martedì 22 maggio 2018

ATTUALITA'

IL PENSIERO FILOSOFICO DI RATZINGER E DEL CONCILIO VATICANO II- I Dogmi posseggono la caratteristica di essere immutabili e immodificabili e appunto per essere così “rigidi” il Concilio Vaticano II ha ritenuto non essere più proponibili ad un popolo moderno per il loro contenuto obbligante. I nemici della Chiesa sostengono che tali Dogmi siano forzature dovute al Magistero della Chiesa e non derivino dagli insegnamenti della Sacra Scrittura. Ma ad un occhio attento non può sfuggire che tutto ciò proviene dal Vecchio Testamento e dagli insegnamenti di nostro Signore. Infatti tale insegnamento è denso di comandamenti : “Chi mi ama, osserva i Miei comandamenti:”(Gv 14). Il Concilio ritiene che se questi comandamenti perdessero la loro caratteristica di immutabilità, perderebbero il loro carattere obbligante. Però la Chiesa si è espressa sempre per comandamenti e Dogmi, fino al Concilio Vaticano II e questo perché ha considerato che tra la libertà del divenire e i comandamenti vi sia un rapporto di contraddizione; non è possibile affermare e negare allo stesso tempo. Del resto è proprio questa l’ambiguità del modernismo che pretende di conciliare due opposti, onde tenere insieme due principi tra loro contraddittori. Se la libertà del divenire deve essere totale, non può sottostare ad alcun comandamento, ecco quindi il modernismo che ha la necessità di sbarazzarsi dai vincoli dei comandamenti e si sforza, non riuscendoci, di far convivere questi ultimi con l’assoluta libertà del divenire. Il nome più illustre di tale tentativo è proprio Joseph Ratzinger che da teologo del Concilio Vaticano II, ha procurato questo escamotage sostituendo al Magistero dogmatico un Magistero esclusivamente pastorale che manca della caratteristica di essere definitorio. Inoltre egli sostiene che la fede sia inseparabile dal dubbio perché ad essa legata e ne consegue che la fede sia un sistema composto di sole proposizioni ipotetiche, ossia di ipotesi. L’ipotesi, per sua natura, è sempre aperta a nuovi incrementi ovvero a smentite; quindi è sempre incerta! La proposta di Ratzinger è quindi quella di conservare la fede come ipotesi, ma questa considerazione la si trova già nel pensiero del filosofo Karl Popper il quale, proseguendo il filone kantiano, insegna che nella società aperta, il solo criterio di verità è la sua falsificazione. Secondo lui una proposizione che non possa essere falsificata, ossia esposta ad incrementi o a smentite, è un assurdo. In questo modo si apre la via al concetto che il falso dia la prova del vero! Se questo concetto si rapporta all’esistenza di Dio,per esempio, e quindi l’affermazione e la negazione risultano impossibili, non c’è altra via che, per credenti e non credenti, accettare l’dea di nuove acquisizioni o smentite, coltivando inevitabilmente il dubbio. Pertanto l’ipotesi, non includendo mai l’intero, si espone a ogni cambiamento. Una delle conseguenze di questa filosofia è che il dubbio non è concepito come una tentazione a cui è necessario resistere, ma è considerato come una prova di autenticità della fede. Se per Popper è il falso che fornisce la prova del vero, per Ratzinger questa funzione è riferita al dubbio. Solo chi dubita possiede una fede vera; da qui nasce l’insopportabile retorica della Chiesa in uscita, della ricerca, del dinamismo della fede! Pertanto l’unica certezza nella proposta analizzata, è l’impossibilità di asserire e di negare e questa è la sola verità assoluta, secondo simili filosofi. E se si accetta che le sole proposizioni ammissibili siano quelle ipotetiche, ne risulta che la nostra fede Cattolica NON SARA’ MAI DEFINITIVA e sarà soggetta ad un processo che mancherà della certezza della fede richiesta da nostro Signore; le ipotesi non contengono la certezza ma solo la possibilità. E’ per questo che certa teologia, accettando simili teorie, è necessariamente ambigua. Ma perché Ratzinger propone il dubbio invece di confermare i fratelli nella fede? E’ possibile comprenderlo solo se si ammette (come credeva il filosofo Kant) che la verità non è conoscibile da parte dell’uomo e si accetta la libertà del divenire. Questa pessimistica visione della vita non intravvede nemmeno nella storia le tracce di quella verità trasmessaci da Gesù Cristo, perché la storia stessa viene vista come la somma stratificata delle proposizioni ipotetiche e quindi delle opinioni umane. Questo è quel relativismo denunciato a parole ma sostenuto nei fatti! E così vengono accettati i Sacerdoti sposati anglicani, come anche i nostri in castità; la nuova Messa è valida come quella di S.Pio V; il Concilio Vaticano II è in continuità col Concilio Vaticano I etc. Ma se c’è questa inviolabile libertà del divenire, allora Lutero, i Catari, gli Indù, l’animismo africano, i riti voodoo, essendo libere situazioni storiche, non sarebbero negazioni di una inconoscibile verità, ma apparterebbero al patrimonio della sola verità conoscibile, quella storica. Ed è qui, come insegna il Vaticano II, che Dio avrebbe lasciato i segni della Sua Presenza attraverso i “Semina verbi” comuni al mondo profano. In ogni religione vi sono segni della Verità. Come già detto, in questa filosofia oltre la storia non si conosce nulla e se ne deduce che nessuno possa oltrepassare la storia (quanto materialismo!) e per questo chi pensa di poter parlare all’uomo moderno con proposizioni immutabili e immodificabili, compie semplicemente un atto di violenza. Inoltre, secondo tale filosofia, bandire tutte le proposizioni immutabili (i Dogmi), significa bandire la stessa forma della Verità, dal momento che la Verità PRECEDE l’essere e lo determina , ma NON LO SEGUE. Purtroppo Ratzinger segue questa filosofia kantiana e per lui, come per il filosofo Kant, la verità non è conoscibile nemmeno per Divina Rivelazione! Anche nel modernismo in cui lui viene annoverato, esiste una frangia ultraprogressista che pretende di essere nella sua forma immutabile, portatrice della verità, smaniosa quindi di determinare l’essere e non di seguirlo. Ma tutto ciò è sottoposto al principio di non contraddizione e non consente di essere ignorato. Inoltre: “le porte degli inferi non prevarranno.” (Mt 16-18) (Elaborazione da Si si- no no) (Carlo)

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