giovedì 25 gennaio 2018

SPIRITUALITA'

DAL CONFLITTO ALLA COMUNIONE-- Questo titolo è relativo ad uno studio congiunto fra luterani e cattolici, allo scopo di raggiungere una problematica unità perseguita dalle due Religioni, nonostante le immense differenze dottrinali. La commemorazione, ricorrendo quest’anno il cinquecentesimo dalla Riforma luterana, è stata l’occasione per rispolverare ciò che è avvenuto nel 1517 per opera del monaco Martin Lutero. In passato queste ricorrenze erano motivo di accuse verso il riformatore perché gli si attribuiva la colpa principale di una intollerabile divisione dalla vera Chiesa e di aver distorto il Vangelo di Cristo. Dicono i luterani: “Ancor oggi molti cattolici associano la Riforma luterana principalmente con la divisione della Chiesa, mentre molti cristiani luterani associano la parola “Riforma” specialmente con la riscoperta del Vangelo, la certezza della fede e la libertà.” Oggi però, luterani e cattolici cercano insieme di reinterpretare le loro tradizioni e pratiche teologiche, “perché una gran parte di ciò che nel passato ha diviso la Chiesa, è oggi praticamente sconosciuto…Per più di un secolo il movimento pentecostale e altri movimenti carismatici, si sono andati diffondendo largamente in tutto il mondo. Questi vigorosi movimenti hanno presentato nuove accentuazioni che hanno fatto sì che molte delle vecchie controversie confessionali, sembrino ormai obsolete. Il movimento pentecostale è presente in molte Chiese diverse, nella forma del movimento carismatico creando nuove comunanze e comunità che attraversano le frontiere confessionali. In tal modo, esso dischiude nuove opportunità ecumeniche…Perché, dice lo Studio, “il punto non è raccontare una storia diversa, ma raccontare questa storia in maniera diversa.” …Infatti “i teologi ecumenici hanno deciso di non porre più l’accento sui punti di vista delle rispettive Confessioni, per cercare invece, ciò che è comune.. e in tal modo lavorare verso un superamento delle differenze che separano le Chiese.” La Chiesa Cattolica ha dovuto a lungo combattere contro la descrizione di un Medioevo oscuro, fortemente ribadito dal mondo protestante, ma ricchissimo per la Chiesa Cattolica; oggi però, una parte di Essa vuole attenuare i toni e Lutero “ viene rappresentato come una persona di intenso fervore religioso e un rigoroso uomo di preghiera” anche se un suo contemporaneo “ Cocleo aveva dipinto Lutero come un monaco apostata, un distruttore della cristianità, un corruttore della morale e un eretico” (Questo giudizio risponde a verità poiché Lutero si fece monaco per sfuggire alla giustizia di allora che lo avrebbe imprigionato per l’uccisione di un uomo. Inoltre corruppe molta gioventù con le sue tesi eretiche e convisse con una suora strappandola al Convento, con grave scandalo. N.d.R.) Nel Decreto sull’ecumenismo “Unitatis Redintegratio” al n. 3 si afferma che tra gli elementi caratteristici della Religione Cattolica, per i quali Essa è edificata e vivificata, parecchi di essi possono trovarsi fuori della Chiesa Cattolica, quali la parola di Dio scritta, la vita della Grazia, la Fede, la Speranza e la Carità…perciò le stesse Chiese e Comunità separate…non sono affatto spoglie di significato…poiché lo Spirito di Cristo, non ricusa di servirsi di esse come strumenti di salvezza il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa Cattolica.” Queste asserzioni hanno fatto da battistrada al Relativismo, responsabile dell’odierna crisi spirituale. Pio XI nell’Enciclica “Mortalium animos” dice: “La Chiesa Sua, invece, Nostro Signore la fondò come società perfetta, per natura interna e sensibile, con il fine di perpetuare nel futuro, l’opera salvatrice della Redenzione sotto la guida di un solo capo, mercè l’insegnamento della parola e con la dispensa dei Sacramenti, fonti