domenica 17 novembre 2013

APOSTOLATO

FESTA DI TUTTI I SANTI- Entro in Chiesa, è il 1° novembre 2013, mi affretto ad andare alla consolle dove sono riposti i foglietti con le letture ed il Vangelo del giorno. Assisto alla S.Messa poi, in attesa che venga distribuita la S.Comunione ai tanti fedeli in fila, il mio sguardo cade sull’angolino dell’ultima pagina del cartaceo. Leggo: conosciamo i testimoni luminosi, P.Enrico Mauri. Chi era costui? Il nome non mi è nuovo. Scorro le poche righe che accompagnano questa presentazione e si accende una lampadina nella mia memoria. Era l’anno 1953 ed ero in procinto di ricevere la prima Comunione in compagnia di altre bambine; ci recammo al nostro primo ritiro spirituale presso la Madonnina del Grappa. Ricordo che fu un giorno di festa. Per la prima volta stavo fuori casa tutto il giorno. La S.Messa, ascoltata di primo mattino, una forte predica sull’importanza di ricevere Gesù fatta da un Sacerdote che già molti, al mio paese, ritenevano essere una santa persona. E poi un pasto frugale: un panino preparato da mamma, ed un frutto. Un breve periodo di riposo in giardino; era maggio e il tempo era invitante per rimanere all’aperto e poi ancora dentro per recitare il S.Rosario e rinnovare l’incontro proprio con Padre Mauri. Logicamente non posso raccontare oggi le parole ascoltate, ma mi è ben chiaro nella mente il viso di quel Sacerdote, il quale, seduto su di una vecchia sedia Savonarola, gli abbondanti capelli bianchi e la gestualità spontanea, accompagnava con un sorriso le sue raccomandazioni sull’essere buone ed ubbidienti. A distanza di 60 anni scopro quindi di aver incontrato un testimone luminoso della Fede, un’anima che ha fatto della sua vita un servizio verso l’umanità, iniziando con il fondare le Associazioni per le madri e gli orfani dei caduti in guerra, il Vivaio Apostolico per la formazione dei Sacerdoti, laici, le coppie di sposi e l’Opera, ancora attiva e funzionante per un costante aiuto alle famiglie bisognose presso il complesso della Madonnina del Grappa. Perché è stato dato questo nome a questa Opera così meritevole? Bisogna andare indietro negli anni, durante la prima guerra mondiale, quando nella battaglia svoltasi sul Monte Grappa, la Madonnina posta su quel monte fu colpita da schegge e molto rovinata ma non abbattuta dal fuoco nemico. Don Mauri si interessò del restauro e da ciò trasse il nome per intitolare la sua Opera proprio come quella Madonnina. Quando nel 1922 seppe che a Sestri Levante era disponibile una villa che poteva essere adatta al suo progetto, chiese aiuto a molte Curie lombarde ed emiliane ed ottenne i finanziamenti necessari per l’acquisto. Nel 1929 fece costruire all’interno del complesso, il Tempio Santuario di Cristo Re che è un’opera ancor oggi visitabile, come del resto la Chiesa che fa parte dei Santuari mariani. Elencare quella che è stata la sua vita, vorrebbe dire spaziare nei campi più impervi, accompagnata inoltre da uno stato di salute, non propriamente ottimale, visto che fin dalla sua nascita fu assegnato ad una famiglia diversa da quella originaria, proprio perché la mamma già affetta dalla tubercolosi, sarebbe morta tre anni dopo. La Chiesa della Madonnina, così come l’abbiamo sempre chiamata, è bellissima con le 13 guglie che somigliano a quelle del Duomo di Milano e che in effetti sono campanili e dove ogni campana porta incisa il titolo delle Encicliche di Pio XI, quale simbolo della voce della Chiesa. Questo Santuario si divide in due parti; c’è quella dedicata ai defunti e quella ai Santi ove un mappamondo retto da un tronco, allude all’albero della Vita. Le spoglie di Padre Mauri riposano in questa Cappella e forse respirano ancora quell’aria di mare che ha prolungato la sua vita, fino agli 84 anni, affinché il suo lavoro fosse proficuo fino alla fine. Oggi è già iniziato il percorso verso la sua beatificazione e proprio per tutto ciò che ha seminato, il traguardo potrebbe essere assai prossimo. Papa Giovanni XXIII lo definiva Padre dinamo e il Vescovo Alberto Maria Careggio ne ha sempre sottolineato le eroiche virtù cresciute grazie alla speciale protezione di Maria, sotto il cui mantello è cresciuto e vissuto. Ecco quindi che i miei ricordi tornano sempre al mio paese natale a quanto mi ha dato dal lato di fede e di amore, a come ancor oggi, da ogni angolo del mio cuore, riaffiorano pensieri e momenti che mi dicono come Maria abbia sempre fatto parte della mia vita e come ancor oggi io non possa farne a meno. La mia mamma non c’è più, ma Lei ci sarà sempre. Grazie Mamma Celeste! (Maria Teresa S.)

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