per tutta la posterità di Adamo, macchiata dalla sua caduta miseranda; se ne potrà legittimamente concludere che, come Cristo, il nuovo Adamo è nostro Re, non solo perché Figlio di Dio, ma anche perché nostro Redentore, così, secondo una certa analogia, si può affermare parimenti che la Beatissima Vergine è Regina, non solo perchè Madre di Dio, ma anche perché, quale nuova Eva, è stata associata al nuovo Adamo. E’ certo che in senso pieno, proprio e assoluto, soltanto Gesù Cristo, Dio e Uomo, è Re; tuttavia anche Maria, sia come Madre di Cristo Dio, sia come socia nell’opera del Divin Redentore e nella lotta con i nemici e nel trionfo ottenuto su tutti, ne partecipa la dignità regale, sia pure in maniera limitata e analogica. Infatti da questa unione con Cristo Re, deriva a Lei tale splendida sublimità, da superare l’eccellenza di tutte le cose create; da questa stessa unione con Cristo nasce quella regale potenza per cui Ella può dispensare i tesori del Regno del Divin Redentore; infine, dalla stessa unione con Cristo, ha origine la inesauribile efficacia della Sua materna intercessione presso il Figlio e presso il Padre” (S. De Fiores) (Elaborazione da “Maria presenza viva nel popolo di Dio” di S. De Fiores) (Carlo)