della Grazia celeste.” Il documento congiunto di cui si sta parlando asserisce che il Concilio Vaticano II ha operato tra i cattolici un cambiamento di giudizio secondo il quale Lutero viene ricompreso come “testimone del Vangelo” e al punto 30 ribadisce che il riformatore era ossessionato dal tema della Misericordia di Dio e rimprovera che i fedeli cristiani non si preoccupino di un tale tema perché credono che Dio sia indifferente di fronte ai nostri peccati e alle nostre virtù. Come si vede, questa forte eresia, prelude alle conclusioni che saranno più chiare quando si tratterà della dottrina luterana. Inoltre, secondo questo studio, “ per determinare l’esatto rapporto esistente tra i rispettivi articoli dottrinali, i testi devono essere interpretati alla luce del contesto storico nel quale sono stati redatti.”(n. 33) E il tranello che segue vuole addormentare la coscienza critica del fedele: “Il dialogo ecumenico implica la rinuncia a schemi mentali che scaturiscono dalle differenze tra le confessioni e che le enfatizzano…Queste differenze, tuttavia, non vengono trascurate o minimizzate, perché il dialogo ecumenico è la comune ricerca della verità della fede cristiana.”(n.34) Come si vede, la difficoltà dei luterani viene addossata sulle spalle dei cattolici i quali, secondo loro, cercano ancora la Verità, come se il possedere Cristo non fosse esaustivo! La Giustificazione “La Dichiarazione congiunta sulla dottrina della Giustificazione, sottoscritta nel 1999 dalla Federazione luterana mondiale e dalla Chiesa Cattolica romana, ha espresso un consenso tra luterani e cattolici sulle verità fondamentali della dottrina della Giustificazione.” E’ difficile credere che la Chiesa Cattolica abbia potuto sottoscrivere la visione di Lutero e compagni sulla teoria della Giustificazione, poiché per i luterani essa si ottiene esclusivamente in virtù dei meriti di Gesù Cristo, e quindi in virtù della sola fede. (Teologia crucis) . Dice invece il Concilio di Trento (1545): “Essa (la Giustificazione) non è solo remissione dei peccati, ma anche santificazione e rinnovamento dell’uomo interiore attraverso l’accettazione volontaria della Grazia e dei doni, per cui l’uomo da ingiusto diviene giusto e, da nemico amico, così da essere erede secondo la speranza della vita eterna.” Inoltre specifica: “Per cui, nella stessa Giustificazione l’uomo, con la remissione dei peccati, riceve insieme tutti questi doni per mezzo di Gesù Cristo nel quale è innestato (con il Battesimo): la Fede, la Speranza e la Carità. Infatti la Fede, qualora non si aggiungano ad essa la Speranza e la Carità, non unisce perfettamente a Cristo né rende membra vive del Suo Corpo.” Del resto Lutero riteneva che se noi crediamo fermamente che i meriti di Cristo ci vengano applicati, possiamo esser certi che i nostri peccati, pur conservando la nostra anima sporcata dal peccato originale, verranno coperti dai meriti di Cristo e quindi non ci saranno imputati. Per il luterano, Giustificazione non significa, come per il cattolico, un intimo mutamento, ma una semplice non imputazione; e fede, non significa un assenso a verità divinamente rivelate, ma una personale persuasione che i meriti di Cristo ci vengono applicati. Le opere buone non sono di alcuna utilità, anzi sono ritenute impossibili. Per il cattolico invece, la Grazia santificante è una realtà positiva sovrapposta ai già grandi valori dell’anima. S.Pietro afferma che noi siamo “compartecipi della natura divina.” (2Pt 1,4). I molteplici e meravigliosi aspetti dello stato di Grazia li comprenderemo appieno nella vita futura, ma fin d’ora intravvediamo qualcosa della grandezza della nostra Dottrina cattolica che assicura all’uomo, anche durante il pellegrinaggio terreno, una gloria che lo innalza fino alla divinità e lo rende bellissimo alla