giovedì 9 dicembre 2021

SPIRITUALITA'

 

IL NATALE DEI VERI CRISTIANI

Il mondo attuale nel quale viviamo, già da qualche decennio, è stato travolto dalla corsa sfrenata, volta ad ottenere benessere materiale a scapito di quello spirituale. Ma non è sempre stato così. Oggi,vivendo affannosamente e sempre di corsa, è molto difficile se non impossibile, soffermarsi su temi che nutrono la nostra anima e la rendono felice e appagata. Agitandosi e vivendo superficialmente, cercando solo il divertimento, siamo continuamente distratti da quei valori e da quell’atmosfera che ci farebbero rientrare in noi stessi e ci farebbero meditare sui veri valori della vita. Inoltre, l’attuale angoscia creata dalla pandemia, contribuisce potentemente a distrarci da ciò che potrebbe giovarci.

Del resto, anche se l’uomo di oggi, cerca esclusivamente il benessere materiale, la carriera, i soldi facili,il successo sociale, non può sfuggire all’altra faccia della medaglia che è costituita dalla sofferenza fisica e morale, dalle malattie e dalla morte.

Se cerco di chiudere gli occhi per non vedere ciò che non mi garba, a che vale? Caratteristica della donna e dell’uomo maturi, è quella di guardare in faccia la realtà e fare le proprie scelte. Parlo spesso di scelte, perché sono convinto che la nostra vita futura sia condizionata fortemente dalle decisioni nostre o di altri che indirizzeranno la nostra vita verso la felicità o l’infelicità.

Gesù, con la Sua nascita ci dice che Dio, Buon Padre, conosce il dilemma dell’uomo, i suoi ricorrenti errori, le sue stoltezze e non intende lasciarci orfani abbandonati alle forze distruttrici di un mondo inumano, privo di qualunque forma di bene, dedito solo al sopruso, alla violenza, all’egoismo più estremo, all’inganno più profondo e più diabolico; Gesù quindi, non intende lasciarci poveri e soli, perché ci ama e desidera per noi la vera pienezza in questa vita e l’eterna felicità nell’altra.

Nasce per noi, per attuare il Suo disegno d’Amore e indirizzare ogni uomo di buona volontà, verso il vero scopo della vita, per renderci appagati e per meritare la felicità totale che ci attende. La Sua nascita è povera, ma enormemente ricca nello spirito; ci insegna subito che la situazione di povertà non condiziona assolutamente l’attuazione delle nostre aspirazioni, anzi, le rende più incisive e più forti.

Gesù, attraverso la sofferenza (la Sua Croce) ha redento il mondo!

Gesù è nato nel silenzio notturno, circondato dall’amore di un padre (S.Giuseppe) e di una madre (Maria), in una parola, è nato in una famiglia unita e concorde. Il Bambino ci sorride, guardando dentro la nostra anima e sembra invitarci a meditare quanto la nostra vita sconsiderata non porti frutti di bene.

ContemplandoLo in quella culla di paglia, non posso fare a meno di pensare che Dio, Puro Spirito invisibile, l’Onnipotente Dio, Creatore di tutto l’Universo, si è reso visibile all’uomo, incarnandosi in un innocente Bambino, pieno di dolcezza e di amore; mentalmente Lo prendiamo in braccio e nel nostro cuore entra subito una pace profonda ed immensa. Lo adoriamo e “ascoltiamo” il Suo messaggio d’Amore che ci assicura la Sua protezione, se accettiamo il Suoi insegnamenti. La Sua natura infantile, chiede aiuto e solidarietà e soprattutto affetto. Chi oserebbe negarGlielo?

Ma questo non è che il primo passo; una volta apertici il cuore, Gesù vi seminerà a piene mani per conquistarci al Suo Amore. Infatti Egli provoca la nostra tenerezza per contraccambiare in modo infinito, il nostro piccolissimo affetto.

Ma l’insegnamento più grande, indispensabile per una crescita spirituale, è quello dell’umiltà. Chi più di Lui può dirsi umile? Non si era mai sentito che un Dio Onnipotente e Glorioso, sia disceso sulla terra, in vesti di estrema umiltà, nella condizione umana più misera possibile, senza una casa, senza comodità, senza lussi di ogni tipo, ma in una povertà assoluta. Egli sa, pur essendo fisicamente un fanciullo, di essere Dio e di essere venuto nel mondo per redimere l’uomo peccatore e già, dai primi istanti di vita, soffre l’indigenza e il freddo, inaugurando una vita alla quale non sarà risparmiato alcun dolore.

Mentre contempliamo questo dolcissimo Bambino, corriamo con la mente al momento terribile della Sua Crocifissione e pentiamoci dei nostri peccati. Consideriamo che l’orgoglio è stato il primo peccato dell’uomo, ma questo Bambino ha sconfitto il male che ne è derivato. Se ci lasciassimo togliere Gesù dal nostro cuore, in cosa si potrà sperare? Non vi è altro Nome sotto il cielo in cui possiamo salvarci.

Maria, Madre provvida e dolcissima, Lo addita ai pastori, ai Magi e a tutti noi e ci consente di prenderLo in braccio e annullarci nel Suo infinito Amore. Buon Natale a tutti in Cristo Gesù.

(Carlo)

martedì 16 novembre 2021

SPIRITUALITA'

 

CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI

“Se infuriano i venti delle tentazioni e se vai a sbattere contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se i flutti dell’orgoglio, dell’ambizione, della calunnia e dell’invidia ti spingono di quà e di là, guarda la stella, invoca Maria! Se l’ira, l’avarizia, l’edonismo, squassano la navicella della tua anima, volgi il pensiero a Maria! Se, turbato per l’enormità dei tuoi peccati, confuso per le brutture della tua coscienza, spaventato al terribile pensiero del Giudizio, stai per precipitare nel baratro della tristezza e nell’abisso della disperazione, pensa a Maria!

Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria, invoca Maria!

Maria sia sempre sulla tua bocca e nel tuo cuore. E per ottenere la Sua intercessione, segui i Suoi esempi.

Se la segui, non ti smarrirai, se la preghi non perderai la speranza, se pensi a Lei non sbaglierai.

Sostenuto da Lei, non cadrai, difeso da Lei, non temerai, con la Sua guida, non ti stancherai, con la Sua benevolenza, giungerai a destinazione.”

(San Bernardo)

(Carlo)

mercoledì 27 ottobre 2021

SPIRITUALITA'

 

LETTERA  AD  UN  AMICO  DEPRESSO

Ad una certa età avanzata, capita a tutti di essere tentati a fare un bilancio della propria vita considerando quanto raccolto in esperienze e quanti sogni o programmi gettati al vento. E’ un processo a volte doloroso e frustrante perché si pensa di aver perso occasioni d’oro per affermarsi nella vita sociale o aver fatto scelte che si sono rivelate fallimentari. A mio avviso, tutto questo esame ha come risultato un grande rischio di depressione. C’è il nostro antico nemico che ci suggerisce malignamente di fare questa inutile analisi, perché vuole la nostra disperazione, la nostra ribellione; perché vuole che noi attribuiamo a Dio il fallimento delle nostre scelte. Il Catechismo della Chiesa cattolica dice che noi abbiamo dei suggerimenti positivi e dei suggerimenti negativi. Secondo il nostro credo, Dio ci ha creati “a Sua immagine e somiglianza”. Questa somiglianza non può essere fisica poiché Dio è Puro Spirito; quindi questa somiglianza è contenuta nell’anima ed è un dono inestimabile: il libero arbitrio. Dio è un Essere libero, senza alcun condizionamento ed ha voluto crearci liberi di scegliere il Bene o il male. Questo, perché Egli vuole essere riconosciuto come Creatore e adorato come unico Dio. Per questo, dopo il peccato originale, non ha distrutto il male ma lo ha utilizzato per servirsene, affinché l’uomo sia tentato, ma scelga di servire con amore il suo Benefattore. Del resto, sappiamo tutti che la caratteristica dell’animo umano è quella di dimenticarsi del Creatore in tempo di benessere e di tornare a Lui nei momenti di sofferenza. Responsabile di questo atteggiamento è proprio l’orgoglio che in tempo di benessere suggerisce di essere lui l’unico artefice  della propria vittoria, salvo poi, in tempo difficile, di scoprirsi fragile e quindi appigliarsi a Chi solo è in grado di salvarlo. Come comportarsi quindi? Ci risponde Gesù stesso: “Cercate prima il Regno di Dio e la Sua Giustizia e tutte queste cose (i beni terreni)vi saranno date in sovrappiù.” (Mt 6,33)

Ecco il segreto per una vita serena! Un esempio ci viene dalla Bibbia: Quando Dio elegge re Salomone, gli chiede cosa desidera per poter ricoprire il suo ruolo di Giudice del popolo. Salomone Gli chiede una grande saggezza  e intelligenza per essere un degno Giudice dei suoi sudditi. E Dio, nella Sua magnanimità lo esaudisce e in più gli concede le ricchezze che egli non aveva osato chiedere attribuendo maggior importanza alla sapienza.

