lunedì 4 novembre 2019

SPIRITUALITA'

UNO SGUARDO SULLA MADONNA- 2°PARTE

La festa di Cana
La festa nuziale che si svolse a Cana, otto Km a nord di Nazareth dove abitava Maria e durò, come di consuetudine, tutta una settimana. Durante il banchetto, Maria si accorge della mancanza del vino, poiché si suppone che prestasse aiuto agli organizzatori. Quindi, rivoltasi al Figlio, Lo informa che non c’è più vino. Gesù Le risponde:”Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la Mia ora” (Gv 2,4). Questa parola “Donna”, dai greci e dagli orientali del tempo, designava la persona più cara e degna di rispetto ed era sinonimo di “Signora”. Nonostante Gesù avesse stabilito di iniziare la Sua missione più tardi, tuttavia esaudisce il desiderio di Maria la quale interpretando lo sguardo del Figlio, dice ai servitori di tavola: “Qualsiasi cosa (Gesù) vi dirà, fatela.” E Gesù dirà:”Riempite d’acqua le anfore.” Vi erano lì sei anfore di circa cento litri ciascuna che servivano per lavare le stoviglie e per le abluzioni di rito. Quando il capo della cerimonia assaggiò l’acqua divenuta vino, si complimentò per il suo gradevole sapore.
Ottenendo il miracolo, Maria risparmiò un’afflizione agli sposi, ma soprattutto i discepoli di Gesù “credettero in Lui” (Gv 2,11). Gesù ha compiuto i primi due miracoli per la mediazione di Maria; il primo fu la santificazione di Giovanni il Battista, il secondo, alle nozze di Cana.
I Vangeli parlano ripetutamente di Maria , Madre di Gesù, di Maria sposa di Cleofa e dei “fratelli” di Gesù.
Si presuppone, poiché di due non si parla più, che sia Giuseppe  sia Cleofa siano morti al tempo della vita pubblica di Gesù, che le due famiglie si siano unite abitando insieme. I supposti “fratelli” di Gesù, dei quali  Matteo riporta i nomi, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, erano i figli della coppia Maria e Cleofa, quindi i cugini di Gesù. L’Evangelista Giovanni sottolinea che “stavano presso la Croce di Gesù, Sua Madre, la sorella di Sua Madre, Maria madre di Cleofa e Maria di Magdala.” (Gv 19,25).
 Dopo la Pentecoste
La sera stessa della morte di Gesù, Giovanni prese Maria nella sua casa. Cinquanta giorni dopo la Pasqua, mentre i discepoli erano riuniti in preghiera insieme a Maria nel Cenacolo, lo Spirito Santo scese su di loro in forma di lingue di fuoco. Da allora i discepoli iniziarono la loro testimonianza pubblica, ignorando tutti i pericoli che essa comportava. Secondo una tradizione non confermata, Giovanni si sarebbe trasferito portando con sé Maria, ad Efeso ove Ella avrebbe concluso i Suoi giorni. Però la cosa non appare credibile perché questo significherebbe che Maria avesse raggiunto circa novant’anni di età e che Giovanni la lasciasse sola mentre svolgeva la sua missione apostolica in altre regioni. 
La missione di Maria Santissima
Maria è stata predestinata e chiamata da Dio ad essere:-Madre di Gesù, vero Dio e vero Uomo; Corredentrice; Mediatrice; Madre universale; Madre della Chiesa.
Madre di Dio. L’Angelo Gabriele, nel Suo annuncio, non dice:”Colui che nascerà in Te” ma “da Te” (Lc 1,35), perché si sapesse  che Colui che Ella dava al mondo, aveva origine proprio da Lei. Una importante conferma la darà S.Elisabetta con il suo saluto: “A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?”
L’Espressione Theotokos (Madre di Dio) appare già nel terzo secolo in questa preghiera: “Sotto la Tua protezione, cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.”
Nel Concilio di Calcedonia del 451, si ribadisce che Gesù possiede due nature, quella divina e quella umana, nature che sono indivise e inseparabili.
Corredentrice.  La corredenzione attribuita a Maria, secondo i Teologi può essere remota o mediata se si esaurisce tutta in un atto redentivo di Cristo, una volta per tutte; può invece essere prossima o immediata, se si estende, anche se in modo secondario e subordinato, all’atto redentivo di Cristo e al Suo sacrificio con il quale meritò la Redenzione dell’umanità. In questo modo i meriti di Cristo uniti a quelli di Maria, costituiscono un solo principio totale di Salvezza. La maggioranza dei Teologi propende per  quest’ultima tesi. I Protestanti negano a Maria qualsiasi cooperazione estraendo questo concetto dallo scritto di S.Paolo:”Uno solo è Dio e uno solo anche il Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Gesù Cristo, che ha dato Sé stesso in riscatto per tutti” (1 Tm 2,5-6). A questa asserzione si risponde che la cooperazione di  Maria alla Redenzione, non riguarda Sé stessa ma gli altri. Cioè, Cristo ha redento Maria (Lei è stata la prima) nel primo istante della Sua Concezione, in vista dei meriti di Cristo, preservandoLa  dal peccato originale.
