LETTERA ALL’AMICO GIUSEPPE CHE NON CREDE
Caro Giuseppe,
ho molto
pensato al nostro recente colloquio ed ho creduto bene scrivere ciò che avrei
voluto dirti a voce, ma non mi è stato possibile. A volte, anche se si ha
intenzione di rispondere subito, è meglio meditare ed esporre il proprio
pensiero dopo aver riflettuto.
Il tema che
mi sono proposto, è uno dei più ardui per l’insipienza umana: -L’amore di Dio
per l’uomo-
Questo amore
ha una profondità ed un’estensione infinite. E’ troppo grande perché l’uomo
possa comprenderlo interamente e non è certo da meravigliarsi, perché è grande
quanto un Dio.
Però, questo
amore possiede, per sua stessa natura, la “necessità” di comunicarsi all’oggetto
verso il quale è diretto. In questo caso, l’uomo. Perciò, non può rimanere
nascosto e senza partecipazione, cosicché l’uomo, povero essere vivente, anzi,
vegetante nel buio più profondo, relegato e sprofondato in un abisso disperante
nel quale lui stesso ha deciso di sprofondare, viene sollecitato ad un patto,
ad una Alleanza, tesa a salvarlo dal suo orgoglio distruttivo. Ecco la
situazione dell’uomo lontano dal suo Creatore, staccato dalla linfa vitale!
Anche oggi avviene questo per ogni
uomo ; non è storia del passato, è terribile attualità; a volte questa
tragedia, l’uomo la prova più di una volta nella vita!
Quando l’uomo
prova a staccarsi dal suo Creatore, sprofonda sempre più nel fango ed è incapace
di risollevarsi con le proprie forze poiché, non ricevendo più la Grazia, è una
foglia nella tempesta.
Egli, privo
del bene, cade inevitabilmente nel male il quale, lungi dal procurare agi, è
capace solo di procurare altro male perché la sua stessa essenza è l’odio. Dal male è possibile attingere solo
male!
Dio, quindi,
è Colui che ha pietà delle miserie umane e, per primo, tende le mani all’uomo
peccatore.
E’ possibile
capire quanto disti la purezza divina dall’impurità umana? E’ possibile capire
quanto grande sia l’Amore divino per noi, tale da volerci per Sé, mentre ci
trovavamo nel profondo? E’ possibile soppesare un tale amore che, dimentico di
tutte le infinite offese, ha perdonato e si è immolato per noi?
Proviamo a
meditare su quella che è stata definita la “pazzia di Dio”. Certo, nessun uomo
persisterebbe tanto in un tale sentimento se l’altra parte fosse così infedele
quanto lo siamo noi! Ma la Misericordia di Dio è grande quanto il Suo Amore.
Per questo, l’uomo che disperasse del perdono, commetterebbe un grave peccato,
perché sarebbe un’ulteriore offesa, disconoscendo la grandezza del Suo Amore.
Come non piangere di commozione di fronte a tanta grandezza? Se ciò avvenisse
tra uomini, pochi resisterebbero all’abbraccio e invece, trattandosi di un Dio,
siamo capaci di rifiutare il Suo Amore per guadagnarci la perdizione! La vita
umana è tutto un mistero, perché misteriose sono le nostre origini. Questa scintilla
divina che Dio ha immesso in noi e che noi chiamiamo anima, non ha una
dimensione materiale, ascrivibile a reazioni chimiche più o meno chiare. E’ un’entità
che possiede la “coscienza” e racchiude tutto l’uomo,in un una dimensione che
sta fuori del tempo e dello spazio; è una realtà spirituale che ci avvicina a
Dio e che sembra infinitamente lontana da questo corpo carnale, nel quale è
come prigioniera e in perenne lotta.
Dio, dunque,
ci ha dato una parte che potremmo chiamare “personale” e l’ha accompagnata con
la Grazia che permette di vivere in ogni istante in modo ottimale, seguendo la
via che, come Padre amorevole ci indica. Conscio della nostra naturale
debolezza, Dio scende tra gli uomini, ne condivide la sofferenza, pur essendo
innocente e con delicatezza e amore, ci offre la Salvezza.
Cosa è l’inferno
delle Reincarnazioni nella tradizione Buddista, se non la narrazione delle
continue cadute dell’uomo e del suo risorgere ad opera della Misericordia
divina? L’uomo pecca e soffre a causa del suo peccato, poi si pente e ritorna
nello stato di grazia, per poi ripeccare e così per tutta la vita.
Non è forse
questa la rappresentazione dell’alternarsi della “ruota della vita”, del bene e
del male, dell’ yin e dello yian, in una parola, degli opposti? Questa altalena
è il retaggio del peccato originale che ha stravolto il piano di benessere a
cui ci aveva destinato il nostro buon Creatore. Come rimediare?
Gesù ci ha
portato la Buona Novella che avrebbe consentito di vivere, per così dire, nell’unica
dimensione positiva. Gli effetti negativi del peccato originale, non possiamo
più cancellarli, ma Gesù ci ha insegnato a servirci del male ricevuto e della
sofferenza, per trasformarlo in merito ed ottenere ancora più Grazia;
praticamente per dare la scalata al Cielo!
Ma tutto
questo non è puro insegnamento teorico, dall’alto di una cattedra; Lui Stesso
ha assunto la dimensione umana, ha insegnato tutta la vita, amando teneramente
ogni uomo e alla fine ha sopportato tutti i mostri mali e, cosa orribile a
pensare, ha acconsentito che gli stessi esseri che voleva salvare,
riscoprissero il ruolo di carnefici, i quali hanno infierito e continuano
ancora ad infierire, su un Dio che ci ama in modo tanto sovrumano! Ti sembra
possibile percuotere il proprio benefattore?
Eppure, per
un motivo o per un altro, lo facciamo tanto spesso!
Dopo tanto patire Egli, con la Sua
Risurrezione, ci ha lasciato in eredità la certezza che il bene vince sempre ed
è eterno. Mentre il male e la morte, sono passeggeri, destinati a scomparire,
nel Suo Amore senza limiti.
(Carlo)
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