Durante tutta la nostra infanzia, cerchiamo sempre di aumentare la nostra autostima e renderla stabile contro i continui tentativi del mondo circostante che tende sempre a schiavizzarci in un modo o nell’altro per poter utilizzare a suo favore le nostre energie. Quanti allora soccombono e, piuttosto che lottare, reputano più tranquillizzante divenire dei gregari seguendo il capo del momento. Questa lotta ci rende più forti nelle nostre opinioni e ci fidiamo soprattutto di noi stessi. Questo importantissimo esercizio ha però un punto debole ed è quello di renderci sospettosi e difficilmente propensi ad un abbandono nei riguardi dell’altro. Questa difficoltà, giustificata verso l’uomo, però non è giustificata verso Dio che è vero buon Padre e pensa sempre al nostro bene. Egli ci ha creati per un atto di Amore e perché la nostra vita fosse felice e immortale. La nostra insipienza, segnatamente quella di Adamo ed Eva, ha distrutto l’equilibrio che Dio aveva predisposto e ha trascinato tutta l’umanità verso il male, poiché ha preferito l’inferno al Paradiso.

Dio però, ha trasformato questo male commesso dai Progenitori, in un Bene più grande, soffrendo la Passione, ma guadagnando per noi un’infinità di Grazie la più grande delle quali è la possibilità di divenire figli di Dio salvandoci dalla condanna eterna. Questa salvezza ci viene offerta col Battesimo e con gli altri Sacramenti che, come dice il Catechismo, sono canali della Grazia.

Dio quindi ha fatto la Sua parte, ora tocca a noi rispondere positivamente al Suo invito d’Amore seguendo i Suoi Comandamenti i quali esprimono la Sua Santa volontà, per evitare di cadere nel rifiuto, sempre presente come all’epoca dei Progenitori, del Suo Amore paterno e infinito.

Dio quindi ci invita sempre, servendosi di uno scritto, di una persona, di un avvenimento inaspettato etc.perché desidera la nostra adesione al Suo piano salvifico. Egli nella Sua bontà desidera il nostro bene, la nostra felicità qui sulla terra e dopo la morte, in Cielo una felicità senza fine.  Conosco l’obiezione di molti : se Dio ci ama, perché permette la sofferenza? Se non si riesce a superare questo apparente ostacolo mentale, non riusciamo a camminare sulle orme di Cristo. Bisogna rifarsi al peccato originale, perché questo è il fulcro di tutto il Cristianesimo! Se crediamo di essere innocenti, senza particolari colpe, senza peccati gravi, non sentiamo la necessità di essere salvati. Questo significa che per noi non è necessario un Salvatore! Eccoci immediatamente fuori del piano di Dio! Come si vede, la nostra convinzione di presunta innocenza ci impedisce di progredire nella Fede. A mio avviso è molto importante una profonda e leale analisi del proprio credo e per far questo è necessario leggere con attenzione la Sacra Scrittura, in primo luogo i Vangeli, dove Gesù ci insegna come comportarci per essere a Lui graditi. Il bambino spia il comportamento del padre per imparare dalle sue azioni come sperimentare la vita; allo stesso modo il fedele deve meditare sulle parole di Gesù che hanno il potere di penetrare nella nostra anima e inondarla di quell’ alimento spirituale che ci manca spesso. Quando crederemo senza aver visto, fidandoci soltanto della parola di Gesù, allora la Provvidenza ci darà le prove della verità del nostro credo. Allora la nostra Fede sarà salda e non avremo paura più di nulla perché sentiremo la presenza di Dio nella nostra vita.

Le prove anche dolorose che potranno colpirci, saranno ritenute salutari, perché considereremo sempre e immancabilmente l’Amore di Dio Buon Padre, dal quale ci aspetteremo una soluzione a noi favorevole nonostante le apparenze. La preghiera più potente che muove il Cuore di Dio è questa: “Sia fatta la Tua e non la mia volontà.” Gesù ha pronunciato queste parole sulla Croce mentre stava morendo, per insegnarci l’abbandono all’Amore del Padre. Per esperienza personale, quando si riesce a pronunciare  nel dolore questa preghiera, subito il nostro cuore ne trae conforto. Non dimentichiamo che la Sacra Scrittura sottolinea che ogni preghiera non si ferma finché non raggiunga il Cielo!

Caro amico, il dono più grande che abbiamo ricevuto è la Fede e dovremmo ringraziare sempre nostro Signore di averci fatto nascere in questa Santa Religione, segno che Lui ci ha predestinati ad essere Suoi fedeli. La Sua Grazia è la nostra felicità.

In questo percorso spirituale non siamo soli, ma abbiamo una dolcissima Madre che ci guida, ci assiste e ci difende da tanti mali, limitando fortemente l’aggressività del nostro antico nemico, il demonio, il quale per sua stessa ammissione ha detto di non poter facilmente contrastare i devoti di Maria, come invece può fare con le persone lontane dalla Grazia del Signore. E la recita giornaliera del Santo Rosario garantisce una protezione speciale. Provare per credere!

Tante cose avrei ancora da dirti ma per ora ti lascio a meditare tutte queste verità. A Gesù per Maria.

Carlo

25-10-2021

giovedì 19 agosto 2021

SPIRITUALITA'

 

LA  FELICITA’  NELL’ALTRO

Quando incontro una persona desiderosa di verità, la quale cerca onestamente di conoscere Dio e la Sua Giustizia, sento in me una spinta, un impulso particolare che mi porta a condividere e partecipare a questo suo problema.

In queste, purtroppo rare situazioni, percepisco l’Amore del Padre per quella creatura e sento di essere uno strumento del Suo Amore per noi; mi sento un collaboratore di Dio: che bella sensazione! Essere istruito dallo Spirito Santo, è esaltante!

Così, sforzandomi di essere di aiuto a quell’anima, ricevo contemporaneamente la conferma dell’Amore di Dio. Amore che noi non riusciamo a comprendere ma solo intuire; infatti, se tutti fossero certi dell’Amore del Padre, la fede dominerebbe il mondo e il male diverrebbe inerme.

In questo periodo pandemico ci è impedito di frequentare ambienti quali ospedali, cliniche, ospizi, abitazioni e in genere ambienti molto frequentati che facilitano l’incontro con il nostro prossimo, al fine di svolgere il nostro apostolato di Legionari di Maria. Negli anni passati, quando era possibile svolgere questo apostolato, la gioia che ne ricavevamo era grande e la nostra anima ne godeva a piene mani. Ora, invece, almeno chi è convinto del valore di tale apostolato, soffre per l’impossibilità o la forte limitazione che ne deriva dalla profilassi costrittiva causata dal Covid.

