sabato 19 maggio 2018

SPIRITUALITA'

DAL CONFLITTO ALLA COMUNIONE Parte 2°- L’Eucaristia- Molti Protestanti (differiscono i vari credi) affermano che l’innovazione del pane e del vino, sia partita da S.Cipriano (III secolo), poiché prima di allora la Messa era considerata come un sacrificio di lode e di ringraziamento e non un’ oblazione reale ed effettiva. Invece, S.Giustino (II secolo) nella sua opera “Apologia” (cap. 65-67) scrive: “…così ci hanno insegnato, la carne e il sangue di quel Gesù che si è fatto Carne, perché gli Apostoli, in quei ricordi che ci hanno lasciati e che si chiamano Vangeli, hanno dichiarato che Gesù comandò loro di fare in questo modo: “Egli prese del pane e rese grazie e disse: fate questo in memoria di Me. Questo è il Mio Corpo”; e similmente prese il calice, lo benedì e disse: “Questo è il Mio Sangue” e lo diede ad essi soli.” ” Il rapporto con Dio degli antichi ebrei, aveva un carattere sacrificale (Es. 24,4-8): “Poi Mosé…al mattino levatosi, costruì un altare alle radici del monte e 12 pilastri di pietra…mandò dei giovani…ad offrire olocausti ed immolare dei vitelli come vittime pacifiche, al Signore. Prese poi Mosé e mise in catinelle metà del sangue, metà ne sparse sull’altare. E preso il libro del patto, lo lesse al popolo, il quale disse: “Tutto ciò che il Signore ha detto, obbedienti, lo faremo.” Allora Mosé prese il sangue e lo sparse sopra il popolo dicendo: “Ecco il sangue del patto che il Signore ha stretto con voi in base a tutte queste parole.” Nell’ultima Cena, si trova quell’elemento che fu sempre parte integrante di tutti i sacrifici antichi, degli Ebrei come dei Gentili, il banchetto sacrificale a cui, a sacrificio compiuto, tutti coloro che avevano preso parte al Rito partecipavano, mangiando e bevendo di ciò che era stato offerto. “Prendete e mangiate…prendete e bevete.” S.Paolo (1 Cor. 10,16-21)parla proprio di questo pasto. Gli Ebrei hanno comunione con l’altare, i pagani con gli idoli (demoni); i cristiani, mangiando e bevendo (il Corpo e il Sangue di Cristo), partecipano al sacrificio in cui Corpo e Sangue sono stati offerti sulla tavola del Signore. Gesù nell’ultima Cena offrì Sé stesso sotto i simboli visibili del pane e del vino, Corpo e Sangue di Gesù, per redimerci dai nostri peccati. Offrì dunque Sé stesso in cibo sotto gli stessi simboli, agli Apostoli che costituì Sacerdoti dicendo: “Fate questo in memoria di Me” Questa è l’Offerta pura, profetizzata da Malachia (Ml 1,11) che non può essere macchiata da nessuna indegnità o malizia. Stigmatizza il Concilio di Trento (Canone 1): “Se qualcuno dirà che nella Messa non è offerto a Dio un vero e proprio Sacrificio e, l’essere offerto altro non sia se non il fatto che Gesù Cristo ci viene dato in cibo, SIA ANATEMA.” (Canone 2): “Se qualcuno dirà che con quelle parole “fate questo in memoria di Me” Gesù Cristo non costituì Sacerdoti gli Apostoli, oppure non ordinò che essi e gli altri Sacerdoti, offrissero il Suo Corpo e il Suo Sangue, SIA ANATEMA.” (Canone 3): Se qualcuno dirà che il Sacrificio della Messa è soltanto un sacrificio di lode o di ringraziamento o nuda commemorazione del Sacrificio compiuto sulla Croce e non veramente (un sacrificio) propiziatorio, oppure che giova soltanto a chi se ne ciba e che non lo si deve offrire per i vivi e per i defunti, per i peccati, le pene, le soddisfazioni e le altre necessità, SIA ANATEMA.” (Canone 4): “Se qualcuno dirà che col Sacrificio della Messa si bestemmia contro il Sacrificio di Cristo consumato sulla Croce o che con esso si deroga all’onore di esso, SIA ANATEMA.” Ma Gesù Cristo non è solo ad offrire questo sacrificio. Il Concilio di Trento dice che la Chiesa lo offre mediante il Ministero del Sacerdote. Con il Battesimo i fedeli sono incorporati in Cristo ed essi sono