LETTERA AD
UN AMICO DEPRESSO
Ad
una certa età avanzata, capita a tutti di essere tentati a fare un bilancio
della propria vita considerando quanto raccolto in esperienze e quanti sogni o
programmi gettati al vento. E’ un processo a volte doloroso e frustrante perché
si pensa di aver perso occasioni d’oro per affermarsi nella vita sociale o aver
fatto scelte che si sono rivelate fallimentari. A mio avviso, tutto questo
esame ha come risultato un grande rischio di depressione. C’è il nostro antico
nemico che ci suggerisce malignamente di fare questa inutile analisi, perché
vuole la nostra disperazione, la nostra ribellione; perché vuole che noi
attribuiamo a Dio il fallimento delle nostre scelte. Il Catechismo della Chiesa
cattolica dice che noi abbiamo dei suggerimenti positivi e dei suggerimenti
negativi. Secondo il nostro credo, Dio ci ha creati “a Sua immagine e
somiglianza”. Questa somiglianza non può essere fisica poiché Dio è Puro
Spirito; quindi questa somiglianza è contenuta nell’anima ed è un dono
inestimabile: il libero arbitrio. Dio è un Essere libero, senza alcun
condizionamento ed ha voluto crearci liberi di scegliere il Bene o il male.
Questo, perché Egli vuole essere riconosciuto come Creatore e adorato come
unico Dio. Per questo, dopo il peccato originale, non ha distrutto il male ma
lo ha utilizzato per servirsene, affinché l’uomo sia tentato, ma scelga di
servire con amore il suo Benefattore. Del resto, sappiamo tutti che la
caratteristica dell’animo umano è quella di dimenticarsi del Creatore in tempo
di benessere e di tornare a Lui nei momenti di sofferenza. Responsabile di
questo atteggiamento è proprio l’orgoglio che in tempo di benessere suggerisce
di essere lui l’unico artefice della
propria vittoria, salvo poi, in tempo difficile, di scoprirsi fragile e quindi
appigliarsi a Chi solo è in grado di salvarlo. Come comportarsi quindi? Ci
risponde Gesù stesso: “Cercate prima il Regno di Dio e la Sua Giustizia e tutte
queste cose (i beni terreni)vi saranno date in sovrappiù.” (Mt 6,33)
Ecco
il segreto per una vita serena! Un esempio ci viene dalla Bibbia: Quando Dio
elegge re Salomone, gli chiede cosa desidera per poter ricoprire il suo ruolo
di Giudice del popolo. Salomone Gli chiede una grande saggezza e intelligenza per essere un degno Giudice
dei suoi sudditi. E Dio, nella Sua magnanimità lo esaudisce e in più gli
concede le ricchezze che egli non aveva osato chiedere attribuendo maggior
importanza alla sapienza.
Durante
tutta la nostra infanzia, cerchiamo sempre di aumentare la nostra autostima e
renderla stabile contro i continui tentativi del mondo circostante che tende
sempre a schiavizzarci in un modo o nell’altro per poter utilizzare a suo
favore le nostre energie. Quanti allora soccombono e, piuttosto che lottare,
reputano più tranquillizzante divenire dei gregari seguendo il capo del
momento. Questa lotta ci rende più forti nelle nostre opinioni e ci fidiamo
soprattutto di noi stessi. Questo importantissimo esercizio ha però un punto
debole ed è quello di renderci sospettosi e difficilmente propensi ad un
abbandono nei riguardi dell’altro. Questa difficoltà, giustificata verso
l’uomo, però non è giustificata verso Dio che è vero buon Padre e pensa sempre
al nostro bene. Egli ci ha creati per un atto di Amore e perché la nostra vita
fosse felice e immortale. La nostra insipienza, segnatamente quella di Adamo ed
Eva, ha distrutto l’equilibrio che Dio aveva predisposto e ha trascinato tutta
l’umanità verso il male, poiché ha preferito l’inferno al Paradiso.