Tanti sono gli incentivi che Gesù ci pone nella Sua predicazione, relativamente al dovere di aiutare spiritualmente il nostro prossimo, tanto da renderci responsabili gli uni gli altri se manchiamo di istruirli secondo la volontà di Dio. Siamo fratelli e scopriamo questa prerogativa soltanto quando esercitiamo l’apostolato, ricevendo ancora una volta, la conferma della veridicità delle parole del Cristo. Gesù stesso proclama che tutti coloro che sono credenti e che rispettano i Suoi Comandamenti, Gli sono fratelli, sorelle e madri.(Mt 12,46-50)

Ponendoci nella condizione di collaboratori di Dio, noi siamo rivestiti di Spirito Santo, condizione sine qua non per esercitare positivamente tale apostolato, e svolgere tale compito con la Grazia di Dio.

Gesù, nei tre anni di vita pubblica, ha svolto ininterrottamente il Suo ufficio apostolico, prendendosi cura di ogni anima sofferente sia nel corpo sia nello spirito, guarendo tutti con la Sua autorità divina.

Nel Vangelo si legge che un uomo si presentò a Gesù chidendoGli come ottenere la vita eterna e Gesù risponde asserendo che è necessario seguire gli insegnamenti della Legge; lui risponde di averli sempre osservati; allora Gesù “fissatolo, lo amò” .(Mc 10,21).

La narrazione continua con la richiesta di vendere tutto e seguire Gesù, ma al di là di questa, pur importantissima proposta, mi colpisce particolarmente questo sguardo intensissimo e pieno di amore che Gesù rivolge al giovane credente; è lo sguardo che penetra nel cuore spandendovi amore, gioia, felicità. Purtroppo il giovane è incapace di lasciare la sua agiatezza e tristemente se ne va.

Quando si fa apostolato nel Nome di Gesù, lo si fa insieme a Maria Santissima che è Madre di tutti e in virtù di questo privilegio Lei ci suggerisce, insieme allo Spirito Santo (“che sempre opera”) le parole necessarie e opportune per convincere l’ascoltatore ad approfondire la sua esperienza religiosa. E’ un compito molto gratificante e indispensabile per il credente; in questo modo la sua fede progredirà in proporzione al suo impegno e le Grazie saranno abbondanti.

Che lo “sguardo” di Gesù ci investa e ci trasporti nel Suo mondo di gioia. Amen

(Carlo)

 

giovedì 8 luglio 2021

SPIRITUALITA'

 

SIGNORE, PIETA’

Da qualche tempo mi sento affascinato da queste parole: “Signore, pietà!”

Questa eterna preghiera che gli uomini esprimono a Dio, contiene molti significati e possiede una grande potenza, così grande che Dio non può ignorarla, perché Egli è sempre fedele a Se stesso.

Pronunciando, a cuore aperto questa invocazione, io sprofondo nella mia umiltà e sono consapevole del mio grande limite. Sono di fronte al mio Creatore, alla Sua Maestà infinita e constato di essere estremamente povero, di non aver nulla da offrirGli se non la mia miseria e questo, lungi dal disperarmi, mi dà la forza di chiedere a Lui che può tutto, la Sua assistenza e la Sua Misericordia.

Questa Misericordia è per me un energetico, una forza misteriosa, una risorsa che nei momenti più bui mi è di grande aiuto. Anche se la mia situazione sembra non cambiare, tuttavia questa consapevolezza mi avvicina alla Bontà di un Dio il quale, per un Suo progetto, sempre a me favorevole, permette la mia sofferenza per un fine che a me sfugge ma che a Lui è estremamente chiaro.

Pensare alla Misericordia di Dio è pensare ad un Dio Buon Padre, un Padre che ama i propri figli e dà loro tutto il necessario. Dice la Madonna nel “Magnificat” :”..La Sua Misericordia si stende su quelli che Lo temono…”  Ecco il segreto del muovere Dio alla Pietà: Temerlo. Però questa parola va interpretata bene. E’ vero, Dio va temuto perché è il Padrone di tutto, ma prima del timore ci deve essere l’amore, quell’amore che Gesù ha sempre dimostrato con la Sua vita e con il Suo insegnamento.

Gesù durante la Sua vita terrena, ha tanto insistito per convincerci dell’Amore di Dio verso gli uomini, ma questo concetto non è stato abbastanza recepito dalla durezza del nostro cuore. Ma quando la prova ammorbidisce il nostro ego e scopriamo di essere fragili come canne nella tempesta, osiamo chiedere all’Onnipotente che ci dia la Sua Grazia attraverso la preghiera “Abbi pietà di me”

Dio allora è così magnanimo che, raggiunto il nostro cuore finalmente aperto, ci dona la Sua Misericordia e noi percepiamo la Sua Presenza (che è anche questa Misericordia) che mette pace nella nostra anima. E finalmente possiamo dire, convinti, :”Sia fatta la Tua volontà”

La Chiesa, istruita dallo Spirito Santo, ha posto le tre famose invocazioni alla Misericordia, proprio all’inizio della S.Messa in onore della Santissima Trinità, ma anche perché la benedizione divina scenda copiosa sui partecipanti e la Misericordia di Dio prepari i cuori al grande evento incruento della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Spesso, pronunciando queste invocazioni, sento una stretta al cuore, una commozione sottile che mi fa percepire, soprattutto intravvedere, una luogo lontano ma molto reale dove il Bene regna indisturbato.

(Carlo)

 

mercoledì 9 giugno 2021

SPIRITUALITA'

 

IL  MISTERO  DI  MARIA      (2° parte )

Qualche volta ho avuto occasione di parlare con persone credenti, devote in special modo a Gesù, ma poco propense ad approfondire la conoscenza di Maria Santissima, considerata forse, e a torto, in concorrenza con Suo Figlio.

Nulla di più sbagliato! La Madonna è stata sempre in perfetta sintonia con il Figlio e Lo ha seguito anche sul Calvario, acconsentendo al volere di Dio e all’attuazione del piano redentivo . Quando l’Arcangelo Gabriele salutò Maria, Le disse: “Ave o piena di Grazia, il Signore è con Te..”(Lc 1,28) intendendo dire che la Grazia concessa La rendeva piena di Spirito Santo. Questo particolare assume una speciale importanza dal momento che Maria ha potuto esprimere il Suo “Si” in perfetta conoscenza di quanto Le veniva proposto. Non è stato quindi, come qualcuno ha voluto malignamente asserire , un salto nel buio, ma una completa adesione e obbedienza al piano di Dio: “Ecco l’ancella (la schiava) del Signore! Si faccia di Me secondo la tua parola.” (Lc 1,38).

Il fatto di essere piena di Spirito Santo e quindi piena di Grazia, Le conferiva una speciale conoscenza di ciò che veniva chiesto, perché Maria era molto introdotta nello studio delle Sacre Scritture e conosceva perfettamente le profezie che riguardavano il futuro Redentore e le Sue sofferenze. Inoltre, poiché era stata preservata dal peccato originale, aveva intatti i doni preternaturali che i Progenitori avevano perso nell’aderire alla tentazione diabolica, possedendo tutti e sette i doni dello Spirito Santo, in special modo quello della fortezza.

Il “sì” di Maria ha avuto un’immensa importanza, poiché ha dato il via all’Incarnazione e a tutta la Redenzione. Dal momento che Dio, per attuare i Suoi piani, faccia dipendere dal libero arbitrio delle Sue creature l’esecuzione di tali programmi, ci fa capire quanto sia importante un’ adesione cosciente. Lui è il Padrone assoluto delle Sue creature e potrebbe imporci la Sua volontà, ma preferisce che esse aderiscano per amore e convinzione. Quanto è grande la considerazione che ha Dio per l’uomo e la Sua immensa Misericordia! Quando eravamo peccatori senza speranza, Dio ci “ha riconciliati con Sé stesso per mezzo di Cristo ed ha affidato a noi (gli Apostoli) il ministero della riconciliazione. Sicché era Dio che in Cristo riconciliava a Sé il mondo, non imputando più agli uomini i loro peccati e che mise sulle nostre labbra il messaggio della riconciliazione…Colui che non conobbe il peccato, Egli Lo ha fatto peccato per noi, affinché noi diventassimo in Lui giustizia di Dio.” (2 Cor 5,18-21)

Maria Santissima ha dunque accettato il Suo ruolo nella Salvezza ed ha agito attivamente in tal senso; Ella, in conseguenza della Sua Maternità divina, è stata unita con un vincolo naturale e strettissimo con la seconda Persona della Santissima Trinità. Ricordiamo le parole di Gesù :”…nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.” (Mt 11,27) Gesù Cristo in virtù di questa Maternità e della comunione dei Santi, ha voluto rendere Maria la Madre di tutti i redenti.

