sabato 29 dicembre 2012

APOSTOLATO

INVITO ALLA LEGIONE DI MARIA Stiamo vivendo in un mondo che diviene ogni giorno più irreligioso. Troppe persone si allontanano da Dio e dai Suoi precetti, preferendoGli i richiami del mondo. Sento sempre più spesso che ho il dovere morale di oppormi in qualche modo a questa pazza corsa verso il bàratro, e dico a Dio:- cosa posso fare per Te? Io mi sento così inadeguato e l’onda montante sembra sommergermi.- Allora mi sono detto: con l’aiuto di Dio voglio fare preghiera e opere spirituali; visiterò gli ammalati per confortarli e dir loro che Dio non li abbandona alla loro sofferenza, secondo quanto dirà Gesù stesso, nel Giudizio finale: “Venite, benedetti del Padre Mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…malato e mi avete visitato…in verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose…l’avete fatte a Me.” (Mt 25,34 e ss) Se il vostro amore per Gesù e Maria vi spinge a fare qualche cosa di buono, entrate nel nostro Movimento ecclesiale “La Legione di Maria” perché la vostra vita venga arricchita dall’Amore che tutto può, a maggior gloria di Dio. Carlo

domenica 23 dicembre 2012

SPIRITUALITA'

Allocutio di Monsignor La Rosa Il Natale nell’Anno della Fede Sono trascorsi 2000 anni dalla nascita di Cristo, di un Dio che si è fatto carne, che ha preso la natura umana, per redimere l'uomo dalla sua colpa. La sua nascita non è una leggenda, non è una fiaba per bambini, non è un racconto commovente senza alcun fondamento nella realtà. E' l'anniversario di un avvenimento storico, documentato dall'Evangelista Luca all'inizio del suo Vangelo, dentro una cornice storico-politico-religiosa, e impreziosita da nomi altisonanti. Il Verbo di Dio si è fatto uomo ed è entrato visibilmente nel nostro mondo, diventando nostro fratello. Egli ha preso in tutto, fuorchè il peccato, la nostra natura umana. “Il Verbo stesso di Dio, scrive S. Gregorio Nazanzieno, Colui che è prima del tempo, l'invisibile, l'incomprensibile, Colui che è al di fuori della materia, il Principio che ha origine dal Principio, la Luce che nasce dalla Luce, la Fonte della vita e della immortalità, Colui che è termine del Padre e Sua Parola, viene in aiuto alla sua propria immagine e si fa uomo per amore dell'uomo. Assume un corpo per salvare il corpo e per amore della mia anima accetta di unirsi ad un'anima dotata di umana intelligenza”. Queste parole di S. Gregorio Nazanzieno sono una sintesi straordinaria del mistero del Natale. Dio viene visibilmente in mezzo a noi per salvarci, per liberare le nostre anime dalla schiavitù del peccato, per assicurare a tutti noi la vera libertà, la pace, la gioia duratura. A Natale non dobbiamo commemorare solo l'ingresso visibile del Figlio di Dio in mezzo a noi, ma soprattutto dobbiamo vivere di nuovo e in profondità ciò che S. Gregorio Nazanzieno chiama “la sovrabbondante ricchezza della divina bontà”. Ma il Figlio è venuto a noi a Natale, per mezzo di Maria. Certo non aveva bisogno di una creatura umana per prendere un corpo come il nostro, ma ha voluto avere una madre. E una giovane donna palestinese ha offerto la sua collaborazione, accogliendo nel suo grembo verginale il Verbo di Dio. Gli ha dato una umanità simile alla nostra, lo ha presentato agli umili pastori di Betlemme, ai Magi venuti dall'Oriente, al vecchio Simeone, e l'ha custodito con amore materno offrendolo al Padre nel momento della sua agonia sul Golgota. Il mistero del Natale continua oggi. Cristo viene ancora nel mondo, in un mondo che ha smarrito la fede in Dio, che sfrutta la nascita del Suo Figlio per calcoli di bottega. Troviamo strade illuminate, abeti nelle piazze, vetrine dei negozi piene di regali, spot pubblicitari in radio e televisione per reclamare quel prodotto, e troviamo pure ristoranti pieni, tavole imbandite, ma senza lasciare il posto al Festeggiato. Ma il vero senso del Natale dobbiamo trovarlo in quella pagina stupenda del Vangelo di Luca. “Un angelo del Signore si presentò davanti ai pastori e disse: non temete, ecco vi annuncio una grande gioia; oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia” (Lc 2, 9-12). Quanto stride il Natale di Betlemme con il Natale dei cristiani d'oggi!!! Troverete un bambino. La notte di Natale il Verbo di Dio ha fatto il suo ingresso visibile nel mondo. Non si è presentato nello splendore della sua maestà divina, ma sotto forma di un neonato. Il Creatore si è fatto creatura, il padrone dell'universo ha preso la condizione di servo. Il Dio potente ha condiviso la debolezza dell'uomo e “si è fatto carne” (Gv 1,14). Mistero di umiltà, virtù essenziale dell'apostolato legionario (pag. 29 del Manuale). Troverete un bambino avvolto in fasce. A Natale il Salvatore ha fatto l'esperienza della sofferenza fisica. Le fasce proteggono il suo corpicino dal freddo pungente delle notti palestinesi. Ma il Salvatore ha pure fatto l'esperienza della sofferenza morale. “Venne tra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto” scrive amaramente l'evangelista Giovanni (Gv 1,11). Come 2000 anni fa, anche oggi Cristo viene nell'indifferenza dell'umanità. Troverete un bambino che giace in una mangiatoia. A Natale Gesù ha fatto il suo ingresso visibile nella povertà totale. “Non c'era posto per Maria e Giuseppe nell'albergo” (Lc 2,7) e Maria ha dovuto dare alla luce il suo bambino in una mangiatoia per animali, dando inizio ad una vita di grande povertà, che ha avuto il suo culmine il Venerdì Santo nel Calvario, abbandonato da tutti. “Da ricco che era, scrive Paolo ai Corinti, si è fatto povero per voi, perchè diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9). Quale insegnamento da questo mistero di povertà. Siamo noi attaccati a tante cose superflue e abbiamo paura di abbandonare ogni forma di egoismo, di essere disponibili e sempre in servizio. L'umiltà, la sofferenza, la povertà: tre sentimenti che il mondo oggi ignora o vuole ignorare. Insegnamenti che possono apparire austeri, non alla moda e superati dalla civiltà consumistica. Ma la nascita di Cristo è l'annuncio di “una grande gioia” (Lc 2,10) e l'umiltà, la sofferenza e la povertà sono le vie che portano alla vera gioia. Solo così comprenderemo il dono del Natale, il dono che Maria ci ha dato, divenendo strumento del disegno divino. Buon Natale, cari legionari, in questo anno della fede la nascita di Cristo sia motivo per irrobustirla e testimoniarla agli uomini che l'hanno smarrita.

lunedì 5 novembre 2012

SPIRITUALITA'

PREGHIERA A MARIA “Ti saluto, Maria, Figlia Prediletta del Padre. Ti saluto, Maria, Madre mirabile del Figlio. Ti saluto, Maria, sposa fedelissima dello Spirito Santo. Ti saluto, Maria, tempio augusto della Santissima Trinità. Ti saluto, Maria, amata Signora, tenera Madre, Regina del mio cuore! Dopo Gesù, sei la mia vita, dolcezza e speranza, il mio cuore e la mia anima; sono tutto Tuo e tutto quanto possiedo Ti appartiene, o Vergine benedetta più di ogni altra creatura. La Tua anima sia oggi in me per magnificare il Signore, il Tuo Spirito sia in me per esultare in Dio. Vergine fedele, imprimiti come un sigillo d’amore nell’anima mia, perché con Te e in Te io rimanga fedele a Dio. Madre misericordiosa, ammettimi oggi fra coloro che Tu ami, istruisci, nutri, guidi e proteggi me come un Tuo figlio. Regina del cielo, non permettere che qualcosa in me si sottragga al Tuo dominio; se mai vi fosse, fin d’ora vi rinuncio. O Figlia del Re dei re, il cui splendore più vivo è quello interiore, non permettere che io mi disperda dietro le cose visibili e passeggere. Fà invece che per un’abbondanza di Grazie, io viva sempre nell’intimo della mia anima per trovarvi Dio, mia felicità, mio tesoro, mio onore, mia gloria e mio riposo. Fa che per mezzo dello Spirito Santo, Tuo fedele Sposo, e di te che Gli sei fedele Sposa, sia formato perfettamente nei nostri cuori Gesù, Tuo amatissimo Figlio, alla maggior gloria del Padre per tutti i secoli dei secoli. Amen” (S. Luigi Maria di Montfort)

venerdì 2 novembre 2012

SPIRITUALITA'

LA SPIRITUALITA ‘ DELLA LEGIONE DI MARIA La spiritualità della Legione di Maria è, prima di tutto, basata sullo spirito di Maria; infatti i Legionari aspirano a imitare Maria nelle Sue tante virtù: umiltà, obbedienza, dolcezza, preghiera continua, mortificazione, purezza, sapienza, amore disinteressato e specialmente la Sua impareggiabile Fede. Per questo, ogni vero Legionario sa che nell’azione apostolica, qualunque ostacolo potrà essere superato se Maria interviene in suo favore. Inoltre, ogni Legionario crede fermamente che sia assolutamente necessario andare al Figlio per mezzo della Madre, rispettando così la stessa volontà di Dio il quale ha voluto incarnarsi in una Donna Immacolata per donarsi agli uomini. Seguendo S.Luigi Maria di Montfort, l’ispiratore di quel movimento ecclesiale che è la Legione di Maria, il Legionario ha fatto suo il motto: “a Gesù per Maria”, proponendosi di diffondere l’amore alla nostra cara Madre, perché Gesù venga maggiormente conosciuto e amato. Maria è sempre presente in questa azione verso le anime, preparando i cuori e suggerendo le parole giuste, perché la nostra testimonianza possegga l’incisività necessaria. Inoltre Maria è stata associata ai più intimi e divini piani di Grazia di Dio facendoLa divenire la vera Madre di Suo Figlio e di quelli che Le sono uniti. Certamente , l’Eterno Padre gioisce nel ricevere i nostri omaggi per mezzo di Maria che, da buona Madre, sa presentarli a Gesù nella maniera più consona, perorando la nostra causa. Il Legionario sa che la Misericordia di Dio ha costituito per noi una Madre meravigliosa che è uno speciale strumento di Salvezza. Lavorando uniti a Lei, noi ci avviciniamo a Lui più efficacemente e per questo otteniamo la Grazia più abbondantemente, perché lo Spirito Santo, Sposo di Maria Vergine, l’ha resa il canale di tutte le grazie. Nel Protovangelo, il Legionario fa sue le parole che Dio pronuncia sulla stirpe della Donna e trova in Lei la sua fiducia nella lotta contro il nemico, certo della sua vittoria. In questa incrollabile certezza, il Legionario lavora con l’intento di conquistare il mondo a Dio, pensando che Maria si degnerà di servirsi di lui, utilizzandolo come un mezzo per compiere la Sua missione materna tra le anime. ( Carlo)

