DINAMICA DEL CONCILIO
VATICANO II
(Una parziale chiave di lettura)
Quando
Monsignor Roncalli fu eletto Papa col nome di Giovanni XXIII° non si pensava
che lui, ritenuto conservatore, avrebbe preso un’iniziativa come quella di
indire, alla sua tarda età, un nuovo Concilio.
Lui asseriva
che l’idea gli fosse balenata all’improvviso, ritenendola un segno celeste.
Lo scopo
dichiarato per tale Concilio, era quello dell’unione di tutti i cristiani
nell’unità della Chiesa; è per questa ragione che lo si è chiamato “ecumenico”.
Certo, lui stesso, dopo aver messo in moto un tale gigantesco meccanismo, non
conosceva il modo per farlo funzionare né le sue probabili conseguenze.
Molte delle
scoperte del mondo scientifico del passato, sono state fatte al di fuori della
Chiesa e, talvolta, addirittura contro. Questo Concilio doveva servire a
pre-adattare la Chiesa ai nuovi tempi, inaugurando un periodo di conciliazione,
riconciliazione, di accordo e di pace attraverso il dialogo con tutti.
Però “la
crisi postconciliare coincide con una crisi universale del mondo nel quale
tutto è ormai instabile, trascinato da un tempo che procede a ritmo accelerato
e che sembra preparare il terreno per un grande avvenimento che ci è ancora
sconosciuto.” (J. Guitton)
L’intenzione
del Pontefice, era quella di creare uno strumento della comunità, destinato a
mantenere, purificare e promuovere la Fede. Negli anni precedenti il Concilio,
le verità espresse dalla Chiesa, erano proposte in formule consacrate
(catechismo S.Pio X etc) e avevano la caratteristica di essere definitive e
soltanto i cattolici ne detenevano la loro purezza.
I nemici
della Chiesa definivano questo atteggiamento come intollerante, ignorante,
stupido e odio per l’uomo. In quegli anni sembra verificarsi un cambiamento di
comportamento, denunciando il rispetto per la persona umana, un nuovo
liberalismo, tanto che molti cattolici davano l’impressione di ammirare le
dottrine opposte. Per esempio, viene sostenuto che gli ortodossi e gli
anglicani, posseggano lo spirito dei Padri, il senso della collegialità, molto
più dei cattolici; che i buddisti abbiano più capacità della vita spirituale e
che, infine, gli atei coltivino in misura maggiore, l’amore per l’uomo.
In questo
modo, il cattolico perde fiducia nella propria credenza e diminuisce quella
pace, quella sicurezza di possedere la gioia che nessun’ altro possiede. E
allora la Chiesa parla sempre meno di quei misteri oscuri quali il giudizio
dopo la morte, il senso del peccato, la necessità del sacrificio (i fioretti),
il prezzo della Redenzione; tutti temi che rischiano di scioccare i nostri
contemporanei e allontanarli dalla Fede.
Una volta le
conversioni, come le missioni, volte al raggiungimento della Salvezza di tutti
gli uomini, possedevano, agli occhi del credente, una qualche prova che
convalidava la Fede, ma ora questo, per alcuni, costituisce un senso di
imbarazzo, specialmente dopo che i nemici l’abbiano stigmatizzato come una
inespressa volontà di predominio. Se consideriamo la nostra fede un simbolo,
una verità approssimativa, luce mista ad ombra, perché voler condurre l’altro
al nostro punto di vista? Ecco da cosa deriva la caduta di interesse per la conversione
dell’altro! Quando si è persa la
certezza che una Dottrina sia vera, allora ci si ripiega su un ideale più
verificabile come quello di far cessare l’ingiustizia e le disuguaglianze del
mondo, prendendo coscienza che la libertà del cristiano si realizzi nella lotta
per la sua liberazione.
Esistono due
tipi di verità: le verità di tipo verticale e quelle di tipo orizzontale.
Quelle verticali sono difficili come portare la propria croce, mentre quelle
orizzontali, ci spingono ad amare noi stessi e gli altri.
Amare Dio è
un richiamo verticale; amare il nostro prossimo, è un richiamo orizzontale.
Noi non
riusciamo a capacitarci di voler amare Dio con certezza perché Lui ci è
nascosto, ma l’amore verso il prossimo ce ne fornisce la prova. Soltanto chi
crede, prega, adora, può compiere l’atto verticale. L’ateo ama semplicemente
l’uomo.
Nei tempi
passati, la Chiesa aveva prediletto le verità verticali, trascurando quelle
orizzontali. Pensiamo a come, nella Chiesa ante Concilio, veniva considerato il
matrimonio il cui scopo principale era la procreazione. Il Concilio, invece, ha
riscoperto l’amore che fa parte delle verità orizzontali. Inoltre, nella Messa, considerata un vero
Sacrificio incruento, ci si era dimenticati che la Messa è anche comunione dei
cristiani fra loro; quest’ultima può essere considerata verità orizzontale.
Il Concilio,
inoltre, insiste sul peccato personale che non è del tutto estraneo a quello
collettivo, cosicché ci sentiamo tutti peccatori. Una volta l’attenzione della
Chiesa si rivolgeva soprattutto ai peccati della carne, ma dopo il Concilio, il
criterio usato per classificare gli eletti e i dannati, è quello della
partecipazione ai bisognosi come riporta il Vangelo: “Ho avuto sete e tu non mi
hai dato da bere…”
D’altro
canto “ nella misura in cui si attenua il senso del peccato, si attenua di pari
passo anche il senso della Redenzione” (J.Guitton) Oggi c’è il pericolo di
invertire le verità verticali e confonderle con quelle orizzontali. Se questo
accadrà, Dio non voglia, rischieremmo di abbandonare l’essenza della Fede,
conservando solo l’aspetto esteriore. Infatti , capovolgendo le due entità, non
più l’amore dell’uomo per l’uomo deriva dall’amore di Dio, ma l’amore dell’uomo
per Dio diventa un simbolo dell’amore
dell’uomo per l’uomo; questa sarebbe la strada che conduce ad uno svuotamento
della vera Religione poiché la riunione dell’uomo con l’uomo, diverrebbe la
sola Religione. La vera fede sarà il lavoro, la fabbrica sostituirà la Chiesa.
“Per la Chiesa cattolica, questo è uno dei pericoli più subdoli che abbia mai
corso e cioè la sostituzione di una religione di tipo umano a una di tipo
divino, senza che si verifichi alcun cambiamento dall’esterno, ma solo una
trasformazione quasi insensibile.” (J.Guitton) Insistendo solo sull’uomo, la
gente comune finirebbe per domandarsi se i misteri della Religione abbiano poi
un significato reale. In realtà basta lo spazio di una generazione durante la
quale imperversi l’indottrinamento e la propaganda, per cambiare gli ideali di
un popolo intero.
Non appena
la verità viene soffocata, viene subito sostituita da un’altra verità che ha
l’apparenza di assomigliarle ma che invece è il suo opposto: la materia, il corpo, la politica, uno
sviluppo della potenza, il trionfo della forza. E in questa atmosfera diviene
sempre più difficile affermare una verità immutabile, eterna che costituisce il
nucleo della Religione quale l’hanno annunciata i Profeti e soprattutto Gesù
che afferma : “Io sono la Via, la Verità e la Vita.”
(elaborazione
da: “Che cosa credo” di Jean Guitton)
(Carlo)