giovedì 21 gennaio 2021

SPIRITUALITA'

 

BENEDIZIONE  E  MALEDIZIONE

In questo periodo di Covid viene da pensare quanto si è perso, rispetto al passato recente, quando i benefici che Dio concedeva al Suo popolo credente, erano considerati come dovuti e facenti parte di una vita normale. Le difficoltà, il male, le sofferenze non sono mai mancate, come è regola della condizione umana ferita dal peccato originale, ma non avevamo ancora sperimentato questo stato di abbandono che sembra accompagnare il corso di questo nuovo periodo epidemico. Le notizie quotidiane sul numero altissimo delle morti che vengono continuamente segnalate, lasciano tutti noi in una costernazione impotente. Il livello di vivibilità dei mesi passati, si è abbassato molto velocemente e a tutti noi mancano le interazioni che caratterizzano i rapporti umani privati improvvisamente di ogni necessario contatto sociale. Tutti soffrono di questo subitaneo isolamento dalle Autorità ritenuto necessario e limitato nel tempo, ma in realtà prolungato per varie ragioni non sempre chiare.

L’uomo continua a confidare nelle proprie forze, facendo a meno di Dio e della Sua opera, illudendosi di vincere la battaglia e non considerando, almeno per ora, che questo triste momento di sofferenza, sia dovuto al  cattivo comportamento dei credenti (unito alla Gerarchia), nei riguardi di Dio e delle Sue leggi.

Il primo peccato dell’uomo è stato il rifiuto di Dio e del Suo Amore, per seguire i propri istinti e le proprie tendenze cattive, trascurando i precetti che il nostro Creatore aveva cercato di inculcare nell’animo del SUO popolo. L’uomo di oggi commette il più grave peccato agli occhi di Dio che è quello di disobbedienza o, come si preferisce oggi chiamarlo, di trasgressione!

Dio, per Sua stessa definizione, è un Dio geloso, il quale non ammette di essere considerato in secondo piano: “Io sono il Signore tuo Dio; non avrai altri dei all’infuori di Me.” (Es 20,2-3) e invece noi ci rivolgiamo continuamente a idoli creati dalle nostre voglie: denaro, sesso, potere politico etc.

Dio ci impone di non uccidere e noi stabiliamo per legge l’uccisione dei neonati con la pratica dell’aborto, addirittura considerato un diritto. Dio stabilisce il matrimonio elevandolo a Sacramento e istituendo la famiglia e noi, con le nostre leggi, distruggiamo l’uno e l’altra. In cantiere vi sono altre leggi inique, come l’eutanasia e il gender che, una volta approvate, contribuiranno a distruggere le nostre tradizioni e il nostro sentire religioso. La nostra civiltà, faticosamente creata nei secoli, si imbarbarirà tornando ad essere “homo omini lupus”. Solo la Grazia e la Misericordia divine, avranno ragione di questo quadro sinistro, perché interverranno per salvare l’umanità decaduta, ma a prezzo di lacrime e sangue. Dio provvederà a suscitare i Santi i quali faranno risalire la china. Dice Gesù:”…senza di Me non potete far nulla.” (Gv 15,5).

Quando il popolo segue la Legge del Signore, le benedizioni scendono copiose (Dt 28,1-14), ma quando il popolo di Dio trasgredirà i Suoi Comandamenti, la maledizione prima o poi arriverà.

Dal Deuteronomio 28,15-45 :”Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i Suoi comandi e tutte le Sue leggi che oggi Io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni:  sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.

Maledette saranno la tua cesta e la tua madia. Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore. Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci. Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage  per averMi  abbandonato.  Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese di cui stai per entrare a prendere possesso. Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l’infiammazione, con l’arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine che ti perseguiteranno finché tu non sia perito. Il cielo sarà di rame, sopra il tuo capo e la terra sotto di te, sarà di ferro. Il Signore darà come pioggia al tuo paese, sabbia e polvere che scenderanno dal cielo su di te, finché tu sia distrutto.

Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro: diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra. Il tuo cadavere, diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà. Il Signore ti colpirà con le ulcere d’Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine da cui non potrai guarire. Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno, come il cieco brancola nel buio.

Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà….

I tuoi figli e le tue figlie, saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro, ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano.

Un popolo che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno: diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.

Il Signore deporterà te e il Re che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i padri tuoi, avete conosciuto: là servirai dèi stranieri, dèi di legno e di pietra; diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.

Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco perché la locusta la divorerà. Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà….Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi perché andranno in prigionia. Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo, saranno preda di un esercito d’insetti. Il forestiero che sarà in mezzo a te, si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso…

Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che Egli ti ha dato.”