lunedì 22 ottobre 2012

TESTIMONIANZE

Prima di iniziare questo scritto,invoco lo Spirito Santo e la SS.Vergine Maria affinchè aprano il mio cuore e guidino la mia mano. Il mio cammino di accostamento alla V.Maria è iniziato un anno fa durante un pellegrinaggio mariano a cui ho partecipato,coinvolta da altri. Durante questa esperienza,ho provato emozioni cosi’ profonde che hanno scosso positivamente la mia anima,tanto da cambiare la mia vita e quella di coloro che mi sono vicini.Avvertivo che tante delle mie azioni erano guidate dall’Alto e mi sentivo protetta dall’azzurro manto della Madonna,chiedendomi, cosi’ come mi chiedo, “perché io?”. Al rientro dal mio pellegrinaggio,un mattino mi sono svegliata con il forte desiderio di ascoltare la S. Messa ma a quell’ora,le chiese del mio paese non celebravano.Il richiamo dentro di me era chiaro e forte,cosicchè al pomeriggio mi sono recata alla parrocchia cui appartengo ed ho trovato la chiesa colma di persone che pregavano rivolte verso la statua della Immacolata solennemente posizionata accanto all’altare;sedutami vicino ad una persona le ho chiesto quale ricorrenza si stesse festeggiando e la risposta è stata”l’apertura dell’anno della Legione di Maria” Tutto questo non mi diceva niente poiché sconoscevo l’esistenza di questo gruppo.A fine celebrazione, una delle sorelle presenti mi invitava a restare con loro per un momento di fratellanza ed a partecipare alle riunioni settimanali con la fatidica frase “se la Madonna vuole farai parte della Legione” e cosi’ sono entrata in “probazione”;ho iniziato a fare apostolato portando, insieme alle altre sorelle,la Madonnina nelle famiglie con le quali recitavamo il santo rosario ed ogni giorno sentivo crescere dentro di me qualcosa che mi faceva star bene;ascoltando le tribolazioni di chi ci ospitava parlavo loro dell’amore di Gesù per tutti noi e sentivo che il mio animo si arricchiva.Fare apostolato era diventato per me indispensabile;adesso faccio parte di un gruppo formato da 15 sorelle che amo e dalle quali sono riamata.Un giorno il mio cammino con il gruppo della legione si è bloccato per dei malintesi con una delle sorelle, non conoscendo il vero significato cristiano di carità, umiltà, perdono, amore di Cristo e leggendo e rileggendo le regole di ubbidienza del manuale “ Legio Mariae”per mia coerenza dopo i tre mesi trascorsi in probazione mi sono rifiutata di fare la promessa perché non mi sentivo pronta.Le divergenze di pensiero fra me e la sorella aumentavano sempre più tanto da indurmi a lasciare il gruppo con la sofferenza mia e di tutte le altre sorelle che durante la mia pausa di riflessione hanno pregato tanto per il mio rientro nel gruppo,perché si era spezzato un equilibrio. Avevo smesso di frequentare la mia parrocchia e andavo vagabondando da una chiesa all’altra per ascoltare la Santa Messa, la grazia di fede che avevo ricevuto era sempre dentro di me ma il mio orgoglio mi portava a stare lontana dall’esperienza vissuta, mi sentivo una pecorella smarrita,pregavo fortemente la Madonna di ridarmi quella quiete e serenità che avevo prima; ma non accadeva anzi peggioravo ogni giorno di più, così la mia famiglia e amici a me cari mi consigliarono di partecipare ad un ritiro spirituale che stava organizzando una chiesa del mio paese,mio malgrado accettai,ero molto sfiduciata e triste ma non abbandonata dall’ amore della Madonna cosi’ mi affidai a Lei. Durante questi giorni i ministri di Dio che si susseguivano nelle catechesi mi hanno fatto comprendere il grande amore che Cristo ha per noi, il Suo donarsi per la nostra salvezza, la Sua misericordia, il Suo perdono.Improvvisamente dentro di me tutto è stato chiaro, mi sentivo rinata a nuova vita vedendo tutto sotto una nuova luce”la luce di Cristo”. Al mio rientro vado dal parroco della mia parrocchia e chiedo il permesso di rientrare nel gruppo, di poter fare la promessa legionaria, ero pronta.Con umiltà ho raccontato la mia esperienza spirituale alle mie sorelle legionarie ,sono stata accolta con affetto e tanta gioia. Oggi mi sento orgogliosa di far parte della”Legio Mariae”.Prego costantemente la Madonna di rendermi umile, caritatevole e guidarmi sempre nel mio cammino di fede, di dare amore ai fratelli che incontrerò e di essere degna di portare sempre più in alto il vessillo della Legione di Maria. (sor. Concetta- Legio Mariae- Paternò)

giovedì 23 agosto 2012

APOSTOLATO 12

Apostolato legionario Ricordiamo Anna, di 93 anni, donna molto sola per il suo carattere difficile, riportata alla preghiera ed assistita fino alla fine. Gina, che una nostra consorella ha seguito con costanza e che ha potuto testimoniare con quanta serenità ha sopportato una lunga e terribile malattia, accettando fino alla fine la volontà di Dio; poi, Palma anziana 89 enne, ex legionaria, la quale non ha mai smesso di pregare, pur nelle grandi sofferenze degli ultimi anni, insieme con le legionarie che sono andate sempre a trovarla; inoltre Salvatore, di 90 anni, un uomo solo, poco credente, ma che negli ultimi tempi si era molto addolcito, tanto da riuscire ad affrontare con serenità le sofferenze fisiche, fino al termine dei suoi giorni. Inoltre visitiamo sempre Rosa, anziana signora completamente paralizzata, la quale non riesce quasi più a deglutire né a parlare tanto che viene alimentata per via parenterale. Ci aspetta per sentire recitare il S.Rosario ed appena iniziamo, si commuove e fa cenno con il capo di continuare. La sua sofferenza e la sua dolcezza ci comunicano una grande forza d’animo per pregare con lei, accompagnandola nel suo percorso terreno verso il Signore. Questa nostra costante presenza, suscita grande meraviglia e ammirazione nella figlia. Maria, ipovedente, ha perso il figlio in giovane età. E’ sola e molto depressa; attende la nostra visita con grande gioia, perché attraverso di noi, le si apre una finestra sul mondo. Angela, sempre più sola, sempre più malata, non cammina quasi più. Ha una situazione familiare disastrosa, vive con una figlia portatrice di una grave malattia mentale; il marito l’ha abbandonata. E’ molto affezionata a noi che rappresentiamo un momento per le sue confidenze e per pregare. Con lei preghiamo molto invocando la Misericordia divina. Ci siamo preoccupate di mandarle un Sacerdote ogni primo venerdì del mese per la confessione e la Comunione. Marisa, madre di due figli molto malati e sofferenti, ora è stata colpita anche lei da una grave malattia. Durante le nostre visite ci confida le sue sofferenze. Insieme preghiamo molto il Signore perché l’aiuti e porti un po’ di serenità in questa famiglia così gravemente colpita. Legione di Maria- Un Presidio di Roma)

martedì 21 agosto 2012

SPIRITUALITA'

