IL
FALSO DIRITTO ALL’ ABORTO 2° parte
L’amore
nel matrimonio
In effetti,
la grazia del Sacramento del matrimonio è destinata prima di tutto a
perfezionare l’amore dei coniugi.(89)
Il
matrimonio è un segno prezioso, perché quando un uomo e una donna celebrano il
Sacramento del matrimonio, Dio, per così dire, si rispecchia in essi, imprime
in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del Suo amore. Il
matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio infatti, è
comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, vivono
da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del
matrimonio: Dio fa dei due sposi, una sola esistenza. Questo comporta
conseguenze molto concrete e quotidiane, perché gli sposi, in forza del
Sacramento, vengono investiti di una vera e propria missione, perché possano
rendere visibile, a partire dalle cose semplici, ordinarie, l’amore con cui
Cristo ama la Sua Chiesa, continuando a donare la vita per Lei. (121) …Siamo
sinceri e riconosciamo i segni della realtà: chi è innamorato, non progetta che
tale relazione possa essere solo per un periodo di tempo; chi vive intensamente
la gioia di sposarsi, non pensa a qualcosa di passeggero….I figli non solo
desiderano che i loro genitori si amino, ma anche che siano fedeli e rimangano
sempre uniti. (123)
Un amore
debole o malato, incapace di accettare il matrimonio come una sfida che
richiede di lottare, di rinascere, di reinventarsi e ricominciare sempre di nuovo fino alla
morte, non è in grado di sostenere un livello alto di impegno. Cede alla
cultura del provvisorio che impedisce un processo costante di crescita…
Perché tale
amore possa attraversare tutte le prove e mantenersi fedele nonostante tutto,
si richiede il dono della Grazia che lo fortifichi e lo elevi.(124)
Per altro
verso, la gioia si rinnova nel dolore. Come diceva S.Agostino:”Quanto maggiore
è stato il pericolo nella battaglia, tanto più intensa è la gioia nel trionfo.”
Dopo aver
sofferto e combattuto uniti, i coniugi possono sperimentare che ne è valsa la
pena, perché hanno ottenuto qualcosa di buono, hanno imparato qualcosa insieme,
o perché possono maggiormente apprezzare quello che hanno. Poche gioie umane
sono tanto profonde e festose, come quando due persone che si amano, hanno
conquistato insieme qualcosa che è loro costato un grande sforzo
condiviso.(130) Sposarsi, è un modo di esprimere che realmente si è abbandonato
il nido materno, per tessere altri legami forti e assumere una nuova
responsabilità di fronte a un’altra persona. (131) Impegnarsi con un altro, in modo esclusivo e
definitivo, comporta sempre una quota di rischio e di scommessa audace. Il
rifiuto di assumere tale impegno è egoistico, interessato, meschino, non riesce
a riconoscere i diritti dell’altro e non arriva mai a presentarlo alla società
come degno di essere amato incondizionatamente…Quel “si” significa dire
all’altro che potrà sempre fidarsi, che non sarà abbandonato se perderà attrattiva, se avrà difficoltà, o
se si offriranno nuove possibilità di piacere, o di interessi egoistici.(132)
Infatti ci sono persone sposate che mantengono la loro fedeltà quando il
coniuge è diventato sgradevole
fisicamente o quando non soddisfa le loro necessità, nonostante che molte
occasioni li invitino all’infedeltà o all’abbandono. Una donna può curare suo
marito malato e lì, accanto alla croce, torna a ripetere il “si” del suo amore
fino alla morte. In tale amore si manifesta in modo splendido la dignità di chi
ama, dignità come riflesso della carità, dal momento che è proprio della carità
amare, più che essere amati. (162)
Quando gli
altri non possono più riconoscere la bellezza di tale identità, il coniuge
innamorato, continua ad essere capace di percepirla con l’istinto dell’amore e
l’affetto non scompare. Riafferma la sua decisione di appartenere ad essa, la
sceglie nuovamente ed esprime tale scelta attraverso una vicinanza fedele e
colma di tenerezza. La nobiltà della sua decisione per essa, essendo intensa e
profonda, risveglia una nuova forma di
emozione, nel compimento della missione coniugale.(164)
Il dono
della vita
L’amore dà
sempre vita. Per questo l’amore coniugale non si esaurisce all’interno della
coppia. I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la
realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente
dell’unità coniugale e sintesi viva ed indissociabile del loro essere padre e
madre. (165)
I figli sono
amati prima che arrivino. Questo riflette il primato dell’amore di Dio che
prende sempre l’iniziativa, perché i figli sono amati prima di aver fatto
qualsiasi cosa per meritarlo.
Tuttavia,
tanti bambini, fin dall’inizio, sono rifiutati, abbandonati, derubati della
loro infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi,
che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Che ne
facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dei diritti del
bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti? Il dono di un
nuovo figlio che il Signore affida a papà e mamma, ha inizio con l’accoglienza,
prosegue con la custodia lungo la vita terrena e ha come destino finale, la
gioia della vita eterna.(166) Ogni bambino che si forma all’interno di sua
madre, è un progetto eterno di Dio Padre e del Suo amore eterno:
“Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi
alla luce, ti ho consacrato.” (Ger 1,5) Ogni bambino sta da sempre nel cuore di
Dio e, nel momento in cui viene concepito, si compie il sogno eterno del
Creatore. Pensiamo quanto vale l’embrione dall’istante in cui è concepito! Bisogna
guardarlo con lo stesso sguardo d’amore del Padre che vede oltre ogni
apparenza. (168) L’amore dei genitori è
strumento dell’amore di Dio Padre che attende con tenerezza, la nascita di ogni
bambino, lo accetta senza condizioni e lo accoglie gratuitamente.(170))
Ogni bambino
ha il diritto di ricevere l’amore di una madre e di un padre, entrambi
necessari per la sua maturazione integra e armoniosa. ..Entrambi
contribuiscono, ciascuno in una maniera diversa, alla crescita di un bambino.
Non si tratta solo dell’amore del padre e della madre, ma anche dell’amore tra
di loro, percepito come fonte della propria esistenza…Entrambi, uomo e
donna, padre e madre, sono cooperatori dell’amore di Dio Creatore e quasi Suoi interpreti. Mostrano
ai loro figli il volto materno e il volto paterno del Signore.” (172)
(da: “Amoris
laetitia” di Papa Francesco)
(Carlo)
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