lunedì 17 giugno 2019

ATTUALITA'

“Non giudicate affinché non siate giudicati “          (Mt 7,1)
Questo comandamento di nostro Signore, è rivolto esclusivamente al giudizio di condanna verso il nostro prossimo, ma non si può estendere in ogni direzione come molti ipotizzano.
Il buon cristiano deve astenersi dal giudicare il comportamento del nostro prossimo, condannandolo, perché noi non siamo mai in grado di farlo, sia per i nostri limiti, sia per la nostra imperfetta conoscenza dell’individuo che stiamo frequentando. Nessuno, tranne il Creatore, è in grado di scandagliare l’animo umano e giudicare in perfetta buona fede. Il nostro io è sempre presente nel nostro giudizio e condiziona pesantemente le nostre conclusioni. Per questo, Gesù, meravigliosamente saggio, ci proibisce  di voler togliere la pagliuzza dall’occhio del vicino ( in definitiva,condannandolo), prima di aver tolto la trave presente nel nostro. Non è difficile interpretare la trave come il grande ostacolo della nostra personalità.
Ma, estendere questa proibizione alle continue scelte che il cristiano giornalmente deve fare, e quindi al continuo giudizio esercitato, è certamente paralizzante ed erroneo.
Ad ogni tentazione che mi si presenta, devo opporre il filtro del mio giudizio, per stabilire, secondo i dettami di Cristo, se sia o meno in linea con questi principi evangelici. Quindi, mille volte al giorno sono sollecitato a giudicare, perché la tentazione è instancabile e tale deve essere il mio comportamento.
Dice Gesù: “Se il fratello tuo ha peccato contro di te, và e ammoniscilo tra te e lui solo…”(Mt 18,15-20).
E’ implicito, quindi, che il giudizio è stato esercitato, dal momento che la vittima chiede spiegazioni, “ammonendo” il peccatore. L’ammonizione, quindi, presuppone il giudizio di colpevolezza, colpevolezza che, in caso di resistenza dell’oppositore, viene portata davanti agli anziani al fine di ricevere giustizia.
Male fanno tutti coloro che, strumentalizzando il consiglio evangelico, insistentemente impediscono al cattolico ignorante, di mettere in atto le ispirazioni dello Spirito Santo e impediscono l’adesione entusiasta del credente, lasciandolo in una oscura nube di colpevole indecisione.
(Carlo)

SPIRITUALITA'


PREGHIERA  ALLA  MADONNA-
Madonna mia dolcissima
Madonna addolorata
In questi mesi quanto Ti ho invocata!

Mentre io Ti prego con amore,
capisco che Tu senti il mio dolore.
Questo dolore, come una spada,
mi trafigge il cuore.

Tu l’hai provato
o Madre Addolorata,
ascolta questa madre disperata.

La Tua preghiera, insieme con la mia,
offriamole al Signore come dono,
così verso di me sarà più buono.

Solo attraverso Te o Vergine Maria,
Gesù potrà ascoltare
questa supplica mia.

Tersilia D.T.


domenica 2 giugno 2019

SPIRITUALITA'


