SENZA
MARIA NON VI E’ REDENZIONE
Questa
affermazione che può sembrare ardita, in verità non fa altro che allinearsi al
piano redentivo voluto da Dio. Infatti, Dio ha sempre voluto agire con il
concorso degli uomini, servendosi di loro per realizzare la Sua Santa Volontà.
Anche questa volta coinvolge una Donna che Egli provvede a rendere pura e immacolata
fin dalla Sua Concezione, affinché possa concepire e allevare un Uomo che avrà
contemporaneamente due nature, quella umana e quella divina. La parte umana del
Figlio sarà fornita dalla Donna preservata pura dal peccato originale, affinché
Ella possa ospitare nel Suo ventre puro, la purezza di un Dio.
Ma
nel piano misericordioso del Creatore, è previsto che la Donna acconsenta
liberamente al grandioso progetto e abbia
coscienza del grande impegno che avrebbe assolto; per questo la Grazia
Santificante dello Spirito Santo La avvolge e istruisce, perché la Sua
accettazione non sia incosciente o superficiale. Essere immuni dalle gravi
conseguenze del peccato originale, significa essere immuni dal condizionamento
di una natura degradata, come quella che limita la natura umana, sottoposta,
dopo la perdita dei doni preternaturali, alla nefasta azione del demonio.
Il
primo peccato dell’uomo è stato quello di rifiutare l’Amore del Creatore,
preferendo a Lui l’avversario, acconsentendo così a divenire schiavo del male.
A
questo punto l’uomo, ha perduto tutto, tutti i doni preternaturali che il
Creatore aveva elargito, in special modo quello della Grazia Santificante che
lo rendeva figlio di Dio.
Il
peccato è stato così grande, infinito come lo è Dio, pertanto riguadagnare la
posizione felice era impossibile all’uomo, perché mai avrebbe potuto meritare
come un Dio, soddisfacendo la Maestà divina. Solo Dio Stesso poteva offrire una
valida soddisfazione all’altezza della propria Maestà infinita. Quindi era
necessario un uomo che fosse tale, ma racchiudesse anche la divinità. Dio
quindi, per realizzare il Suo piano, aveva necessità di ottenere il consenso
umano perché ci fosse la collaborazione umana. Senza di quella Egli avrebbe
dovuto cambiare piano, ma questo non era nella Sua Volontà, perché Egli ha sempre
inteso rispettare la libertà umana, desiderando da sempre che l’adesione
dell’uomo sia fatta per amore e non per costrizione.
Maria
dunque, interpellata dall’Angelo Gabriele, risponde positivamente al suo invito
e pronuncia il Suo fatidico “sì”.
I
meriti di Maria sono molteplici; accettando la Maternità, accetta di
condividere tutto con Suo Figlio e
sappiamo quanta sofferenza abbia accompagnato la vita di questa Famiglia. Fin
dalla nascita del Figlio, Ella ha vissuto le prime difficoltà, superate dalla
grande gioia che la nascita di Gesù Le ha portato e nel vedere che varie
persone presenti, subito il popolo dei pastori e poi i sapienti, venuti da
terre lontane, hanno adorato il Re dei Re.
Maria
ignorava il futuro, ma era certa che sarebbe stata sempre legata al Figlio e
alle Sue vicissitudini. Ogni passo del Figlio era un nuovo Mistero che Lei si
sforzava di interpretare alla luce della Sacra Scrittura che conosceva
perfettamente e nella quale verificava in ogni momento l’attuarsi delle
Profezie che riguardavano il Figlio: “Maria serbava queste cose, meditandole
nel Suo Cuore.” (Lc 2,19)
Certamente
era sconvolgente chiedersi chi fosse veramente Suo Figlio; il poeta Dante dirà
magistralmente, sintetizzando questo Mistero: “Figlia del Tuo Figlio”.
Maria
dunque, è inserita in qualche modo nella Santissima Trinità poiché è la Madre
della II Persona trinitaria ed è ripiena della III Persona trinitaria che è lo
Spirito Santo. Può esservi un mistero più grande? Dice F.Duff nel suo Manuale
della Legio Mariae: “Ma come è possibile, anche solo tentare di penetrare un
Mistero così incomprensibile? Ci si potrebbe riuscire soltanto per
illuminazione divina, ma questa grazia può essere chiesta con fiducia soltanto
a Colei che per la prima volta nel mondo, ricevette l’esplicito annunzio della
Dottrina Trinitaria.