LA NATURA DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA “Dio Padre ha dato al mondo il Suo unico Figlio soltanto per mezzo di Maria…Il mondo- dice S.Agostino- era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l’ha dato a Maria, perché il mondo Lo ricevesse per mezzo di Lei. Il Figlio di Dio si è fatto Uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria… Se esaminiamo da vicino i rimanenti anni della vita di Gesù Cristo, vedremo che Egli ha voluto cominciare i suoi miracoli per mezzo di Maria. Con la parola di Maria, infatti, ha santificato S.Giovanni, ancora nel seno della madre S.Elisabetta: non appena Maria ebbe parlato, Giovanni fu santificato; e questo è il primo e più grande miracolo nell’ordine della Grazia. All’umile preghiera di Maria, nelle nozze di Cana, Egli ha cambiato l’acqua in vino, ed è il Suo primo miracolo nell’ordine della natura. Gesù Cristo ha cominciato e continuato i Suoi miracoli per mezzo di Maria e li continuerà fino alla fine dei secoli… Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, Sua fedele Sposa, i Suoi doni ineffabili. L’ha scelta quale dispensatrice di tutto ciò che possiede: di modo che Ella distribuisce a chi vuole, quanto vuole, come vuole e quando vuole tutti i Suoi doni e le Sue Grazie. Nessun dono del Cielo è concesso agli uomini che non passi per le mani verginali di Lei. Il volere di Dio è, infatti, che tutto ci venga donato per mezzo di Maria. Quando Maria ha messo le Sue radici in un’anima, vi produce meraviglie di grazia, quali Lei sola può compiere, perché Lei sola è la Vergine feconda che non ebbe, né avrà mai chi le somigli in purezza e fecondità. In unione con lo Spirito Santo, Maria ha realizzato la più grande opera che mai sia esistita o sarà, cioè un Dio Uomo. Di conseguenza Ella compirà anche le più grandi cose che avverranno negli ultimi tempi. La formazione e l’educazione dei grandi Santi che vivranno verso la fine del mondo, sono riservate a Lei, perché soltanto questa Vergine singolare e miracolosa può produrre, insieme allo Spirito Santo, le cose singolari e straordinarie. Quando lo Spirito Santo, Suo Sposo, trova Maria in un’anima, vola ed entra con pienezza in quest’anima e le si comunica tanto più abbondantemente quanto maggior posto essa fa alla Sua Sposa… Per mezzo di Maria ebbe inizio la Salvezza del mondo; ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. In questi ultimi tempi, Dio vuole dunque rivelare e manifestare Maria, capolavoro delle Sue mani: -Perché Ella quaggiù volle rimanere nascosta e si pose al disotto della polvere con umiltà profonda, avendo ottenuto da Dio e dai Suoi Apostoli ed Evangelisti di passare inosservata. -Perché Ella è il capolavoro delle Sue mani, sia quaggiù nell’ordine della Grazia, che in Cielo nell’ordine della Gloria e Dio vuole riceverne gloria e lode in terra dei viventi. -Perché è l’aurora che precede e annunzia il Sole di Giustizia Gesù Cristo, e quindi deve essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo. -Perché essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che Egli seguirà nella Sua seconda venuta, anche se in modo diverso. -Perché è il mezzo sicuro e la strada dritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarLo perfettamente. Per mezzo di Lei, dunque, devono trovarLo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita, cioè Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Ora, non si può trovare Maria senza cercarLa, né cercarLa senza conoscerLa; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità. - Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi, in misericordia, in forza e in grazia. In misericordia, per ricondurre ed accogliere amorevolmente i poveri peccatori e i traviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa Cattolica. In forza, contro i nemici di Dio, gli idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti che si ribelleranno in modo terribile per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari. E, infine, deve risplendere in grazia per animare e sostenere i prodi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo, che combatteranno per i Suoi interessi. -Da ultimo, deve essere “terribile come schiere a vessilli spiegati” di fronte al diavolo e ai suoi seguaci, soprattutto in questi ultimi tempi perché il diavolo, ben “sapendo che gli resta poco tempo” e più poco che mai, per trarre in rovina le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi attacchi. Susciterà,infatti, quanto prima, crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri… Noi siamo di Cristo e di Maria. Da ciò che Gesù Cristo è nei nostri confronti, bisogna concludere con l’Apostolo che noi non ci apparteniamo più, ma siamo totalmente Suoi, come Sue membra e Suoi “schiavi”, che Egli ha comprati ad un prezzo infinitamente caro, a prezzo cioè di tutto il Suo Sangue. Prima del Battesimo, infatti, noi eravamo del demonio, veri suoi schiavi. Il Battesimo ci ha resi veri schiavi di Gesù Cristo, i quali devono vivere, lavorare e morire, unicamente allo scopo di portare frutto per questo Dio-Uomo, glorificarLo nel proprio corpo e farLo regnare nella propria anima, perché siamo Sua conquista, popolo che Egli si è acquistato e Sua eredità….Ne consegue che i cristiani devono essere o schiavi del demonio o schiavi di Gesù Cristo… Un percorso obbligato La Vergine Santa è il mezzo del quale nostro Signore si è servito per venire sino a noi; ed è anche il mezzo di cui noi dobbiamo servirci per andare a Lui. Ella ,infatti, non è come le altre creature, le quali,se ad esse ci affezioniamo, anziché avvicinarci a Dio, potrebbero allontanarcene. L’inclinazione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo, Suo Figlio, così come il desiderio più forte del Figlio è che si vada a Lui per mezzo della Sua Santa Madre. In tal modo Gli si fa onore e piacere, come farebbe onore e piacere al re chi si facesse schiavo della regina per essergli perfettamente suddito e schiavo. Ecco perché i Santi Padri e S.Bonaventura dopo di loro, dicono che la Vergine Maria è la strada per arrivare al Signore…. Mediazione di Maria Ma non abbiamo forse bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso? E’ forse abbastanza grande la nostra purezza, per unirci a Lui direttamente e da soli? Non è forse anche Lui Dio, in tutto uguale al Padre e quindi anche Lui il Santo dei Santi, degno di altrettanto rispetto quanto il Padre? Se per infinito amore si fece nostro garante e nostro Mediatore presso Dio Suo Padre, al fine di placarLo e di saldare il debito da noi contratto, avremo allora meno rispetto e timore della Sua Maestà e Santità?...Se abbiamo timore di andare direttamente a Gesù Cristo-Dio, a causa della Sua grandezza infinita, o della nostra pochezza, o dei nostri peccati, imploriamo con audacia l’aiuto e l’intercessione di Maria nostra Madre. Maria è buona e tenera. Non ha nulla di austero e scostante; nulla di troppo alto o di troppo splendente. Vedere Lei è vedere la nostra stessa natura. Maria non è il sole che col fulgore dei suoi raggi ci potrebbe abbagliare, perché siamo deboli. E’ invece bella e soave come la luna che riceve la luce dal sole e la tempera per adattarla alla nostra debole vista. E’ così caritatevole, da non rimandare nessuno che invochi la Sua intercessione, per quanto peccatore sia. Infatti non si è mai inteso dire, da che mondo è mondo- affermano i Santi- che alcuno sia ricorso con fiducia e perseveranza alla Vergine Santa è sia stato respinto. E’ così potente, da non ricevere mai un rifiuto alle Sue domande. Le basta presentarsi innanzi al Figlio per pregarLo, e subito questi concede, subito accoglie, perché sempre si lascia vincere amorosamente dalle preghiere della Sua carissima Madre che Lo portò in grembo e allattò… Per andare a Gesù, bisogna andare a Maria, nostra Mediatrice di intercessione; per andare al Padre, bisogna andare a Gesù, nostro Mediatore di Redenzione. Ora è proprio questo, l’ordine seguito perfettamente nella devozione di cui parlerò più oltre. Maria nostra tesoriera Perché i demoni, che sono ladri astuti, cercano di prenderci alla sprovvista per derubarci e svaligiarci. A tal fine spiano giorno e notte il momento favorevole, si aggirano di continuo intorno a noi per divorarci e toglierci, in un momento, con un peccato, quanto abbiamo potuto guadagnare di grazie e di meriti in parecchi anni. La loro malizia, la loro esperienza, le loro insidie e il loro numero, devono farci temere infinitamente tanta sventura, sapendo che persone più ricolme di grazie, più ricche di virtù, più mature per esperienza e più elevate in santità, sono state sorprese, derubate e infinitamente spogliate. Ah, quanti cedri del Libano e stelle del firmamento, si sono visti cadere miseramente e perdere in poco tempo, tutta la loro altezza e il loro splendore! Da che cosa dipende questo strano cambiamento? Non certo da mancanza di Grazia-la Grazia è data a tutti- ma da mancanza di umiltà. Si credevano più forti e più sufficienti di quanto non fossero, si sono fidati e appoggiati su se stessi, hanno creduto la loro casa abbastanza sicura e le loro casseforti abbastanza solide per custodire il prezioso tesoro della Grazia. Così, per questo loro appoggio impercettibile su se stessi, anche se pareva loro di contare soltanto sulla Grazia di Dio, il Signore Giustissimo ha permesso che siano stati derubati e abbandonati a se stessi. Ahimé! Se avessero conosciuto la meravigliosa devozione che stò per spiegare, avrebbero affidato il loro tesoro alla Vergine potente e fedele. E Lei lo avrebbe custodito come un bene proprio, anzi se ne sarebbe fatto un dovere di giustizia. Consacrazione perfetta e totale Questa devozione consiste, dunque, nel darsi interamente alla Santissima Vergine allo scopo di essere, per mezzo Suo, interamente di Gesù Cristo. Bisogna darLe: -il nostro corpo, con tutti i suoi sensi e le sue membra; -la nostra anima, con tutte le sue facoltà; - i nostri beni esterni, cosiddetti di fortuna, presenti e futuri; - i nostri beni interni e spirituali, vale a dire i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere passate, presenti e future. In breve, bisogna darLe tutto quanto abbiamo nell’ordine della natura e della grazia e tutto quanto potremo avere nell’ordine della natura, della grazia o della gloria. E ciò senza alcuna riserva, nemmeno di un soldo, di un capello e della minima buona azione. E ciò per tutta l’eternità e senza pretendere ,né sperare altra ricompensa per la nostra offerta e il nostro servizio, che l’onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di Maria e in Maria, quand’anche questa amabile Sovrana non fosse, come lo è sempre, la più generosa e la più riconoscente delle creature… Chi si è consacrato e sacrificato volontariamente a Gesù Cristo, per le mani di Maria, non può disporre del valore di alcuna delle sue buone opere. Tutto ciò che soffre, tutto ciò che pensa, dice e fa di bene, appartiene a Maria ed Ella può disporne secondo il volere del Figlio e alla maggior gloria di Lui. Inoltre questa forma di devozione è una pratica di grande umiltà e l’umiltà è una virtù che Dio ama sopra ogni altra. Un’anima che si innalza, abbassa Dio; un’anima che si umilia, glorifica Dio….Se ti abbassi, stimandoti indegno di comparirGli dinanzi e di accostarti a Lui, Dio discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te ed innalzarti anche tuo malgrado. Se invece osi accostarti a Dio senza mediatore, Dio si ritrae e tu non Lo potrai raggiungere. Oh, quanto Egli ama l’umiltà del cuore! Proprio a tale umiltà ci impegna questa devozione. Essa ci insegna a non avvicinarci mai da soli a Nostro Signore, per quanto dolce e misericordioso Egli sia. Ci insegna, invece, a ricorrere sempre all’intercessione della Vergine Santa, sia per presentarci a Dio, sia per parlarGli e andarGli incontro, sia per offrirGli qualcosa, sia per unirci e consacrarci a Lui. Maria contraccambia Vedendo il dono di chi si offre tutto a Lei per onorarLa e servirLa e si spoglia di quanto ha di più caro perché Lei ne sia ornata, Maria- questa Madre di dolcezza e di misericordia, che non si lascia mai vincere in amore e generosità- risponde con il dono ineffabile di tutta Sé stessa. Sommerge colui che a Lei si dona, nell’abisso delle Sue Grazie, l’adorna dei Suoi meriti, lo sostiene con la Sua potenza, lo rischiara con la Sua luce, l’accende del Suo amore, gli comunica le Sue virtù: umiltà, fede, purezza etc e si costituisce sua garanzia, suo supplemento, suo tutto presso Gesù. Infine, poiché una persona così consacrata, è tutta di Maria, anche Maria è tutta di lei. Fedelmente custodito, questo atteggiamento fa nascere nell’anima molta diffidenza, disprezzo e odio di sé e insieme grande fiducia e abbandono alla Vergine Santa, sua amata Sovrana. L’anima allora non fa più assegnamento come prima, sulle proprie disposizioni, intenzioni, meriti, virtù e opere buone. Ne ha fatto sacrificio completo a Gesù Cristo tramite questa Madre buona, e quindi ora possiede un’ unico tesoro. Questo tesoro, che racchiude tutti i suoi beni e non si trova più presso di sé, è Maria….Con questa devozione si offrono tutte le opere buone a Nostro Signore per le mani della Sua Santa Madre. Così questa amabile padrona le purifica, abbellisce, presenta e fa accettare dal Suo Figlio. Le purifica da ogni macchia di amor proprio e dall’impercettibile attaccamento alla creatura che si insinua insensibilmente nelle migliori azioni…Le abbellisce, ornandole dei Suoi meriti e virtù…Le presenta a Gesù Cristo non ritenendo per Sè quanto Le si offre, quasi fosse Lei il fine ultimo, ma tutto trasmette fedelmente a Gesù Cristo. Dare a Lei è dare necessariamente a Gesù. Quando viene lodata e glorificata, subito Lei loda e glorifica Gesù. Maria fa accettare queste buone opere da Gesù, per quanto tenue e povero sia il dono offerto a questo Santo dei santi e Re dei re. (noi) abbiamo un’Avvocata così potente che non è mai respinta, così avveduta che conosce ogni segreto per conquistare il cuore di Dio, così buona e caritatevole che non rigetta alcuno, per quanto piccolo e cattivo. Protezione di Maria Dove Maria è presente non c’è lo spirito maligno. E’ un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l’essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a Lei e il parlarne di frequente. E’ questo il pensiero di un Santo, il quale aggiunge che come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l’invocazione affettuosa di Maria, sono un segno sicuro che l’anima non è morta per il peccato.. Come dicono la Chiesa e lo Spirito Santo, sua guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie. Perciò non avverrà mai-anchese i critici borbottano- che un fedele devoto di Maria, cada nell’eresia o nella illusione