martedì 14 settembre 2010

SPIRITUALITA'

Meditazione

Oggi, presso molti cristiani male informati, è invalsa la credenza che alla fine della vita, tutti si salvino, perché la Misericordia Divina è così grande e Dio così buono, da escludere tutti dall’inferno; è il concetto moderno dell”inferno vuoto”, concetto di derivazione origenica (Origene, vissuto nei primi secoli d.C.), ma incompatibile con la Giustizia Divina a cui, spesso, Gesù fa riferimento.
Se veramente l’inferno fosse vuoto, che senso avrebbe la Misericordia di Dio? L’andare in Paradiso sarebbe automatico! Questa teoria della Salvezza assicurata, è stata adottata dai Protestanti e da qualche teologo senza scrupoli, ma non ha nessun fondamento biblico. E’ chiaramente una manovra demoniaca perché, togliendo la preoccupazione della condanna eterna, il cristiano concentra la sua attenzione sull’unico problema che ancora lo assilla: quello della vita materiale.
Il serpente infernale è astuto; è riuscito a debellare nell’anima di molti la misericordia, proprio in nome della Misericordia di Dio! Poiché, se Dio è buono, tutti si salvano. Quindi, che senso ha parlare di misericordia? E, se l’inferno non c’è (o rimane vuoto) tutta la Buona Novella diventa superflua e la Passione di Gesù diventa un non-senso!
E’ dunque necessario credere nell’esistenza dell’inferno per sfuggirlo e non cadere in esso per mancanza di prudenza. Dio, nella Sua Misericordia, fa di tutto per non farci perdere, ma se noi ignoriamo i Suoi richiami e non abbiamo fiducia nel Suo Amore, tutto si riduce in una questione di orgoglio e di autodecisione, Spesso non siamo capaci di gettarci con fede nelle mani del nostro Creatore, specialmente in punto di morte e misconosciamo quanto noi siamo preziosi ai Suoi occhi, pur mancando di tutto, ed Egli insistentemente ci attira a Sé per farci felici.
Del resto in ogni Santa Messa si rinnova il sacrificio redentivo di Gesù, il quale vuole salvarci dalla pena eterna. Carlo

mercoledì 8 settembre 2010

APOSTOLATO LEGIONARIO n.8

Cuore legionario

Oggi sono andato a trovare i lungo-degenti di un Ospizio per anziani. Come Al solito, ho chiesto a Maria di fare del bene per mezzo mio. E così è stato. Ma a beneficiare di questo bene, sono stato anche io.
Mentre scrivo, sento ancora il cuore infiammato di un amore che non è di questo mondo. Conservo ancora, a distanza di ore, una sensazione dolcissima e insieme misteriosa. Mi sembra di aver raggiunto il centro dell’animo umano; quel centro indecifrabile che costituisce il mistero dell’uomo; quella parte di noi che non dipende dal carattere o dalle condizioni ambientali.
E’ il mistero umano dei Romantici i quali avevano intuito questo centro profondo, la cui insondabilità rifletteva l’atteggiamento malinconico, perché questo misto di mistero e di ardente desiderio, incideva fortemente sul sentimento. Solo Dio può spiegare l’uomo all’uomo, come giustamente dice Papa Giovanni Paolo II.
Ma cosa ho fatto per sentire tutto questo? Semplicemente , mi sono fatto “binario”, perché il treno divino potesse correre attraverso di me.
Nei commoventi colloqui con gli anziani, ho recepito l’Anima Universale e la forza del sentimento, o meglio, la forza del soprannaturale che mi ha svelato i legami profondi col mio prossimo, fatti di fratellanza incancellabile.
Come ho sempre pensato, l’esperienza della visita fatta a persone sole ed escluse dalla vita attiva, può essere fonte di gioie insperate. Sentirsi benedetti dal profondo del cuore, e chiamati col termine “amore”, non può lasciare indifferenti !
(Un Legionario)