Purtroppo oggi, molti minimalisti pensano che la Madre di Dio sia stata come un  canale inerte che il Verbo avrebbe soltanto attraversato per incarnarsi, ma P.Candido osserva che l’amore di Maria per noi trova la sua giusta analogia in quello di Dio “che ha tanto amato il mondo, da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna.”(Gv 3,16) E così, nel Suo perfetto olocausto, la Vergine trova il diritto di mediare con Dio la nostra Salvezza!

Afferma S.Pio X :”La Vergine non ha concepito il Figlio eterno di Dio soltanto perché, assumendo da Lei la natura umana, divenisse Uomo, ma anche perché, mediante la natura ricevuta da Lei, divenisse il Salvatore del mondo.” Quando Cristo prese per Sé la carne, vi aggiunse anche il Corpo spirituale, formato dalla futura Chiesa, ossia da tutti coloro che avrebbero creduto in Lui, come sottolinea S.Paolo in Efesini 5,30:”..poiché noi siamo membra del Corpo di Cristo.”

Nell’Enciclica “Mystici corporis” Pio XII scrive: “Ella che fu immune da ogni macchia, sia personale, sia ereditaria e sempre strettissimamente unita al Figlio Suo, Lo offrì all’Eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del Suo materno amore, come nuova Eva, per tutti i figli di Adamo contaminati dalla miseranda prevaricazione del progenitore. Perciò Colei, che quanto al corpo, era la Madre del nostro Capo, potè divenire, quanto allo spirito, Madre di tutte le Sue membra, con nuovo titolo di dolore e di gloria.”

Quando Gesù nacque a Betlemme, certamente non vi fu alcun dolore di parto ma una gioia immensa, ma quando viene descritto il parto doloroso della visione apocalittica sappiamo che si tratta del parto di noi che, trattenuti ancora in questo esilio, abbiamo bisogno di essere generati al perfetto amore di Dio e all’eterna felicità.

Anche nella “Lumen gentium” si afferma che:”Ella continua adesso dal Cielo a compiere la Sua funzione materna di cooperatrice alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle singole anime degli uomini redenti.”

“Maria svolge il compito di Mediatrice universale della nostra Salvezza, avendo ricevuto dal Padre il potere di meritare a vantaggio di tutti.”(S.Tommaso d’Aquino)

“Dio attribuisce un valore universale ai Suoi meriti e li unisce a quelli del Figlio, perché diano valore ai meriti di ogni creatura e la rendano accetta alla  SantissimaTrinità. Se è vero, infatti, che solo il merito di Cristo è infinito, è altrettanto vero che Lei ha pienamente collaborato con il Figlio, all’opera della Salvezza, riacquistando per noi, beni soprannaturali superiori a quelli persi con il peccato di Adamo.

Pio XII nell’Enciclica “Ad caeli Reginam” scrive:”Maria, nell’opera della Salvezza spirituale fu associata, per volontà di Dio, a Gesù Cristo, principio di salvezza, in maniera simile a quella con cui Eva fu associata ad Adamo, principio di morte, sicché si può affermare che la nostra Redenzione si compì secondo una certa ricapitolazione  per cui il genere umano, soggetto alla morte per mezzo di una vergine, si salva anche per mezzo di una Vergine.”

Purtroppo però gli avversari della corredenzione di Maria, trovano tutti i sofismi possibili per negare questa doverosa attribuzione alla Madre del Verbo. Essi ricorrono addirittura all’antitesi Eva-Maria, andando contro tutta la Tradizione, per affermare che il colpevole del peccato di origine, sia esclusivamente Adamo, mentre Eva sarebbe  responsabile solo in modo accidentale e indiretto e, come Eva ha avuto un ruolo secondario e indiretto, così Maria, nella Redenzione, ha avuto un ruolo mediato e remoto. Questa affermazione è ingiusta  e non tiene in alcun conto la testimonianza delle Scritture. Infatti Dio esigeva che Eva condividesse le responsabilità di Adamo e per questo la vuole complementare all’uomo. Su di lei, il Creatore, pronuncia una severa condanna per lei e per tutte le donne e le madri, colpite proprio nella maternità: “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze; con dolore partorirai i figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà.”(Gn 3,16)

Dio quindi, ha voluto che tra Lei e il Figlio e quindi tra Lei e gli uomini, vi fosse un legame singolarissimo tale, da rendere Maria Mediatrice universale e Corredentrice, perché Lei ha generato non l’Uomo Gesù, ma Cristo, il Verbo eterno e consustanziale del Padre.

Infatti, in virtù di questo, se Lei avesse soltanto condiviso le sofferenze del Figlio, ma non avesse partecipato al mistero del Salvatore, sarebbe soltanto la Madre dell’Uomo Gesù e non la Madre di Dio!

Maria è la Donna, l’unica che comprenda tutto il mistero che si sta consumando sul Calvario. In quei momenti eterni risuonano nel Suo cuore le parole dell’Arcangelo Gabriele che La saluta come piena di Grazia, il ricordo della visita dei pastori, il canto degli Angeli, ma anche le profezie di Simeone ed Anna, mentre scorrono strazianti le immagini della Sua intimità con Gesù. Fatti e parole che Lei ha sempre meditato nel Suo cuore. (Amantini)

(da P. Giacobbe Elia)

(Carlo)

domenica 6 giugno 2021

SPIRITUALITA'

 

I  RE  DI  QUESTO  MONDO

Nell’Antico Testamento fino al periodo dei Giudici, Dio era il vero conduttore della vita di ogni ebreo ed Egli presiedeva ogni decisione riguardante l’intera vita del Suo popolo. Quando il Giudice Samuele, molto apprezzato dal popolo per la sua saggezza donatagli da Dio, diviene vecchio, pensa di trasmettere la sua mansione di Giudice ai due figli. Essi, però, non hanno il suo carisma e il popolo è scontento per il loro comportamento scorretto e mercenario, tanto che decidono di chiedere a Dio un re che li governi, a somiglianza delle altre popolazioni confinanti. Dio non gradisce questa richiesta perché in sostanza il popolo ha più fiducia in un re umano di quanto ne possa avere per un Re divino. Il popolo ha già dimenticato tutto l’episodio relativo alla sua liberazione dal giogo degli Egiziani e tutti i miracoli a cui i suoi antenati hanno assistito. Di fatto, quindi, respingono il loro Conduttore, pensando di essere meglio governati da un uomo. Samuele allora pronuncia un discorso, valido in tutti i tempi e dice: “…Ecco quale sarà il diritto del re che regnerà su di voi; prenderà i vostri figli e li destinerà, in parte ai suoi carri e ai suoi cavalli; in parte perché corrano davanti al suo cocchio. Altri li farà capi di migliaia, di centinaia e di cinquantine, altri infine li destinerà a coltivare i suoi campi, a mietere le sue messi, a preparargli armi da guerra e il necessario per i suoi carri. Prenderà pure le vostre figlie, perché facciano da profumiere, da cuoche e da fornaie. Prenderà i migliori dei vostri campi, dei vostri vigneti e dei vostri oliveti per darli ai suoi ministri. Preleverà le decime sulle vostre messi e sulle vostre uve, per darle ai suoi cortigiani e ai suoi ufficiali. Prenderà i vostri servi e le vostre serve, i vostri buoi migliori e i vostri asini e se ne servirà per i suoi lavori. Esigerà, infine, la decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi.

Allora vi lamenterete del re che vi siete scelto, ma il Signore non vi esaudirà.” (1Sam 8,10-18)

Credendo in tutto questo, chi di noi accetterebbe un simile dominio sulle nostre vite?

