domenica 22 novembre 2015

SPIRITUALITA'



INSEGNAMENTI DI DON GIUSEPPE TOMASELLI

“I moribondi si aiutano col suggerire buoni pensieri. Anche quando pare che un agonizzante abbia perduto la conoscenza, potrà darsi che ancora comprenda; conviene quindi parlargli un po’ forte all’orecchio, nella speranza che comprenda qualche cosa.
Una volta andai ad assistere un tale che aveva rissato ed era ricoperto di coltellate. Si diceva: E’ morto!
Gli suggerii qualche buon pensiero e gli diedi l’assoluzione. Il povero uomo non morì, andai a trovarlo all’ospedale e mi disse: io sentivo tutto quello che voi mi dicevate in quel momento!
Questi esempi servano di insegnamento; ricordate all’agonizzante la bontà di Dio, la gioia del Paradiso, il vero pentimento di avere offeso Gesù ed il desiderio di confessarsi.  In alcuni casi, prima che giunga al capezzale il Ministro di Dio, qualcuno dei presenti suggerisca all’orecchio dell’ammalato, l’atto di dolore perfetto, con tutto il cuore: Signore , mi pento che ho offeso Voi coi miei peccati!...Perdonatemi  i  dispiaceri che Vi ho dato!...Per i meriti della Vostra morte, abbiate pietà di me!...Se potrò, mi confesserò!...
Alle volte basta, in fin di vita, un vero atto di dolore e di amore di Dio, col proposito di confessarsi, per sfuggire alle pene dell’Inferno.
Quando si dice: il tale è morto ora, improvvisamente!—ci si può sbagliare. Nel 1952 una vecchietta della città di Modica, qualche momento prima di essere deposta nella cassa funebre, si svegliò e riprese le attività.
Alle volte Dio aspetta, in quei momenti estremi, delle promesse speciali, per prolungare la vita ad un uomo.
E’ bene farne qualcuna, ma con prudenza.  Potrà darsi che il Signore accolga la promessa e faccia la grazia o il miracolo; potrà invece chiamare all’altra vita, concedendo però una santa morte, che è grazia più importante della prima. Per  esperienza personale, raccomando ai fedeli di appigliarsi alla pratica dei
Quindici venerdì consecutivi. Sono quindici Comunioni che si fanno al venerdì, ogni settimana;  se qualche venerdì non fosse possibile comunicarsi, potrebbe farsi ciò in un altro giorno, prima che giunga il venerdì successivo.  In casi urgentissimi, può farsi questo, in quindici giorni consecutivi. Più sono le persone che si comunicano, più facilmente può ottenersi la grazia.  L’intenzione sia questa: riparare il Cuore di Gesù delle offese che riceve, ed ottenere la guarigione.
Anni addietro, fui chiamato ad assistere un moribondo. Gli consigliai di promettere a Gesù tre turni dei  Quindici venerdì; accettò lui e la sposa. Dopo un po’ di ore, era fuori pericolo. E’ ancora in vita e son passati circa 30 anni.  Ancora, un bambino di sette anni era in fin di vita per un avvelenamento al sangue; esortai i genitori, i fratelli e le sorelle, a promettere i  Quindici venerdì. L’indomani mattina, tutti si comunicarono. Dopo meno di una settimana, il bambino giocava fuori di casa.
Pochi mesi fa visitai con urgenza un giovane moribondo. I suoi parenti, poco religiosi, si accorsero che solo Dio poteva salvare il congiunto. Mi promisero che non avrebbero più bestemmiato, che sarebbero andati in Chiesa, uomini e donne. Consigliai i Quindici venerdì al moribondo e ai parenti e Dio intervenne subito. L’ex moribondo, oggi attende al lavoro.
Ad un infermo, operato di gravissima peritonite, feci promettere i Quindici venerdì per tutta la vita. Morì lo stesso. Ma che morte edificante! Mi diceva: Reverendo, sia fatta la volontà di Dio!- Esclamava:  Gesù, la mia sete è spasimante! La unisco alla sete che Tu hai avuto sulla Croce!..Gesù mio, fa di me quello che vuoi!..Accetta i miei dolori in riparazione dei peccati che si commettono nella mia città!...
Che nobili sentimenti di un uomo che muore nel fiore degli anni! Quale grazia maggiore di questa?”
(Don Tomaselli: “I nostri morti”- “La casa di tutti”)   (carlo)
               

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