almeno formale. Apostolato spirituale Possono ancora invogliarci ad abbracciare questa forma di devozione i grandi beni che ne verranno al nostro prossimo. Con essa, infatti, si esercita in modo eminente la carità verso il prossimo, poiché gli si offre, per le mani di Maria, quanto si ha di più caro e cioè il valore soddisfattorio e impetratorio di tutte le proprie buone opere, non eccettuati il minimo buon pensiero e la minima lieve sofferenza. Si accetta che tutte le soddisfazioni, che si sono acquistate e si acquisteranno fino alla morte, siano utilizzate secondo la volontà della Santa Vergine o per la conversione dei peccatori o per la liberazione delle anime del Purgatorio. Non è questo, amare perfettamente il prossimo? Non è questo essere del numero dei veri discepoli di Gesù Cristo che si riconoscono dalla carità? Non è questo il mezzo di convertire i peccatori, senza pericolo di vanità e di liberare le anime del Purgatorio, non compiendo nient’altro che il dovere del proprio stato? Bisogna inoltre notare che le nostre buone opere, passando per le mani di Maria, ricevono un aumento di purezza e quindi di merito e di valore soddisfattorio e impetratorio. Per questo, diventano molto più capaci di sollevare le anime purganti e di convertire i peccatori, che se non passassero per le mani verginali e generose di Lei. Il poco che si dà per mezzo della Vergine Santa, senza volontà propria e con una carità disinteressata, diventa in verità molto efficace per addolcire la collera di Dio e per attirare la Sua Misericordia. Può accadere che una persona molto fedele a questa devozione, trovi in punto di morte di avere così liberato molte anime dal Purgatorio e convertito molti peccatori, pur avendo compiuto soltanto i semplici doveri del proprio stato. Quale gioia al momento del suo giudizio! Quale gloria nell’eternità!... La nostra amabile Custode Con questa devozione si affida tutto quanto si ha alla Vergine Santa, che è fedele, costituendoLa depositaria universale di tutti i propri beni di natura e di grazia. Alla Sua fedeltà ci affidiamo, sulla Sua potenza ci appoggiamo, sopra la Sua Misericordia e Carità ci fondiamo, perché Ella conservi ed aumenti le nostre virtù e i nostri meriti, nonostante gli sforzi del demonio, del mondo e della carne, per toglierceli. Le diciamo, come un figlio buono alla madre e un servo fedele alla sua padrona: Custodisci il deposito, mia buona Madre e Padrona, riconosco che per Tua intercessione ho finora ricevuto da Dio più grazie che non meritassi, e so per mia funesta esperienza che porto questo tesoro in un vaso fragilissimo, e che sono troppo debole e misero per conservarlo in me: Io sono piccolo e disprezzato. Ti prego, ricevi in deposito tutto ciò che possiedo, e conservamelo con la Tua fedeltà e potenza. Se mi custodisci non perderò nulla, se mi sostieni non cadrò, se mi proteggi sono al sicuro dai miei nemici. S.Bernardo scrive: “La Vergine Santa, non solo dimora nella pienezza dei Santi, ma trattiene Ella stessa i Santi nella pienezza, perché questa non venga a diminuire. Trattiene le loro virtù perché non sfuggano, i loro meriti perché non periscano, le loro grazie perché non si disperdano. Trattiene i demoni perché non nuocciano e, infine, trattiene Nostro Signore perché non castighi i peccatori quando peccano.” Maria è la Vergine fedele che, con la fedeltà a Dio, ripara le perdite fatte da Eva l’infedele con l’infedeltà, e ottiene la fedeltà a Dio e la perseveranza per quelli e quelle che si affidano a Lei… So che voi, anime predestinate, mi capite. Parlerò comunque più chiaro. Non affidate l’oro della vostra carità, l’argento della vostra purezza, le acque delle grazie celesti, il vino dei vostri meriti e virtù a un sacco forato, a un forziere vecchio e rotto, a un vaso infetto e inquinato, quali voi siete. Altrimenti sarete derubati dai ladri, cioè dai demoni che cercano e spiano notte e giorno, il momento propizio. E voi stessi guasterete, con il vostro amor proprio, con la fiducia in voi medesimi e con la vostra volontà, ciò che Dio vi dà di più puro. Mettete, versate nel grembo e nel cuore di Maria, tutti i vostri tesori, tutte le vostre grazie e virtù; Ella è un vaso spirituale, un vaso d’onore, un vaso insigne di devozione. Dopo che Dio stesso in persona vi si racchiuse con tutte le Sue perfezioni, questo vaso divenne tutto spirituale e dimora spirituale delle anime più spirituali. Potenza di Madre La Vergine Santa ti farà partecipe della Sua Fede: una fede che vinse, quaggiù, quella dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli e dei Santi…Più dunque ti guadagni la benevolenza di questa augusta Principessa e Vergine fedele, più la tua condotta di vita è ispirata solamente dalla fede. Una fede pura, per cui non ti preoccupi molto di quanto è sensibile e straordinario. Una fede viva e animata dalla carità che ti fa agire solo per il motivo del puro amore. Una fede ferma e incrollabile come roccia, che ti fa rimanere fermo e costante in mezzo ad uragani e burrasche. Una fede operosa e penetrante che, come misteriosa polivalente chiave, ti permette di entrare in tutti i misteri di Gesù Cristo, nei fini ultimi dell’uomo e nel cuore di Dio stesso. Una fede coraggiosa che ti fa intraprendere e condurre a termine senza esitazioni, grandi cose per Dio e per la salvezza delle anime. Una fede, infine, che sia per te fiaccola ardente, vita divina, tesoro nascosto della divina Sapienza e arma onnipotente. Con tale fede rischiarerai quanti stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte, infiammerai quelli che sono tiepidi ed hanno bisogno dell’oro infocato della carità ridarai vita a coloro che si trovano nella morte del peccato, commuoverai e sconvolgerai con le tue soavi e forti parole, i cuori di pietra e i cedri del Libano e infine, resisterai al demonio e a tutti i nemici della Salvezza. Grande fiducia in Dio e in Maria La Vergine Santa ti ricolmerà di grande fiducia in Dio e in Lei stessa. -Infatti non ti accosterai più da solo a Gesù Cristo, ma sempre per mezzo di Lei. -Tu Le hai dato tutti tuoi meriti, grazie e soddisfazioni, perché ne disponga a Suo piacimento ed Ella ti comunica le Sue virtù e ti riveste dei Suoi meriti. Così tu puoi dire a Dio con fiducia: “Ecco Maria Tua serva: avvenga di Me quello che hai detto” -Tu ti sei dato a Lei totalmente, corpo e anima e Lei, che è generosa coi generosi, anzi più generosa di loro, in contraccambio si dà a te in modo meraviglioso, ma vero. Pertanto puoi dirLe arditamente: “Io sono tuo, o Vergine Santa, salvami, oppure come ho già affermato, con il discepolo prediletto: “Madre Santa, io Ti ho scelta per ogni mio bene.” Puoi anche ripetere con S.Bonaventura: “Amata mia Signora e Salvatrice, agirò con fiducia e nulla temerò perché mia forza e mia lode nel Signore sei Tu! Sono tutto Tuo E tutto ciò che è mio Ti appartiene. O Vergine glorificata e benedetta Al di sopra di ogni creatura! Ti voglio mettere come sigillo sul mio cuore, perché forte come la morte è il Tuo amore”. Consacrazione dopo esercizi preparatori ..Dopo aver trascorsi almeno 12 giorni a liberarsi dallo spirito del mondo, contrario allo spirito di Gesù Cristo, si dedicheranno tre settimane a riempirsi di Gesù Cristo per mezzo della Santissima Vergine. Durante la prima settimana si rivolgeranno tutte le preghiere e opere di pietà allo scopo di ottenere la conoscenza di se stessi e la contrizione dei propri peccati, in spirito di umiltà. Si potrà meditare sulle nostre cattive inclinazioni e considerarsi come “lumache, chiocciole, rospi, suini, serpenti e capri” Si potranno meditare questi tre pensieri di S.Bernardo: “Considera ciò che sei stato, un seme corrotto; ciò che sei, un vaso immondo, ciò che sarai, cibo dei vermi.” Nella seconda settimana ci si applicherà, in tutte le preghiere e azioni quotidiane a conoscere Maria. Si chiederà tale conoscenza allo Spirito Santo. Si reciteranno le Litanie dello Spirito Santo e dell’Ave stella del mare e in più un Rosario al giorno per questa intenzione. Nella terza settimana ci si dedicherà a conoscere Gesù Cristo. Si chiederà, anche cento volte al giorno: “Signore che io Ti conosca!” Inoltre si reciteranno le Litanie dello Spirito Santo e l’Ave stella del mare più le Litanie del Santo Nome di Gesù. Alla fine delle tre settimane, ci si confesserà e comunicherà con l’intenzione di darsi a Gesù Cristo in qualità di schiavi d’amore per le mani di Maria. Dopo la Comunione si pronuncerà la formula della Consacrazione in forma scritta e verrà firmata. E’ bene in tal giorno offrire un digiuno, ovvero una mortificazione, ovvero un’elemosina o un cero. Ogni anno nello stesso giorno,verrà rinnovata la medesima consacrazione. Ogni mese, o giorno si potrà rinnovare con queste parole:”Io sono tutto Tuo, e tutto ciò che è mio Ti appartiene, o amabile Gesù, per mezzo di Maria Tua Santa Madre”. Inoltre i consacrati avranno un culto singolare per il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo che si celebra il 25 marzo per onorare l’ineffabile dipendenza che Dio Figlio volle avere da Maria per la gloria di Dio Suo Padre e per la nostra Salvezza, oltre che ringraziare delle Grazie impareggiabili concesse a Maria e soprattutto di averLa scelta come Sua degnissima Madre. Recita dell’Ave Maria e del S.Rosario (i consacrati) ameranno e reciteranno l’Ave Maria, cioè il saluto di cui pochi cristiani, anche istruiti, conoscono il valore, il merito, l’eccellenza e la necessità. Per farne conoscere l’importanza c’è voluto che la Vergine Santa apparisse più volte a grandi Santi molto illuminati, come S.Domenico, S.Giovanni da Capestrano, il beato Alano della Rupe. Essi composero libri interi sulle meraviglie di questa preghiera e sulla sua efficacia per convertire le anime. Proclamarono a gran voce e predicarono apertamente quanto segue: -la Salvezza del mondo è iniziata con l’Ave Maria, così anche la salvezza di ciascuno dipende da tale preghiera. -questa preghiera fece produrre il frutto di vita alla terra arida e sterile, così, se recitata bene essa farà germogliare anche in noi la Parola di Dio e il frutto di vita, Gesù Cristo. -l’Ave Maria è una rugiada celeste che irrora la terra, cioè l’anima, perché dia frutto a suo tempo; chi non è irrorato dalla rugiada celeste di questa preghiera non porta frutti, ma solo triboli e spine e va incontro alla maledizione. Secondo i Santi, l’Ave Maria recitata bene, cioè con attenzione, devozione e modestia, è la nemica del demonio che mete in fuga, il martello che lo schiaccia, la santificazione dell’anima, la gioia degli angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, il piacere di Maria e la gloria della Santissima Trinità. Recitate anche la coronae, se ne avete il tempo recitate il rosario intero tutti i giorni. Al momento della morte, benedirete il giorno e l’ora in cui mi avrete creduto. E dopo aver seminato nelle benedizioni di Gesù e di Maria, raccoglierete benedizioni eterne nel cielo: “Chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.” Recita del Magnificat Per ringraziare Dio delle grazie concesse alla Vergine Santissima, reciteranno spesso il Magnificat…Il Magnificat è l’unica preghiera e l’unica opera composta dalla Vergine Santa, o meglio, composta in Lei da Gesù, dato che parlava per bocca di Lei. E’ il più grande sacrificio di lode che Dio abbia ricevuto nella Legge della grazia. E’ il cantico più umile e più riconoscente e insieme più sublime e più elevato di tutti. I misteri che racchiude sono così grandi e nascosti, che gli Angeli stessi non li conoscono tutti. Agire intimamente uniti a Maria Bisogna compiere le proprie azioni in Maria. Per capire bene questo esercizio interiore occorre ricordare: -La Vergine Santissima è il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo.. In questo paradiso terrestre si trovano ricchezze, bellezze, rarità e dolcezze inesplicabili, lasciate in esso dal nuovo Adamo, Gesù Cristo. In questo paradiso Egli prese le Sue compiacenze per nove mesi, operò le Sue meraviglie e dispiegò le Sue ricchezze con la magnificenza di un Dio. Questo luogo santissimo si compone tutto di terra vergine e immacolata. Con essa fu plasmato puro e senza macchia, e in essa attinse nutrimento il nuovo Adamo, per opera dello Spirito Santo che vi abita. In questo paradiso terrestre si trovano realmente l’albero di vita che portò Gesù Cristo, il frutto di vita e l’albero della conoscenza del bene e del male che diede la luce al mondo. In questo luogo divino si trovano alberi piantati dalla mano di Dio e irrorati dalla Sua rugiada, che hanno prodotto e producono ogni giorno, frutti di sapore divino. Vi sono aiuole smaltate di splendidi e svariati fiori di virtù, che emanano un profumo tale da inebriare perfino gli Angeli. Vi sono verdi prati di speranza, torri inespugnabili di fortezza, case incantevoli di fiducia…Solo lo Spirito Santo può far conoscere la verità nascosta sotto queste figure di cose materiali. In questo luogo si trovano l’aria non inquinata della purezza, il bel giorno senza notte dell’umanità santa, il bel sole senza ombre della divinità, la fornace sempre viva della carità dove il ferro s’infoca e si trasforma in oro, il fiume dell’umiltà, che nascendo da terra, si divide in quattro rami- le quattro virtù cardinali- ed irriga tutto questo luogo d’incanto. Lo Spirito Santo Custode di Maria Purtroppo quanto è difficile a peccatori come noi, avere il permesso, la capacità e la luce per entrare in un luogo così alto e santo, custodito non già da un Cherubino, come l’antico Paradiso terrestre, ma dallo stesso Spirito Santo che ne è diventato il padrone assoluto. Di Maria Egli dice:”Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso,fontana sigillata.”(Ct 4,12) Maria è un giardino chiuso! Maria è fontana sigillata! I miseri figli di Adamo ed Eva, cacciati dal Paradiso terrestre, possono entrare in quest’altro, soltanto per una grazia speciale dello Spirito Santo che devono meritare. Dopo aver ottenuto, con la propria fedeltà, questa grazia eccezionale, bisogna abitare nel bell’interno di Maria con compiacenza, in esso riposarsi in pace, appoggiarsi con fiducia, nascondersi con sicurezza e perdersi senza riserva. Così, in questo seno verginale, l’anima: -sarà nutrita con il latte della Sua grazia e della Sua materna Misericordia; -troverà liberazione da turbamenti, timori e scrupoli; -rimarrà al sicuro da ogni nemico: dal demonio, dal mondo e dal peccato ai quali non è mai stato consentito di entrarvi. Per questo ella dice: “Chi compie le mie opere non peccherà”(Sir 24,30) Ciò significa che non commetterà peccato considerevole chi rimane spiritualmente nella Santa Vergine. “ Carlo.(Sintesi fedele dal libro “Trattato della Vera devozione a Maria” di S.Luigi Maria di Montfort)

