sabato 8 agosto 2015

SPIRITUALITA'



Affinché tutti i lettori possano meditare la Passione di Gesù e immergersi, almeno per un momento, nell’oceano doloroso di Nostro Signore, il quale ha voluto sopportare, con Maria consenziente, tutto il male possibile, per redimerci da un peccato la cui riparazione non sarebbe mai stata sufficiente, in quanto il rifiuto commesso da Adamo ed Eva, aveva una valenza infinita, perché infinita era la natura divina, oggetto di tale rifiuto.  Solo un Dio-Uomo poteva  espiare una colpa così infinita, meritando per noi la Sua Grazia Santificante che ci ha riaperto le porte del Paradiso e quindi della Salvezza eterna.
La sacra Sindone, sarà così la “chiave di lettura” per comprendere meglio l’Amore infinito che Dio ha per noi.  Dopo 11 anni, pubblicherò per la prima volta, tutto un calendario: quello del 2016    (Carlo)

CALENDARIO DELLA LEGIONE DI MARIA     2016
LA  SINDONE
Nei racconti evangelici della sepoltura di Gesù, è possibile ricostruire tutte le modalità del tempo, ma, insieme, anche la dinamica della Risurrezione, attraverso le tracce rimaste nel sepolcro.
Si scopre, quindi, che la Sindone di Torino, con le sue meravigliose Impronte, è inserita nei racconti evangelici e si scopre anche che non vi è alcuno scontro tra scienza e fede, ma, al contrario, la prima offre un appoggio per approfondire sempre di più la conoscenza della fede.
La fede quindi, non deve essere considerata disgiunta dalla ragionevolezza. S.Agostino  asseriva che “la ragione precede la fede” (“Ratio antecedit fidem”).
La questione assume un’enorme importanza dal momento che lo stesso Gesù più volte e in varie occasioni, ha presentato ad amici e nemici, la Sua Resurrezione come prova della Sua missione di Salvezza e della Sua Divinità.  Quando scribi e farisei lo interrogano e desiderano da Lui un ennesimo segno, Gesù risponde: “Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona Profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.” (Mt 12,38-40) La Resurrezione quindi, è segno di una realtà materiale, oltre che soprannaturale.
Cosa vide Giovanni?
Seguiamo il racconto evangelico di Giovanni   (Gv.20,4-8) : “Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo (Giovanni) corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide  le bende per terra  ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra  e il sudario che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.  Allora entrò anche l’altro discepolo (Giovanni) che era giunto per primo al sepolcro e   vide e credette. 
Consideriamo la prassi ebraica della sepoltura; Giuseppe di Arimatea compra un rotolo di tela di lino (sindone) (Mc 15,46) per avvolgere il corpo di Gesù.  Dallo stesso rotolo vengono tagliate delle strisce e i due sudari che serviranno per coprire il volto di Gesù. Il Sacerdote Don Persili ricostruisce così queste fasi preliminari: “Giuseppe di Arimatea, aiutato dai suoi servi, avvolge il corpo subito dopo aver deposto Gesù dalla croce e, così avvolto, lo trasporta sulla pietra dell’unzione, avendo cura di non toccare assolutamente il corpo di Gesù con le mani (per la legge ebraica, toccare i cadaveri  rendeva impuri).  La tela costituisce appunto la copertura che isola il corpo di Gesù da qualsiasi contatto esterno, ma non è la preparazione alla sepoltura che invece viene descritta da Giovanni (Gv 19,40)…Mentre alcuni tengono ferme le ripiegature, Giuseppe provvede ad avvolgere e legare il corpo di Gesù con le fasce, mentre Nicodemo versa la mistura profumata che viene assorbita interamente dal lenzuolo ed esternamente dalle fasce.  Al termine, il corpo di Gesù, eccetto il capo, è tutto avvolto nelle fasce che ricoprono e tengono fermo il lenzuolo.”
Furono due i sudari che vennero messi sul capo di Gesù; uno direttamente sul viso, quindi sotto il lenzuolo (sindone) che aveva la funzione di tenere fermo e chiuso il mento e il secondo all’esterno, al di sopra del lenzuolo.  Giunti al sepolcro, davanti a Pietro e Giovanni, si presentò questa visione: “Il lenzuolo e le fasce, non erano aperte e non smosse, ma semplicemente afflosciate su se stesse. In altre parole, il corpo di Gesù, risorgendo, non si era strappato di dosso le scomode fasciature, ma Egli ne era uscito senza scomporle, come se il corpo di Gesù fosse svanito dall’interno del lenzuolo che l’avvolgeva e quindi la sindone e le fasce, non avendo più cosa avvolgere, si sono semplicemente afflosciate su se stesse.” (G.Spinella)
Dice Don Persili: “Giovanni vuol far risaltare che prima le fasce erano rialzate, perché all’interno c’era il corpo; dopo la Risurrezione invece, le fasce erano abbassate, distese, giacendo nel medesimo posto in cui si trovavano quando contenevano il cadavere di Gesù…esse costituiscono la prima traccia della Risurrezione; era infatti assolutamente impossibile che il corpo di Gesù fosse uscito dalle fasce, semplicemente rianimato o che fosse stato asportato sia da amici che da nemici, senza svolgere quelle fasce o comunque senza manometterle in qualche maniera.”    “Il sudario poi, si presentava nella sua forma ovale, come se si ostinasse a circondare ancora il volto del Signore che in realtà non c’era più e che sembrava essersi smaterializzato.
Se il cadavere fosse stato rubato, il fazzoletto si sarebbe dovuto trovare in altre condizioni”(Valdes)
Onori funerari del tempo
La mistura impiegata per avvolgere il corpo di Gesù, era costituita da Kg 32,700 di oli  aromatici, mirra e aloe; una parte fu versata sulla pietra sepolcrale, allo scopo di preparare un “letto “ di profumi, un’altra parte per ungere le pareti interne della tomba e il rimanente fu versato sulla sindone. Sia le fasce, sia il sudario, avevano anche la funzione di rallentare l’evaporazione del liquido.
Arrivato al sepolcro “Pietro contempla le fasce distese sulla pietra sepolcrale e sulla stessa pietra, contempla anche il sudario che, al contrario delle fasce che sono distese, è il posizione di avvolgimento anche se non avvolge più nulla. Scomparso il corpo, le fasce che lo avevano avvolto, più pesanti, si abbassarono sulla sindone che esse coprivano e assunsero quella posizione distesa. Il sudario per il capo, più leggero e più piccolo, per così dire “inamidato” per l’istantaneo essiccarsi dei profumi liquidi restò- per usare le parole stesse del N.T.- “al contrario” (rispetto alle fasce) “avvolto” come quando cingeva la testa del defunto, apparendo così ai due Apostoli “in una posizione unica” (Messori)
A quella vista, Giovanni  “vide e credette”
(Carlo)


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