giovedì 19 agosto 2021

SPIRITUALITA'

 

LA  FELICITA’  NELL’ALTRO

Quando incontro una persona desiderosa di verità, la quale cerca onestamente di conoscere Dio e la Sua Giustizia, sento in me una spinta, un impulso particolare che mi porta a condividere e partecipare a questo suo problema.

In queste, purtroppo rare situazioni, percepisco l’Amore del Padre per quella creatura e sento di essere uno strumento del Suo Amore per noi; mi sento un collaboratore di Dio: che bella sensazione! Essere istruito dallo Spirito Santo, è esaltante!

Così, sforzandomi di essere di aiuto a quell’anima, ricevo contemporaneamente la conferma dell’Amore di Dio. Amore che noi non riusciamo a comprendere ma solo intuire; infatti, se tutti fossero certi dell’Amore del Padre, la fede dominerebbe il mondo e il male diverrebbe inerme.

In questo periodo pandemico ci è impedito di frequentare ambienti quali ospedali, cliniche, ospizi, abitazioni e in genere ambienti molto frequentati che facilitano l’incontro con il nostro prossimo, al fine di svolgere il nostro apostolato di Legionari di Maria. Negli anni passati, quando era possibile svolgere questo apostolato, la gioia che ne ricavevamo era grande e la nostra anima ne godeva a piene mani. Ora, invece, almeno chi è convinto del valore di tale apostolato, soffre per l’impossibilità o la forte limitazione che ne deriva dalla profilassi costrittiva causata dal Covid.

Tanti sono gli incentivi che Gesù ci pone nella Sua predicazione, relativamente al dovere di aiutare spiritualmente il nostro prossimo, tanto da renderci responsabili gli uni gli altri se manchiamo di istruirli secondo la volontà di Dio. Siamo fratelli e scopriamo questa prerogativa soltanto quando esercitiamo l’apostolato, ricevendo ancora una volta, la conferma della veridicità delle parole del Cristo. Gesù stesso proclama che tutti coloro che sono credenti e che rispettano i Suoi Comandamenti, Gli sono fratelli, sorelle e madri.(Mt 12,46-50)

Ponendoci nella condizione di collaboratori di Dio, noi siamo rivestiti di Spirito Santo, condizione sine qua non per esercitare positivamente tale apostolato, e svolgere tale compito con la Grazia di Dio.

Gesù, nei tre anni di vita pubblica, ha svolto ininterrottamente il Suo ufficio apostolico, prendendosi cura di ogni anima sofferente sia nel corpo sia nello spirito, guarendo tutti con la Sua autorità divina.

Nel Vangelo si legge che un uomo si presentò a Gesù chidendoGli come ottenere la vita eterna e Gesù risponde asserendo che è necessario seguire gli insegnamenti della Legge; lui risponde di averli sempre osservati; allora Gesù “fissatolo, lo amò” .(Mc 10,21).

La narrazione continua con la richiesta di vendere tutto e seguire Gesù, ma al di là di questa, pur importantissima proposta, mi colpisce particolarmente questo sguardo intensissimo e pieno di amore che Gesù rivolge al giovane credente; è lo sguardo che penetra nel cuore spandendovi amore, gioia, felicità. Purtroppo il giovane è incapace di lasciare la sua agiatezza e tristemente se ne va.

Quando si fa apostolato nel Nome di Gesù, lo si fa insieme a Maria Santissima che è Madre di tutti e in virtù di questo privilegio Lei ci suggerisce, insieme allo Spirito Santo (“che sempre opera”) le parole necessarie e opportune per convincere l’ascoltatore ad approfondire la sua esperienza religiosa. E’ un compito molto gratificante e indispensabile per il credente; in questo modo la sua fede progredirà in proporzione al suo impegno e le Grazie saranno abbondanti.

Che lo “sguardo” di Gesù ci investa e ci trasporti nel Suo mondo di gioia. Amen

(Carlo)