animati e vivificati dallo stesso principio della vita soprannaturale che è lo Spirito di Cristo, lo Spirito di carità, l’anima vivificante della Chiesa. Gesù, con il Suo Sacrificio non agisce e non può agire solo; noi tutti compiamo quell’azione con Lui, ognuno conforme al suo grado di partecipazione alla vita e all’ufficio sacerdotale di Cristo. Il Sacerdote, quando arriva alla consacrazione, non usa più parole sue o una preghiera composta da uomini, ma le stesse parole di Cristo dette in prima persona: “Questo è il Mio Corpo…” Egli dice queste parole nella Persona e nel potere di Cristo e, mediante lui, Cristo parla ed offre il Sacrificio. Propiziazione- Il peccatore che ha peccato, riconosce di aver mancato contro i sovrani diritti di Dio perché si è rifiutato di sottomettersi a Lui, come se volesse mettersi al Suo posto. Il peccato, quindi, è un sovvertimento del giusto rapporto morale della creatura con il suo Creatore. Come l’uomo che col suo peccato sovverte l’ordine stabilito da Dio, così è lui che deve, per quanto possibile, ristabilirlo, offrendo doni o vittime di sacrificio. Questa è la Propiziazione. Solo Cristo poteva rendere a Dio la soddisfazione e Propiziazione necessarie, per ristabilire un ordine che era stato completamente sovvertito. Gli immensi meriti di Cristo, vengono applicati sia per pura benevolenza e misericordia, sia venendo incontro all’uomo attraverso la pratica dei Sacramenti e mediante la S.Messa. La Messa infatti, è una preghiera di adorazione e di ringraziamento; essa reca grazia all’uomo per via di Propiziazione; ha il potere di muovere Dio a farci dono delle Sue Grazie. La consideriamo come un qualche cosa che diamo a Dio a titolo di compenso e soddisfazione per i nostri peccati e per la quale Egli ci dà qualcosa di ritorno. I Protestanti pretendono di trovare non scritturale, addirittura irriverente, in quanto questo atteggiamento diminuirebbe il valore infinito del Sacrificio del Calvario. Del resto i riformatori respingono la Messa, ma conservano una celebrazione cerimoniale della Cena, ritenendola solo come un Sacrificio di lode e di ringraziamento. Gesù Cristo istituì la Messa per la Chiesa alla quale sola ha dato il diritto e il potere di regolare e controllare l’applicazione dei suoi frutti. “Una volta che i Protestanti ebbero adottato la Dottrina della Giustificazione mediante la sola fede e fatto man bassa della realtà della Grazia Santificante come vita soprannaturale dell’anima, non si poteva fare a meno di disfarsi della fede nei Sacramenti come mezzi operanti della Grazia. Così se ne dovevano andare la Presenza Reale e la Transustanziazione e l’Eucaristia doveva perdere del tutto il suo carattere sacrificale per essere ancora conservata caso mai come un semplice memoriale dell’ultima Cena, dove l’anima si sente mossa alla preghiera e messa in grado di entrare, in qualche modo, in comunione con Gesù Cristo.”(G.Smith) “Formato il Suo Corpo Mistico, Gesù non lo abbandona mai; è sempre il Capo della Chiesa. Così, nella Messa, non è più Lui solo che si offre al Padre celeste, ma si offre la Chiesa tutta, il Capo, Gesù Cristo e il Corpo, la sacra Gerarchia e il popolo fedele. Dunque, la Messa è il Sacrificio di Gesù come Capo della Chiesa. E’ perciò il Sacrificio di tutta la Chiesa….D’altra parte, in tutta la Messa, l’elemento essenziale della partecipazione del fedele, consiste nell’unire i propri sentimenti di adorazione, ringraziamento, espiazione e impetrazione, a quelli che ebbe Gesù Cristo nel morire per noi.” (Si si no no) S.Paolo (fil.2,5) dice: “abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” Dice S.Tommaso d’Aquino: “Essendo l’Eucaristia il Sacramento della Passione di nostro Signore, contiene in sé Gesù Cristo che patì per noi. Pertanto tutto ciò che è effetto della