I disegni
di Nostro Signore spesso sono su di noi.-
Ci sono storie che non ci stancheremo mai di raccontare,
perché oltre che essere vere, sono fonte di un'inesauribile certezza: quella
dell'esistenza di Nostro Signore.
Andiamo indietro negli anni, quando c'era la convinzione che
se ad una gestante veniva una “voglia” ovvero quel desiderio improvviso di
mangiare qualcosa, non doveva assolutamente toccarsi una parte del corpo
visibile, perché correva il rischio di veder nascere la sua creatura
con una macchia proprio nel punto ove la madre aveva posto la sua mano.
Dunque, in una piccola frazione del comune di Camogli,
chiamata Ruta, perché arroccata sulla collina, più simile ad un presepio che ad
un paesello, una futura mamma ogni mattina si recava ad ascoltare la S. Messa e
riceveva la S. Comunione. Era donna mite e serenamente convinta che così
facendo tutto....sarebbe andato bene. Un giorno però, sentendosi debole e
stanca, appena alzata, fece il caffè e ne bevve una tazza.
Con suo grande rammarico pensò subito che, purtroppo, avendo
contravvenuto alle regole di quel tempo, quella mattina non avrebbe potuto
ricevere la santa particola.
Andò in chiesa comunque, quando il sacerdote distribuì la S. Comunione, si alzò ed andò all'altare
per riceverla, come spinta non si sa da
quale forza e nel farlo mise la sua mano sotto l'ascella e pensò che qualora
“il detto” avesse una sua verità, il bimbo che teneva in grembo, sarebbe nato
con quella “voglia” in un punto visibile a poche persone.
Ed il bimbo nacque, bello e forte, fu chiamato Antonio, e
….. sotto l'ascella aveva una piccolissima macchia bianca. Con il passare degli
anni a quel giovane la macchia aumentò
fino ad avere le dimensioni di un'ostia. La famiglia, numerosa, lo accompagnò
nella crescita non solo fisica ma anche religiosa e gioì quando Antonio scelse
di entrare in seminario e divenne sacerdote in tempi brevissimi. Grande fu la
considerazione che ebbe in Curia, divenne arciprete della Cattedrale di S.
Lorenzo in Genova e subito dopo Arcivescovo.
Abbiamo parlato finora di un'anima santa, di Don Antonio
Gazzale, che a distanza di anni è ricordato da una moltitudine di persone come
un prete vicino alla gente, generoso e di una grande e umana profondità
religiosa . La sua vita rifulse per rettitudine e bontà. Fu mente eletta,
dotato di vasta cultura, instancabile e dal grande senso del dovere, consacrò tutta la sua esistenza a Dio,
dedicandosi anche all'opera salesiana e alla devozione a S. Giovanni Bosco. Fu
assistente spirituale delle suore
Brignoline di N.S. Del Rifugio del Monte Calvario, e che prestano servizio
presso l'Ospedale S. Martino di Genova
anche ai giorni nostri. Fu direttore del seminario e grazie alla sua
approvazione il futuro Servo di Dio, Giovanni Minozzi fu dapprima ordinato
diacono e poi divenne nominato, dal cardinale Respighi, sacerdote il 21
dicembre del 1907. Mons. Gazzale aveva infatti riconosciuto doti straordinarie
in questo suo seminarista, tanto che si è aperta recentemente la causa di
beatificazione di don Minozzi. La
scrivente, nata proprio nello stesso paese, ha sempre sentito raccontare opere
benemerite di Mons. Gazzale e può testimoniare un avvenimento personale.
Mio padre fu ricoverato all'ospedale S. Martino per un
intervento ad un rene. La diagnosi non era benigna, mia madre allora,
riconoscendo dall'abito che indossava, una suora della congregazione delle
Brignoline, l'avvicinò e le chiese di recitare preghiere affinché Mons. Gazzale
accompagnasse mio padre durante quell'operazione. La suora promise, e la sera stessa assieme
alle altre sorelle il nome di mio padre fu inserito tra le invocazioni. L'asportazione del rene avvenne poco dopo.
Papà visse ancora dodici anni, purtroppo con difficoltà
sempre maggiori giorno dopo giorno, ma mamma è sempre stata convinta che le
preghiere rivolte dalle “sue” suore a Mons. Gazzale avevano
ottenuto il dono di conservarlo tra noi per molti giorni
ancora.
Perché dunque non prendere atto che Dio ci indica una strada
da percorrere tramite segnali importanti? Quella mamma, quella mattina, andando
alla S. Messa, e facendo la S. Comunione, ha consegnato il proprio figlio nelle
braccia di Maria, ed ha capito che quell'ostia stampata sotto l'ascella altro
non era che il timbro indelebile che avrebbe fatto percorrere al suo Antonio la
via
verso........il paradiso.
Maria Teresa S.
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