Eppure questa è la storia di tutti noi che confidiamo nella potenza organizzativa degli uomini, diffidando delle leggi amorevoli di Dio. Siamo finalmente convinti che il peccato di origine non è mai morto?

(Carlo)

 

martedì 23 marzo 2021

SPIRITUALITA'

 

UN  CONVINCIMENTO  DIFFICILE

Durante la nostra vita abbiamo lottato spesso contro opinioni che non collimavano con le nostre, fino a quando l’evidenza ci ha costretti a modificare la nostra convinzione, correggendo il nostro pregiudizio e creando una nuova convinzione, questa volta più tenace della prima. Il processo che determina la nostra convinzione, è frutto di continua meditazione di fronte a varie situazioni che ci costringono a determinate scelte, basate sul ragionamento e sulla nostra propria sensibilità.

A volte, vorrei dire spesso, ciò che ci viene comunicato con insistenza, rimbalza sulla nostra corazza che via via abbiamo costruito su noi stessi per legittima difesa personale, ritenendo di analizzare con calma ciò che ci viene proposto. Rari sono i casi in cui l’entusiasmo supera questa barriera difensiva, facendoci “veleggiare” intrepidamente, ma con scarse cautele. Nella vita capitano queste scelte impulsive e a volte ne sopportiamo le amare conseguenze.

Solo nella dimensione religiosa questo rischio non c’è perché Dio non inganna mai. Naturalmente sto parlando della Religione Cattolica, l’unica che contenga la Verità tutta intera. Gesù è l’immagine del Dio invisibile, è Dio fatto Uomo per poterci redimere da quel peccato originale la cui spaventevole gravità ha destabilizzato quel meraviglioso progetto divino, posto in atto nel Paradiso terrestre, quale segno perenne dell’Amore del Creatore per le Sue creature.

Non molti cristiani si rendono ben conto della gravità del peccato originale, peccato che ha aperto la strada a tutti i peccati, a tutte le atrocità che da allora hanno potuto attuarsi in un terribile vortice maligno che ha invaso il mondo intero, facendo divenire del Regno di Dio, un regno di male e di morte. Satana, il capo dei demoni, è stato scelto al posto di Dio! Dio ha scagliato questo angelo ribelle, con i suoi compagni, qui, sulla terra, sede del suo inferno! Ormai la scelta è stata fatta, l’immissione del male è avvenuta e ha coinvolto i Progenitori e noi, loro discendenti. Non è più possibile tornare indietro; lo stravolgimento, male e bene, saranno per sempre legati indissolubilmente in una forzata convivenza. Comprendiamo noi l’entità di una così scellerata decisione? Come sarebbe stato possibile ottenere da Dio il perdono di un così grave peccato? Chi avrebbe potuto meritare tanto da soddisfare la giusta ira del Creatore? Nessun uomo, anche il più santo, avrebbe potuto offrire nient’altro che la sua umanità tanto limitata di fronte alla Maestà infinita di Dio. Ora arrivo al punto: Dio, a differenza di un uomo,ha avuto misericordia della nostra disperazione e ha escogitato un piano di Redenzione, l’unico possibile. Dio si sarebbe incarnato in Gesù Cristo assumendo la natura di Uomo, così da conservare quale Dio e Uomo le due nature, per poter soffrire come un Uomo, ma meritare come un Dio. Ma tutto ciò lo ha fatto dipendere da una Donna, Maria, la quale, in vista della futura nascita regale, è stata resa immune dal peccato originale perché mai, neanche per un secondo, fosse stata schiava di satana. L’argomento andrebbe allargato molto ma ciò che mi interessa è parlare dell’Amore di Dio per le Sue creature, creature per le quali, pur avendoLo deluso, non  ha mai fatto mancare il Suo Amore, che vari Santi hanno definito “folle”.

Gesù, nella Sua vita terrena, si è tanto prodigato per convincere i conterranei che Dio è Amore e Misericordia, ma nonostante dimostrasse continuamente  di essere Lui il Messia promesso da tanti Profeti e in Lui convergessero le Scritture, molti del popolo sono rimasti scettici e hanno avvallato le maligne scelte degli Scribi e dei Farisei che Lo volevano morto, perché servi di satana.

Solo meditando sul comportamento di Gesù durante tutta la Passione, è possibile, se si invoca onestamente lo Spirito Santo, comprendere un po’ più profondamente la vastità di questo Amore che la nostra rozzezza è incapace di considerare appieno.

Gesù ha fatto tanti miracoli, guarendo fisicamente e spiritualmente quanti soffrissero a causa di mali atroci e inguaribili. Per questo,  ove passava, veniva pressato perché li guarisse e Lui non si rifiutava mai, superando ogni stanchezza e ogni critica dei Suoi nemici. Eppure, tutti questi beneficati non si sono opposti alla Sua uccisione e hanno lasciato torturare il loro Benefattore! Ecco l’uomo, privo delle Virtù preternaturali!

Gesù ha accettato il piano di Dio e vive per questo la Sua dolorosa Passione nella quale il demonio ha sfogato i suoi peggiori istinti spingendo quegli uomini reprobi a torturare spaventosamente quel Re dei Re. E così Egli collabora coi carnefici offrendo il Suo sacro Corpo, senza lamentarsi, sopportando in silenzio quelle atroci torture quali la flagellazione, la coronazione di spine, la crocifissione. Durante il viaggio al Calvario è stato costretto a portare il pesante legno della Croce sulle spalle scarnificate dalla recente flagellazione, mentre le guardie Lo strattonavano continuamente per farLo cadere in terra. Quando costrinsero il povero Cireneo a portare nell’ultimo tratto, la Croce di Gesù, non lo fecero per umanità, ma solo perché non volevano che morisse per strada. La loro intenzione era quella di farLo morire come un malfattore! Questo era l’odio dei nemici di Dio! Ma Gesù, nonostante le terribili sofferenze, non dimentica l’Amore del Padre e continua a beneficare l’umanità affidando a Maria Sua Madre tutti gli uomini e a Giovanni, che impersonava tutta l’umanità, Sua Madre.

Durante tutta la Passione, ogni sofferenza è vissuta, accresciuta e offerta al Padre Eterno, da Maria, congiuntamente al Figlio, per poter ottenere il perdono dei nostri peccati e poter riaccedere al Paradiso perduto. Quando gli sguardi di Gesù e di Sua Madre si incrociavano, la sofferenza si moltiplicava reciprocamente e ognuno di loro, involontariamente, infliggeva dolore e sgomento all’Altro. Gesù è stato paziente oltre ogni limite e ha perseverato fino alla fine per ottenere per noi il desiderato perdono.

Ma perché è stato necessario soffrire così duramente? La necessità nasce dal fatto che per vincere il male era indispensabile servirsi del Bene prodotto dal merito, in questo caso infinito, perché derivante da un Dio Uomo. Come già detto, la sofferenza doveva essere sopportata da un Uomo e tutti i peccati commessi, annullati dai meriti straripanti di Gesù e di Maria. Sì, anche di Maria perché Lei ha offerto a Dio, in comunione col Figlio il Frutto Benedetto del Suo seno! Uno strazio indicibile (qui solo una madre può comprenderlo bene) anticipatoLe dal vecchio Simeone in occasione della Presentazione di Gesù al Tempio: “E a Te pure, una spada trapasserà l’anima.”