Passione di nostro Signore, è anche effetto di questo Sacramento, non essendo esso altro che l’applicazione in noi della Passione del Signore.” Nell’ultima Cena Gesù ha istituito il Sacerdozio e lo ha istituito per il Sacrificio, il Sacrificio della Croce. Veramente non si comprende il Sacerdozio senza il Sacrificio! Nella Messa Gesù ha voluto che la Vittima sia sempre la stessa, Lui stesso. Ma per essere la Vittima, Egli deve essere presente, realmente presente sui nostri Altari; in caso contrario non c’è la Vittima, non c’è il Sacerdozio, come vorrebbero i Protestanti. Invece tutto è unito: Sacerdozio, Sacrificio, Vittima, Presenza Reale, dunque: Transustanziazione. I Protestanti invece, sembrano disposti a trattare sulla Presenza Reale (ma solo nel momento della Consacrazione e solo in presenza dell’ assemblea) ma non sulla Transustanziazione. Nella dichiarazione congiunta “Dal conflitto alla comunione” al n.159 si dice: “Il risultato decisivo (nella diversa concezione della “memoria”) è stato il superamento della separazione del Sacrificium dal Sacramentum…Questo unico evento è presente in una modalità sacramentale…Se la comprensione della Cena del Signore, come vero memoriale, viene costantemente presa sul serio, le differenze nella comprensione del Sacrificio eucaristico sono accettabili per cattolici e luterani.” Come si vede, i luterani non sono disposti a cedere sul concetto che la Messa sia solo memoriale dell’ultima Cena ! Dice il Vescovo De Castro Majer :”La Chiesa è il Corpo mistico di Cristo nel quale scorre la linfa divina che procede dal Capo di questo Corpo che è Gesù Cristo stesso…La Sua Chiesa, affinché compia fedelmente la sua Missione, Gesù Cristo la dotò di prerogative singolari. La rese infallibile perché non cada in errore nell’insegnamento delle verità della fede e dei precetti della morale rivelati. La costituì con una Gerarchia consacrata che la governi e alla quale conferì poteri divini perché sia capace di giustificare le anime di fronte a Dio, santificandole interiormente…Il Sacrificio della Messa consiste nell’oblazione del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, presenti sull’Altare sotto le specie o apparenze del pane e del vino..pane e vino separatamente; infatti in questo modo la Consacrazione rappresenta e MISTICAMENTE RIPETE la morte di Gesù Cristo, attuatasi nel Sacrificio della Croce. Da ciò si vede che il Sacrificio della Messa ha una relazione essenziale con il Sacrificio della Croce…Pertanto nella sua relazione con il Sacrificio del Calvario, deriva la sua eccellenza e la sua efficacia.. La Vittima è la stessa: Gesù Cristo nella Sua adorabile umanità. Anche il Sacerdote che compie l’offerta è il medesimo: Gesù Cristo; sulla Croce in Persona; ancora Lui nella Messa nella quale si serve però del ministero del Sacerdote gerarchico, che Gli presta le labbra e le mani per RINNOVARE L’OBLAZIONE della Croce. La differenza consiste nel modo dell’oblazione, con spargimento di Sangue sulla Croce e in modo incruento nella Messa..E identici sono pure gli scopi perseguiti dall’uno e dall’altro Sacrificio. In primo luogo la glorificazione del Padre Celeste, corrispondente alla Sua Maestà infinita. In secondo luogo il rendimento di grazie come soltanto il Figlio di Dio può effettuarlo nei riguardi dell’Altissimo. In terzo luogo, l’espiazione, la propiziazione, e la riconciliazione: nella Messa, come sulla Croce, Gesù si offre per la Redenzione nostra e di tutto il mondo..Infine l’impetrazione: come sulla Croce, così pure nella Messa, Gesù viene esaudito nelle Sue preghiere, “affinché siamo riempiti di ogni Grazia e Benedizione” (Pio XII)..Perciò sbagliano quanti considerano la Messa una semplice assemblea di fedeli èer il culto divino in cui si fa una semplice commemorazione della Passione