IL SANTO
ROSARIO-
Il Rosario
consta di due orazioni: quella mentale e quella vocale. La prima consiste nella
meditazione dei principali Misteri della Vita, della Passione e della Gloria di
Gesù Cristo e della Sua Santissima Madre.
La preghiera
vocale consiste nella recita di quindici decine (Rosario completo) di Ave
Maria, precedute da un Padre nostro. Vengono considerati cinque misteri,
rispettivamente Gaudiosi, Dolorosi,
Gloriosi. S.Giovanni Paolo II ne ha aggiunto un altro chiamato Mistero della
Luce.
Questa
speciale preghiera ha per scopo di onorare e di imitare i Misteri e le Virtù di
Gesù e di Maria.
-Itinerario
storico-
Alla fine
dell’XI secolo, si passò dalla recita dei 150 Salmi a quella di 150 Padre
nostro. Con l’avvento del XII secolo, il Rosario viene modificato recitando
solo 150 Ave Maria, ma limitatamente alla prima parte.
S.Domenico
(1170-1221) si adoperò con grande zelo alla diffusione del Rosario,
specialmente dopo l’apparizione della Vergine che ebbe luogo nella Cappella ove
egli era solito preparare la sua omelia ; egli, infatti, preparava i suoi
famosi discorsi dopo la recita del Rosario, poiché desiderava incidere negli
animi degli ascoltatori. La Vergine, dunque, pur apprezzando l’omelia che
S.Domenico aveva preparato, gli offrì un testo migliore che lui accettò ben
volentieri.
Dopo tale
esperienza, il Beato Alano della Rupe, anche lui domenicano e innamorato del
Rosario, scrisse che tutti i Predicatori fanno recitare, all’inizio
dell’omelia, un’Ave Maria per assicurarsi il divino favore.
La stessa
Vergine aveva spiegato a S.Domenico, che non ci si doveva meravigliare se gli
oratori non riuscivano nel loro scopo, perché essi lavoravano un terreno non
ancora irrigato dalla pioggia. Diceva Maria: “Sappiate che quando Dio volle
rinnovare il mondo, mandò prima la pioggia del Saluto Angelico; in tal modo e
non altrimenti, il mondo fu riformato. Nelle vostre prediche, esortate dunque a
recitare il Mio Rosario; sarà allora che otterrete molte conversioni.”
Solo nel
1483 apparve nei documenti, l’Ave Maria completa anche della seconda parte e il
Gloria entrò nella recita del Rosario, solo all’inizio del XVII secolo.
Domenico di
Prussia, certosino di Treviri (+ 1461) mise in atto una variazione, secondo la
quale, subito dopo il nome di Gesù che segnava la fine della salutazione
angelica, aggiunse 50 clausole che richiamavano il Vangelo; le parole di lode a
Maria convergevano nel Cristo, contemplato nei Suoi Misteri ed egli lo chiamò Rosario Mariano.” Con
l’approvazione ufficiale di S.Pio V (1659), Maria non è più solo un capolavoro
di grazia e di virtù, da imitare e contemplare per trovare il Signore, ma è la
grande Avvocata delle grazie salvifiche”. (De Fiores)
Significato
del Rosario
Il Rosario
dunque, ha per scopo:
-onorare le
tre Persone della Santissima Trinità
-onorare la
Vita, la Morte e la Gloria di Gesù Cristo
-imitare la
Chiesa Trionfante
-modellarsi
sulle tre parti, quella che riguarda la vita purgativa, quella illuminante e
quella unitiva
-colmarci di
Grazie in questa vita, di pace in morte e di Gloria nell’eternità
Si dice che
il nome “Rosario” sia tratto dalle rose che vengono poste in capo a Gesù e a
Maria, quando vengono recitate le Ave Maria. Questa simbolica corona di rose
veniva offerta alla Madonna ad imitazione del vassallo che offriva un mazzo di
fiori alla sua sovrana. Alfonso
Rodriguez recitava il Rosario con tale ardore, e spesso uscivano dalla sua
bocca, ad ogni Padre nostro, una rosa vermiglia e ad ogni Ave, una rosa bianca.
Il Beato
Alano della Rupe, fu visitato spesso dalla Santa Vergine, allo scopo di
istruirlo circa i mezzi per assicurare la salvezza delle anime. Nelle
tentazioni e orribili persecuzioni, mossegli dai demoni che lo riducevano in
grande tristezza prossima alla disperazione, la Santa Vergine lo consolava,
dissipando con la Sua soave Presenza, tutte quelle nubi e quelle tenebre che lo
opprimevano. Fu Lei, che gli insegnò il metodo per recitare il Rosario e lo
istruì intorno all’eccellenza e ai frutti del medesimo.
Circa il
Rosario,si raccontano molti fatti miracolosi avvenuti nelle epoche passate, ma
spesso l’orgoglio dei dubbiosi induce a negare molti di questi fatti, anche se
accertati, col pretesto che non li si leggono nella Sacra Scrittura. Ma è
questo il tranello teso da satana in cui sono caduti gli eretici, negatori
della Tradizione e in cui, senza accorgersene, cadono pure i critici dei nostri
giorni, negando fede a ciò che non comprendono, o che loro non torna conto,
senz’altro motivo per comportarsi in questo modo, all’infuori dell’orgoglio e
della sufficienza del loro proprio spirito.
(fonte: S.De Fiores e S.Luigi M. di Montfort)
(Carlo)