domenica 12 agosto 2012

SPIRITUALITA'

PROFEZIE “I libri dell’Antico Testamento descrivono la storia della Salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo…passo passo, essi mettono sempre più chiaramente in luce, la figura di una Donna; Ella viene già adombrata nella promessa fatta ai progenitori:”Io porrò inimicizia fra te e la Donna…” (Gen 3,15). Parimenti: “Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un Figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is 7,14) e “Fino a quando Colei che deve partorire, partorirà”(Mic 5,2). Maria, quindi è presente, come una persona che ancora non si vede, ma di cui si odono i passi, come un’immagine sfocata che riceverà chiarezza di contorni, solo quando si passerà dalla profezia alla storia. Volle il Padre delle Misericordie, che l’accettazione della Madre Predestinata, precedesse l’incarnazione perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una Donna contribuisse a dare la vita.”(De Fiores) Dice S.Ireneo che “il nodo della disubbidienza di Eva, ha avuto la sua soluzione nell’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria sciolse con la Fede.” Maria è la Madre del Figlio di Dio e perciò Figlia prediletta del Padre e Tempio dello Spirito Santo,ed è congiunta nella stirpe di Adamo. “Poiché Ella si pone nel culmine e nella precisa intersezione, dove Dio ha collegato il Verbo col genere umano. La Beata Vergine, sotto un aspetto si pone dalla parte di noi i quali, in quanto dispersi, dovevamo essere riuniti; e sotto l’altro aspetto, dalla parte del Redentore, perché, attraverso di Lei, Sua Compagna, noi avessimo da Lui la riconciliazione. Né da Cristo, né da noi miseri, Maria potrà mai essere separata.” (G.Philips) “Maria è una Persona viva che in Cristo e nello Spirito, è diventata corpo spirituale e datrice di vita (cfr 1 Cor 15,42).” E’ una Creatura avvolta dallo splendore di Cristo e che continua adesso, dal Cielo, a compiere la Sua funzione materna di Cooperatrice alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle singole anime degli uomini redenti” (Paolo VI) “La maternità di Maria è frutto di un consenso e di una libera decisione. Prima di accogliere il Figlio di Dio nel Suo seno, Lo accolse nel cuore. “ (De Fiores)

SPIRITUALITA'

CORREDENTRICE E MADRE Nell’economia della Salvezza, certamente non era indispensabile che Dio si servisse di una creatura per attuare la Redenzione dell’Umanità, gravata dal peccato originale, ma Egli volle unire l’Incarnazione del Figlio alla maternità di Maria. Questa maternità, diventa così un elemento del piano di Dio, un’espressione della Sua misericordiosa Sapienza. Maria, quindi, è connessa intimamente con l’Incarnazione redentrice, finalizzata alla Salvezza dell’Umanità. E’ stato Dio Stesso che per primo ha parlato di Lei e voluto per Lei un destino incontestabilmente unico. Tutta la Sua grandezza ha avuto quindi il suo inizio nell’eternità. Prima che il mondo fosse creato, l’idea di Maria era presente all’Eterno Padre insieme a quella del Redentore, del cui destino Ella faceva parte. Perciò fin da allora Dio ha risposto ai dubbiosi che dicono: “che bisogno ha Dio dell’aiuto di Maria?” Certo, Egli avrebbe potuto fare del tutto a meno di Lei. Ma il piano che Gli è piaciuto adottare, comprendeva Maria. L’ha collocata accanto al Redentore proprio dall’istante in cui fu deciso che vi sarebbe stato un Redentore. Ma vi è di più. Facendo di Lei la Madre del Redentore, ne fece per ciò stesso e senza eccezioni, la Madre di tutti gli uomini che sarebbero stati a Lui uniti…Così da tutta l’eternità, Maria occupa un posto unico fra tutte le creature…Era dunque conveniente che fosse distinta da ogni altra, nel primo annuncio della Redenzione, fatta da Dio a satana: “Io porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la Sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu Le insidierai il calcagno” (Gen 3,15) Con queste parole Dio Stesso sintetizza la futura Redenzione… Le profezie continuano, una dopo l’altra, piene di allusioni: la Vergine, la Vergine e il Bambino, la Donna, la Donna e il Bambino, la Regina assisa alla destra del Re. La Scrittura ripete costantemente che una donna sarà uno degli elementi fondamentali della nostra Salvezza… Una profezia che descriva la Redenzione futura, come l’opera comune di una Donna e del Suo Bambino, che schiacciano la testa di satana, apparirebbe del tutto inconsistente, se nel giorno in cui la Redenzione si attua, la Donna fosse relegata nell’oscurità…Se quindi la Salvezza consiste nella continua efficacia dell’Incarnazione e della morte di Gesù Cristo dentro le fibre dell’anima umana, allora nel Cristianesimo deve esserci Maria, insieme con Gesù, inseparabile da Lui nella Sua opera di Salvezza, la nuova Eva, dipendente da Lui, ma a Lui necessaria: veramente la Mediatrice di tutte le Grazie secondo l’espressione con cui la Chiesa Cattolica riassume la Sua funzione misericordiosa. Se dunque ciò che la profezia aveva intravisto, è davvero il Regno di Dio, quelli che sminuiscono Maria, non vi appartengono…Considerate con reverenziale timore, il modo in cui venne condotto a termine il misericordioso piano di Dio. Maria non era che una dolce fanciulla, eppure in quel giorno fu arbitra del destino di tutto il genere umano. L’Angelo Le si presentò con un messaggio sconvolgente; Le propose l’Incarnazione…la Sua libertà di scelta fu lasciata intatta, cosicché per un momento, la sorte dell’Umanità rimase in bilico. Dio desiderava ardentemente realizzare la Redenzione, ma in questa come in ogni altra questione, anche di minore importanza, non volle forzare la volontà umana. Egli, offrì questo dono inestimabile, ma stava all’uomo accettarlo, e l’uomo aveva la libertà di rifiutarlo. Era arrivato il momento atteso da tutte le generazioni passate e al quale si sarebbero poi sempre rivolte tutte le generazioni future; il momento più critico di tutti i secoli. Vi fu una pausa. La Vergine non accettò subito; pose una domanda e Le fu data una risposta. Vi fu un’altra pausa: allora Ella disse:”avvenga di Me quello che hai detto”(Lc 1,38), cioè quelle parole che fecero scendere Dio sulla terra e conclusero il grande trattato di pace con l’Umanità. Qualora la Vergine avesse rifiutato l’offerta della maternità che Le era stata fatta, la seconda Persona della Santissima Trinità, non si sarebbe incarnata in Lei. Quanto è grande l’importanza di questo fatto! (Manuale L.M.) “E’ spaventoso pensare che Dio abbia fatto dipendere la venuta del Redentore dalla frase”avvenga di Me” detta da quell’umile fanciulla di Nazareth; che le Sue parole di assenso dovessero segnare la fine del mondo antico, l’inizio del nuovo, il compimento di tutte le profezie, la svolta di tutti i tempi, il primo bagliore della stella mattutina che annunciava il sorgere del Sole di Giustizia, che quelle parole, per quanto la volontà umana sia capace di realizzare, abbiano stretto il legame che fece scendere il Cielo in terra ed elevare l’Umanità fino a Dio!” (Hettinger) Allora il Redentore venne in Lei, e non solamente in Lei ma, per mezzo di Lei, nella povera Umanità bisognosa di aiuto, nel cui nome Ella parlò. Dandoci il Salvatore, Ella ci ha portato tutto ciò che la Fede significa e la Fede è la vera vita degli uomini. Nient’altro ha importanza; per acquistarla, bisogna abbandonare tutto, senza indietreggiare mai di fronte a nessun sacrificio, poiché è l’unica cosa veramente preziosa nel mondo. (Manuale L.M.)

venerdì 10 agosto 2012

SPIRITUALITA'

Quando, durante la S.Messa, si arriva al Gloria, tutti insieme pronunciamo questa bella preghiera di lode: “…Ti rendiamo grazie per la Tua Gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente…” In queste poche parole è racchiuso un segreto meraviglioso, perché se le pronunciamo in modo cosciente, credendo profondamente che Dio è signore della nostra vita e intendiamo offrirGli la nostra adorazione, allora entrerà in noi la gioia e godremo pienamente della Sua Presenza. Ecco la cosa importante: dire a Dio, con tutta l’intensità del nostro essere, che Lui solo ci basta, che la Sua Gloria è per noi fonte di gioia, perché Lo amiamo in tutto lo splendore della Sua potenza. La mente è estasiata nella contemplazione e il cuore sembra fermarsi nell’attesa. Nulla può scalfirmi, perché Dio è con me, nel mio cuore; e questo mi sembra un attimo di Paradiso ! Carlo

lunedì 9 luglio 2012

APOSTOLATO

Trovato scritto lasciato sui banchi di una Cappella alla Stazione Termini: Passeggero, forse ignori che i tuoi passi sono stati indirizzati verso questa Cappella ove il Re dei re si degna attenderti, per invitarti a dissetare il tuo spirito stanco, alla Sua fonte perenne che dona gioia e appaga la tua anima. “Chiunque ha sete, venga a Me” (Gv 7,37) Lui è lì, e attende con ansia che tu Gli riveli il tuo amore, la tua attenzione, il tuo ringraziamento. Egli merita la tua adorazione, perché ti ha creato e protetto in tutte le fasi difficili della vita, ti ha donato la Sua Paternità, facendoti nascere in una nazione cristiana che ha reso possibile il tuo Battesimo, Battesimo che ti ha fatto figlio ed erede di Nostro Signore Gesù Cristo. Con l’arma della Fede hai potuto e puoi vincere ogni difficoltà; hai potuto vincere il male con il bene e liberarti da ogni condizionamento e schiavitù, creati dal “nemico” per asservire coloro che, per orgoglio, non hanno voluto piegare il ginocchio davanti al loro Benefattore, ed hanno preferito escluderLo dalla propria vita, pur sapendo che il rischio di perdizione è tremendamente reale. Gesù è l’Amore, quell’Amore che pur di vincere il male prodotto dall’uomo col peccato originale, ha sofferto, come non è possibile maggiormente, e ha dato la vita per redimerti, per strapparti al “nemico”, il quale possedeva l’umanità inesorabilmente, al fine di distruggere l’uomo, con il suo odio inestinguibile. Gesù, l’Amore infinito, è sempre fisicamente presente nell’Ostia, custodita in questo Tabernacolo, e attende paziente che tu rivolga i tuoi passi verso di Lui e che Lo riconosca Autore di ogni bene, per consentirGli di coprirti di benedizioni. Firmato: Un passeggero come te.

giovedì 24 maggio 2012

SPIRITUALITA'

