mercoledì 4 dicembre 2019

SPIRITUALITA'


DINAMICA  DEL  CONCILIO  VATICANO  II
(Una parziale chiave di lettura)
Quando Monsignor Roncalli fu eletto Papa col nome di Giovanni XXIII° non si pensava che lui, ritenuto conservatore, avrebbe preso un’iniziativa come quella di indire, alla sua tarda età, un nuovo Concilio.
Lui asseriva che l’idea gli fosse balenata all’improvviso, ritenendola un segno celeste.
Lo scopo dichiarato per tale Concilio, era quello dell’unione di tutti i cristiani nell’unità della Chiesa; è per questa ragione che lo si è chiamato “ecumenico”. Certo, lui stesso, dopo aver messo in moto un tale gigantesco meccanismo, non conosceva il modo per farlo funzionare né le sue probabili conseguenze.
Molte delle scoperte del mondo scientifico del passato, sono state fatte al di fuori della Chiesa e, talvolta, addirittura contro. Questo Concilio doveva servire a pre-adattare la Chiesa ai nuovi tempi, inaugurando un periodo di conciliazione, riconciliazione, di accordo e di pace attraverso il dialogo con tutti.
Però “la crisi postconciliare coincide con una crisi universale del mondo nel quale tutto è ormai instabile, trascinato da un tempo che procede a ritmo accelerato e che sembra preparare il terreno per un grande avvenimento che ci è ancora sconosciuto.” (J. Guitton)
L’intenzione del Pontefice, era quella di creare uno strumento della comunità, destinato a mantenere, purificare e promuovere la Fede. Negli anni precedenti il Concilio, le verità espresse dalla Chiesa, erano proposte in formule consacrate (catechismo S.Pio X etc) e avevano la caratteristica di essere definitive e soltanto i cattolici ne detenevano la loro purezza.
I nemici della Chiesa definivano questo atteggiamento come intollerante, ignorante, stupido e odio per l’uomo. In quegli anni sembra verificarsi un cambiamento di comportamento, denunciando il rispetto per la persona umana, un nuovo liberalismo, tanto che molti cattolici davano l’impressione di ammirare le dottrine opposte. Per esempio, viene sostenuto che gli ortodossi e gli anglicani, posseggano lo spirito dei Padri, il senso della collegialità, molto più dei cattolici; che i buddisti abbiano più capacità della vita spirituale e che, infine, gli atei coltivino in misura maggiore, l’amore per l’uomo.
In questo modo, il cattolico perde fiducia nella propria credenza e diminuisce quella pace, quella sicurezza di possedere la gioia che nessun’ altro possiede. E allora la Chiesa parla sempre meno di quei misteri oscuri quali il giudizio dopo la morte, il senso del peccato, la necessità del sacrificio (i fioretti), il prezzo della Redenzione; tutti temi che rischiano di scioccare i nostri contemporanei e allontanarli dalla Fede.
Una volta le conversioni, come le missioni, volte al raggiungimento della Salvezza di tutti gli uomini, possedevano, agli occhi del credente, una qualche prova che convalidava la Fede, ma ora questo, per alcuni, costituisce un senso di imbarazzo, specialmente dopo che i nemici l’abbiano stigmatizzato come una inespressa volontà di predominio. Se consideriamo la nostra fede un simbolo, una verità approssimativa, luce mista ad ombra, perché voler condurre l’altro al nostro punto di vista? Ecco da cosa deriva la caduta di interesse per la conversione dell’altro!  Quando si è persa la certezza che una Dottrina sia vera, allora ci si ripiega su un ideale più verificabile come quello di far cessare l’ingiustizia e le disuguaglianze del mondo, prendendo coscienza che la libertà del cristiano si realizzi nella lotta per la sua liberazione.
Esistono due tipi di verità: le verità di tipo verticale e quelle di tipo orizzontale. Quelle verticali sono difficili come portare la propria croce, mentre quelle orizzontali, ci spingono ad amare noi stessi e gli altri.
Amare Dio è un richiamo verticale; amare il nostro prossimo, è un richiamo orizzontale.
Noi non riusciamo a capacitarci di voler amare Dio con certezza perché Lui ci è nascosto, ma l’amore verso il prossimo ce ne fornisce la prova. Soltanto chi crede, prega, adora, può compiere l’atto verticale. L’ateo ama semplicemente l’uomo.
Nei tempi passati, la Chiesa aveva prediletto le verità verticali, trascurando quelle orizzontali. Pensiamo a come, nella Chiesa ante Concilio, veniva considerato il matrimonio il cui scopo principale era la procreazione. Il Concilio, invece, ha riscoperto l’amore che fa parte delle verità orizzontali.  Inoltre, nella Messa, considerata un vero Sacrificio incruento, ci si era dimenticati che la Messa è anche comunione dei cristiani fra loro; quest’ultima può essere considerata verità orizzontale.
Il Concilio, inoltre, insiste sul peccato personale che non è del tutto estraneo a quello collettivo, cosicché ci sentiamo tutti peccatori. Una volta l’attenzione della Chiesa si rivolgeva soprattutto ai peccati della carne, ma dopo il Concilio, il criterio usato per classificare gli eletti e i dannati, è quello della partecipazione ai bisognosi come riporta il Vangelo: “Ho avuto sete e tu non mi hai dato da bere…”
D’altro canto “ nella misura in cui si attenua il senso del peccato, si attenua di pari passo anche il senso della Redenzione” (J.Guitton) Oggi c’è il pericolo di invertire le verità verticali e confonderle con quelle orizzontali. Se questo accadrà, Dio non voglia, rischieremmo di abbandonare l’essenza della Fede, conservando solo l’aspetto esteriore. Infatti , capovolgendo le due entità, non più l’amore dell’uomo per l’uomo deriva dall’amore di Dio, ma l’amore dell’uomo per Dio diventa un simbolo  dell’amore dell’uomo per l’uomo; questa sarebbe la strada che conduce ad uno svuotamento della vera Religione poiché la riunione dell’uomo con l’uomo, diverrebbe la sola Religione. La vera fede sarà il lavoro, la fabbrica sostituirà la Chiesa. “Per la Chiesa cattolica, questo è uno dei pericoli più subdoli che abbia mai corso e cioè la sostituzione di una religione di tipo umano a una di tipo divino, senza che si verifichi alcun cambiamento dall’esterno, ma solo una trasformazione quasi insensibile.” (J.Guitton) Insistendo solo sull’uomo, la gente comune finirebbe per domandarsi se i misteri della Religione abbiano poi un significato reale. In realtà basta lo spazio di una generazione durante la quale imperversi l’indottrinamento e la propaganda, per cambiare gli ideali di un popolo intero.
Non appena la verità viene soffocata, viene subito sostituita da un’altra verità che ha l’apparenza di assomigliarle ma che invece è il suo opposto:  la materia, il corpo, la politica, uno sviluppo della potenza, il trionfo della forza. E in questa atmosfera diviene sempre più difficile affermare una verità immutabile, eterna che costituisce il nucleo della Religione quale l’hanno annunciata i Profeti e soprattutto Gesù che afferma : “Io sono la Via, la Verità e la Vita.”
(elaborazione da: “Che cosa credo” di Jean Guitton)
(Carlo)

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