mercoledì 14 novembre 2018

SPIRITUALITA'

CHI FA IL MALE ODIA LA LUCE (Gv 3,20) “Quando tu ti nascondi? Quando sai di far male. Se invece sai di far bene, vai alla luce, non hai difficoltà a farti vedere. Il ladro aspetta la notte, il seduttore attende il crepuscolo, l’assassino cerca le tenebre e l’impuro il nascondiglio. L’ipocrita si nasconde dietro la maschera, il maligno nell’anonimo, il falso cerca il raggiro e il dissoluto le persiane chiuse. Tutta gente che si offende della luce, a cui la luce dà fastidio. Essi perciò, la fuggono come animali usi a vivere nei fondi oscuri. L’oscurità è un sacco in cui tutto si può gettare, la luce è un crivello in cui non resta che il grano. Alla luce il fango si distingue dalla perla e l’oro dalla sabbia. Al buio l’una è come l’altro. E’ alla luce che si vede il sudiciume e lo si può eliminare; è alla luce che si scorge il fosso e lo si può schivare; è alla luce che si avverte il pericolo e lo si può evitare. Chi sa d’esser sudicio e non vuole essere disprezzato, evitato, eliminato, cerca di tenersi nell’ombra. Ama le tenebre chi è in difetto, ama la luce chi è nella verità. Chi ha troppi segreti, vuol dire che non ha le carte in regola. L’oscurità è l’alleata dei colpevoli, la luce è l’alleata degli innocenti. L’oscurità avvolge uomini e cose in un sol fascio e li rende uniformi, indistinti, indeterminati, senza colore, senza fisionomia, senza volto. La luce invece dà a ciascuno la sua forma, il suo colore, la sua fisionomia. Fa vedere ciascuno come è. Definisce ogni figura. Perciò la luce è un giudice che sentenzia e condanna. Ecco perché, se ami il peccato, perdi la fede. Perché la fede che è il tuo giudice, sarebbe la tua condanna. Quando si perde la fede, vuol dire che s’è già perduta la morale. Perdi la fede non per difetto di convinzione, ma per effetto di corruzione. Se infatti vuoi fare i tuoi comodi, la fede non sarà un aiuto ma un ostacolo. Perciò sarai tentato di respingerla man mano che crescerà il tuo egoismo e la tua superbia. Sarai tentato di ritenerla una intrusa nei tuoi affari, nella tua professione, nella politica, nella tecnica, nell’economia, nella vita pubblica e sociale, nella tua vita familiare e coniugale. Appunto perché in ogni cosa sarai spinto a cercare innanzitutto e soprattutto il tuo interesse: nei rapporti, le proprie soddisfazioni, nella logica le proprie conclusioni. Avrai soltanto di mira i tuoi diritti, mentre la fede ti ricorderà anche i tuoi doveri. E poiché le ispirazioni e i controlli son sempre noiosi, non vedrai allora miglior rimedio che tagliare i ponti con la fede, proclamandoti libero pensatore. Titolo evidentemente eufemistico che sta al posto di quello più esatto, ma antiestetico, di libero peccatore, libero mestatore, libero oppressore, libero seduttore, libero mentitore… E perciò opterai per lo scetticismo, per l’agnosticismo, per il materialismo; perché appunto, in queste ombre, ogni contrasto fra azione e convinzione scompare. Così penserai di vivere finalmente in pace. Sotto un certo aspetto e per un certo tempo, tale soluzione ti sembrerà soddisfacente; se non che, essendo nato non talpa ma uomo, quelle tenebre diventeranno ben preso il tuo carcere e la vita senza fede, ti si ridurrà all’esistenza di un forzato: la più angosciosa nostalgia ti prenderà alla gola. Poiché nostra patria è la luce e vita umana altro non è che marcia verso la Verità” (da:”Così disse Gesù” di G.Albanese) (Carlo)

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