L’ APOSTOLATO LEGIONARIO OGGI Dopo la caduta, causata dal peccato originale, l’Umanità è perduta, condannata per sempre, alla perdita del suo unico bene. Ma la Misericordia di Dio viene incontro all’uomo, preparando per lui un piano di salvezza atto a redimerlo dall’immenso sfacelo prodotto dal peccato originale. A questo punto mi piace soffermarmi e meditare sull’enorme capacità di amore, per noi incomprensibile, del nostro Creatore e Signore, il quale ha superato il doloroso e ingiusto peccato di orgoglio umano, ed ha continuato ad amarci, se possibile, più di prima; la Sua Misericordia ha “placato” la Sua Giustizia e l’Amore, ancora una volta, ha vinto. Certo, una riparazione era pur necessaria e per questo un Dio-Uomo ha patito ed è morto, perché vi fosse una via di salvezza e l’uomo, colui che aveva rinnegato il suo Creatore, è stato messo in condizione di riacquistare il suo bene e vivere nella gioia, in eterno. Il mio cuore non può resistere a tanto amore, a tanta squisita tenerezza, ma non sempre e non completamente, siamo consci che Dio ci ha resi Suoi cooperatori per realizzare questa grande opera di salvezza. Questa cooperazione viene richiesta a tutti coloro che entrano a far parte della Chiesa col Battesimo, ma in modo particolare è richiesta a chi risponde positivamente alla chiamata del Cristo; infatti quando c’è la nostra adesione all’invito d’amore, partecipiamo a quel grande progetto che fa di noi operai nella vigna del Signore. Questa disponibilità apre la strada alla discesa dello Spirito Santo, mosso dal Suo grande desiderio di comunicare Amore, di infiammare i cuori perché divengano Apostoli, divulgatori del messaggio evangelico. Il primo segno di tale “investitura” appare evidente quando il nostro arido cuore si apre all’esigenza del prossimo, manifestandogli il nostro desiderio di donazione. E così, non appena Maria riceve l’annuncio dell’Angelo Gabriele con la notizia che la cugina Elisabetta, nonostante la tarda età, aspetta un figlio, subito si mette in viaggio per andare ad aiutarla nelle sue necessità; ecco, la Grazia di Dio ha riempito il Suo Cuore di un immenso amore apostolico e Lei, Madre amorosa, ha risposto subito. Del resto, lo stesso concetto di maternità, implica quello di Apostolato; la maternità è, per sua natura, feconda, promuove lo sviluppo dell’individuo e il suo benessere. Ogni manifestazione affettiva, promossa dal sentimento materno, è altruista e piena di generosità: quella generosità richiesta ad ogni consacrato. L’apostolato, frutto dell’Amore di Dio, non può essere che mariano, proprio per quel concetto di dedizione che ci fa lottare per il bene spirituale dei fratelli. La verginità della Madonna non è semplicemente né soltanto una componente naturale, ma è tale perché totalmente disponibile alla volontà del Figlio. Quando Gesù Crocifisso affida all’Apostolo Giovanni e con lui a tutta l’Umanità, al Cuore della Madre (nonché la Madre a Giovanni e ad ogni uomo) crea una nuova unità, destinata ad amalgamare tutti i battezzati, formando così un Organismo, un Corpo Mistico il cui capo è lo stesso Cristo e le membra siamo noi; ma non solo noi, poiché insieme all’Umanità redenta, come primizia, come prima Redenta c’è Maria. “Si è affermato-dice il Manuale della Legione- che questa verità (del Corpo Mistico) è il dogma centrale del Cristianesimo, perché effettivamente tutta la vita soprannaturale e tutte le Grazie accordate all’Umanità, sono il frutto della Redenzione. La Redenzione stessa è basata sul fatto che Cristo e la Chiesa formano una sola mistica Persona, in modo tale che la riparazione, operata da Cristo, il Capo, e gli innumerevoli meriti della Sua Passione, appartengono alle Sue membra, ossia a tutti i fedeli.” (Manuale cap.9 ) Ma se noi tutti formiamo un unico corpo, non possiamo disinteressarci delle membra ammalate e dobbiamo adoperarci perché vi sia una compensazione che riporti l’equilibrio compromesso. Ogni nostra preghiera, ogni nostra sofferenza accettata con pazienza e amore, ogni attività apostolica, possiedono il valore per concorrere al ripristino di questo equilibrio. Tutte le defezioni hanno conseguenze negative le quali ricadono su tutto il Corpo Mistico, così come ogni attività di bene, ridonda in positivo su tutto il popolo di Dio. E’ necessario, quindi, pregare, offrire, lavorare, perché si instauri il Regno di Dio. Le forme di Apostolato sono tante e comprendono tutte quelle che ogni buon Legionario conosce; ma perché tutto ciò riesca, è indispensabile la preghiera per ottenere il favore divino. Quanto sono encomiabili quei Legionari che si adoperano per la diffusione del Rosario, tanto sollecitato da Maria nelle Sue apparizioni ! Con la preghiera tutto è possibile, senza la preghiera guadagnano terreno l’orgoglio e l’eccessiva fiducia nelle proprie forze, con il risultato scontato del completo fallimento ! Quando invece ci lasciamo condurre da Maria, Ella rende la nostra vita feconda e degna di essere vissuta, riempiendola di significato, perché ci inserisce profondamente nella Comunione dei Santi, facendoci partecipare al piano redentivo, secondo le intenzioni di Lei che sono totalmente apostoliche e che mirano alla Gloria di Dio e alla salvezza di tutta l’Umanità. Essere consacrati a Maria, significa essere totalmente disponibili (Totus tuus) a fare la volontà di Dio e di Sua Madre perché si affermi il Regno di Dio. La preoccupazione costante dei Legionari di Maria è quella di comportarsi verso i fratelli, come se al posto loro vi fosse Maria Stessa, perché la loro funzione è di guidare, consolare e illuminare coloro che hanno bisogno di essere condotti a Cristo, consolati nelle loro sofferenze, quando sono abbattuti e scoraggiati e non sentono più la forza della Speranza. Gesù Stesso ci dà la prova che solo l’Amore può conquistare il mondo e il Legionario, seguendo questo esempio, cerca di amare il prossimo, considerandolo oggetto dell’Amore del Padre. Obbedendo al comandamento dell’amore, il Legionario ottempera al suo primo dovere che è quello di amare il Signore Gesù. Conscio del sentimento apostolico, il buon Legionario appartenente a Maria, deve impiegare i suoi doni, i suoi carismi, per combattere insieme alla sua Regina i tanti mali del mondo; il suo maestro S.Luigi Maria di Montfort nel “Trattato della vera devozione a Maria S.S.” ipotizza, anzi, profetizza la contrapposizione di due eserciti, uno del Bene da una parte, e l’altro, contrario, dall’altra. Egli dice chiaramente: “…questa vista (delle persecuzioni subite dai devoti) mi dà coraggio e mi fa sperare un felice risultato, cioè un grande squadrone di bravi e valorosi soldati di Gesù e di Maria, dell’uno e dell’altro sesso, per combattere il mondo, il diavolo e la natura corrotta, nei tempi pericolosi che più che mai si avvicinano. “ (V.D.114) Quando, nella Bibbia, Dio ha maledetto il serpente, disse: “Metterò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la Sua stirpe; Ella ti schiaccerà la testa e tu Le insidierai il calcagno.” In queste parole c’è tutto l’eterno dramma della lotta tra bene e male “tra la tua stirpe e la Sua stirpe” Chi si consacra a Maria è disposto a schierarsi al Suo fianco e lottare contro tutte le forme di male. L’Apostolato oggi si esercita anche con l’opporsi a forme apparentemente innocenti, ma che nascondono un veleno sottile. Il Legionario viene addestrato da Maria ad acuire la sua sensibilità per svelare questi moderni inganni che riescono ad ammantarsi di bene. Quante volte ho ascoltato in Televisione o letto sui giornali personaggi di spicco, dichiarare che oggi non si sa più cosa sia bene e cosa sia male ! Questa confusione deriva dal fatto che una grande parte dell’uomo di oggi, si è allontanato dai precetti del Signore ed è continuamente catturato da ciò che in un primo tempo considera lecito ed attraente. Inevitabilmente viene sconfessato dagli avvenimenti della vita, ma non riuscendo a ritornare al Padre perché è lontano dalla Luce, ricade in un altro inganno, precipitando sempre di più nel vortice che il “nemico” gli prepara davanti. Il disorientamento è completo ed è divenuto terreno fecondo per l’instaurarsi di astruse ideologie e pericolose dipendenze, che schiavizzano sempre di più l’uomo moderno, allontanandolo spietatamente dalla Verità. Sotto i nostri occhi, quasi quotidianamente, si consumano tali drammi, e spesso il Legionario li viene a conoscere quando non è rimasto molto tempo per poterli contrastare o si sono troppo radicati. Il Cuore della Madre Celeste sanguina per tanti figli dispersi e in pericolo, e il Legionario devoto e consacrato a Lei, sa che non può esimersi dall’ottemperare al suo dovere di Apostolo. La costanza legionaria è una componente inscindibile della personalità combattiva e deriva dalla certezza che alla fine il Bene trionferà. Maria è la nostra speranza e Lei, ripiena di Spirito Santo, ci dona questa forte convinzione, facendo di ogni Legionario, un eroe in potenza. L’Apostolato del nostro tempo ha bisogno di coraggio e determinazione, quel coraggio che sfida l’impopolarità, la derisione, l’opposizione politica che cerca di impoverire ogni buona iniziativa, attribuendo ogni male alle guerre di religione e al fanatismo delle masse più estremiste, cercando di mescolare ancora una volta, il bene sacrosanto della Religione, col fanatismo più aberrante e deleterio dei nemici della Chiesa. Il coraggio è oggi, a mio avviso, una delle componenti più necessarie per esercitare l’Apostolato e una esperienza esaltante del devoto di Maria, è sentirsi investire dal fuoco dello Spirito Santo in una perenne Pentecoste che ci dona la certezza della presenza costante di Maria e dell’immensa forza che promana dalle nostre convinzioni, espresse con fede e determinazione. All’Apostolato è affidato il compito di salvare il mondo perché per mezzo di esso i volenterosi trasmetteranno alle giovani generazioni, quei valori che oggi sembrano dimenticati dietro a ideologie che tentano di modificare il mondo, rendendolo arido ed egoista. Oggi il male si nasconde e trama dietro l’angolo, reso invisibile dall’ambiguità tipica di questa epoca che propone di continuo nuovi atteggiamenti e nuove esperienze, impedendo una sedimentazione che porterebbe, se fosse concesso dallo scorrere del tempo, ad un chiarimento e alla scoperta della verità. L’eccessiva evoluzione e il cambiamento continuo di tante informazioni, non permettono un’analisi approfondita, e costringono l’individuo poco vigile, e soprattutto disimpegnato, ad accettare tutto con superficialità. La società stessa propone di continuo e crea, per motivi commerciali, nuovi bisogni fino a ieri non considerati e resi oggi indispensabili. Il mondo moderno rifiuta la saggezza del tempo passato, i suoi riti, le sue tradizioni perché, non essendone informato, non le apprezza a dovere e quindi non le comprende. Scarseggiano i mentori disposti ad illustrare e difendere quegli antichi valori che, se tramandati, sarebbero capaci di contrastare un così nefasto divenire. E così, mancando questo impedimento, l’errore, sempre pronto ad instaurarsi, provoca altri errori i quali si ripercuotono a ondate successive ed incalzanti disorientando i volenterosi e creando la falsa certezza dell’ineluttabilità di una tale situazione. E così, oltre tutto, si instaura anche nei volenterosi, il concetto pessimista che non sia possibile lottare “contro i mulini a vento” e si perde la speranza cristiana che è certezza della vittoria del Bene. Insieme alla perdita e all’attenuamento del senso di speranza, vi è la terribile perdita dell’amore per Dio ritenendoLo, in definitiva, impotente di fronte al progresso del male. Questo meccanismo diabolico, attivo per tanti, troppi sconsiderati, può essere rallentato e distrutto, se i volenterosi cesseranno di essere inerti e reagiranno sotto la spinta feconda dello Spirito Santo. Oggi il peccato più diffuso è quello di omissione; il Legionario però, seguendo Maria, non si rende responsabile, non concede la sua connivenza con gli avversari della fede, perché il suo Apostolato lo salva da “questa generazione perversa”. Egli però non condanna, ma prospetta una revisione di vita presentata con un linguaggio che tenga conto della cultura del momento e che sorga dal suo interno, sforzandosi di fare apprezzare la Buona Novella all’uomo di oggi. Nulla deve fermare il Legionario dal comunicare questo annuncio, ed egli non deve perdere alcuna occasione per farlo. Coloro che hanno una qualche esperienza legionaria, sanno che i doni ricevuti dalla Fede (i talenti), non sono nostra esclusiva proprietà, ma ci sono stati elargiti perché possano essere utili anche ai nostri fratelli, secondo il principio divino che tutto procede da Dio e non ritorna a Lui senza aver sortito il suo effetto. Nella lettera “ai Filippesi “ Paolo dice: “Abbiate voi gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la Sua uguaglianza con Dio…” In queste parole io credo di scorgere la grande generosità di Dio che vuol condividere con noi la gioia del Suo Paradiso e apre a noi i tesori della Sua grande Misericordia. Come rimanere insensibili e lasciare che i nostri fratelli più sfortunati, vadano in perdizione ? Anche se viviamo nel regno della “quantità” e il mondo si è assuefatto a considerare solo le masse, ignorando le esigenze del singolo, noi Legionari, sotto la guida di Maria e accompagnati da questa dolce Madre, dobbiamo privilegiare il contatto personale, poiché solo attraverso di questo, riusciamo a scorgere l’immagine del Cristo. Carlo