Dio
però, ha trasformato questo male commesso dai Progenitori, in un Bene più
grande, soffrendo la Passione, ma guadagnando per noi un’infinità di Grazie la
più grande delle quali è la possibilità di divenire figli di Dio salvandoci
dalla condanna eterna. Questa salvezza ci viene offerta col Battesimo e con gli
altri Sacramenti che, come dice il Catechismo, sono canali della Grazia.
Dio
quindi ha fatto la Sua parte, ora tocca a noi rispondere positivamente al Suo
invito d’Amore seguendo i Suoi Comandamenti i quali esprimono la Sua Santa
volontà, per evitare di cadere nel rifiuto, sempre presente come all’epoca dei
Progenitori, del Suo Amore paterno e infinito.
Dio
quindi ci invita sempre, servendosi di uno scritto, di una persona, di un
avvenimento inaspettato etc.perché desidera la nostra adesione al Suo piano
salvifico. Egli nella Sua bontà desidera il nostro bene, la nostra felicità qui
sulla terra e dopo la morte, in Cielo una felicità senza fine. Conosco l’obiezione di molti : se Dio ci ama,
perché permette la sofferenza? Se non si riesce a superare questo apparente
ostacolo mentale, non riusciamo a camminare sulle orme di Cristo. Bisogna
rifarsi al peccato originale, perché questo è il fulcro di tutto il
Cristianesimo! Se crediamo di essere innocenti, senza particolari colpe, senza
peccati gravi, non sentiamo la necessità di essere salvati. Questo significa
che per noi non è necessario un Salvatore! Eccoci immediatamente fuori del
piano di Dio! Come si vede, la nostra convinzione di presunta innocenza ci
impedisce di progredire nella Fede. A mio avviso è molto importante una
profonda e leale analisi del proprio credo e per far questo è necessario
leggere con attenzione la Sacra Scrittura, in primo luogo i Vangeli, dove Gesù
ci insegna come comportarci per essere a Lui graditi. Il bambino spia il comportamento
del padre per imparare dalle sue azioni come sperimentare la vita; allo stesso
modo il fedele deve meditare sulle parole di Gesù che hanno il potere di
penetrare nella nostra anima e inondarla di quell’ alimento spirituale che ci
manca spesso. Quando crederemo senza aver visto, fidandoci soltanto della
parola di Gesù, allora la Provvidenza ci darà le prove della verità del nostro
credo. Allora la nostra Fede sarà salda e non avremo paura più di nulla perché
sentiremo la presenza di Dio nella nostra vita.
Le
prove anche dolorose che potranno colpirci, saranno ritenute salutari, perché
considereremo sempre e immancabilmente l’Amore di Dio Buon Padre, dal quale ci
aspetteremo una soluzione a noi favorevole nonostante le apparenze. La preghiera
più potente che muove il Cuore di Dio è questa: “Sia fatta la Tua e non la mia
volontà.” Gesù ha pronunciato queste parole sulla Croce mentre stava morendo,
per insegnarci l’abbandono all’Amore del Padre. Per esperienza personale,
quando si riesce a pronunciare nel
dolore questa preghiera, subito il nostro cuore ne trae conforto. Non
dimentichiamo che la Sacra Scrittura sottolinea che ogni preghiera non si ferma
finché non raggiunga il Cielo!
Caro
amico, il dono più grande che abbiamo ricevuto è la Fede e dovremmo ringraziare
sempre nostro Signore di averci fatto nascere in questa Santa Religione, segno
che Lui ci ha predestinati ad essere Suoi fedeli. La Sua Grazia è la nostra
felicità.
In
questo percorso spirituale non siamo soli, ma abbiamo una dolcissima Madre che
ci guida, ci assiste e ci difende da tanti mali, limitando fortemente l’aggressività
del nostro antico nemico, il demonio, il quale per sua stessa ammissione ha
detto di non poter facilmente contrastare i devoti di Maria, come invece può
fare con le persone lontane dalla Grazia del Signore. E la recita giornaliera
del Santo Rosario garantisce una protezione speciale. Provare per credere!
Tante
cose avrei ancora da dirti ma per ora ti lascio a meditare tutte queste verità.
A Gesù per Maria.
Carlo
25-10-2021