UN
CONVINCIMENTO DIFFICILE
Durante la nostra vita abbiamo
lottato spesso contro opinioni che non collimavano con le nostre, fino a quando
l’evidenza ci ha costretti a modificare la nostra convinzione, correggendo il
nostro pregiudizio e creando una nuova convinzione, questa volta più tenace
della prima. Il processo che determina la nostra convinzione, è frutto di
continua meditazione di fronte a varie situazioni che ci costringono a
determinate scelte, basate sul ragionamento e sulla nostra propria sensibilità.
A volte, vorrei dire spesso, ciò che
ci viene comunicato con insistenza, rimbalza sulla nostra corazza che via via
abbiamo costruito su noi stessi per legittima difesa personale, ritenendo di
analizzare con calma ciò che ci viene proposto. Rari sono i casi in cui
l’entusiasmo supera questa barriera difensiva, facendoci “veleggiare”
intrepidamente, ma con scarse cautele. Nella vita capitano queste scelte
impulsive e a volte ne sopportiamo le amare conseguenze.
Solo nella dimensione religiosa
questo rischio non c’è perché Dio non inganna mai. Naturalmente sto parlando
della Religione Cattolica, l’unica che contenga la Verità tutta intera. Gesù è
l’immagine del Dio invisibile, è Dio fatto Uomo per poterci redimere da quel
peccato originale la cui spaventevole gravità ha destabilizzato quel
meraviglioso progetto divino, posto in atto nel Paradiso terrestre, quale segno
perenne dell’Amore del Creatore per le Sue creature.
Non molti cristiani si rendono ben
conto della gravità del peccato originale, peccato che ha aperto la strada a
tutti i peccati, a tutte le atrocità che da allora hanno potuto attuarsi in un
terribile vortice maligno che ha invaso il mondo intero, facendo divenire del
Regno di Dio, un regno di male e di morte. Satana, il capo dei demoni, è stato
scelto al posto di Dio! Dio ha scagliato questo angelo ribelle, con i suoi
compagni, qui, sulla terra, sede del suo inferno! Ormai la scelta è stata
fatta, l’immissione del male è avvenuta e ha coinvolto i Progenitori e noi,
loro discendenti. Non è più possibile tornare indietro; lo stravolgimento, male
e bene, saranno per sempre legati indissolubilmente in una forzata convivenza.
Comprendiamo noi l’entità di una così scellerata decisione? Come sarebbe stato
possibile ottenere da Dio il perdono di un così grave peccato? Chi avrebbe
potuto meritare tanto da soddisfare la giusta ira del Creatore? Nessun uomo,
anche il più santo, avrebbe potuto offrire nient’altro che la sua umanità tanto
limitata di fronte alla Maestà infinita di Dio. Ora arrivo al punto: Dio, a
differenza di un uomo,ha avuto misericordia della nostra disperazione e ha
escogitato un piano di Redenzione, l’unico possibile. Dio si sarebbe incarnato
in Gesù Cristo assumendo la natura di Uomo, così da conservare quale Dio e Uomo
le due nature, per poter soffrire come un Uomo, ma meritare come un Dio. Ma
tutto ciò lo ha fatto dipendere da una Donna, Maria, la quale, in vista della
futura nascita regale, è stata resa immune dal peccato originale perché mai,
neanche per un secondo, fosse stata schiava di satana. L’argomento andrebbe
allargato molto ma ciò che mi interessa è parlare dell’Amore di Dio per le Sue
creature, creature per le quali, pur avendoLo deluso, non ha mai fatto mancare il Suo Amore, che vari
Santi hanno definito “folle”.
Gesù, nella Sua vita terrena, si è
tanto prodigato per convincere i conterranei che Dio è Amore e Misericordia, ma
nonostante dimostrasse continuamente di
essere Lui il Messia promesso da tanti Profeti e in Lui convergessero le
Scritture, molti del popolo sono rimasti scettici e hanno avvallato le maligne
scelte degli Scribi e dei Farisei che Lo volevano morto, perché servi di
satana.
Solo meditando sul comportamento di
Gesù durante tutta la Passione, è possibile, se si invoca onestamente lo
Spirito Santo, comprendere un po’ più profondamente la vastità di questo Amore
che la nostra rozzezza è incapace di considerare appieno.
Gesù ha fatto tanti miracoli,
guarendo fisicamente e spiritualmente quanti soffrissero a causa di mali atroci
e inguaribili. Per questo, ove passava,
veniva pressato perché li guarisse e Lui non si rifiutava mai, superando ogni
stanchezza e ogni critica dei Suoi nemici. Eppure, tutti questi beneficati non
si sono opposti alla Sua uccisione e hanno lasciato torturare il loro
Benefattore! Ecco l’uomo, privo delle Virtù preternaturali!
