INSEGNAMENTI DI DON GIUSEPPE TOMASELLI
“I moribondi
si aiutano col suggerire buoni pensieri. Anche quando pare che un agonizzante
abbia perduto la conoscenza, potrà darsi che ancora comprenda; conviene quindi
parlargli un po’ forte all’orecchio, nella speranza che comprenda qualche cosa.
Una volta
andai ad assistere un tale che aveva rissato ed era ricoperto di coltellate. Si
diceva: E’ morto!
Gli suggerii
qualche buon pensiero e gli diedi l’assoluzione. Il povero uomo non morì, andai
a trovarlo all’ospedale e mi disse: io sentivo tutto quello che voi mi dicevate
in quel momento!
Questi
esempi servano di insegnamento; ricordate all’agonizzante la bontà di Dio, la
gioia del Paradiso, il vero pentimento di avere offeso Gesù ed il desiderio di
confessarsi. In alcuni casi, prima che
giunga al capezzale il Ministro di Dio, qualcuno dei presenti suggerisca
all’orecchio dell’ammalato, l’atto di dolore perfetto, con tutto il cuore:
Signore , mi pento che ho offeso Voi coi miei peccati!...Perdonatemi i dispiaceri che Vi ho dato!...Per i meriti
della Vostra morte, abbiate pietà di me!...Se potrò, mi confesserò!...
Alle volte
basta, in fin di vita, un vero atto di dolore e di amore di Dio, col proposito
di confessarsi, per sfuggire alle pene dell’Inferno.
Quando si
dice: il tale è morto ora, improvvisamente!—ci si può sbagliare. Nel 1952 una
vecchietta della città di Modica, qualche momento prima di essere deposta nella
cassa funebre, si svegliò e riprese le attività.
Alle volte
Dio aspetta, in quei momenti estremi, delle promesse speciali, per prolungare
la vita ad un uomo.
E’ bene
farne qualcuna, ma con prudenza. Potrà
darsi che il Signore accolga la promessa e faccia la grazia o il miracolo;
potrà invece chiamare all’altra vita, concedendo però una santa morte, che è
grazia più importante della prima. Per
esperienza personale, raccomando ai fedeli di appigliarsi alla pratica
dei
Quindici
venerdì consecutivi. Sono quindici Comunioni che si fanno al venerdì, ogni
settimana; se qualche venerdì non fosse
possibile comunicarsi, potrebbe farsi ciò in un altro giorno, prima che giunga
il venerdì successivo. In casi
urgentissimi, può farsi questo, in quindici giorni consecutivi. Più sono le
persone che si comunicano, più facilmente può ottenersi la grazia. L’intenzione sia questa: riparare il Cuore
di Gesù delle offese che riceve, ed ottenere la guarigione.
Anni
addietro, fui chiamato ad assistere un moribondo. Gli consigliai di promettere
a Gesù tre turni dei Quindici venerdì;
accettò lui e la sposa. Dopo un po’ di ore, era fuori pericolo. E’ ancora in
vita e son passati circa 30 anni.
Ancora, un bambino di sette anni era in fin di vita per un avvelenamento
al sangue; esortai i genitori, i fratelli e le sorelle, a promettere i Quindici venerdì. L’indomani mattina, tutti
si comunicarono. Dopo meno di una settimana, il bambino giocava fuori di casa.
Pochi mesi
fa visitai con urgenza un giovane moribondo. I suoi parenti, poco religiosi, si
accorsero che solo Dio poteva salvare il congiunto. Mi promisero che non
avrebbero più bestemmiato, che sarebbero andati in Chiesa, uomini e donne.
Consigliai i Quindici venerdì al moribondo e ai parenti e Dio intervenne
subito. L’ex moribondo, oggi attende al lavoro.
Ad un
infermo, operato di gravissima peritonite, feci promettere i Quindici venerdì
per tutta la vita. Morì lo stesso. Ma che morte edificante! Mi diceva:
Reverendo, sia fatta la volontà di Dio!- Esclamava: Gesù, la mia sete è spasimante! La unisco
alla sete che Tu hai avuto sulla Croce!..Gesù mio, fa di me quello che vuoi!..Accetta
i miei dolori in riparazione dei peccati che si commettono nella mia città!...
Che nobili
sentimenti di un uomo che muore nel fiore degli anni! Quale grazia maggiore di
questa?”
(Don
Tomaselli: “I nostri morti”- “La casa di tutti”) (carlo)
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