mercoledì 10 aprile 2013

SPIRITUALITA'

SANTA TERESA D’AVILA MAESTRA DI ASCESI-- 1° parte Non possedendo un corpo fisico, gli Angeli sono presenti là dove agiscono. Il nostro Angelo Custode ci è vicino e ci assiste influenzando i nostri sensi e agendo sulle nostre potenze intellettuali. Dio ha creato tutte le cose e sostiene ogni essere con la Sua continua creazione; se Egli cessasse un solo istante dal sostenerci, scompariremmo nel nulla. Dio dunque provvede alla vita fisica e a quella sovrannaturale tramite la Sua Grazia. Nessuna parte del nostro essere né alcuna nostra facoltà, anche la più intima, è esente dalla Sua azione vivificante. Dio è l’anima della nostra anima, la vita della nostra vita: “In Lui abbiamo la vita, il movimento e l’essere” (Atti 16,28) La Sua Grazia ci permette di tornare verso di Lui, di conoscerLo come Lui ci conosce, amarLo come Lui ci ama, abbracciarLo come un padre; stabilisce tra Lui e l’anima rapporti di amicizia filiale.” All’anima, divenuta figlia per la Grazia, Dio rivela la Sua vita intima, la Sua vita trinitaria e ve la fa entrare come vera figlia, per partecipargliela. Generandola alla vita soprannaturale col dono della grazia, le comunica la Sua vita come padre a figlio e con la Sua vita le rivela i Suoi segreti e i Suoi tesori.” (P.M.Eugenio) Dice Gesù: “Se qualcuno mi ama…il Padre lo amerà e verremo a lui e faremo nostra dimora presso di lui” (Gv 14,23) Dio, quindi, è Amore e per questa ragione è in continuo moto di donazione; l’amore è di per sé diffusivo, non conciliandosi col trattenere solo per sé la totalità dei Suoi doni. Egli, Artefice della nostra santificazione, la realizza con la diffusione della Sua Grazia che utilizza per regnare su di noi, con una soave dominazione. L’amore di Dio genera e dà; l’anima generata, risale verso la sua sorgente scoprendo la paternità del suo Creatore e provando la carità filiale. Pertanto la volontà, invasa dalla carità, abbraccia per amore la volontà di Dio. S.Teresa dice che “La perfezione consiste nel fare la Sua volontà…Sua brama ardentissima non è che di compiere la volontà di Dio e perciò ritiene buono tutto quello che il Signore dispone: se Egli vuole che patisca, ciò sia alla buon’ora; se non lo vuole, non s’inquieta come prima…Sapete voi cosa vuol dire essere veramente spirituali? Vuol dire essere gli schiavi di Dio, tali che segnati col Suo ferro, quello della croce, possa Egli venderci per schiavi di tutto il mondo, come è stato per Lui.”( S.Teresa- Mansioni) Come già detto, Dio-Amore ha bisogno di espandersi e capolavoro della beatitudine infinita di Lui e Sua gioia, è il dono di Sé Stesso generando il Figlio e producendo lo Spirito Santo. La conversione del peccatore dà a Dio l’occasione per effondere abbondantemente la Sua Grazia e la Sua Misericordia. Ci è stato svelato lo scopo dell’Incarnazione e della Redenzione, poiché il sangue versato è il sangue della Nuova Alleanza tra Dio e il Suo popolo, tra Dio e quelli che Lui ha santificato. Conoscenza di sé- La conoscenza di ciò che siamo ci permetterà di avere, davanti a Dio, un atteggiamento umile. Dice S.Teresa:” Mi chiedevo una volta, perché il Signore ama tanto l’umiltà e mi venne in mente d’improvviso, senza alcuna mia riflessione, che ciò dev’essere perché Egli è somma Verità e che l’umiltà è verità. E’ verità indiscutibile che da parte nostra non abbiamo nulla di buono, ma solo miseria e niente. Chi più lo intende, più si rende accetto alla suprema Verità, perché in essa cammina….Il pensiero dei nostri peccati e della miseria della nostra natura, è il pane che sul cammino dell’orazione deve accompagnare tutti i cibi, anche i più delicati, perché senza di esso non ci si può sostentare.” (S.Teresa- Vita).” Nessuno può essere umile davanti a Dio come Cristo e neppure come la Vergine Maria, perché nessuno come Essi, ha misurato l’abisso dell’infinito che separa l’uomo dal suo Creatore. Questa duplice conoscenza del tutto di Dio e del nulla dell’uomo è fondamentale per la vita spirituale. Adamo ed Eva trasmettono alla loro discendenza la natura umana, priva dei doni superiori che la completavano (doni preternaturali). Tale privazione, con le tendenze disordinate che lascia libere, si chiama peccato originale. La conoscenza di sé non avrà campo più complesso, più difficile da esplorare, più doloroso e insieme più utile a conoscere, di queste cattive tendenze che