Quindi ha reso Maria idonea ad essere Cooperatrice secondaria e subordinata all’opera  redentiva del Figlio.
Nel Protovangelo, l’interpretazione data dalla Bolla “Ineffabilis Deus” di Pio IX si richiama alla versione della Vulgata, dichiarata autentica dal Concilio di Trento del 1506 e il suo valore è dogmatico, nella quale si legge: ”Porrò inimicizia tra te e la Donna e tra il tuo seme e il seme di Lei. Essa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.” Il testo ebraico e la versione in greco attribuiscono al Messia la vittoria sul serpente: “Io porrò  inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la Sua stirpe: questa (cioè il Messia) ti schiaccerà la testa.” (Gn 3,15) Quindi, mentre la versione ebraica mette in evidenza l’azione di Gesù Cristo, la Vulgata mette in evidenza la cooperazione di Maria (la Donna) alla Redenzione operata da Gesù. Del resto Maria è sempre presentata come la nuova Eva, riparatrice della prima Eva, come Gesù è presentato come il nuovo Adamo.
“Una vergine, un legno e la morte, furono i simboli della nostra sconfitta. La vergine era Eva; non aveva infatti ancora coabitato col marito. Il legno era l’albero. La morte, la pena di Adamo. Ma ecco ancora una vergine, un legno e la morte, già simboli della sconfitta, diventare ora simboli della sua vittoria. Infatti al posto di Eva c’è Maria, al posto dell’albero della scienza del bene e del male, c’è l’albero della Croce, al posto della morte di Adamo, la morte di Cristo.” (S.Giovanni Crisostomo. 350)
Molti Papi hanno creduto alla cooperazione prossima e immediata di Maria Santissima alla Redenzione. Papa Pio X scrive nell’Enciclica  “Ad diem illum” del 1904 : “La conseguenza di questa comunione di sentimenti e di sofferenze fra Maria e Gesù è che Maria divenne legittimamente degna di riparare l’umana rovina…Maria supera tutti nella santità e nell’unione con Gesù Cristo ed è stata associata da Gesù Cristo nell’opera della Redenzione.” Anche Papa Benedetto XV nella lettera apostolica “Inter sodalicia” del 1918 scrive:”La Beata Vergine, non senza un divino disegno fu presente alla crocifissione del Figlio e che talmente patì e quasi morì col Figlio Suo che pativa e moriva, talmente abdicò ai Suoi diritti materni sul Figlio per la salvezza degli uomini e immolò il Figlio, per quanto a Lei spettava per placare la Giustizia di Dio, da potersi dire con diritto, che Essa ha redento con Cristo il genere umano.”
Anche nel discorso radiodiffuso del 1933, Papa Pio XI invocava Maria col titolo di Corredentrice: “O Madre di pietà e di Misericordia, che fosti presente come compaziente e Corredentrice presso il Tuo dolcissimo Figlio nell’atto in cui compiva la redenzione del genere umano…conserva e aumenta continuamente in noi, te ne preghiamo, i preziosi frutti della Redenzione e della Tua compassione.”
Nell’Enciclica “Mystici Corporis” del 1943, Papa Pio XII scrive: “Fu Maria che, immune da ogni macchia, sia personale sia ereditaria e sempre strettamente unita col Figlio Suo, Lo offerse all’Eterno Padre sul Golgota facendo olocausto di ogni diritto materno e del Suo materno amore, come novella Eva, per tutti i figli di Adamo contaminati dalla miseranda prevaricazione di lui…sopportando con animo forte e fiducioso i Suoi immensi dolori, più di tutti i fedeli cristiani, da vera Regina dei Martiri, compì ciò che manca dei patimenti di Cristo a pro del Corpo di Lui, che è la Chiesa.”
Nell’Esortazione apostolica “Marialis cultus” del 1974 Papa Paolo VI scrive: “L’unione della Madre con il Figlio nell’opera della Redenzione, raggiunge il culmine sul Calvario dove Cristo “offrì  Sé stesso quale Vittima Immacolata a Dio” (Eb 9,14), soffrendo profondamente con il Suo Unigenito e associandosi, consenziente, all’immolazione della Vittima da Lei generata e offrendoLa anch’Ella al’Eterno Padre.”
Papa Giovanni Paolo II nell’Udienza generale del 1997 dice chiaramente:”…Solamente Lei (Maria) è stata associata in questo modo al’offerta redentrice che ha meritato la Salvezza di tutti gli uomini…Alla Vergine Santa possiamo dunque rivolgerci con fiducia, implorandone l’aiuto, nella consapevolezza del ruolo singolare a Lei affidato da Dio, il ruolo di Cooperatrice della Redenzione da Lei esercitato in tutta la vita e, in particolare, ai piedi della Croce.”
(Elaborazione da:”Maria Santissima “ di Marcello Morgante)
(Carlo)                                                                                                                (2° Parte)

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