giovedì 14 agosto 2014

APOSTOLATO



                                      I disegni di Nostro Signore spesso sono su di noi.-
Ci sono storie che non ci stancheremo mai di raccontare, perché oltre che essere vere, sono fonte di un'inesauribile certezza: quella dell'esistenza di Nostro Signore.
Andiamo indietro negli anni, quando c'era la convinzione che se ad una gestante veniva una “voglia” ovvero quel desiderio improvviso di mangiare qualcosa, non doveva assolutamente toccarsi una parte del corpo visibile,  perché correva  il rischio di veder nascere la sua creatura con una macchia proprio nel punto ove la madre aveva posto la sua mano.
Dunque, in una piccola frazione del comune di Camogli, chiamata Ruta, perché arroccata sulla collina, più simile ad un presepio che ad un paesello, una futura mamma ogni mattina si recava ad ascoltare la S. Messa e riceveva la S. Comunione. Era donna mite e serenamente convinta che così facendo tutto....sarebbe andato bene. Un giorno però, sentendosi debole e stanca, appena alzata, fece il caffè e ne bevve una tazza.
Con suo grande rammarico pensò subito che, purtroppo, avendo contravvenuto alle regole di quel tempo, quella mattina non avrebbe potuto ricevere la santa particola.
Andò in chiesa comunque, quando il sacerdote distribuì   la S. Comunione, si alzò ed andò all'altare per riceverla, come  spinta non si sa da quale forza e nel farlo mise la sua mano sotto l'ascella e pensò che qualora “il detto” avesse una sua verità, il bimbo che teneva in grembo, sarebbe nato con quella “voglia” in un punto visibile a poche persone.
Ed il bimbo nacque, bello e forte, fu chiamato Antonio, e ….. sotto l'ascella aveva una piccolissima macchia bianca. Con il passare degli anni  a quel giovane la macchia aumentò fino ad avere le dimensioni di un'ostia. La famiglia, numerosa, lo accompagnò nella crescita non solo fisica ma anche religiosa e gioì quando Antonio scelse di entrare in seminario e divenne sacerdote in tempi brevissimi. Grande fu la considerazione che ebbe in Curia, divenne arciprete della Cattedrale di S. Lorenzo in Genova e subito dopo Arcivescovo.
Abbiamo parlato finora di un'anima santa, di Don Antonio Gazzale, che a distanza di anni è ricordato da una moltitudine di persone come un prete vicino alla gente, generoso e di una grande e umana profondità religiosa . La sua vita rifulse per rettitudine e bontà. Fu mente eletta, dotato di vasta cultura, instancabile e dal grande senso del dovere,  consacrò tutta la sua esistenza a Dio, dedicandosi anche all'opera salesiana e alla devozione a S. Giovanni Bosco. Fu assistente  spirituale delle suore Brignoline di N.S. Del Rifugio del Monte Calvario, e che prestano servizio presso l'Ospedale S. Martino  di Genova anche ai giorni nostri. Fu direttore del seminario e grazie alla sua approvazione il futuro Servo di Dio, Giovanni Minozzi fu dapprima ordinato diacono e poi divenne nominato, dal cardinale Respighi, sacerdote il 21 dicembre del 1907. Mons. Gazzale aveva infatti riconosciuto doti straordinarie in questo suo seminarista, tanto che si è aperta recentemente la causa di beatificazione di don Minozzi.   La scrivente, nata proprio nello stesso paese, ha sempre sentito raccontare opere benemerite di Mons. Gazzale e può testimoniare un avvenimento personale.
Mio padre fu ricoverato all'ospedale S. Martino per un intervento ad un rene. La diagnosi non era benigna, mia madre allora, riconoscendo dall'abito che indossava, una suora della congregazione delle Brignoline, l'avvicinò e le chiese di recitare preghiere affinché Mons. Gazzale accompagnasse mio padre durante quell'operazione.  La suora promise, e la sera stessa assieme alle altre sorelle il nome di mio padre fu inserito tra le invocazioni.  L'asportazione del rene avvenne poco dopo. 
Papà visse ancora dodici anni, purtroppo con difficoltà sempre maggiori giorno dopo giorno, ma mamma è sempre stata convinta che le preghiere rivolte dalle “sue” suore a Mons. Gazzale avevano
ottenuto il dono di conservarlo tra noi per molti giorni ancora.
Perché dunque non prendere atto che Dio ci indica una strada da percorrere tramite segnali importanti? Quella mamma, quella mattina, andando alla S. Messa, e facendo la S. Comunione, ha consegnato il proprio figlio nelle braccia di Maria, ed ha capito che quell'ostia stampata sotto l'ascella altro non era che il timbro indelebile che avrebbe fatto percorrere al suo Antonio la via
verso........il paradiso.

                                             Maria Teresa S.

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