sabato 11 maggio 2013

SPIRITUALITA'

ALLOCUTIO di Mons. La Rosa (Direttore spirituale del Senatus di Roma)- Dalla rinuncia di Benedetto XVI all'elezione di Francesco.- Nessuno poteva immaginare che nel Concistoro dell'11 febbraio 2013, convocato per approvare l'eroicità delle virtù di 800 cristiani di Otranto uccisi dalla furia islamica, il mondo intero avrebbe appreso la notizia della rinuncia al Papato di Joseph Ratzinger. “Un fulmine a ciel sereno” fu la reazione a caldo del Card. Sodano. Ma era una decisione che già da tempo il Papa meditava in cuor suo e ha scelto il tempo della Quaresima, cioè il tempo non solo del digiuno, dell'espiazione e del lutto, ma del profondo cambiamento per avviare la risurrezione della Chiesa, di una Chiesa travolta da scandali, personalismi e deviazioni teologiche. Benedetto si congeda così dai fratelli nella fede con il suo stile di umile servitore della Vigna del Signore, manifestando il desiderio di rimanere nascosto al mondo, non scendendo dalla Croce, non abbandonando la barca di Pietro ma seguendo la Chiesa con la preghiera e il sacrificio, lontano dai logoranti traffici umani e dalle loro menzogne. Con il 4 marzo hanno inizio le “Congregazioni generali” in preparazione del Conclave, dove i Cardinali di tutto il mondo hanno fotografato il volto della Chiesa con le sue ombre e luci, cercando di individuare un degno successore di Papa Ratzinger, che purificasse la Chiesa e la riportasse alla pagina evangelica. Il 12 marzo si apre il Conclave. Vivere il Conclave in tempo di quaresima significa avere ben chiare tre dimensioni: la carità, la conversione, la preghiera e affidarsi all'opera dello Spirito Santo. Mai, come nel Conclave, abbiamo sperimentato la presenza dello Spirito Santo, un Dio che spariglia le logiche umane, i calcoli di cordate e di interessi materiali, per eleggere “un uomo venuto dalla fine del mondo” che incarna il Vangelo. Dopo un giorno di riflessione e di preghiera, la sera del 13 marzo la fumata bianca, sprigionata dal camino della Cappella Sistina confermava l'elezione del nuovo Papa. “Annuntio vobis gaudium magnum, riecheggiava nella Piazza S.Pietro, flagellata da una fredda pioggia, la voce commossa del Card. Tauran, habemus Papam: Georgium Marium BERGOGLIO, qui sibi nomen imposuit FRANCISCUM”. Francesco è il nuovo Papa, “venuto dalla fine del mondo”, dal SUD povero che sfida il NORD ricco, il gesuita con il saio francescano. Perchè questo nome? La spiegazione la dà lo stesso Papa, nell'incontro con i rappresentanti dei media internazionali Sabato 16 marzo. “Nell'elezione avevo accanto a me l'Arcivescovo emerito di S.Paolo nel Brasile. Quando i voti superarono i due terzi, il Card. Hummes mi abbracciò e mi baciò e mi disse: non ti dimenticare dei poveri. Poi, subito in relazione ai poveri, ho pensato a Francesco d' Assisi, poi ho pensato alle guerre. E così è venuto il nome nel mio cuore. Francesco d'Assisi è per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce l'universo, il poverello che accolse la chiamata avuta nel sogno per andare a riparare la casa. E il mio desiderio era di avere una Chiesa povera e per i poveri, perchè il vero potere è il servizio. Papa Bergoglio, ispirato dallo Spirito Santo ha incarnato così le istanze e i desideri dei Cardinali, per ridare una Chiesa vicina al Vangelo, lontana dagli scandali, dalle divisioni e dai personalismi. Una scelta puramente evangelica. Secondo alcuni giornali l'elezione di Bergoglio è stata una scelta geopolitica. Il Pontificato di Papa Woytila era stato caratterizzato dalla caduta del muro di Berlino, abbattendo così il marxismo e la cultura atea. Con Papa Bergoglio la Chiesa intendeva invece porre un freno alle sette e ai movimenti evangelici, inviati e sostenuti con grandi mezzi economici da finanziatori nordamericani per attirare molti diseredati di quelle terre del sud del mondo e indurli ad entrare nelle loro comunità. Era il vecchio sogno del protestantesimo americano: finirla con la superstizione papista. E' una lettura secondo gli schemi umani. L'elezione di Francesco conferma invece una Chiesa che ancora sa muovere i cuori e innalzare gli animi al di sopra di una quotidianità, in questi giorni particolarmente grigia e deprimente, e che sa ancora sorprendere e spingere gli uomini alla speranza. Una Chiesa ferita e ammaccata ma che dà prova di grande vitalità e della forza che le dona lo Spirito Santo. Papa Bergoglio è una scelta puramente ispirata al Vangelo!!! Ed anche l'uomo incarna questa scelta. “UBI PETRUS IBI ECCLESIA”. Non è un Papa di sinistra, né di destra. Conosciuto come conservatore