vista degli Angeli. Dice Davide nel Salmo 8: “Chi è l’uomo da ricordarti di lui o il figlio dell’uomo da visitarlo? Tu lo hai fatto di poco inferiore agli Angeli: lo hai incoronato di maestà e di gloria…O Signore, Signore nostro, quanto è ammirabile il Tuo Nome su tutta la Terra!” Il Catechismo ci insegna che la gloria e la felicità del Cielo, consistono nel “vedere, amare e godere Dio per sempre”; mirare Colui che è tutta la Bellezza e tutta la Verità, amare Colui che è ogni Bontà, godere Colui che è il Bene supremo; in una parola, possedere la Visione Beatifica. Il nostro Salvatore stesso ci ha detto che i puri di cuore “vedranno Dio” e che “gli Angeli nel Cielo “vedono sempre il Volto del Padre Mio che è nei Cieli” (Mt 18,10). Ricolma della gloria della visione diretta di Dio, l’anima ne è necessariamente attratta in un trasporto di amore. L’intelletto Lo vede in tutta la Sua onnipotente Bontà; riconosce che solo in Lui si può trovare felicità e che in Lui vi è ogni felicità: e la volontà è trascinata ad amarLo irresistibilmente ed immutabilmente. Un tratto particolarmente dolce della fede cattolica, è che Dio dimora, in maniera tutta speciale, nelle anime che sono in stato di Grazia. Dice Gesù: “Chi Mi ama osserverà la Mia parola. E il Padre Mio lo amerà: verremo a lui e faremo in lui la Nostra dimora.” (Gv 14,23) Nella conferenza stampa, durante il volo di ritorno dall’Armenia, Papa Francesco ha affermato: “Io credo che le intenzioni di Lutero non fossero sbagliate. ..Ed oggi, luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla Dottrina della Giustificazione: su questo punto tanto importante, lui non aveva sbagliato…” La Dottrina della Salvezza, ossia della Giustificazione del peccatore è stata affrontata dal Concilio di Trento il 13 gennaio del 1547 con il Canone 9 :”Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della Grazia della Giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: SIA ANATEMA.” Quindi, se Lutero “su questo punto tanto importante non aveva sbagliato”, allora si è sbagliato il Concilio di Trento nel condannarlo? Lutero contesta la Dottrina Cattolica sulla Giustificazione appellandosi a S. Paolo nella Lettera ai Romani (Rm 3,28)inserendo proditoriamente nella traduzione in tedesco l’avverbio “sola”, come se S.Paolo avesse scritto: “Infatti noi pensiamo che l’uomo è giustificato per la SOLA fede senza le opere della Legge. Invece la Dottrina Cattolica attribuisce alla fede in Cristo la Giustificazione,insieme ad un comportamento coerente a quella fede, ossia deve concorrere anche il nostro libero arbitrio che viene attuato in una carità attiva, con l’aiuto della Grazia perché questo dono, per divenire operante ,esige corrispondenza ed esclude il rifiuto. La conseguenza che deriva dalla convinzione di Lutero è l’inesistenza del Purgatorio perché non avrebbe senso “purgarsi “ dai peccati per divenire giusti e meritare il Paradiso; basterebbe la sola fede. E se non esiste il Purgatorio, allora non esistono le preghiere di intercessione per i morti e tanto meno le Indulgenze! Inoltre, gran parte della” Lettera ai Romani” (e anche quella “ Ai Galati”) è dedita agli errori dei giudaizzanti che pretendevano imporre ai cristiani “le opere della Legge” a cominciare dalla circoncisione. Dice S.Paolo (Rm 2,13): “Perché non coloro che ascoltano la Legge, sono giusti di fronte a Dio, sia quelli che mettono in pratica la Legge, saranno giustificati.” Scrive S.Giacomo (2,14): “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede, ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?” E al versetto 17: “Così anche la fede; se non ha le opere, è morta in sé stessa.” E ai versetti 20-24): “Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere, è senza calore?´Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco suo figlio sull’altare? Vedi che la fede cooperava con le opere di lui e che per le opere, quella fede divenne perfetta e si compì la Scrittura che dice: -E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia.- e fu chiamato amico di Dio. Vedete che l’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede.” In conclusione, da S.Paolo a S.Giacomo, risulta che sono necessarie per salvarsi, la fede e le opere e che vien prima la fede, poi le opere, quindi il merito e, finalmente, la salute eterna. Lutero però insiste sul concetto, per lui inalienabile, della Giustificazione per sola Grazia e nella “Dichiarazione Congiunta” del 1999, compare ancora questo concetto nell’Articolo 19: “Insieme (luterani e cattolici) confessiamo che…la Giustificazione avviene soltanto per opera della Grazia…” E’ evidente che, il tanto decantato ecumenismo, si realizza in una sola direzione che non è quella cattolica! Dovrebbe far riflettere che nel primo Articolo di Smalcalda nella “Confessione Luterana” del 1536, Lutero scrive: “Ecco il primo Articolo, quello fondamentale (della Giustificazione)… è chiaro e certo che ci giustifica solo quella fede di cui parla S.Paolo “Ai Romani”…Su questo Articolo, non si può cedere o fare concessioni, neppure dovessero cadere il cielo e la terra o tutto ciò che è perituro…Su questo Articolo, si fonda tutto ciò che insegniamo e viviamo contro il Papa, il diavolo, il mondo.” E in quanto all’uomo il cui peccato invincibile impedisce all’uomo di fare il bene, come sosteneva Lutero, risponde S.Paolo (Rm 6,15-16) : “Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la Legge ma sotto la Grazia? E’ assurdo! Non sapete voi che se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza (le opere) che conduce alla giustizia?” Vi sono perciò delle opere che ci meritano la dannazione e quelle che ci meritano la Vita Eterna, l’eredità costituita dal Regno di Dio.” In Gal 6,7-10 S.Paolo scrive: “Non vi fate illusioni: Dio non si lascia irridere; ognuno infatti, mieterà quello che avrà seminato e quindi chi semina nella sua carne, dalla carne mieterà la corruzione, chi invece semina nello spirito, dallo spirito mieterà la Vita Eterna. Non ci stanchiamo di fare del bene, perché se non ci stancheremo, a suo tempo mieteremo. Dunque, finché abbiamo tempo facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai nostri fratelli nella fede.” Che valore può avere l’esortazione di Lutero “pecca fortiter sed crede fortius” (credi e pecca fortemente) ? Nel 1520 Lutero volle inaugurare un suo Concilio per discutere le proposte di una Riforma; a mio parere questa iniziativa ha promosso nella mente di Giovanni XXIII l’idea di un nuovo Concilio per considerare la possibilità di addivenire ad un accordo con i Protestanti. Nel paragrafo 88 della Dichiarazione Congiunta, si legge: “Le decisioni del Concilio di Trento, posero le basi della formazione dell’identità cattolica fino al Concilio Vaticano II.” (!!) “Il Papa Leone X si sentì obbligato a proteggere la fede ortodossa da coloro che distorcono e alterano le Scritture, in maniera tale che esse non sono più il Vangelo di Cristo. Così il Papa pubblicò la Bolla “Exsurge Domine” (15 giugno 1520) che condannava 41 proposizioni tratte da varie pubblicazioni di Lutero, definendole come “eretiche, scandalose, false, offensive per le orecchie pie o…capaci di sedurre le menti degli uomini semplici o in contraddizione con la fede cattolica.” La Dottrina cattolica afferma che i Sacramenti danno la Grazia “ex opere operato”, cioè per il fatto stesso che vengono correttamente amministrati, in quanto in essi agisce Gesù Cristo attraverso il Suo Ministro. Lutero invece chiede come disposizione per ricevere la Grazia, soltanto la fede. (elaborazione da Pasqualucci) (Carlo) (continua)

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