(Lc 2,35) Facciamo mentalmente il percorso della Via Crucis aiutati dagli scritti di Caterina Emmerich e di Maria Valtorta le quali hanno avuto il dono di seguire in visione tutto il dramma della Passione. Tutti noi conosciamo le torture subite da Gesù, ma è meno nota l’estrema perfidia dei carnefici prezzolati e appartenenti ad un’etnia non del luogo, i quali ridendo e scherzando presentano a Maria i chiodi che di lì a poco avrebbero conficcato nelle adorabili membra del Figlio. Immaginatevi lo strazio di una Madre! Eppure, anche sulla Croce, Gesù non pensa a Se Stesso, ma rende felice di morire con Lui, il buon ladrone, certo di guadagnare il Paradiso. Dalla nascita fino alla morte, Gesù dimostra per l’uomo un Amore infinito davanti al quale ogni cuore deve cedere. Meditando la Via Crucis possiamo provare quel sentimento inesprimibile che i discepoli di Emmaus ci hanno tramandato: “Non ci sentivamo forse ardere il cuore in petto, mentre ci parlava per via e ci spiegava le Scritture?”(Lc 24,32)

Considerando tutti gli insegnamenti di Gesù, ma soprattutto il Suo comportamento, dovremmo credere con maggiore impegno alla Sua parola e, dietro il Suo esempio, vivere la nostra vita in modo più spirituale sapendo E CREDENDO  al Suo Amore senza fine “che ci ha amati per primo quando eravamo peccatori”. La conseguenza di ciò dovrebbe consistere in una aumentata fiducia nella Sua Provvidenza, nella Sua presenza costante anche quando ci sembra di essere soli, e in definitiva nell’abbandono tra le Sue braccia amorevoli decidendo di sopportare tutte le prove della vita confidando nel Suo “pazzo “ Amore per noi. Per esperienza personale, la Sua apparente assenza nei momenti difficili è volta a sviluppare quella Fede in Lui che ci apre la porta della Sua Grazia. Se nonostante tutto, la nostra Fede non vien meno, riceveremo le conferme tanto desiderate dalla nostra  inguaribile razionalità. E anche questo è parte della Sua Misericordia!

(Carlo)

mercoledì 17 febbraio 2021

SPIRITUALITA'

 

                IL  MISTERO  DI  MARIA                 (1 parte)

Dio, nel creare Adamo, gli conferì un grande potere, quello di essere in qualche modo collaboratore di Dio poiché permettendogli di dare un nome a tutte le creature attribuì a determinare il loro destino-funzione. Questa grande dignità, dono munifico del suo Creatore, egli la esercitò su tutti gli animali ma soprattutto sulla sua compagna tratta dalle sue stesse carni che lui chiamò “donna” ossia Eva, avvalendosi della propria responsabilità di capo, mediatore e sacerdote dell’umanità.

Ma perché lui non si insuperbisse, Dio volle che Adamo accettasse un limite al suo potere, imponendogli un divieto rappresentato dall’albero del bene e del male, il cui frutto non avrebbe mai dovuto cogliere e la cui pena era la morte. (Gn 2,16-17)

Con questo divieto Dio, oltre a dimostrare questa grande liberalità e dignità, esigeva in cambio questa giusta sottomissione alla Sua volontà. Fino allora Adamo ed Eva possedevano integra la loro volontà di decidere, perché non erano ancora condizionati dal peccato e dal potere di satana. Tutti sappiamo come avvenne la tentazione del demonio e come tutta l’umanità sia stata trascinata nella rovina.

Ipotesi fondata

Ma se Adamo non avesse seguito Eva nel peccare, quale sarebbe stata la responsabilità dell’uno e dell’altra? Scrive S.Paolo in 1 Tm 12-14 :”Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione.” E in 1Cor 11,7-12 :”L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti, non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo…Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi, proviene da Dio.”

Poiché però, tutti noi avremmo ricevuto la Grazia santificante per mezzo di Adamo se non vi fosse stata la trasgressione, nello stesso modo il peccato di Adamo si trasmette in ognuno di noi. Se Adamo non avesse condiviso la tentazione di Eva, l’umanità avrebbe ricevuto una ferita gravissima ma non vi sarebbe stato l’annullamento della Grazia santificante che Adamo avrebbe conservato, impiegandola poi come intercessione per il peccato di Eva, esercitando la funzione di capo e mediatore che Dio gli aveva attribuito. Tuttavia Eva, resa schiava dal demonio, ha negato la sua fede a Dio e con questa colpa tiene in schiavitù Adamo, addirittura offrendolo al demonio come primizia della sua servitù, come afferma Tertulliano (De carne Christi).

“Adamo, quale capo e mediatore della famiglia umana, aveva su tutti gli uomini, una preminenza non soltanto fisica, ma soprattutto morale, pertanto è necessario valutare adeguatamente il debito morale del suo peccato che grava fatalmente su ogni uomo, prima ancora che venga alla luce.”(S.Tommaso)

 

Il Protovangelo

La colpa gravissima del peccato originale provocò un nuovo piano di Dio che comprendeva una adeguata riparazione per mezzo del Dio-Uomo il quale ricapitolando in sé le funzioni di Sacerdote, Capo e Mediatore, fondò la Nuova ed Eterna Alleanza fra Lui e gli uomini. Dio, che sa trarre il bene dal male, affidò proprio alla donna il compito di vincere il suo tentatore promettendo l’avvento di una Donna, immune da ogni macchia di peccato, assicurandoLe una piena vittoria sul crudele nemico dell’umanità. Anzi, da quella Donna sarebbe nato il Redentore del mondo che distrusse il decreto di condanna contro di noi per mezzo della Sua Santa Croce. Così la Santissima Vergine, unita a Lui con un legame indissolubile, schiacciò la testa del serpente infernale. Già dal secondo secolo Maria è presentata dai Padri come la nuova Eva e Gesù come il nuovo Adamo. Il Profeta Isaia ben sette secoli prima di Cristo, profetizza che in Israele sarebbe nato da una Vergine un Uomo il cui nome sarebbe stato Emanuel ossia il Dio con noi. L’Evangelista Matteo scrive, sotto la dettatura dello Spirito Santo:”Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta (Isaia):_Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà chiamato Emanuele che significa Dio con noi.” (Mt 1,22-23)

La Donna è la Vergine Maria, Madre di Dio e della Chiesa.

Satana,padrone del mondo, è impegnato in una lotta estrema contro tutti i seguaci di Maria e di Suo Figlio divino. Dice Gesù: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato Me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece, non siete del mondo, ma Io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.” (Gv 15,18-19)

Qualcuno obietta che in Apocalisse la Donna che sta per partorire subisce le doglie del parto, mentre la Vergine, concepita senza macchia di peccato, per volere di Dio è immune dalla condanna del peccato di origine e quindi non può provare dolore nel partorire. Qual’ è la spiegazione di questo apparente bisticcio? La visione apocalittica contiene un valore spirituale molto profondo perché la divina Maternità di Maria che diviene Madre nostra nel dramma della Redenzione, comporta un travaglio spirituale di straordinaria intensità. Il vecchio Simeone predisse a Maria che “anche a Te una spada trafiggerà l’anima.” (Lc 2,35). Il nostro “parto” Le straziò lo spirito e la carne.

Il concetto ebraico di paternità

Secondo la concezione ebraica la donna era considerata lo strumento attraverso il quale nasce il figlio, ma questo figlio è attribuito esclusivamente al padre. Per la loro cultura, il maschio è l’elemento decisivo per considerare il nuovo nato partecipe del popolo di Dio, poiché il padre, in virtù della circoncisione e attraverso il suo seme, trasmette il privilegio di far parte del popolo eletto nell’Alleanza con il Dio d’Israele.

E’ interessante però che l’ebreo Paolo attribuisca la nascita di Gesù esclusivamente alla Madre Maria Santissima escludendo il padre putativo Giuseppe, andando contro la generale cultura del tempo. (Gal 4,4-5)

Le due nature

L’unione ipostatica indica l’unione tra la natura divina e quella umana del Cristo; unione misteriosa e incomprensibile ad ogni creatura umana, perché le due nature sono unite ma non confuse, distinte ma non separate.” Con questa unione, l’infinita santità di Dio divinizza la natura umana di Cristo” il quale “inaugura e attua la riconciliazione dell’uomo con Dio e riduce, oltre ogni immaginazione, la distanza tra l’Infinito e il finito.

