LA COLPA E IL CASTIGO
Sono
in Chiesa, in ginocchio davanti al Santissimo. Dopo la consueta invocazione
alla Madonna perché presenti la mia anima a Gesù, mi rivolgo a Lui dichiarando
il mio amore. Sento che in quel momento Maria si fa in disparte, per consentire
al mio cuore di espandersi completamente verso di Lui. Mi viene in mente la
promessa della Vergine a Padre Gobbi fondatore del Movimento Sacerdotale
Mariano: “Ti farò amare grandemente Gesù!”
La
mia anima è aperta all’adorazione; dico a Gesù: Ti amo, sei il mio unico bene,
Ti amo con tutto me stesso. Perdona i miei peccati che Ti hanno fatto soffrire
così tanto, in croce. Sto vivendo un periodo di penitenza, tutto mi sembra
oscuro e la vita di ieri è stata stravolta da un giorno all’altro. Tutti,
intorno a me, stanno subendo questa atmosfera negativa, così inconsueta
rispetto al passato recente. Anche i Pastori hanno perso la testa e remano in
senso contrario. Più si sale in alto nella Gerarchia e più si constata una
terribile defezione verso la nostra Santa Religione. Moltissimi di questi
Pastori non sono più capaci di infondere speranza; le loro parole sono, per lo
più, di circostanza, non vengono da un cuore contrito e illuminato dallo
Spirito Santo, sono parole vuote della Grazia di Dio. Se non hanno perso la
fede, sono vicinissimi al disastro! Al di fuori di un contatto diretto con Gesù
Sacramentato, non riceviamo più una parola di speranza da questi Pastori
sbandati, i quali ostinatamente non vogliono rendersi conto di questa forte
crisi che li ha monopolizzati e resi sterili dalla loro stessa miscredenza.
Noi
tutti siamo privi dell’amore trasmesso da Dio ai Suoi collaboratori; la
trasmissione sembra interrotta: Dio non si serve più dei Suoi Ministri per
comunicarci la Grazia e noi rimaniamo privi della loro mediazione.
Gesù,
certo, non ci abbandona, ma per noi è più difficile avvicinarci al nostro
Creatore. La confusione che regna nella Chiesa di oggi è tale da non poter più
godere dell’impetrazione dei fedeli Sacerdoti, custodi della Verità.
Ecco
allora farsi più indispensabile l’azione di Maria, nostra Avvocata e buona
Madre, ma la venerazione della Vergine è ai suoi minimi storici. Molti, troppi,
quasi La ignorano e non ricorrono a Lei perché viene spinto grandemente il
concetto che la salvezza da questo periodo virulento possa avvenire solo dalle
scienze umane, trascurando proprio l’unica strada che potrebbe condurre alla
cessazione dell’epidemia: Gesù Cristo. La Chiesa stessa è decisa a negare che
questo male derivi da un castigo divino permesso da Dio perché l’umanità
trasgressiva ritrovi la spiritualità cristiana. Ogni peccato compiuto reclama
la riparazione e il pentimento, ma, se il popolo non si sente colpevole, di
quale pentimento parlare? Fin dalle origini, il Cristianesimo ha affermato che
gli uomini siano peccatori e quindi abbiano necessità di una Redenzione, di una
Salvezza. La potenza di Dio può tutto, anche far scomparire il male, ma, nella
Sua immensa sapienza, ha preferito permettere al demonio, principe del male, di
esistere e tentare l’uomo il quale, dotato del libero arbitrio, grande dono
celeste, possa esercitarlo in tutte e due le direzioni. “Egli ti ha posto
davanti il fuoco e l’acqua; là dove vuoi, stenderai la tua mano.” (Sir 15,16)
Preferendo
la trasgressione ai comandi del Creatore, l’uomo ne sopporterà le conseguenze e
finché non si ravvederà, chiedendo perdono e abbandonando le vie di perdizione,
dovrà molto soffrire, perché non è possibile ingannare Dio che tutto vede e
tutto sa.
Il
demonio è inerme senza il consenso dell’uomo; è solo l’uomo che gli
permette di agire e sviluppare quel male che poi viene diffuso su tutti. Il
male è diffusivo quanto il bene! Per togliere potenza al demonio, è necessario
tornare a Dio, sciegliere il bene e non farsi ingannare dall’apparente
debolezza umana, quasi fosse il destino a decidere per noi!
Una
grande parte dell’umanità ha indebolito la sua volontà a causa della rinuncia
alla lotta, perché il benessere che Dio le ha concesso, l’ha resa facile preda
delle comodità, scivolando sempre più nella via larga e spaziosa del peccato,
preparata con abilità diabolica, dal nostro eterno nemico.
(Carlo)
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