Tutto questo costituisce un quadro orribile e minaccioso ma è anche l’altra faccia  di Dio  che è la Sua Giustizia . Grande è la Sua Misericordia dimostrando tutto il Suo Amore per noi “quando eravamo peccatori” (S.Paolo) sacrificando Suo Figlio affinché fossimo salvi, ma non dobbiamo svilire la Sua Maestà, abolendo l’aspetto della Sua Giustizia. Del resto queste due componenti divine racchiudono il grande mistero annunciato nel Salmo 85: “Misericordia e Verità s’incontreranno, Giustizia e Pace si baceranno.” (Sal 85,11).

Benedizione di Don Gabriele Amorth :

“Che il Signore Gesù sia sempre con te.

Cammini davanti a te per guidarti,

stia dietro di te per proteggerti,

dimori dentro di te per custodirti,

sia sopra di te per illuminarti.

Amen”

(Carlo)               

martedì 5 gennaio 2021

SPIRITUALITA'

 

IL  FASCINO  DISCRETO  DEL  PRESEPE

Il primo Presepe è nato a Greccio (Rieti) nel 1223 per opera di S.Francesco che ha concepito questa sacra rappresentazione come una meditazione sul mistero della nascita di Gesù.

Lungi da essere solo una rappresentazione di un evento storico, il Presepe è, agli occhi del credente, una manifestazione visiva dell’Amore di Cristo il quale giunge a noi e per noi per iniziare il grande avvenimento della Buona Novella. Rappresenta quindi, un vero e proprio atto di fede e come tale va vissuto.

Per questo non esiste uno sviluppo moderno della scena che è necessario conservarla come fu in origine, poiché il fatto storico è sublimato dal suo profondo significato. Tutti noi credenti conosciamo la scena fondamentale della nascita di Gesù  ma, quanti di noi meditano sul messaggio che il Presepe lancia nella mente e nel cuore dello spettatore?

Dio, nella Sua infinita felicità, si è piegato sul dolore del mondo, incarnandosi in un Uomo nato da Donna ed è vissuto in questo mondo di dolore, come uno di noi, privo di ogni, pur modesto, conforto umano.

E così, nasce in povertà, nel più assoluto silenzio, rotto a tratti dal belare delle pecore del vicino stallo e ignorato del tutto dal chiasso del caravanserraglio strapieno dai molti avventori giunti lì per la registrazione legale. Tutti costoro erano ignari della nascita del Re che avrebbe trasformato il mondo. Solo i pastori, uomini relegati nell’ultima categoria sociale che stanno vegliando sull’unica loro ricchezza costituita dal bestiame, ricevono il messaggio degli Angeli i quali invitano ad adorare il Bambino adagiato in una mangiatoia. I pastori, paria di una società basata sulla ricchezza materiale, sono i primi a recepire il messaggio d’amore di Gesù. Essi sono persone ignoranti, ma privi delle sovrastrutture che da sempre l’uomo ha creato per tranquillizzare la propria esistenza e per questa mancanza, essi sono i più adatti ad apprezzare il linguaggio della povertà creatrice che il Bambino suggerisce loro. Nonostante la privazione, una felicità serena raggiunge i loro cuori e li spinge ad adorare quel meraviglioso Bambino, aderendo all’invito degli Angeli che Lo annunciano come Salvatore. I pastori abituati a una dura vita, sono i privilegiati che per primi, prescindendo dalle apparenze, hanno assaporato le gioie che lo Spirito Santo ha trasmesso loro. Questi pastori sono i poveri i quali riescono maggiormente a scorgere la presenza di Dio in mezzo a noi. Lo stupore che ha animato i cuori dei pastori deve essere anche nostro, se vogliamo penetrare il messaggio evangelico; i pastori, infatti, hanno offerto il loro stupore e per questo hanno ricevuto il dono di una grande gioia.  Gesù è immerso in un silenzio eloquente che dona a chiunque Lo riconosca, una grande pace e una pienezza che solo Lui può dare. La Madonna, Collaboratrice di tanta bellezza, medita nel Suo cuore tutto ciò che accade e S.Giuseppe vive con Lei il grande mistero del Natale. La scena del Presepe è circonfusa di amore: il Bambino irradia il Suo Amore che i genitori ricambiano e questa dolce atmosfera prescinde dalla presente povertà, assorbita tutta da questa consolante realtà.

Inoltre, le statuine dei vari artigiani, fabbri, falegnami etc, sono rappresentazioni di tutto ciò che evidenzia la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, coscienti che la vita va vissuta in modo soprannaturale, considerando che non siamo soli, ma che la Salvezza è alla nostra portata: amare Gesù, nostro Salvatore.

Don Filippo Ramondino: “Gesù, posto nella mangiatoia (Praesepium) dove c’è il cibo per gli animali, richiama profeticamente all’Eucaristia.” Dobbiamo nutrirci di Cristo, “allora anche il nostro cuore, spesso povero come una stalla, abitato da Cristo, diventa una reggia luminosa, diventa una sorgente generosa di pace per noi e per gli altri”

(Carlo)