IL  SANTO  ROSARIO-
Il Rosario consta di due orazioni: quella mentale e quella vocale. La prima consiste nella meditazione dei principali Misteri della Vita, della Passione e della Gloria di Gesù Cristo e della Sua Santissima Madre.
La preghiera vocale consiste nella recita di quindici decine (Rosario completo) di Ave Maria, precedute da un Padre nostro. Vengono considerati cinque misteri, rispettivamente  Gaudiosi, Dolorosi, Gloriosi. S.Giovanni Paolo II ne ha aggiunto un altro chiamato Mistero della Luce.
Questa speciale preghiera ha per scopo di onorare e di imitare i Misteri e le Virtù di Gesù e di Maria.
-Itinerario storico-
Alla fine dell’XI secolo, si passò dalla recita dei 150 Salmi a quella di 150 Padre nostro. Con l’avvento del XII secolo, il Rosario viene modificato recitando solo 150 Ave Maria, ma limitatamente alla prima parte.
S.Domenico (1170-1221) si adoperò con grande zelo alla diffusione del Rosario, specialmente dopo l’apparizione della Vergine che ebbe luogo nella Cappella ove egli era solito preparare la sua omelia ; egli, infatti, preparava i suoi famosi discorsi dopo la recita del Rosario, poiché desiderava incidere negli animi degli ascoltatori. La Vergine, dunque, pur apprezzando l’omelia che S.Domenico aveva preparato, gli offrì un testo migliore che lui accettò ben volentieri.
Dopo tale esperienza, il Beato Alano della Rupe, anche lui domenicano e innamorato del Rosario, scrisse che tutti i Predicatori fanno recitare, all’inizio dell’omelia, un’Ave Maria per assicurarsi il divino favore.
La stessa Vergine aveva spiegato a S.Domenico, che non ci si doveva meravigliare se gli oratori non riuscivano nel loro scopo, perché essi lavoravano un terreno non ancora irrigato dalla pioggia. Diceva Maria: “Sappiate che quando Dio volle rinnovare il mondo, mandò prima la pioggia del Saluto Angelico; in tal modo e non altrimenti, il mondo fu riformato. Nelle vostre prediche, esortate dunque a recitare il Mio Rosario; sarà allora che otterrete molte conversioni.”
Solo nel 1483 apparve nei documenti, l’Ave Maria completa anche della seconda parte e il Gloria entrò nella recita del Rosario, solo all’inizio del XVII secolo.
Domenico di Prussia, certosino di Treviri (+ 1461) mise in atto una variazione, secondo la quale, subito dopo il nome di Gesù che segnava la fine della salutazione angelica, aggiunse 50 clausole che richiamavano il Vangelo; le parole di lode a Maria convergevano nel Cristo, contemplato nei Suoi Misteri ed  egli lo chiamò Rosario Mariano.” Con l’approvazione ufficiale di S.Pio V (1659), Maria non è più solo un capolavoro di grazia e di virtù, da imitare e contemplare per trovare il Signore, ma è la grande Avvocata delle grazie salvifiche”. (De Fiores)
Significato del Rosario
Il Rosario dunque, ha per scopo:
-onorare le tre Persone della Santissima Trinità
-onorare la Vita, la Morte e la Gloria di Gesù Cristo
-imitare la Chiesa Trionfante
-modellarsi sulle tre parti, quella che riguarda la vita purgativa, quella illuminante e quella unitiva
-colmarci di Grazie in questa vita, di pace in morte e di Gloria nell’eternità
Si dice che il nome “Rosario” sia tratto dalle rose che vengono poste in capo a Gesù e a Maria, quando vengono recitate le Ave Maria. Questa simbolica corona di rose veniva offerta alla Madonna ad imitazione del vassallo che offriva un mazzo di fiori alla sua sovrana.  Alfonso Rodriguez recitava il Rosario con tale ardore, e spesso uscivano dalla sua bocca, ad ogni Padre nostro, una rosa vermiglia e ad ogni Ave, una rosa bianca.
Il Beato Alano della Rupe, fu visitato spesso dalla Santa Vergine, allo scopo di istruirlo circa i mezzi per assicurare la salvezza delle anime. Nelle tentazioni e orribili persecuzioni, mossegli dai demoni che lo riducevano in grande tristezza prossima alla disperazione, la Santa Vergine lo consolava, dissipando con la Sua soave Presenza, tutte quelle nubi e quelle tenebre che lo opprimevano. Fu Lei, che gli insegnò il metodo per recitare il Rosario e lo istruì intorno all’eccellenza e ai frutti del medesimo.
Circa il Rosario,si raccontano molti fatti miracolosi avvenuti nelle epoche passate, ma spesso l’orgoglio dei dubbiosi induce a negare molti di questi fatti, anche se accertati, col pretesto che non li si leggono nella Sacra Scrittura. Ma è questo il tranello teso da satana in cui sono caduti gli eretici, negatori della Tradizione e in cui, senza accorgersene, cadono pure i critici dei nostri giorni, negando fede a ciò che non comprendono, o che loro non torna conto, senz’altro motivo per comportarsi in questo modo, all’infuori dell’orgoglio e della sufficienza del loro proprio spirito.
(fonte: S.De Fiores e S.Luigi M. di Montfort)
(Carlo)