domenica 6 maggio 2012

TESTIMONIANZE

“La sposa bella” E' bello, anzi bellissimo, essere donna. In te ritrovi qualità straordinarie: la femminilità, la sensibilità, la dolcezza, la sensualità, la tenerezza....... Poi, se Dio vuole, puoi sperimentare la maternità, un dono enorme che acuisce e racchiude tutte quelle qualità donandoti una felicità immensa.... E, non da ultimo, nel tuo essere donna, puoi sperimentare l'amore, intendo quell'amore particolare verso un tuo “lui”, quell'amore che entra nella tua vita riempiendola con prepotenza: non sei in grado di scacciarlo, di sostituirlo magari con qualcosa di meno ingombrante.... La vita diventa, così, un'avventura da vivere insieme, uniti in un sentimento talmente appagante da farti pensare che non hai più bisogno di nulla e di nessuno. Ma, talvolta, l'idillio svanisce o, meglio, è annullato, stroncato da un grande mistero che sconvolge tutti i tuoi piani ed i tuoi desideri: la morte ti rapisce sotto gli occhi il tuo “lui” e ti procura un dolore, una ferita profonda che sembra, a dir poco, insanabile...... Sì, ti senti ferita nel tuo essere donna e nel tuo essere madre, diventi impotente, una calamità ti è piombata addosso, all'improvviso, come un macigno........ Se hai dei figli, riesci a scuoterti per amor loro, perchè vuoi alleviare loro la sofferenza di vivere con l'assenza del padre e del suo importantissimo amore; ma in te, comunque resta il disagio di una donna sola che non può offrire loro una vita piena, completamente serena... E poi c'è anche il caso che nel tuo essere donna si infiltri la necessità a cui provvedeva il tuo lui: il sostentamento della famiglia ed allora ti butti a capofitto nel lavoro che ti toglie il respiro e la possibilità di dedicarti, come avevi sognato, alla cura dei tuoi figli..... Il loro pianto, quando li lasci per affidarli ad altri, ti strazia il cuore e ti accompagna per tutto il giorno.... Percepisci, poi la sgradevole sensazione di essere emarginata dalla società che non ti vede più come prima: per te non rimane che l'umiliazione di una grande compassione......... Scopri così la tua povertà, la tua fragilità, la tua incapacità profonda di prendere in mano la tua storia per riadeguarti alla vita che ti circonda. Ti rendi conto che sarebbe necessaria una forza, una speranza, ma, intorno a te, anche se sei circondata da molte persone, trovi solo il vuoto come la parola che ora definisce il tuo stato: sei una VEDOVA (VIDUA = vuota). Sei vuota, perchè ti manca lui, il suo amore e tutto diventa difficile, più difficile del difficile....... Ti scopri senza sicurezze: hai perduto la tua fisionomia di sposa, non hai un appoggio, ti manca quella costola dalla quale ti trasse Dio, perchè il tuo Adamo non c'è più.... Allora provi a pensare, talvolta per anni, a come puoi rapportarti a quella vita che per te ha perso ogni senso ed ogni bellezza... Poi, all'improvviso ecco un'intuizione: forse, contattando Chi ti ha costruito, potrai trovare un pezzo di ricambio: ormai tu sei una macchina in panne.... Ed è allora che rivolgendoti a Lui, a Dio, tu fai una grande scoperta: Lui accorre subito ma viene non perchè Tu lo hai cercato: è Lui che ti cerca da tempo e tu non Gli hai aperto la porta. Egli, che ti rispetta profondamente, e' rimasto lì, senza mai stancarsi, dietro quella porta che tu non hai voluto aprire per anni ed ha aspettato che tu aprissi solamente uno spiraglio per entrare... Lui ti cerca e ti rigenera, ti rende consapevole che la costola che pensavi di aver perduto per sempre è ancora presente in te e, riplasmandoti con le Sue mani, fa nascere da essa una donna nuova, capace di continuare il percorso intrapreso insieme al suo Adamo. E capisci che Adamo è lo stesso Adamo di prima, anzi più bello, pienamente felice, perchè vive in una dimensione straordinaria di amore e ti ritrova e ti vede felice e serena: ora per lui tu sei la sua “sposa bella” perchè sei stata rigenerata, fatta nuova dentro; per questo scopri in te sensazioni dolcissime: sei, ora, avvolta da un amore umano e divino insieme e ritrovi le tue qualità di donna rivestite di luce ed hai la sensazione di toccare con mano quel Paradiso che accoglie il tuo “lui”....... Finalmente non devi più piangere e nemmeno più cercare, come la Maddalena nel sepolcro vuoto, perchè qualcuno ti interpella come fece con lei: “Perchè cerchi tra i morti Colui che è vivo?” E, come lei, tu riconosci la Sua voce che ti chiama per nome e gli rispondi: “Rabbunì!”..... Ed allora scopri due persone in una: il volto del tuo sposo è nel Volto del Signore , egli è lì con Lui: ed è da lì che ti ama ed assieme al Signore ti dona una forza ed un appoggio ancora più straordinari di quando era in vita. Ora puoi vivere in pienezza la tua realtà di sposa e di madre e puoi finalmente donare ai tuoi figli il sorriso di una donna risanata nel cuore e nell'anima.... E, finalmente, ti scopri completa , anzi “sposa bella”, perchè in te si rende visibile la beltà di un Dio che ti ama e che ti dona la consapevolezza che nel Suo amore immenso e misterioso Egli predilige “l'orfano e la vedova”. Che Tu sia benedetto, Signore, perchè mi rendi partecipe della Tua presenza nel mio sposo, sii benedetto per lo sposo che mi hai fatto conoscere, sii benedetto per la figlia che mi hai dato, sii benedetto perchè non mi hai lasciato, sii benedetto perchè mi hai aspettato, sii benedetto per la gioia che ora provo, sii benedetto per questa croce che mi ha permesso di incontrarTi!!!!! Enza

sabato 14 aprile 2012

APOSTOLATO 15

Un'esperienza legionaria

"Mi sono trovata improvvisamente ricoverata in ospedale per una fibrillazione cardiaca, dovuta ad un forte stress. Mio marito, poco tempo prima aveva subito un intervento al cuore, e per vari giorni avevo vissuto ore di ansia, nel reparto di terapia intensiva.
Vicino al mio letto, con i miei stessi problemi, stava una signora nord-africana, la quale non conosceva una sola parola di italiano. Mi sono offerta, col mio francese scolastico, di fare da interprete con i medici, e questo ci ha un pò avvicinate.
Una sera ho cominciato a recitare il S.Rosario ed ho visto che la signora ripeteva a bassa voce le stesse mie preghiere.
Ho estratto la mia "Pagellina", ho letto la "Catena" e, con grande sorpresa la mia vicina di letto ha sorriso, si è avvicinata e, commossa, mi ha fatto capire di essere anche lei una Legionaria di Maria.
Ci siamo sentite sorelle e per me è stata un'esperienza splendida. Un incontro di due mondi, così distanti e così vicini. Ho scoperto che Maria è universalmente la Mamma di tutti"
Maria P.-Presidio Vas spirituale. Roma

martedì 20 marzo 2012

SPIRITUALITA'

La porta della Fede

Con la lettera apostolica “Porta Fidei” dell’11 ottobre 2011, Benedetto XVI° ha indetto un anno della Fede che inizierà l’11 ottobre 2012 e terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.
Ciò allo scopo di contribuire ad una rinnovata conversione al Signore Gesù e alla riscoperta della fede cristiana che è l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte.
“So a chi ho creduto” (2° Tm 1,12); queste parole di S.Paolo affermano che la fede, innanzitutto, è un’adesione personale dell’uomo a Dio, poiché è un libero assenso a tutta la Verità che Dio ha rivelato. E’ un affidamento totale al Signore. Dio ci invita a seguirLo, ad avere fiducia nel Suo operare e ci dona la Grazia santificante per ascoltare la Sua parola. Il Suo dono, viene confermato e reso stabile dalla nostra adesione; quindi la Fede è dono, ma ha bisogno del nostro assenso per divenire operativa.
La strada verso la Fede, è la “via stretta” del Vangelo e per non deviare né a destra né a sinistra Gesù, nella Sua eterna Misericordia, ci ha donato la Sua stessa Madre perché, maternamente, possa condurre in porto ogni anima che Le è devota. Maria è un luminoso esempio da imitare, perché compendia in sé le principali verità della Fede, e Lei occupa un ruolo particolare nel mistero della Salvezza.
Inoltre è opportuno riscoprire la vita dei Santi, perché essi sono gli autentici Testimoni della Fede.
E’ anche importante meditare sul dono del Battesimo e la responsabilità della testimonianza, nella consapevolezza che la vocazione cristiana “è per sua natura anche vocazione all’Apostolato” (Apostolicam actuositatem n.2)
“La Fede è un atto personale e insieme comunitario: è un dono di Dio che viene vissuto nella grande comunione della Chiesa e deve essere comunicato al mondo” Bisogna “impegnarci perché quest’anno sia occasione privilegiata per condividere quello che il cristiano ha di più caro: Cristo Gesù, Redentore dell’uomo, Re dell’universo, “Autore e Perfezionatore della Fede” (Eb 12,2)

sabato 11 febbraio 2012

SPIRITUALITA'

LA VERITA’ SECONDO IL CORANO


La rivelazione coranica ruota intorno a un punto fermo, centro di tutto l’edificio coranico: il rapporto fra storia e verità. “Se esiste una verità unica che si rivela agli esseri umani, a loro, essa non si impone mai. Il problema che abbiamo, dunque, non è tanto la ricerca della verità, ma il suo approfondimento, il suo riconoscimento; non il suo contenuto, ma il suo attestarsi nella comunità degli umani!
Se si è spesso affermato che nel Corano la dimensione della storia fa scaturire quella della verità…il discorso coranico…intende orientare l’uomo verso un tempo in cui si possa esplicare l’essenzialità umana, vale a dire la sua debolezza, la sua fragilità, la sua violenza, ma anche la sua capacità di superarle; perché quel tempo augurale illumina la natura e l’essenzialità dell’uomo al di là delle appartenenze linguistiche, religiose e sociali.
Il Corano, dunque, getta uno sguardo…che trascende la storia e che ricolloca l’uomo nella sua relazione con Dio.” (Kaled Fouad Allam)

Il Corano, Sura 23,43 : “E nessuna nazione anticiperà e nessuna nazione ritarderà il proprio destino”

“Non possiamo sfuggire al fatto che la nostra rivelazione (del Corano) costruisce il quadro di una storia del mondo e di un suo destino. L’uomo si trova al centro di questo itinerario, in quanto soggetto di una continua mediazione tra verità e storia. Ed è nella mediazione, connaturata all’uomo,
che la verità si storicizza. Ma questa verità, si deve continuamente misurare con la fragilità dell’essere umano: perché egli è immerso in una cecità costitutiva e permanente, ed è solo quando diviene consapevole di quella cecità, che può essere salvato. La cecità, intrinseca alla natura umana, è anche assenza di consapevolezza…Tu sai che nel Corano non esiste una dimostrazione semplice, lineare, del vero; il vero non si mostra, il vero risulta da un confronto con gli altri, si dà nel dialogo; il vero è un patto che pone la necessità di un’ intesa fra gli esseri umani, instaura la pace, svuotando di sostanza il dubbio e il conflitto.
Il vero si traduce in una testimonianza, nell’attraversamento di un fiume e si realizza nella consapevolezza della necessità dell’altro…Poiché la verità non appare mai ad occhio nudo, al semplice udire la parola: essa richiede la ricerca, l’umile ricerca della conoscenza da cui la verità sarà illuminata.” (Kalled Fouad Allam)
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Nella sura della Luce (sura 24,35) :”e Dio guida alla Sua Luce chi Egli vuole, e Dio narra parabole agli uomini…”

“L’umanità cerca la Luce, essa può vederla oppure non vederla; perciò Dio narra parabole agli uomini e si fa Guida verso la Luce. Ma il versetto richiama anche un altro principio, che si può considerare l’ethos fondativo di qualunque monoteismo, vale a dire la dissoluzione delle frontiere culturali, etniche e religiose: nella Luce, l’essere umano non è più né ebreo né cristiano né musulmano, perché attraverso la conoscenza, egli si realizza in una verità liberata dalla storia.
Ciò richiede l’incontro con l’altro, implica il principio di alterità. L’alterità si traduce nella molteplicità degli sguardi e nei volti che percorrono la terra e l’incontro con un altro volto, ci rimanda all’immagine del Creatore.” (Kaled Fouad Allam)