hanno fatto gemere i Santi e che, ricordandoci continuamente la nostra miseria, costringono ad un combattimento che non ha tregua. L’anima impara a conoscersi sotto la luce di Dio.” (P.M.Eugenio) Conferma S.Teresa: “Ma credo che non arriveremo mai a conoscerci se insieme, non procureremo di conoscere Dio. Contemplando la Sua grandezza, scopriremo la nostra miseria.” Però anche una tale considerazione non è priva di pericoli: “Perciò figliuole, fissiamo gli occhi in Cristo nostro bene…e vi impareremo la vera umiltà…Inoltre, figliuole mie, dovete guardarvi da quell’umiltà che getta l’anima nelle più vive inquietudini con la rappresentazione dei più gravi peccati…Queste anime vedono peccati in tutto ciò che fanno e perfino inutili le loro opere buone. Lo scoraggiamento le invade e, sentendosi impotenti per ogni opera di bene, si lasciano cadere le braccia, immaginandosi perfino che quanto in altri è lodevole, sia in esse da riprovarsi… Tuttavia la vera umiltà non disturba l’anima ma l’inonda di pace…Se il maligno ci vuol far credere che siamo umili, penso che sia per poi indurci, potendolo, a diffidare di Dio.” (S.Teresa- Cammino-) L’orazione La duplice conoscenza di Dio e di sé, alla luce di Dio è il fondamento della vita spirituale e dell’ascesi che portano alla perfezione. L’orazione caratterizza il movimento della Grazia nel nostro animo; Essa crea le forti convinzioni e determina la risoluzione ferma di lavorare e di soffrire. E’ fonte di luce e sul piano della carità precede, orienta e illumina ad ogni passo. “L’orazione- porta del Castello e strada della perfezione, non è un atto staccato della vita spirituale, ma è la stessa vita spirituale, perché si confonde con essa. Lo studio fornirà all’orazione l’alimento e ne cercherà le vie spirituali migliori. Le opere saranno il frutto del traboccare della contemplazione. La via dell’orazione non è solo un cammino di perfezione, ma una strada per tutte le anime che aspirano a penetrare nell’intimità dell’amicizia divina e siano votate ad opere di apostolato.” (P.M.Eugenio) Nel libro della Vita S.Teresa dice:”L’orazione mentale non è altro, secondo me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente intrattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo d’essere amati.” La Grazia, quindi, stabilisce tra Dio e la nostra anima uno scambio tra due amori: quello che Dio ha per noi e quello che noi proviamo per Lui. Dio è Amore; per amore ci ha creati, per amore ci ha redenti, per amore ci chiama ad un’unione strettissima con Lui. L’orazione spinge all’amore soprannaturale sostanza della grazia santificante. “L’amor di Dio…consiste nel servire Iddio con giustizia, con fortezza d’animo e umiltà” (S.Teresa-Vita) Con l’orazione si ottengono grazie particolari, ma la più importante è il contatto che attinge in Dio un aumento di vita spirituale, un arricchimento di carità: “Per me la preghiera non è che uno slancio del cuore, un semplice sguardo al Cielo, un grido di riconoscenza e d’amore in mezzo al dolore, come in seno alla gioia! E’, insomma, qualche cosa di elevato e di soprannaturale che dilata l’anima e l’unisce al Signore. Talora, quando il mio spirito si trova in una sì grande aridità da non poter concepire neppure un buon pensiero, recito molto lentamente un Pater e un’Ave Maria e queste sole preghiere nutrono divinamente l’anima mia, la rapiscono e le bastano.” (S.Teresa-Storia di un anima) Nel “Castello interiore” S.Teresa descrive lo stato dell’orazione: “Quelli che cominciano a far orazione sono coloro che cavano l’acqua dal pozzo; cosa assai faticosa, come abbiam detto, perché devono faticare per raccogliere i sensi, i quali, abituati a divagarsi, stancano assai..La vita di Gesù Cristo deve essere il soggetto delle loro meditazioni e l’intelletto si stancherà..Questo è cominciare a cavar acqua dal pozzo e Dio voglia che se ne trovi! Il giardiniere, servendosi di una ruota e di appositi acquedotti (può) con minor lavoro aver acqua in maggiore quantità. Ciò gli offre la possibilità di potersi alquanto riposare e di non essere continuamente costretto al lavoro. Quello che ora intendo di fare è di applicare questo secondo modo all’orazione che chiamano di quiete. Le potenze dell’anima si raccolgono in se stesse per meglio assaporare il contento di cui sono inondate, ma senza perdersi né addormentarsi. Solo la volontà rimane attiva, ma non per altro