domenica 22 dicembre 2019

SPIRITUALITA'


LETTERA ALL’AMICO GIUSEPPE CHE NON CREDE
Caro Giuseppe,
ho molto pensato al nostro recente colloquio ed ho creduto bene scrivere ciò che avrei voluto dirti a voce, ma non mi è stato possibile. A volte, anche se si ha intenzione di rispondere subito, è meglio meditare ed esporre il proprio pensiero dopo aver riflettuto.
Il tema che mi sono proposto, è uno dei più ardui per l’insipienza umana: -L’amore di Dio per l’uomo-
Questo amore ha una profondità ed un’estensione infinite. E’ troppo grande perché l’uomo possa comprenderlo interamente e non è certo da meravigliarsi, perché è grande quanto un Dio.
Però, questo amore possiede, per sua stessa natura, la “necessità” di comunicarsi all’oggetto verso il quale è diretto. In questo caso, l’uomo. Perciò, non può rimanere nascosto e senza partecipazione, cosicché l’uomo, povero essere vivente, anzi, vegetante nel buio più profondo, relegato e sprofondato in un abisso disperante nel quale lui stesso ha deciso di sprofondare, viene sollecitato ad un patto, ad una Alleanza, tesa a salvarlo dal suo orgoglio distruttivo. Ecco la situazione dell’uomo lontano dal suo Creatore, staccato dalla linfa vitale! Anche oggi avviene questo per  ogni uomo ; non è storia del passato, è terribile attualità; a volte questa tragedia, l’uomo la prova più di una volta nella vita!
Quando l’uomo prova a staccarsi dal suo Creatore, sprofonda sempre più nel fango ed è incapace di risollevarsi con le proprie forze poiché, non ricevendo più la Grazia, è una foglia nella tempesta.
Egli, privo del bene, cade inevitabilmente nel male il quale, lungi dal procurare agi, è capace solo di procurare altro male perché la sua stessa essenza  è l’odio. Dal male è possibile attingere solo male!
Dio, quindi, è Colui che ha pietà delle miserie umane e, per primo, tende le mani all’uomo peccatore.
E’ possibile capire quanto disti la purezza divina dall’impurità umana? E’ possibile capire quanto grande sia l’Amore divino per noi, tale da volerci per Sé, mentre ci trovavamo nel profondo? E’ possibile soppesare un tale amore che, dimentico di tutte le infinite offese, ha perdonato e si è immolato per noi?
Proviamo a meditare su quella che è stata definita la “pazzia di Dio”. Certo, nessun uomo persisterebbe tanto in un tale sentimento se l’altra parte fosse così infedele quanto lo siamo noi! Ma la Misericordia di Dio è grande quanto il Suo Amore. Per questo, l’uomo che disperasse del perdono, commetterebbe un grave peccato, perché sarebbe un’ulteriore offesa, disconoscendo la grandezza del Suo Amore. Come non piangere di commozione di fronte a tanta grandezza? Se ciò avvenisse tra uomini, pochi resisterebbero all’abbraccio e invece, trattandosi di un Dio, siamo capaci di rifiutare il Suo Amore per guadagnarci la perdizione! La vita umana è tutto un mistero, perché misteriose sono le nostre origini. Questa scintilla divina che Dio ha immesso in noi e che noi chiamiamo anima, non ha una dimensione materiale, ascrivibile a reazioni chimiche più o meno chiare. E’ un’entità che possiede la “coscienza” e racchiude tutto l’uomo,in un una dimensione che sta fuori del tempo e dello spazio; è una realtà spirituale che ci avvicina a Dio e che sembra infinitamente lontana da questo corpo carnale, nel quale è come prigioniera e in perenne lotta.
Dio, dunque, ci ha dato una parte che potremmo chiamare “personale” e l’ha accompagnata con la Grazia che permette di vivere in ogni istante in modo ottimale, seguendo la via che, come Padre amorevole ci indica. Conscio della nostra naturale debolezza, Dio scende tra gli uomini, ne condivide la sofferenza, pur essendo innocente e con delicatezza e amore, ci offre la Salvezza.
Cosa è l’inferno delle Reincarnazioni nella tradizione Buddista, se non la narrazione delle continue cadute dell’uomo e del suo risorgere ad opera della Misericordia divina? L’uomo pecca e soffre a causa del suo peccato, poi si pente e ritorna nello stato di grazia, per poi ripeccare e così per tutta la vita.
Non è forse questa la rappresentazione dell’alternarsi della “ruota della vita”, del bene e del male, dell’ yin e dello yian, in una parola, degli opposti? Questa altalena è il retaggio del peccato originale che ha stravolto il piano di benessere a cui ci aveva destinato il nostro buon Creatore. Come rimediare?
Gesù ci ha portato la Buona Novella che avrebbe consentito di vivere, per così dire, nell’unica dimensione positiva. Gli effetti negativi del peccato originale, non possiamo più cancellarli, ma Gesù ci ha insegnato a servirci del male ricevuto e della sofferenza, per trasformarlo in merito ed ottenere ancora più Grazia; praticamente per dare la scalata al Cielo!
Ma tutto questo non è puro insegnamento teorico, dall’alto di una cattedra; Lui Stesso ha assunto la dimensione umana, ha insegnato tutta la vita, amando teneramente ogni uomo e alla fine ha sopportato tutti i mostri mali e, cosa orribile a pensare, ha acconsentito che gli stessi esseri che voleva salvare, riscoprissero il ruolo di carnefici, i quali hanno infierito e continuano ancora ad infierire, su un Dio che ci ama in modo tanto sovrumano! Ti sembra possibile percuotere il proprio benefattore?
Eppure, per un motivo o per un altro, lo facciamo tanto spesso!
 Dopo tanto patire Egli, con la Sua Risurrezione, ci ha lasciato in eredità la certezza che il bene vince sempre ed è eterno. Mentre il male e la morte, sono passeggeri, destinati a scomparire, nel Suo Amore senza limiti.

(Carlo)

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