Mentre leggo questi pensieri, scritti da un islamico, non posso fare a meno di considerare le differenze, che a me paiono abissali,tra la concezione islamica e quella cattolica.
Nel credente cattolico non sussiste dubbio alcuno su dove cercare e come trovare la verità. Per il cristiano la verità è Cristo, la Parola, il Verbo.
Gesù ci ha rivelato l’Amore del Padre, quell’Amore che Dio Padre ha posto nel cuore di ogni uomo, proponendo un’Alleanza eterna tra Lui e noi al fine di renderci felici in eterno.
Lo sguardo del credente è rivolto costantemente al suo Creatore e fa donazione di tutto se stesso, adorando e amando, in attesa di raggiungere il premio eterno, non confidando in altri se non in Lui che è la Via, la Verità e la Vita.
La conseguenza dell’amore per Dio, è l’amore per gli altri uomini che, sotto lo stimolo dello Spirito Santo, considera come fratelli. Ma il suo sguardo è rivolto a Chi può colmare e soddisfare il proprio desiderio di Infinito. La Verità, tutta intera, è lì davanti a lui, anzi, dentro il suo cuore e questa Verità non attende altro che il credente aderisca a Lei, per avvolgerlo e renderlo Figlio di Dio ed erede del Cielo.
Non c’è lotta prometeica, né scalata al cielo,né confusione tra bene e male. Esiste invece, progressione in questo cammino che dura tutta la vita, guidati dalle parole del nostro Maestro e dall’assistenza dello Spirito Santo.
Nella concezione coranica, Dio si fa vindice dell’offeso, assicurando il Suo aiuto e, mentre da una parte condanna la violenza, dall’altra la giustifica.
Leggo nel Corano, sura 17,33: “E non uccidete alcuno (ché Dio l’ha proibito) senza giusto motivo: quanto a chi è ucciso ingiustamente,Noi diamo al suo curatore, potestà di vendicarlo; ma questi non ecceda nella vendetta, ché penserà Dio ad aiutarlo.”
Quanta differenza nel Cristianesimo! L’uccisione non è mai, per nessun motivo, ammessa e Gesù, nella Sua meravigliosa dolcezza, invita a non opporsi al malvagio, lasciando a Dio la vendetta.
La saggezza divina è tutta permeata dall’amore che, paziente, attende la conversione del malvagio, poiché fino all’ultimo, spera nella sua presa di coscienza. L’azione della Provvidenza, agirà in molti modi sull’anima del malvagio, creando le condizioni della sua conversione. Solo chi vorrà essere dannato, lo sarà.
Imitando lo Spirito di Gesù, il credente deve aspirare alla conversione del suo fratello, intercedendo per lui, anche se nemico e adoperandosi per la sua salute spirituale, poiché Gesù ama i giusti e gli ingiusti; infatti Egli si è sacrificato per tutta l’umanità, liberandola dal dominio di satana. Per il cristiano, l’Amore vincerà il mondo! L’Eucarestia, infatti, è il Sacramento dell’Amore che suggerisce a ogni credente il desiderio e il proposito di guardare l’umanità con gli occhi buoni e fraterni di Colei che dell’umanità è Madre di Misericordia e Regina della pace.

domenica 22 gennaio 2012

SPIRITUALITA'

LA PROMESSA
Parte 2°

Giuseppe era inviso ai suoi fratelli perché ritenevano che il padre Giacobbe lo amasse più degli altri figli e perché rivelava spesso di fare sogni nei quali ravvisava una sua predominanza futura.
Per questo, colta un’occasione propizia, rapiscono il loro fratello Giuseppe e lo vendono ad un capo carovana che stava attraversando il deserto, dicendo poi al padre che un leone lo aveva divorato.
I carovanieri portarono Giuseppe in Egitto e lo vendettero come schiavo a Potifar, consigliere del Faraone. Ben preso Potifar si accorse che tutto ciò che faceva Giuseppe, riusciva bene e la benedizione del Signore lo accompagnava sempre, tanto da spingere lo stesso Potifar a mettere tutti i suoi beni nelle mani di Giuseppe. Ma l’ostacolo era alla porta: la moglie di Potifar si invaghì del servo Giuseppe e pretendeva di iniziare una relazione.
Giuseppe che era di animo nobile, non volle aderire e così venne denunciato da questa donna come violentatore. Quando lo seppe Potifar, lo fece mettere in prigione.
Ma anche in quel luogo di sofferenza, Dio era con lui e ben presto divenne aiutante del comandante, il quale gli affidò tutti i prigionieri.
Poco tempo dopo il coppiere e il panettiere del Faraone caddero in disgrazia e furono relegati in prigione. In seguito essi fecero un sogno dal significato oscuro, che nessuno era in grado di spiegare. Quando Giuseppe conobbe il sogno, con l’aiuto di Dio, rivelò loro il significato recondito; uno di loro sarebbe stato riconfermato nell’incarico, mentre l’altro sarebbe stato ucciso. Avvenne esattamente così e il coppiere, reintegrato, si dimenticò di Giuseppe.
Due anni dopo il Faraone fece un sogno che nessuno poteva interpretare: sette vacche grasse e belle salgono dal Nilo, seguite da altrettante vacche magre e sofferenti le quali subito divorano le vacche grasse. Tutti i maghi e i sapienti del Regno, vengono interrogati, ma nessuno sa dare il significato.
Allora il capo dei coppieri si ricordò di Giuseppe, grande interprete di sogni, e lo riferì al Re il quale lo volle subito a corte. Giuseppe rivela al Faraone che vi saranno sette anni di grande produzione agricola, ma poi seguiranno sette anni di grande carestia.
Il Faraone gli crede e rende Giuseppe viceré d’Egitto, con l’incarico di salvare il Paese e prendere tutti i provvedimenti del caso. Giuseppe quindi, fece costruire immensi granai. Passati i sette anni di prosperità, arrivano gli anni della carestia e le popolazioni circostanti non sanno come sfamarsi.
Giunta la notizia che in Egitto il grano non manca, Giacobbe manda i figli ad acquistare grano per il suo popolo. Quando i figli di Giacobbe incontrano il viceré Giuseppe, vestito alla foggia egiziana, non lo riconoscono. Per un certo tempo Giuseppe si prende gioco di loro, per far capire l’entità del loro peccato e renderli timorosi dell’eventuale vendetta. Ma Giuseppe li vince con l’amore e con il perdono, anzi, chiede che si trasferisca in Egitto tutto la casa di Israele, per sfuggire alla terribile carestia. Quando Giacobbe seppe del bel epilogo, gioisce e acconsente a raggiungere il prediletto Giuseppe.
Ancora una volta la Provvidenza divina, trova modi e tempi per far prosperare Israele il quale si assesterà in una ricca regione del Paese.
Ma, ancora una volta, la difficoltà è in agguato; dopo varie generazioni, un nuovo Faraone, notò che il popolo ebreo, radicato nell’Egitto, sta crescendo pericolosamente di numero, e decide di angariarlo in vario modo, arrivando a provocare la morte dei nascituri maschi.
Una ragazza ebrea per salvare il proprio figlio, fa in modo che la figlia del Faraone trovi questo bambino in un canestro, apparentemente abbandonato sul Nilo. Al vedere questo bambino di bell’aspetto, la figlia del Faraone se ne appropria e lo adotta, educandolo alla maniera degli egiziani.
Mosé, questo è il nome del bambino, crescerà in mezzo agli egiziani come uno di loro, finché le sue origini saranno scoperte e lui diventerà il liberatore che Dio si è scelto.
(segue)

lunedì 9 gennaio 2012

SPIRITUALITA'

Preghiera

Gesù di Natale, questo.
Dammi un'anima semplice,
che canta e che ama.
Dammi un'anima pura,
che vede chiaro e che vede lontano.
Dammi un'anima forte,
virile di fronte alle cose della vita:
soica, eroica, silenziosa.

Dammi un'anima gioiosa,
un'anima giubilante ed ardente
che dona, che dona
e che si dona in perpetua offerta,
senza chiedere nulla in cambio;
senza nulla domandare.
Dammi un'anima serena,
giusta e generosa.
Dammi un'anima luminosa e buona...
infinitamente buona.

Walter Proni (pianista,compositore e direttore d'orchestra)

sabato 7 gennaio 2012

SPIRITUALITA'

LA PROMESSA

Quando Dio promette mantiene la parola data, anche se le circostanze contrarie alla Sua volontà ne fanno modificare il percorso, ma non possono impedire la sua attuazione.
E così, quando Abramo obbedisce all’ordine di Dio di sacrificare il figlio Isacco, per premiare la sua fede, Dio gli promette una discendenza sterminata e una costante benedizione per lui e per i suoi discendenti a patto che lui e questi ultimi rimangano uniti nel Suo amore.
Già all’inizio della vita di Adamo ed Eva, dopo il peccato causato dal rifiuto dell’uomo, Dio, ligio alla Sua Misericordia, prepara già la riparazione attraverso la quale una Donna partorirà Colui che con il Suo Sacrificio, compenserà abbondantemente il male fatto dagli uomini.
Lungo i secoli la volontà di Dio serpeggia tra un impedimento e l’altro, ma alla fine si attua ineluttabilmente. Egli, per attuare il progetto di Redenzione, comincia da lontano, creando una discendenza, un filo d’oro non mai perso di vista, creando situazioni, imprevisti, difficoltà perché, pur rispettando sempre la libertà dei Suoi figli, si arrivi comunque alla formazione di un Redentore.
Abramo, quindi, premiato da Dio, ottiene che il figlio Isacco conservi la fede nel suo Dio e a tal fine sceglie una moglie per lui, fra la sua gente, per evitare di mescolare il suo sangue con quello delle popolazioni idolatriche tra le quali viveva.
Dopo varie vicende, Isacco sposa Rebecca, dalla quale nascono due figli: Esaù e Giacobbe.
Poiché Esaù è il primogenito, destinato a ricevere la Promessa di Dio (quella di una discendenza immensa) con l’unica benedizione che avrebbe accompagnato per sempre questa discendenza privilegiata (ma Dio sa già che non ne sarà degno), piano piano si fa strada l’iniziativa di Giacobbe, sostenuto dalla madre Rebecca, per conquistarsi la primogenitura.
L’occasione si presenta quando Esaù, al ritorno da una caccia, scambia la primogenitura con una squisita minestra di lenticchie, preparata dal fratello Giacobbe. Questa “abiura” risulta necessaria per giustificare l’ulteriore azione furbesca di Giacobbe, per ottenere anche l’unica benedizione del padre. Così avverrà che Giacobbe diventerà erede a tutti gli effetti, della insostituibile benedizione paterna. Vedremo poi, che il comportamento di Esaù, denuncia la diversa natura rispetto al fratello; lui infatti, non ha buoni rapporti con Dio e sposerà un’ittita del luogo, la cui caratteristica è di essere idolatra. La madre Rebecca è tanto contraria ad un simile matrimonio,sentendosi morire al solo pensiero. Questa decisione, inammissibile per un ebreo, dispiace anche a Dio.
Invece Giacobbe, dà ascolto al desiderio del vecchio padre Isacco e inizia un viaggio per raggiungere un suo zio che vive lontano, allo scopo di conoscere una delle sue figlie per sposarla.
Dio lo accompagna sempre, mentre lui, durante la notte, ha una visione nella quale vede una scala che poggiava sulla terra e la cui cima toccava il Cielo. Su di essa salivano e scendevano numerosi Angeli. Dio stava vicino a lui e si rivelava come il Dio dei suoi padri, benedicendolo nella missione che gli avrebbe dato.
Egli capisce di trovarsi di fronte a un portento divino ed erige una stele (rudimentale altare), perché l’episodio non venga mai dimenticato. Il luogo profetico porta un nome emblematico:”Betel” (la Casa di Dio ; nel passare dei secoli questo luogo diverrà Betlemme).
Giacobbe, raggiunto lo zio Labano, sposerà Lia e poi Rachele, donne appartenenti alla sua razza e quindi credenti nell’Unico Dio. Dalla prima moglie Lia, nascono sei figli: Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon e Dina che daranno poi il nome alle principali Tribù di Israele.
Poiché la prediletta moglie Rachele non riusciva ad avere figli, ella propose a Giacobbe di unirsi alla sua schiava Bila, dalla quale nascono Dan e Néftali e alla schiava Zilpa,dalla quale nascono Gad e Aser.
Finalmente Rachele partorisce Giuseppe il quale diviene il prediletto di Giacobbe.
A questo punto interviene un imprevisto che darà una svolta decisiva a tutta la comunità ebraica dell’epoca: la carestia. Parte 1°