martedì 17 gennaio 2017

ATTUALITA'



IL  DOLORE  DEGLI  INNOCENTI—PER  PAPA  FRANCESCO  NON  V’E'  RISPOSTA
Durante la visita all’Ospedale “ Bambin Gesù”  di Roma, il 15 dicembre 2016, un’infermiera, scioccata dalle morti di tanti bambini innocenti, chiese al Papa una risposta al problema della sofferenza dell’infanzia malata e un conforto per poter sostenere una così insopportabile tragedia. Il Papa le risponde: “Non c’è una risposta alla morte dei bambini. Io non ho una risposta, credo sia bene che questa domanda rimanga aperta.” E l’infermiera, evidentemente angosciata, incalza: “Ma Padre, Lei non ha studiato teologia, non ha letto  libri?”  Le risponde il Papa:” Sì, ma guarda il Crocifisso: soffre, piange, questa è la nostra vita. Non voglio vendere ricette che non servono, questa è la realtà.”
E io mi chiedo: Ma sa il Papa,  che le “ricette” esistono e si chiamano Sacra Scrittura? Il Cristianesimo, solo, tra tante false religioni, è l’unico che abbia dato risposte soddisfacenti e soprattutto vere.
Tutti sappiamo che il peccato originale ha fatto entrare nel mondo la sofferenza e la morte e che il piano divino ha contemplato la vittoria su questo male, realizzando, attraverso l’Incarnazione, la Nascita, la Passione e la Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, la Sua strepitosa vittoria sul peccato e sulla morte.
“La morte è stata ingoiata per la vittoria…Dov’è o morte, il tuo pungiglione?” (1 Cor 15,55).
Gesù, risorgendo, ha distrutto la morte e poiché Gesù è Vero Uomo, ha anticipato per noi la nostra Risurrezione. L’Evangelo, la Buona notizia, è che Dio si è fatto Uomo ed ha meritato per noi la Redenzione dal peccato e dalla morte. Gesù era innocente, della più totale innocenza e si è sacrificato per noi; i bambini innocenti, i quali danno la vita e le loro sofferenze, alla Sua Opera, partecipano subito alla Sua Risurrezione. Essi vanno subito in Paradiso.  “Preziosa è, agli occhi del Signore, la morte dei Suoi Santi.” (Sal 115,15)
Nel disegno di Dio, la morte non è la fine di tutto, ma indica la vera mèta dell’uomo che è la Vita Eterna, lo scopo della creazione dell’uomo, ove vi è liberazione, gioia, pace.
Dice Gesù ai discepoli di Emmaus abbattuti e delusi: “Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze, per entrare nella Sua Gloria?” (Lc 24,26).
In queste parole di Gesù c’è la chiave di lettura e l’ingresso nel mistero della sofferenza. Prima della Gloria, bisogna sopportare il Calvario.  La sofferenza, quindi, è solo la strada per la gioia. Il dolore è solo il costo dell’amore. I dolori sono grandi lezioni; sono insegnamenti che segnalano ciò che nella vita è veramente essenziale.  L’uomo che ha sofferto, possiede una notevole capacità di lotta sul male per dimostrare a sé e al suo prossimo come sopportare la sofferenza.  Fratello che soffri, sappi che nessun male è invincibile, perché Cristo Risorto, cammina con te. E nella misura in cui tu ti affidi a Lui, ricevi il potenziamento della Speranza contro ogni tentazione di disperazione. Ogni male, sopportato con Lui, ha senso e scopo.
Ecco il lieto annuncio: L’amore distillato dalla sofferenza, provoca la consolazione del Padre. E poi, resi esperti dalla Sua consolazione, essi stessi diventano consolatori in nome di Dio.
Quando la sofferenza ci sgomenta e ci trascina nella solitudine, gridiamo a Gesù: “Resta con noi, Signore!” (Lc 24,29).  Ai discepoli di Emmaus, scoraggiati e delusi, Gesù offre il Pane, lo spezza e lo distribuisce loro con quel gesto inconfondibile che richiama la loro memoria. Spezzare il pane è segno di condivisione, è il dare in cibo Sé Stesso, la Sua Parola a tutti gli uomini, specialmente ai timorosi e tribolati per le infermità.
L’Eucaristia è la risposta concreta al bisogno dell’uomo che vuole sentirsi amato ed è anche espressione del nostro desiderio di rimanere con il Signore, per cercare consolazione, per offrirGli la nostra vita ed essere Suoi testimoni. Il cibo adatto per questo lungo viaggio della vita è Lui, Gesù, il Risorto, Colui che diviene  Pane di vita.  “Fratello, quando senti la tentazione di chiudere il tuo cuore alla speranza della Risurrezione, apri gli occhi ai segni. Senti nel profondo, la pace che Egli vuole donarti. Sperimenta la Sua Presenza nell’Eucaristia!  Fratello, rendi feconda la tua immobilità; aiuta quelli che soffrono, a valorizzare il tesoro soprannaturale che Dio ha nascosto in ogni dolore. Ogni offerta è feconda." (P.Palumbieri)
Maria veglia su tutti noi come una Madre premurosa e tenera. Fratello che piangi: Maria è l’esperta del dolore. Rivolgiti a Lei e sarai consolato. Già al momento dell’Offerta nel Tempio, il Sacerdote Simeone profetizza la spada che le trafiggerà l’anima. E poi, sarà Madre Addolorata  accanto al patibolo del Figlio.
Lei, ripiena di Spirito Santo, guida i discepoli a testimoniare la Verità verso una Pasqua di gioia e una vita nuova. Anche noi potremo dire: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente.”
(Carlo)

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