martedì 4 settembre 2018

SPIRITUALITA'

“MOLTI SONO I CHIAMATI, POCHI GLI ELETTI” (Mt 20,16) “Tu pensi a volte di essere uno sconosciuto, un dimenticato, quasi un essere inutile, non degno di considerazione né di attenzione. Ti sbagli. C’è sempre Qualcuno che ti conosce, che sa il tuo nome, che ti chiama, che ti ha sempre chiamato. Quando tu non eri, Egli pensava a te. Non brillavano ancora le stelle in cielo, né il sole irradiava la terra e tu eri già nella Sua mente; ti vide nel Suo pensiero come un artista contempla nel suo spirito l’opera sua. Ti vide e ti chiamò. Così arrivasti all’esistenza. Se non ti avesse chiamato, tu non saresti. La tua esistenza è dunque una chiamata, una vocazione. Da allora quella voce continua a chiamarti, ti ha chiamato dalla potestà delle tenebre al regno della Fede, ti ha chiamato dal dominio della morte al possesso della vita. Ti chiama ogni giorno a una vita più pura, più onesta, più degna di te, più degna di essere vissuta: ti chiama dal regno della bestia a quello della giustizia. Tutti i giorni quella voce ti chiama a salire un gradino più in alto, verso il bene, verso la verità e verso l’amore. Non la senti? No, non vuoi sentirla perché non vuoi salire. Perché costa salire. Ma ciò che non costa non vale. Tu ti scusi dicendo di non avere le forza sufficiente; ma sai che è un pretesto, perché comprendi che se qualcuno ti invita a salire, vorrà certo aiutarti a salire. Ti schermisci dicendo di non essere degno, ma tu sai che è una scusa perché comprendi che della indegnità deve preoccuparsi chi invita e non chi è invitato. Ti esimi dicendo che occorre pensarci bene, ma sai di mentire perché invece non vuoi pensarci più. Tu esiti promettendo: domani, ma sai di non essere sincero, perché quella non è una promessa ma una evasione. Ti ritrai temendo della tua incostanza, ma sai che è una finta perché capisci che l’avvenire avanza di un giorno alla volta e che la fedeltà si costruisce di ora in ora. Non c’è dunque che una sola ragione della tua renitenza a salire: non vuoi. Ma la voce continua a chiamare. In un avvenimento grave o leggero, in un esempio buono o cattivo, in uno sguardo puro o bieco, nella decisione di un atto o nel richiamo di una parola, in un istante di gioia o nell’ora del dolore, nel consiglio di un amico o nell’invocazione di un fratello…in ogni occasione, in ogni circostanza, sempre echeggia dolce e profonda entro di te, la grande chiamata a un bene maggiore. Non l’odi? Eppure essa grida e ripete il tuo nome e supplica e geme e insiste e promette e scuote e rimprovera e tuona…Non avverti più nulla? Ahimè! Tante volte hai fatto il sordo, che lo sei diventato davvero. Hai preferito i rumori del mondo, hai preferito il suono delle monete, hai preferito il sussurro della tentazione, il canto delle feste, il frastuono dei traffici, la retorica delle adulazioni, il crepitare degli applausi, tutto hai voluto ascoltare, tutto hai voluto accogliere, tranne l’unica voce, tranne l’unico invito che contava accettare. E ora, nonostante tant’anni di vita, ti ritrovi ai piedi della scala, vile, pezzente e sudicio come nascesti. Perciò disse Gesù: “Molti sono i chiamati, pochi gli eletti” Ma chiunque tu sia, dovunque tu sia, finché sei vivo, quella Voce ti chiama. Volgiti, ascoltala. Sarai eletto, sarai salvo, sarai Santo…Se vuoi.” (Giovanni Albanese) (Carlo)

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