domenica 5 settembre 2010

SPIRITUALITA' LEGIONARIA

“L’Associazione della Legione di Maria, crea una tradizione, produce lealtà, gode rispetto e obbedienza, e anima potentemente i suoi Membri. Parlate con loro e vedrete che si affidano a lei come ad una vecchia e saggia madre. Ed è proprio così. Non è forse lei che li salva da ogni trabocchetto, dall’imprudenza dello zelo, dallo scoraggiamento del fallimento, dall’orgoglio del successo, dall’incertezza di un’ opinione poco sicura, dalla paura della solitudine e in genere dalle sabbie mobili dell’inesperienza? Lei prende il materiale grezzo delle buone intenzioni e lo raffina, insegna a lavorare secondo un progetto ben definito, assicura l’espansione e la continuità.”
(P.M.Creedon)

APOSTOLATO LEGIONARIO n.1

Come al solito, in coppia, svolgiamo apostolato alla Stazione ferroviaria. Fermiamo un giovane intento a guardare una vetrina di un’edicola. Si chiama Agostino, ha ventidue anni, viene dalla Calabria per servizio militare. Ha fatto gli studi scientifici. Si proclama subito ateo. Ad un esame più approfondito, risulta battezzato e comunicato, ma presto ha abbandonato la pratica religiosa per scarsa convinzione (causata, pensiamo noi, da una scarsa preparazione in merito). Gli parliamo di Dio, di un Creatore, Autore di tutte le cose meravigliose dell’universo, della necessità di un inizio, dei misteri della nostra esistenza e del nostro sentimento di amore. Gli parliamo del nostro destino futuro, della possibilità di gioire o soffrire per tutta l’eternità; gli diciamo, in sostanza, che non si può vivere felici, lontani da Dio. Il rischio religioso è troppo grande, per non approfondire tale argomento. Ci ascolta interessatissimo e si immerge volentieri nelle nostre argomentazioni.
Dopo un lungo colloquio, accetta la Medaglia Miracolosa che gli offriamo, dopo la spiegazione della Devozione. Promette di conservarla religiosamente e di rivolgere alla Madonna una semplice preghiera quotidiana: “O Maria, fa che comprenda ciò che oggi mi è oscuro”. Lo invitiamo a leggere il Vangelo (che non conosce affatto) e di meditarlo. Promette che lo farà e ci ringrazia molto. Confidiamo che la Madre Celeste lo illuminerà e darà forza e costanza ad un temperamento che ci sembra un po’ labile. (Un Presidio di Roma)

mercoledì 1 settembre 2010

APOSTOLATO LEGIONARIO n.2

Tempo fa una Suora ci prega di visitare il difficile ambiente di una Casa di Riposo.
Dopo alcuni colloqui informativi con la Direttrice, abbiamo iniziato la conoscenza con i degenti, cercando di stabilire un buon rapporto di amicizia, ma la cosa si è presentata subito molto difficile.
Gli anziani non gradivano affatto la nostra presenza e ci consideravano distruttori del loro equilibrio basato sulle pessime relazioni che intercorrevano fra di loro. Questo ce lo facevano capire in tutti i modi, con gesti e parole poco gradevoli. La maggior parte di loro aveva perso la Fede in Dio e la fiducia negli uomini, poiché questi ultimi avevano tradito il loro affetto, abbandonandoli alla solitudine di una squallida Casa di Riposo.
Noi però, non abbiamo ceduto e abbiamo continuato a visitarli, anche se eravamo costretti ad ignorare frasi come queste: “Andate via; cosa siete venuti a fare? Non vi vogliamo qui…”
D’accordo con un degente recitavamo il Rosario, anche se alcuni, più accesi, disturbavano con parolacce e bestemmie. Lentamente però, con l’aiuto della Madonna, siamo riusciti a instaurare con tutti, un rapporto di amicizia e di stima. Dopo quattro anni di lavoro, il numero dei rosarianti è divenuto pressocché totale. Infatti tutti gli ospiti della Casa si riuniscono con noi per la recita del Rosario. Ogni tanto portiamo il Sacerdote per le confessioni e la S. Messa.
Da allora, tanti anziani ospiti sono morti nella pace e in grazia di Dio.
(Un Presidio di Roma)