La Maternità divina è l’anello che congiunge l’unione ipostatica e la filiazione adottiva, pur rimanendo ad una distanza abissale sia dall’una che dall’altra”(Amantini)

“Il mistero di Maria si scioglie soltanto alla luce dell’indissolubile rapporto con la seconda Persona della Santissima Trinità. Unendosi a Lei, il Verbo l’attrae inesorabilmente nel vortice infinito e purissimo della Sua Santità, dove non è ammessa la sinistra mediazione di Adamo. Così interpretato, il debito remoto del peccato originale è coerente con il merito universale di Maria e con la Sua missione di Corredentrice. Infatti, Dio volle che la Vergine fosse, insieme con il Figlio, protagonista del disegno eterno, cooperando in maniera decisiva, all’opera della nostra Salvezza. La Maternità divina, accolta e vissuta in perfetta obbedienza alla SS.Trinità, fu l’arma più potente di Maria. Con questa, Ella riportò una schiacciante vittoria su satana, distruggendo la trama con cui egli teneva in schiavitù senza speranza, il genere umano e rese gloria a Dio che l’aveva preservata per collaborare attivamente con Cristo all’opera della nostra Redenzione e avviare la lotta decisiva contro il peccato e il regno di satana.” (Amantini)

Attraverso la Grazia, Dio attrae la creatura in una deificante comunione spirituale e per mezzo di Cristo si è anche unito, in modo irripetibile, con la Vergine Maria, amandoLa e santificandoLa  oltre ogni dire. Certamente, la grazia della Sua Maternità è stata la più grande grazia che Maria abbia ricevuto, causa e radice di ogni Suo privilegio. Dio ha voluto l’Incarnazione del Verbo, in vista della Redenzione, compiuta da Cristo sulla Croce. Per questo Dio volle che la Madre del Suo Figlio fosse perfettamente santa prima di generarLo.

Scrive S.Ireneo: “Questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto Uomo e il Figlio di Dio figlio dell’uomo, perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio.”

E il Concilio di Trento (n.261) dichiara:”Gesù Cristo non cessa di diffondere la Sua Grazia in coloro che gli sono uniti nella carità. Questa Grazia previene sempre le nostre buone azioni, le accompagna e le segue, rendendoci possibili il merito  e la soddisfazione da darsi a Dio…La soddisfazione però deve possedere due requisiti; anzitutto, chi soddisfa, deve essere giusto e amico di Dio. Le opere compiute senza fede e senza carità, non possono essere in nessun modo gradite a Dio.” (Attenzione filantropi che ignorate i meriti del Cristo!)(n.d.R)

(P. Giacobbe Elia)

(Carlo)

 

giovedì 11 febbraio 2021

SPIRITUALITA'

 

IL  RUOLO  DELLO  SPIRITO  SANTO

Ho sempre sostenuto che il Cristianesimo sia una Religione meravigliosa e certamente divina, la cui profondità non è facile a esplorare, perché, senza l’intervento dello Spirito Santo, ogni nostro sforzo è vano. Questa è certamente la prova della sua origine divina. Mi fanno sorridere quei miscredenti, illusi e superficiali, i quali affermano che l’uomo abbia creato un Dio per la propria tranquillità e per sentirsi protetti. Che miseria! Eppure tra questi illusi vi è pure qualche intelletto filosofico stimato per la sua intellettualità!

Invece, è certo che non è l’uomo a cercare Dio, ma Dio, che per primo si volge all’uomo affinché possa conoscerLo, amarLo e servirLo.

Dopo la caduta di Adamo ed Eva, Dio si è manifestato ad Abramo, chiedendogli come prova di fiducia totale, l’obbedienza ad un comando di trasferimento di tutta la sua famiglia-tribù verso una terra di popoli ostili, quello dei Cananei, ma promettendogli assistenza e una grande discendenza. Come si sa, Abramo ebbe fiducia e seguì i comandi di Dio.(Gn 12) I segni si susseguono ai segni e Abramo è certo della protezione del Signore: “Egli credette al Signore che glielo accreditò come giustizia. E gli disse:-Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo Paese.”-(Gn 15,6-7)

L’animo di Abramo era pronto a credere all’attuazione dei piani di Dio il quale intendeva formarsi un popolo santo, il popolo eletto, l’unico che rifiutasse l’idolatria delle popolazioni confinanti. Da lì comincia la storia di Israele, l’origine della nostra Santa Religione che, attraverso i secoli, ha approdato a Gesù, unico scopo della nostra vita interiore.

La terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo, ha il compito di convincere gli uomini di buona volontà, ossia i ben disposti a ricevere la Grazia, a fare un cammino interiore che li porterà a conoscere la Verità che è Gesù Cristo.

Il concetto centrale del Cristianesimo è certamente quello di ritenersi dei peccatori bisognosi di perdono. Tutti coloro che si ritengono ,a torto, giusti, necessariamente non possono accedere al perdono di Dio perché non ne sentono la necessità; sono quindi fuori della Redenzione. Questo gravissimo peccato di orgoglio, lo stesso che ha commesso satana, non permette l’azione dello Spirito perché esclude del tutto la Passione di Gesù e la conseguente Redenzione. E’ una sottile forma di ateismo che porta inevitabilmente alla morte eterna. Gesù stesso stigmatizza questo comportamento asserendo che tutti i peccati verranno perdonati ma non quelli contro lo Spirito Santo. Quante volte abbiamo ascoltato persone che si ritengono giuste perché non hanno né ucciso né rubato e non tengono in alcun conto la miriade di mancanze nei riguardi dei comandi del Signore, sovvertendo con la propria, la volontà di Dio ?  Come già detto, lo Spirito Santo prepara i cuori affinché possano accettare e osservare le giuste leggi del Signore e questo  Gli è così gradito, da ritenere chi le osserva,Suo fratello, sorella e madre.(Mt 12,50)

Dice Gesù:”Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore (Paraclito) perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere perché non Lo vede e non Lo conosce.

(Gv 14,15-17) Sappiamo che il mondo rappresenta l’antagonista di Dio, ossia tutti coloro che appartengono al demonio. Ribadisce Gesù:”Chi accoglie i Miei comandamenti e li osserva, questi Mi ama. Chi Mi ama sarà amato dal Padre Mio e anch’Io lo amerò e Mi manifesterò a lui.” (Gv 14,20-21)

Quindi, per comprendere la Verità è necessaria l’azione dello Spirito Santo, senza la quale nessuno può accedervi. Gesù continua a insegnare agli Apostoli:”Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel Mio Nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò ch Io vi ho detto.” (Gv 14,25-26)

(Carlo)

giovedì 21 gennaio 2021

SPIRITUALITA'

 

BENEDIZIONE  E  MALEDIZIONE

In questo periodo di Covid viene da pensare quanto si è perso, rispetto al passato recente, quando i benefici che Dio concedeva al Suo popolo credente, erano considerati come dovuti e facenti parte di una vita normale. Le difficoltà, il male, le sofferenze non sono mai mancate, come è regola della condizione umana ferita dal peccato originale, ma non avevamo ancora sperimentato questo stato di abbandono che sembra accompagnare il corso di questo nuovo periodo epidemico. Le notizie quotidiane sul numero altissimo delle morti che vengono continuamente segnalate, lasciano tutti noi in una costernazione impotente. Il livello di vivibilità dei mesi passati, si è abbassato molto velocemente e a tutti noi mancano le interazioni che caratterizzano i rapporti umani privati improvvisamente di ogni necessario contatto sociale. Tutti soffrono di questo subitaneo isolamento dalle Autorità ritenuto necessario e limitato nel tempo, ma in realtà prolungato per varie ragioni non sempre chiare.

L’uomo continua a confidare nelle proprie forze, facendo a meno di Dio e della Sua opera, illudendosi di vincere la battaglia e non considerando, almeno per ora, che questo triste momento di sofferenza, sia dovuto al  cattivo comportamento dei credenti (unito alla Gerarchia), nei riguardi di Dio e delle Sue leggi.