sceglie un nome rivoluzionario: Francesco, e pone al centro del suo programma il Vangelo e la Croce di Cristo, anzi sui valori non negoziabili è inflessibile, non cedendo minimamente alla cultura secolarizzata del mondo contemporaneo. Più volte in Argentina ha tuonato contro l'aborto, l'eutanasia, i matrimoni gay, tacciandoli come pretesa dell'uomo di distruggere il disegno di Dio e fomentando il segno dell'invidia del diavolo. Alcuni tratti di Papa Bergoglio hanno colpito il cuore dei cristiani e non. Il gesto più spirituale ed inatteso, e per molti versi sconvolgente, è il momento di raccoglimento, quei lunghi attimi di silenzio in cui il nuovo Papa chiede ai fedeli della piazza una benedizione celeste. “Ed adesso, così si esprimeva, vi chiedo un favore: prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perchè mi benedica: è la preghiera del popolo che chiede la benedizione per il suo Vescovo”. E chinando il capo, il Papa è rimasto per alcuni istanti in silenzio, mentre la piazza pregava per lui. Un silenzio che vale più di tante parole. Poi insieme, pastore e fedeli, pronunciava il Padre Nostro, l'Ave Maria, il Gloria al Padre, le preghiere di tutti i giorni, quelle che ci hanno insegnato i genitori. Lo stile di Papa Bergoglio è una testimonianza semplice ed essenziale, è un cristianesimo che crede nella misericordia e nella tenerezza, consapevole che solo in Gesù Cristo c'è la salvezza. E' l'umiltà che garantisce la presenza del Signore. Lo stemma episcopale, caratterizzato da una lineare semplicità, contiene il motto: “Miserando atque eligendo” che è tratto dalle omelie di S.Beda, il Venerabile il quale, commentando l'episodio evangelico della vocazione di S. Matteo, scrive: “Vide Gesù un pubblicano e siccome lo guardò con un sentimento di amore e lo scelse (miserando atque eligendo), gli disse: seguimi”. Questa omelia è un omaggio alla misericordia divina e si riferisce alla decisione di Bergoglio, all'età di 17 anni, di abbracciare la vita religiosa, a seguito di una confessione dove si sentì toccare il cuore e avvertì la discesa della misericordia divina che, con uno sguardo di tenero amore, lo chiamava al sacerdozio, sull'esempio di Ignazio di Loyola. In basso si trovano la stella e il fiore di nardo. La stella, secondo l'antica tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, mentre il fiore di nardo indica S. Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Nella tradizione iconografica ispanica, S. Giuseppe è raffigurato con un ramo di nardo in mano. Ponendo nel suo stemma tali immagini, il Papa ha inteso esprimere la propria particolare devozione verso la Vergine Maria e S. Giuseppe. Alla Vergine Maria Papa Francesco si era già rivolto, il primo giorno della sua elezione, manifestando così la sua devozione. Al termine della benedizione dichiarava: “Domani voglio andare a pregare la Madonna perchè custodisca tutta Roma”. E la mattina di giovedì 14 marzo, con un mazzolino di fiori in mano, come un semplice pellegrino, si è recato nella Basilica di S.Maria Maggiore per una preghiera alla Vergine, venerata con il titolo “Salus Populi Romani”, e sostando in silenzioso raccoglimento. “Alla potente intercessione di Maria, nostra Madre e Madre della Chiesa, affido il mio ministero e il vostro ministero” dirà nella sua prima Udienza. Ancora una sosta mariana per Papa Francesco nel pomeriggio di venerdì 15 marzo alla Grotta di Lourdes nei giardini vaticani per raccogliersi in preghiera davanti alla statua della Vergine. E nel giorno del suo primo Angelus, domenica 17 marzo, commentando il Vangelo della quinta domenica di Quaresima che presenta l'episodio della donna adultera, Papa Francesco parla del volto misericordioso di Dio che non condanna, il volto di un Padre paziente che ci comprende, ci attende, che non si stanca di perdonarci, se sappiamo tornare a Lui con il cuore contrito. Ed invita i fedeli ad invocare l'intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la misericordia di Dio fatto uomo. Cari legionari, al termine di un mese ricco di emozioni e di sorprese spirituali, eleviamo un pensiero di ringraziamento a Dio per averci donato Papa Francesco, degno successore di Benedetto XVI alla guida della Chiesa. Ringraziamolo per questo tocco di spiritualità mariana che caratterizza il nuovo Papa. E noi aiutiamolo con la preghiera, con la fedeltà legionaria, e con la coerenza di vita, a portare il peso della Croce con gioia, fiduciosi che la protezione di Maria non mancherà di sostenerlo, proteggerlo e amarlo in ogni momento della sua vita. Amen.-

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