LA FELICITA’ NELL’ALTRO
Quando incontro una persona
desiderosa di verità, la quale cerca onestamente di conoscere Dio e la Sua
Giustizia, sento in me una spinta, un impulso particolare che mi porta a
condividere e partecipare a questo suo problema.
In queste, purtroppo
rare situazioni, percepisco l’Amore del Padre per quella creatura e sento di
essere uno strumento del Suo Amore per noi; mi sento un collaboratore di Dio: che
bella sensazione! Essere istruito dallo Spirito Santo, è esaltante!
Così, sforzandomi di
essere di aiuto a quell’anima, ricevo contemporaneamente la conferma
dell’Amore di Dio. Amore che noi non riusciamo a comprendere ma solo intuire;
infatti, se tutti fossero certi dell’Amore del Padre, la fede dominerebbe il mondo
e il male diverrebbe inerme.
In questo periodo
pandemico ci è impedito di frequentare ambienti quali ospedali, cliniche,
ospizi, abitazioni e in genere ambienti molto frequentati che facilitano l’incontro
con il nostro prossimo, al fine di svolgere il nostro apostolato di Legionari
di Maria. Negli anni passati, quando era possibile svolgere questo apostolato,
la gioia che ne ricavevamo era grande e la nostra anima ne godeva a piene mani.
Ora, invece, almeno chi è convinto del valore di tale apostolato, soffre per l’impossibilità
o la forte limitazione che ne deriva dalla profilassi costrittiva causata dal
Covid.
Tanti sono gli
incentivi che Gesù ci pone nella Sua predicazione, relativamente al dovere di
aiutare spiritualmente il nostro prossimo, tanto da renderci responsabili gli
uni gli altri se manchiamo di istruirli secondo la volontà di Dio. Siamo fratelli
e scopriamo questa prerogativa soltanto quando esercitiamo l’apostolato,
ricevendo ancora una volta, la conferma della veridicità delle parole del
Cristo. Gesù stesso proclama che tutti coloro che sono credenti e che
rispettano i Suoi Comandamenti, Gli sono fratelli, sorelle e madri.(Mt
12,46-50)
Ponendoci nella
condizione di collaboratori di Dio, noi siamo rivestiti di Spirito Santo,
condizione sine qua non per esercitare positivamente tale apostolato, e
svolgere tale compito con la Grazia di Dio.
Gesù, nei tre anni di
vita pubblica, ha svolto ininterrottamente il Suo ufficio apostolico,
prendendosi cura di ogni anima sofferente sia nel corpo sia nello spirito,
guarendo tutti con la Sua autorità divina.
Nel Vangelo si legge
che un uomo si presentò a Gesù chidendoGli come ottenere la vita eterna e Gesù
risponde asserendo che è necessario seguire gli insegnamenti della Legge; lui
risponde di averli sempre osservati; allora Gesù “fissatolo, lo amò” .(Mc
10,21).
La narrazione continua
con la richiesta di vendere tutto e seguire Gesù, ma al di là di questa, pur
importantissima proposta, mi colpisce particolarmente questo sguardo
intensissimo e pieno di amore che Gesù rivolge al giovane credente; è lo
sguardo che penetra nel cuore spandendovi amore, gioia, felicità. Purtroppo il
giovane è incapace di lasciare la sua agiatezza e tristemente se ne va.
Quando si fa apostolato
nel Nome di Gesù, lo si fa insieme a Maria Santissima che è Madre di tutti e in
virtù di questo privilegio Lei ci suggerisce, insieme allo Spirito Santo (“che
sempre opera”) le parole necessarie e opportune per convincere l’ascoltatore ad
approfondire la sua esperienza religiosa. E’ un compito molto gratificante e
indispensabile per il credente; in questo modo la sua fede progredirà in
proporzione al suo impegno e le Grazie saranno abbondanti.
Che lo “sguardo” di Gesù
ci investa e ci trasporti nel Suo mondo di gioia. Amen
(Carlo)