Ciò
avvenne nel solenne momento dell’Annunciazione. Per mezzo del Suo sublime
Angelo, la Santissima Trinità si è rivelata a Maria così: “Lo Spirito Santo
scenderà su di Te, su Te stenderà la Sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui
che nascerà, sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio.” (Lc 1,35)
Questa
unione strettissima tra Gesù e Maria, colloca la Madre sempre presso il Figlio
e il Figlio presso la Madre. Ogni avvenimento viene vissuto insieme e condiviso
nel profondo; Maria è il
Paradiso
di Dio, il luogo ove Egli vuole appagare il Suo immenso Amore. In Lei, infatti,
ha trovato realizzato tutto ciò che Egli ambisce realizzare: perfetta umiltà,
dedizione complete, perfetta obbedienza, un’angelica dolcezza, continua
preghiera e grande Fede.
“Il
rapporto di Maria con la II Persona divina, è il più vicino alla nostra
comprensione. L’evidente unione tra Madre e Figlio, viene esteso anche alle
anime, cosicché quando alla nascita la loro unione fisica si interruppe, non
cessò quella spirituale, ma anzi, si rafforzò, tanto che Ella collaborò al
piano redentivo di Dio; così la Chiesa può dichiarare che Maria non è soltanto
la Collaboratrice della II Persona divina, ma anche Corredentrice nella
Salvezza, Mediatrice nella Grazia e, di fatto, “simile a Lui”. Inoltre Maria è
chiamata “Tempio dello Spirito Santo”: Lei è la creatura più vicino a Lui in
dignità. Maria è stata talmente assorbita dallo Spirito Santo, divenuta “una
Sua sola cosa” con Lui, vivificata da Lui,che Lui è la Sua vera Anima. Ella è
Sua cosciente e intelligente Collaboratrice a tal punto che, quando Ella opera,
opera anche Lui e se non si accetta l’intervento di Lei, non si accetta neanche
quello di Lui. Il Padre Onnipotente Le ha comunicato la Sua fecondità, nel
grado che è possibile a una semplice creatura, in modo che Ella fosse capace di
ricevere da Lui il potere di generare il Suo Figlio e tutti i Membri del Suo
Corpo Mistico. Il Padre, quindi, ha dato e dà il Suo Figlio, soltanto per mezzo
di Lei, Egli non si procura figli che per mezzo di Lei e non comunica le Sue
Grazie che per mezzo di Lei.” (S.Luigi di Montfort)
“Maria
divenne la Madre si Cristo e nostra Madre nell’Annunciazione…Quella Sua
maternità, fu poi proclamata nel momento in cui raggiunse la sua completezza,
ossia quando la Redenzione fu compiuta. Tra le sofferenze del Calvario, Gesù Le
disse dalla Croce: “Donna, ecco il Tuo Figlio” e a Giovanni: “Ecco la tua
Madre” (Gv 19,26-27) Attraverso S.Giovanni, queste parole furono rivolte a tutti
gli eletti. Cooperando pienamente con il Suo consenso e le Sue sofferenze, alla
nascita spirituale dell’umanità, Maria divenne nostra Madre nel modo più
completo e perfetto.” (Manuale della Legio Mariae)
Padre
Faber asserisce che Maria non è abbastanza conosciuta e amata: “La devozione
per Lei è debole, superficiale e scarsa. Non è sostenuta dalla Fede. Ne
consegue che Gesù non è amato, che gli eretici non vengono convertiti, che la
Chiesa non è onorata; le anime, che potrebbero essere sante, languiscono e
inaridiscono, i Sacramenti non sono adeguatamente frequentati, le anime non
sono evangelizzate con entusiasmo. Gesù non risplende, perché Maria è tenuta
nell’ombra. Migliaia di anime si dannano perché non si dà loro Maria. La
meschina, sbiadita parvenza di quel che noi chiamiamo la nostra devozione a
Maria, è la causa di tutte queste mancanze ed errori, di questi peccati,
omissioni e cedimenti. Eppure, se dobbiamo credere alla rivelazione dei Santi,
Iddio ci chiama ad una ben diversa devozione per la Sua Madre benedetta: più
grande, più estesa, più forte…Basta sperimentarla su noi stessi e, con gran
sorpresa, la nostra anima si sentirà trasformata e inondata di grazie e saremo
subito convinti della sua quasi incredibile efficacia come mezzo si salvezza per
gli uomini e per l’avvento del Regno di Cristo.” (Manuale della Legio Mariae)
(Carlo)1
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