che per acconsentire ad essere da Dio incarcerata… La terza acqua, acqua corrente derivata da un fiume o da una fonte. Qui il lavoro è ridotto di molto, non dovendosi far altro che immetter l’acqua nei canali. Il Signore aiuta il giardiniere in tal modo che sembra voglia prenderne il posto e far tutto Lui. Si ha come un sonno delle potenze, le quali non riescono a capire come agiscono. Quando la quarta acqua cade dal cielo, l’anima gusta ineffabili e soavissime delizie, si sente venir meno quasi completamente. A volte questa quarta acqua produce l’unione completa o anche l’elevazione di spirito nella quale (il Signore) rapisce l’anima e la distacca dalla terra, a quel modo con cui le nuvole o il sole attirano i vapori.” Ecco un suggerimento per pregare: “Per pregare anzitutto, si fa il segno della Croce, poi l’esame di coscienza, indi si recita il Confiteor. Poi, siccome siete sole, dovete cercarvi una compagnia. E ve ne è forse una migliore di quella del Maestro che vi ha insegnato la preghiera che state per recitare? Immaginate quindi, che vi stia vicino…Ascoltatemi, figliuole: fate il possibile di starGli sempre d’appresso.” (S.Teresa-Cammino). Dopo essersi raccolta e purificata nell’umiltà, l’anima per trovare Dio, deve volgersi verso Gesù e Maria. Continua la Santa: “Se siete nella gioia, potete contemplarLo Risorto. Se invece, siete afflitte o fra i travagli, potete contemplarLo mentre si reca al giardino degli olivi…Vi verrà pure di parlarGli..non con preghiere studiate, ma con parole sgorganti dal cuore…Aver sempre presente Gesù Cristo giova in ogni stato ed è un mezzo sicurissimo per farci presto avanzare e passare dal primo al secondo grado d’orazione, mentre negli ultimi gradi, serve per metterci al sicuro dai pericoli del demonio…Non vi chiedo già di concentrarvi tutte su di Lui, formare alti e magnifici concetti ed applicare la mente a profonde e sublimi considerazioni. Vi chiedo solo che LO GUARDIATE . E che vi può impedire di volgere su di Lui gli occhi della vostra anima, sia pure per un istante, se non potete di più? (S.Teresa- Cammino) E ancora: “L’unica brama di chi vuol darsi all’orazione- non dimenticatelo mai, perché è importantissimo- dev’essere di fare il possibile per risolversi e meglio disposti a conformare la propria volontà a quella di Dio. In questo…sta la più grande perfezione che si possa bramare.” (S.Teresa-II Mansioni) “Il Regno di Dio è oggetto di violenza; solo i violenti lo conquistano” (Mt 11,12) Dice Gesù:” Chi vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” (Mt 16,24) Per conquistare il Regno di Dio quindi bisogna far violenza a se stessi e accettare la via del Calvario. Tendiamo a dimenticare che Gesù Cristo ha vinto per mezzo della Croce e che non ha promesso altra rivincita sui nemici se non quella che Lo vedrà venire sulle nubi del cielo a giudicare i vivi e i morti. In quel giorno trionferanno con Lui tutti coloro che saranno passati nella grande tribolazione e saranno stati purificati dal Sangue dell’Agnello. “Proclamando il principio del libero esame, la Riforma Protestante ha sottratto l’intelligenza all’autorità della Chiesa, l’ha emancipata progressivamente dai dogmi e da ogni disciplina. La ragione, così liberata, si è auto deificata sotto la Rivoluzione francese, proclamando i suoi diritti assoluti. Regina in tutti i campi, è divenuta successivamente deista, atea, rinunciando al soprannaturale ed è ritornata verso la materia per migliorare la vita terrestre dell’uomo. Le scoperte scientifiche hanno ricompensato questo suo nuovo zelo e per questo aumentato la fiducia in sé, ma aumentando il benessere e diminuendo lo sforzo, hanno contribuito a rendere anemico il corpo a cui dovevano servire. Un individualismo orgoglioso, nemico di ogni freno d’autorità esaltante l’egoismo personale, si è stabilito nei costumi; un individualismo inquieto, perché i piaceri, anche se sempre nuovi, non sarebbero capaci di dar pace al bisogno profondo delle nostre anime, create per l’infinito. Tale è il male moderno che ha la sua sorgente nell’orgoglio dell’intelligenza, a stento avvertito talmente è passato nei nostri costumi e che, messo a servizio dei sensi, ha inaridito le nostre energie morali e talvolta fisiche. E’ possibile far penetrare il soprannaturale in mali così gravi e così profondi?” (P.M.Eugenio) (Carlo)

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