Un dono
prezioso; il “ SANTO CRISTO “
C'era una volta....un pezzo di legno, direte voi: “ ma
questa favola la conosciamo già”. E' vero, ma quella che voglio raccontare è la
storia di un altro pezzo di legno trovato da un pescatore dopo che una
fortissima mareggiata aveva portato sulla spiaggia una grande quantità di cose
ed oggetti provenienti chissà da dove .
Ed i pescatori di quel luogo, ogni volta
che il mare batteva la costa e rubava grandi quantità di arenile, accorrevano a
pulire il litorale da tutti i detriti portati dalle onde.
Capitava così che si facevano alte cataste di legna e che,
asciugate poi dal sole, finivano nelle stufe e riscaldavano quelle case basse,
prive di ogni confort.
Chissà, sarà stato un dono del mare, ma quei due legni
incrociati e quella figura lignea senza braccia. era un oggetto che riportava
alla sua mente la crocefissione di Nostro Signore.
Ed inizialmente, il pescatore, fu tentato di spezzarlo ed
accatastarlo tra quanto già raccolto sotto la ciglia della sua barca, poi
decise di portarlo in chiesa, lassù sull'isola, a S. Nicolò, ove restò fin dal
XIII secolo. Dagli abitanti del luogo fu chiamato Santo Cristo e venerato, portato
in processione quando avvenimenti dolorosi e tragici colpivano il paese. Come
quando riuscirono a respingere le galee di Monaco nel 1336 che volevano
invadere la cittadina,o come quando nel 1432 i fiorentini ed i veneziani
schierati contro i genovesi, allestirono un assedio presso la costa, ma furono
allontanati.
Tale ricorrenza fu
sempre ricordata e si perpetuò negli anni.
Nel 1616 il crocifisso fu traslato nella Chiesa di S. Maria
di Nazareth, ma fu abbandonato in un angolo della sacrestia perchè privo di
apparente e apprezzabile valore, oltre che
mal ridotto.
Ed un brutto giorno, questo crocifisso malconcio, privo di
braccia, usurato dal tempo, fu giudicato dal sacrista Bolasco e dal chierico
Rosasca, solo buono per scaldare la canonica e pensarono di farlo a pezzi e
bruciarlo. Quando il primo colpo stava per partire, e qui la tradizione ci ricorda che furono
pronunciate queste parole: “ Come Cristo Vi adoro, come legno, Vi spacco”, la figura posta al centro dei legni, aprì gli occhi e volse lo sguardo
al sacrista che svenne immediatamente.
Il fatto fece tanto rumore, intervenne anche il vescovo che
si informò per filo e per segno di ciò che era successo e... prese tempo per
dare un giudizio.
Nel l725 fu esposto in una nicchia lateralmente all'altare
maggiore e da quel momento i miracoli, che per sua intercessione avvennero,
furono numerosi, testimoniati da moltissimi ex voto. La città di Sestri ricorse
al “suo” Santo Cristo durante la siccità del 1751 e nel 1758 fu concessa
l'indulgenza plenaria a coloro che visitavano e pregavano il Divin Redentore
affinché cessassero le pestilenze che avevano colpito la Liguria, e, come la
storia ricorda, Sestri fu risparmiata. Anche il colera del 1835 non colpì i
suoi abitanti, i quali sono sempre stati convinti della protezione del Santo
Cristo. .
Nel 1785 questo sacro simbolo fu posto su di un altare
fiancheggiato da due colonne di marmo nero e da due angeli in marmo bianco.
Sono i due colori della passione e rivestono tutte le pareti della cappella .
Il capo di Gesù reclinato a destra, il busto contratto nelle costole visibili,
le gambe piegate, il piede destro inchiodato sul sinistro e i lineamenti
sofferenti del volto sono tutti effetti visibili per l'occhio che lo guarda ed
al credente scuotono il cuore. Anni dopo, gli furono costruite in cartapesta,
le due braccia mancanti, per completare
la volumetria dell'opera,valutata da esperti, come risalente al 1200, di stile romanico-lombardo.
Ogni 14 settembre si
rinnova un triduo solenne e viene
portato in processione lungo tutte le vie del paese, ogni 25 anni. I fedeli,
privandosi dell'oro personale, realizzarono una corona che fu posta sul capo
del Santo Cristo dal cardinale Ferrata il 13.9.1903.
Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede,
Cardinale Alfredo Ottaviani, partecipò ai
festeggiamenti cinquantenari nel 1953, e quando, alcuni anni
dopo, i parroci della zona, appoggiati dalla cittadinanza, si rivolsero a Lui,
in un incontro in Vaticano, perchè spendesse parole affinchè
non avvenisse la
costruzione di una centrale nucleare in quel meraviglioso paese che risponde al
nome di Sestri Levante, rispose loro: “D'accordo, pregherò perchè i vostri
desideri siano esauditi; ma perchè vi rivolgete a me, non avete con voi il Santo
Cristo che ha più voce in capitolo di me”?
E così fecero. In ogni chiesa si pregò. I parroci, al
termine di ogni Santa Messa aggiungevano una parola sul rischio di
installazione di una centrale nucleare, cercando di convincere
coloro che, dubbiosi tra profitto e lavoro, giudicavano
positivamente questa opportunità per la gente del posto. La centrale non venne costruita, i turisti
non cambiarono la meta delle loro vacanze e la città divenne sempre più bella
ed accogliente.
Ancor oggi i sestresi si rivolgono a quell'effige per
chiedere grazie spirituali e materiali. I bimbi nei giorni che precedono la
ricorrenza, si presentano a quell'altare con i loro fiori rossi che simboleggiano
la fede e l'amore; a loro viene raccomandato di rivolgersi a Gesù in croce, se
hanno bisogno di aiuto. “Per tutti, -come scrisse il giornalista Rabajoli,- il
nostro padrone di casa è il Santo Cristo”, e si potrebbe aggiungere che esso è
“la bussola che infallibilmente assicura
ai naviganti l'attracco in porto e il felice ritorno in famiglia”.
Quel pezzo di legno trovato sulla spiaggia, non è dunque più
una favola, è la voce di Colui che dice “Credi in me, io ci sarò sempre, anche
quando sbattuto dalle onde del mare riuscirò a nuotare
senza braccia, e ti
troverò e ti stringerò a me anche se avrò gli occhi chiusi.
Maria Teresa S.
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