SPIRITUALITA'

SE CREDI,VEDRAI LA GLORIA DI DIO (Gv 11,40)

“Questa sconvolgente parola di Gesù apre prospettive infinite. E invita a chiedersi: come far percepire al non credente la Fede misteriosa che dà accesso a regni sconosciuti ? Occorre tentare di renderla accessibile per analogia, attraverso la lettura e la comprensione dei segni.
La Fede è uno strumento con cui captare onde ignote, per scoprire Dio nascosto nel cuore della nostra storia. Dio è qui, non tra le nuvole, lontano, ma nel cuore del mio cuore: è anima della mia anima, vita della mia vita, respiro del mio respiro. Ma non interferisce con la mia lunghezza d’onda: Dio non è allo stesso livello, non è in linea concorrenziale con il mondo. Egli si cela troppo in profondità per far conoscere questo.
Ciò nonostante la Sua azione Lo tradisce, grazie ai mille indizi della Sua presenza. Dio ci invia dei segnali. Ci rivela, a sprazzi, a intermittenza, la Sua presenza qui, come un vulcano che periodicamente manifesta il fuoco che brucia nel suo cratere. In apparenza il fuoco è spento e la lava è fredda. Dio manda dei segni ogni tanto e, man mano che apprendiamo la lettura dei segni di Dio, siamo abbagliati dalla Suo multiforme presenza. Ci conosce, ci segue, ci ama fino all’ultimo tassello della nostra vita.
Natanaele sotto il fico (Gv 1,50) e l’uomo con l’orcio che guida i discepoli verso il cenacolo (Lc 7,10), restano per sempre vive immagini di questo amore premuroso. Dio si nasconde di solito come un sole che rare volte trapassa le nuvole. Bisogna essere attenti, nel leggere i segni.
Dobbiamo saper leggere tra le righe, nel libro che Lui scrive con noi. Il credente è un uomo che capta quell’aldilà, quel Dio che è al centro della nostra esistenza. Dio è qui e non lo sappiamo; sarà per noi la sorpresa più grande, scoprire un giorno, in piena luce, la Gloria di Dio, questo splendente Amore che ci avvolge e ci ama in modo tanto impercettibile.
La Fede è un senso nuovo, una scelta di indizi. Qualcosa di simile si trova nel romanzo giallo.
Per apprezzarlo ci vuole un’attenzione sempre viva, un fiuto speciale. Partendo da un guanto abbandonato o da una finestra mal chiusa, si può rintracciare una pista. La Fede è una chiave, un codice. Il codice di Dio è contenuto per intero in una sola parola: amore. Provate questa chiave di lettura. Immediatamente la porta cigola a causa di alcune serrature che stridono: come spiegare, se Dio è Amore, tanti mali del mondo? Non spiego il mistero del male, ma non rinunzio ad azionare la chiave. Basta un raggio luminoso, per rivelare il sole, anche se lo coprono le nuvole e se grandina. Io so che Lui c’è. Perché il sole in Dio non è un sole trionfante e il mondo, una Costa Azzurra?
Non lo so; deve essere successo qualcosa. Non me lo spiego, so solo che non ho il diritto, anche se assisto a tanto male, di dubitare del bene. E, dato che il Bene è qui, Dio è nel cuore di tutto ciò che è luce, verità e amore. Questo è sufficiente per la mia Fede, altrimenti sarebbe una visione estatica. Non devo capire tutto, ma devo aprirmi a tutto ciò che rivela la Sua presenza. La Fede mostra che Lui è qui, nascosto dietro quel caso fortuito, quell’amico, quella parola, quella coincidenza, quel lutto, quel contrattempo e quella gioia al momento giusto.
Egli tesse la nostra vita, tutti i fili di questa vita,e la Sua mano sa perché i fili si allontanino in tutte le direzioni: fede, apertura, ascolto e accoglienza.
Se almeno il non credente potesse infrangere il muro del suono e sentire la voce del Signore che penetra con lo sguardo la notte opaca, fino a distinguere le stelle! “
(Cardinale Suenens)