Il primo peccato dell’uomo è stato il rifiuto di Dio e del Suo Amore, per seguire i propri istinti e le proprie tendenze cattive, trascurando i precetti che il nostro Creatore aveva cercato di inculcare nell’animo del SUO popolo. L’uomo di oggi commette il più grave peccato agli occhi di Dio che è quello di disobbedienza o, come si preferisce oggi chiamarlo, di trasgressione!

Dio, per Sua stessa definizione, è un Dio geloso, il quale non ammette di essere considerato in secondo piano: “Io sono il Signore tuo Dio; non avrai altri dei all’infuori di Me.” (Es 20,2-3) e invece noi ci rivolgiamo continuamente a idoli creati dalle nostre voglie: denaro, sesso, potere politico etc.

Dio ci impone di non uccidere e noi stabiliamo per legge l’uccisione dei neonati con la pratica dell’aborto, addirittura considerato un diritto. Dio stabilisce il matrimonio elevandolo a Sacramento e istituendo la famiglia e noi, con le nostre leggi, distruggiamo l’uno e l’altra. In cantiere vi sono altre leggi inique, come l’eutanasia e il gender che, una volta approvate, contribuiranno a distruggere le nostre tradizioni e il nostro sentire religioso. La nostra civiltà, faticosamente creata nei secoli, si imbarbarirà tornando ad essere “homo omini lupus”. Solo la Grazia e la Misericordia divine, avranno ragione di questo quadro sinistro, perché interverranno per salvare l’umanità decaduta, ma a prezzo di lacrime e sangue. Dio provvederà a suscitare i Santi i quali faranno risalire la china. Dice Gesù:”…senza di Me non potete far nulla.” (Gv 15,5).

Quando il popolo segue la Legge del Signore, le benedizioni scendono copiose (Dt 28,1-14), ma quando il popolo di Dio trasgredirà i Suoi Comandamenti, la maledizione prima o poi arriverà.

Dal Deuteronomio 28,15-45 :”Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i Suoi comandi e tutte le Sue leggi che oggi Io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni:  sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.

Maledette saranno la tua cesta e la tua madia. Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore. Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci. Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage  per averMi  abbandonato.  Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese di cui stai per entrare a prendere possesso. Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l’infiammazione, con l’arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine che ti perseguiteranno finché tu non sia perito. Il cielo sarà di rame, sopra il tuo capo e la terra sotto di te, sarà di ferro. Il Signore darà come pioggia al tuo paese, sabbia e polvere che scenderanno dal cielo su di te, finché tu sia distrutto.

Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro: diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra. Il tuo cadavere, diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà. Il Signore ti colpirà con le ulcere d’Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine da cui non potrai guarire. Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno, come il cieco brancola nel buio.

Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà….

I tuoi figli e le tue figlie, saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro, ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano.

Un popolo che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno: diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.

Il Signore deporterà te e il Re che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i padri tuoi, avete conosciuto: là servirai dèi stranieri, dèi di legno e di pietra; diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.

Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco perché la locusta la divorerà. Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà….Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi perché andranno in prigionia. Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo, saranno preda di un esercito d’insetti. Il forestiero che sarà in mezzo a te, si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso…

Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che Egli ti ha dato.”

Tutto questo costituisce un quadro orribile e minaccioso ma è anche l’altra faccia  di Dio  che è la Sua Giustizia . Grande è la Sua Misericordia dimostrando tutto il Suo Amore per noi “quando eravamo peccatori” (S.Paolo) sacrificando Suo Figlio affinché fossimo salvi, ma non dobbiamo svilire la Sua Maestà, abolendo l’aspetto della Sua Giustizia. Del resto queste due componenti divine racchiudono il grande mistero annunciato nel Salmo 85: “Misericordia e Verità s’incontreranno, Giustizia e Pace si baceranno.” (Sal 85,11).

Benedizione di Don Gabriele Amorth :

“Che il Signore Gesù sia sempre con te.

Cammini davanti a te per guidarti,

stia dietro di te per proteggerti,

dimori dentro di te per custodirti,

sia sopra di te per illuminarti.

Amen”

(Carlo)               

martedì 5 gennaio 2021

SPIRITUALITA'

 

IL  FASCINO  DISCRETO  DEL  PRESEPE

Il primo Presepe è nato a Greccio (Rieti) nel 1223 per opera di S.Francesco che ha concepito questa sacra rappresentazione come una meditazione sul mistero della nascita di Gesù.

Lungi da essere solo una rappresentazione di un evento storico, il Presepe è, agli occhi del credente, una manifestazione visiva dell’Amore di Cristo il quale giunge a noi e per noi per iniziare il grande avvenimento della Buona Novella. Rappresenta quindi, un vero e proprio atto di fede e come tale va vissuto.

Per questo non esiste uno sviluppo moderno della scena che è necessario conservarla come fu in origine, poiché il fatto storico è sublimato dal suo profondo significato. Tutti noi credenti conosciamo la scena fondamentale della nascita di Gesù  ma, quanti di noi meditano sul messaggio che il Presepe lancia nella mente e nel cuore dello spettatore?

Dio, nella Sua infinita felicità, si è piegato sul dolore del mondo, incarnandosi in un Uomo nato da Donna ed è vissuto in questo mondo di dolore, come uno di noi, privo di ogni, pur modesto, conforto umano.

E così, nasce in povertà, nel più assoluto silenzio, rotto a tratti dal belare delle pecore del vicino stallo e ignorato del tutto dal chiasso del caravanserraglio strapieno dai molti avventori giunti lì per la registrazione legale. Tutti costoro erano ignari della nascita del Re che avrebbe trasformato il mondo. Solo i pastori, uomini relegati nell’ultima categoria sociale che stanno vegliando sull’unica loro ricchezza costituita dal bestiame, ricevono il messaggio degli Angeli i quali invitano ad adorare il Bambino adagiato in una mangiatoia. I pastori, paria di una società basata sulla ricchezza materiale, sono i primi a recepire il messaggio d’amore di Gesù. Essi sono persone ignoranti, ma privi delle sovrastrutture che da sempre l’uomo ha creato per tranquillizzare la propria esistenza e per questa mancanza, essi sono i più adatti ad apprezzare il linguaggio della povertà creatrice che il Bambino suggerisce loro. Nonostante la privazione, una felicità serena raggiunge i loro cuori e li spinge ad adorare quel meraviglioso Bambino, aderendo all’invito degli Angeli che Lo annunciano come Salvatore. I pastori abituati a una dura vita, sono i privilegiati che per primi, prescindendo dalle apparenze, hanno assaporato le gioie che lo Spirito Santo ha trasmesso loro. Questi pastori sono i poveri i quali riescono maggiormente a scorgere la presenza di Dio in mezzo a noi. Lo stupore che ha animato i cuori dei pastori deve essere anche nostro, se vogliamo penetrare il messaggio evangelico; i pastori, infatti, hanno offerto il loro stupore e per questo hanno ricevuto il dono di una grande gioia.  Gesù è immerso in un silenzio eloquente che dona a chiunque Lo riconosca, una grande pace e una pienezza che solo Lui può dare. La Madonna, Collaboratrice di tanta bellezza, medita nel Suo cuore tutto ciò che accade e S.Giuseppe vive con Lei il grande mistero del Natale. La scena del Presepe è circonfusa di amore: il Bambino irradia il Suo Amore che i genitori ricambiano e questa dolce atmosfera prescinde dalla presente povertà, assorbita tutta da questa consolante realtà.

Inoltre, le statuine dei vari artigiani, fabbri, falegnami etc, sono rappresentazioni di tutto ciò che evidenzia la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, coscienti che la vita va vissuta in modo soprannaturale, considerando che non siamo soli, ma che la Salvezza è alla nostra portata: amare Gesù, nostro Salvatore.

Don Filippo Ramondino: “Gesù, posto nella mangiatoia (Praesepium) dove c’è il cibo per gli animali, richiama profeticamente all’Eucaristia.” Dobbiamo nutrirci di Cristo, “allora anche il nostro cuore, spesso povero come una stalla, abitato da Cristo, diventa una reggia luminosa, diventa una sorgente generosa di pace per noi e per gli altri”

(Carlo)