Gesù ha accettato il piano di Dio e
vive per questo la Sua dolorosa Passione nella quale il demonio ha sfogato i
suoi peggiori istinti spingendo quegli uomini reprobi a torturare
spaventosamente quel Re dei Re. E così Egli collabora coi carnefici offrendo il
Suo sacro Corpo, senza lamentarsi, sopportando in silenzio quelle atroci
torture quali la flagellazione, la coronazione di spine, la crocifissione.
Durante il viaggio al Calvario è stato costretto a portare il pesante legno
della Croce sulle spalle scarnificate dalla recente flagellazione, mentre le
guardie Lo strattonavano continuamente per farLo cadere in terra. Quando
costrinsero il povero Cireneo a portare nell’ultimo tratto, la Croce di Gesù,
non lo fecero per umanità, ma solo perché non volevano che morisse per strada.
La loro intenzione era quella di farLo morire come un malfattore! Questo era
l’odio dei nemici di Dio! Ma Gesù, nonostante le terribili sofferenze, non
dimentica l’Amore del Padre e continua a beneficare l’umanità affidando a Maria
Sua Madre tutti gli uomini e a Giovanni, che impersonava tutta l’umanità, Sua
Madre.
Durante tutta la Passione, ogni
sofferenza è vissuta, accresciuta e offerta al Padre Eterno, da Maria,
congiuntamente al Figlio, per poter ottenere il perdono dei nostri peccati e
poter riaccedere al Paradiso perduto. Quando gli sguardi di Gesù e di Sua Madre
si incrociavano, la sofferenza si moltiplicava reciprocamente e ognuno di loro,
involontariamente, infliggeva dolore e sgomento all’Altro. Gesù è stato
paziente oltre ogni limite e ha perseverato fino alla fine per ottenere per noi
il desiderato perdono.
Ma perché è stato necessario soffrire
così duramente? La necessità nasce dal fatto che per vincere il male era
indispensabile servirsi del Bene prodotto dal merito, in questo caso infinito,
perché derivante da un Dio Uomo. Come già detto, la sofferenza doveva essere
sopportata da un Uomo e tutti i peccati commessi, annullati dai meriti
straripanti di Gesù e di Maria. Sì, anche di Maria perché Lei ha offerto a Dio,
in comunione col Figlio il Frutto Benedetto del Suo seno! Uno strazio indicibile
(qui solo una madre può comprenderlo bene) anticipatoLe dal vecchio Simeone in
occasione della Presentazione di Gesù al Tempio: “E a Te pure, una spada
trapasserà l’anima.”
(Lc 2,35) Facciamo mentalmente il
percorso della Via Crucis aiutati dagli scritti di Caterina Emmerich e di Maria
Valtorta le quali hanno avuto il dono di seguire in visione tutto il dramma
della Passione. Tutti noi conosciamo le torture subite da Gesù, ma è meno nota
l’estrema perfidia dei carnefici prezzolati e appartenenti ad un’etnia non del
luogo, i quali ridendo e scherzando presentano a Maria i chiodi che di lì a
poco avrebbero conficcato nelle adorabili membra del Figlio. Immaginatevi lo
strazio di una Madre! Eppure, anche sulla Croce, Gesù non pensa a Se Stesso, ma
rende felice di morire con Lui, il buon ladrone, certo di guadagnare il
Paradiso. Dalla nascita fino alla morte, Gesù dimostra per l’uomo un Amore
infinito davanti al quale ogni cuore deve cedere. Meditando la Via Crucis
possiamo provare quel sentimento inesprimibile che i discepoli di Emmaus ci
hanno tramandato: “Non ci sentivamo forse ardere il cuore in petto, mentre ci
parlava per via e ci spiegava le Scritture?”(Lc 24,32)
Considerando tutti gli insegnamenti
di Gesù, ma soprattutto il Suo comportamento, dovremmo credere con maggiore
impegno alla Sua parola e, dietro il Suo esempio, vivere la nostra vita in modo
più spirituale sapendo E CREDENDO al Suo
Amore senza fine “che ci ha amati per primo quando eravamo peccatori”. La
conseguenza di ciò dovrebbe consistere in una aumentata fiducia nella Sua
Provvidenza, nella Sua presenza costante anche quando ci sembra di essere soli,
e in definitiva nell’abbandono tra le Sue braccia amorevoli decidendo di
sopportare tutte le prove della vita confidando nel Suo “pazzo “ Amore per noi.
Per esperienza personale, la Sua apparente assenza nei momenti difficili è
volta a sviluppare quella Fede in Lui che ci apre la porta della Sua Grazia. Se
nonostante tutto, la nostra Fede non vien meno, riceveremo le conferme tanto
desiderate dalla nostra inguaribile razionalità.
E anche questo è parte della Sua Misericordia!
(Carlo)