e Morte di Gesù Cristo, ossia del Sacrificio una volta compiuto sul Calvario. Ugualmente cadono in eresia, quanti considerano la Messa come Sacrificio di lode e di rendimento di grazie, ma ad Essa negano qualsiasi carattere PROPIZIATORIO in favore degli uomini; o quanti fingono di ignorare la relazione essenziale che lega la Messa alla Croce. “A Fatima, prima dell’apparizione della Vergine Maria, nella primavera del 1916, l’Angelo della Pace apparve a Lucia, Giacinta e Francesco, e disse loro: «Non abbiate paura, io sono l’Angelo della Pace. Pregate con me». L’Angelo s’inginocchiò a terra e toccò con la fronte il suolo. Allora, posseduti da una forza soprannaturale, i bambini lo imitarono e ripeterono dopo l’Angelo questa preghiera: «Mio Dio io credo, adoro, spero e Ti amo, ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano». Poi l’Angelo sparì. Nella primavera del 1916, alla terza apparizione dell’Angelo, i bambini si resero conto che l’Angelo, sempre lo stesso, teneva nella sua mano sinistra un calice, sul quale era sospesa un’ostia. Qualche goccia di sangue cadeva da quell’ostia nel calice. Lasciando il calice e l’ostia sospesi per aria, l’Angelo venne presso i bambini, si prostrò a terra, ripetendo tre volte questa preghiera: «Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo: Ti adoro profondamente e Ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso viene offeso. E per i meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Ti chiedo la conversione dei poveri peccatori». Poi, levatosi, l’Angelo prese di nuovo nelle sue mani il calice e l’ostia, diede la santa Ostia a Lucia, e il Sangue del calice a Giacinta e Francesco, che rimasero in ginocchio, mentre diceva: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio». L’Angelo si prostrò nuovamente a terra ripetendo con Lucia, Giacinta e Francesco ancora tre volte la stessa preghiera.” (Card.Sarah) Dovremmo meditare le parole di S.Paolo nella 2 lettera ai Tessalonicesi (VV.3-8) :”Nessuno vi inganni in alcun modo, perché prima bisogna che venga l’apostasia, si manifesti l’uomo dell’iniquità, il destinato alla perdizione, l’avversario, il quale non riconoscerà alcun Dio sopra di sé, né il Vero, né i falsi, fino ad assidersi nel Tempio di Dio, proclamandosi dio lui stesso. Non vi ricordate che io vi dicevo questo, fin da quando ero in mezzo a voi? E voi ben sapete CHE COSA ORA LO TRATTIENE (il Kathecon) perché non si manifesti che a suo tempo. Già infatti , il mistero dell’iniquità è in azione: è necessario solo che Chi lo trattiene, ORA SIA TOLTO DI MEZZO. Allora verrà l’empio, che il Signore Gesù ucciderà col soffio della Sua bocca e lo annienterà con lo splendore della Sua venuta.” Non è difficile identificare “Colui che trattiene” con il Santissimo, presente in ogni Tabernacolo! Conclusione- Cari Luterani, la vostra proposta (nella vostra pubblicazione concordata) di accantonare le “nostre riserve mentali” (leggi pregiudizi), mi sembra una proposta risibile e infantile, poiché vorreste toglierci la possibilità di giudicare, senza una base preorganizzata! E’ come chiedere a un giudice che abbandoni le sue convinzioni e il suo bagaglio legale nell’affrontare il giudizio nel quale assolvere o condannare il colpevole! Voi che non accettate l’nterpretazione delle Sacre Scritture da parte della Chiesa Cattolica, ritenendolo un abuso , proprio voi pretendete libertà assoluta nel libero esame e vorreste togliere a noi la libertà di credere che la nostra interpretazione, frutto di due millenni di studi e approfondimenti, guidati dallo Spirito Santo, sia la sola autentica e invece vorreste spingerci a seguire le direttive di uno squilibrato come fu Lutero! Quanti di noi, vorranno seguirvi, sia Anatema! (Carlo)

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