Affinché
tutti i lettori possano meditare la Passione di Gesù e immergersi, almeno per
un momento, nell’oceano doloroso di Nostro Signore, il quale ha voluto
sopportare, con Maria consenziente, tutto il male possibile, per redimerci da
un peccato la cui riparazione non sarebbe mai stata sufficiente, in quanto il
rifiuto commesso da Adamo ed Eva, aveva una valenza infinita, perché infinita
era la natura divina, oggetto di tale rifiuto.
Solo un Dio-Uomo poteva espiare
una colpa così infinita, meritando per noi la Sua Grazia Santificante che ci ha
riaperto le porte del Paradiso e quindi della Salvezza eterna.
La sacra
Sindone, sarà così la “chiave di lettura” per comprendere meglio l’Amore
infinito che Dio ha per noi. Dopo 11
anni, pubblicherò per la prima volta, tutto un calendario: quello del 2016 (Carlo)
CALENDARIO DELLA LEGIONE DI MARIA 2016
LA SINDONE
Nei racconti
evangelici della sepoltura di Gesù, è possibile ricostruire tutte le modalità
del tempo, ma, insieme, anche la dinamica della Risurrezione, attraverso le
tracce rimaste nel sepolcro.
Si scopre,
quindi, che la Sindone di Torino, con le sue meravigliose Impronte, è inserita
nei racconti evangelici e si scopre anche che non vi è alcuno scontro tra
scienza e fede, ma, al contrario, la prima offre un appoggio per approfondire
sempre di più la conoscenza della fede.
La fede
quindi, non deve essere considerata disgiunta dalla ragionevolezza.
S.Agostino asseriva che “la ragione
precede la fede” (“Ratio antecedit fidem”).
La questione
assume un’enorme importanza dal momento che lo stesso Gesù più volte e in varie
occasioni, ha presentato ad amici e nemici, la Sua Resurrezione come prova
della Sua missione di Salvezza e della Sua Divinità. Quando scribi e farisei lo interrogano e
desiderano da Lui un ennesimo segno, Gesù risponde: “Una generazione perversa e
adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di
Giona Profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del
pesce, così il Figlio dell’Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della
terra.” (Mt 12,38-40) La Resurrezione quindi, è segno di una realtà materiale,
oltre che soprannaturale.
Cosa vide
Giovanni?
Seguiamo il
racconto evangelico di Giovanni
(Gv.20,4-8) : “Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo
(Giovanni) corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra ma non entrò. Giunse intanto anche Simon
Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra e il sudario che gli era stato posto sul capo,
non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo
(Giovanni) che era giunto per primo al sepolcro e “ vide e credette. “
Consideriamo
la prassi ebraica della sepoltura; Giuseppe di Arimatea compra un rotolo di
tela di lino (sindone) (Mc 15,46) per avvolgere il corpo di Gesù. Dallo stesso rotolo vengono tagliate delle
strisce e i due sudari che serviranno per coprire il volto di Gesù. Il
Sacerdote Don Persili ricostruisce così queste fasi preliminari: “Giuseppe di
Arimatea, aiutato dai suoi servi, avvolge il corpo subito dopo aver deposto
Gesù dalla croce e, così avvolto, lo trasporta sulla pietra dell’unzione,
avendo cura di non toccare assolutamente il corpo di Gesù con le mani (per la
legge ebraica, toccare i cadaveri rendeva
impuri). La tela costituisce appunto la
copertura che isola il corpo di Gesù da qualsiasi contatto esterno, ma non è la
preparazione alla sepoltura che invece viene descritta da Giovanni (Gv
19,40)…Mentre alcuni tengono ferme le ripiegature, Giuseppe provvede ad
avvolgere e legare il corpo di Gesù con le fasce, mentre Nicodemo versa la
mistura profumata che viene assorbita interamente dal lenzuolo ed esternamente
dalle fasce. Al termine, il corpo di
Gesù, eccetto il capo, è tutto avvolto nelle fasce che ricoprono e tengono
fermo il lenzuolo.”
Furono due i
sudari che vennero messi sul capo di Gesù; uno direttamente sul viso, quindi
sotto il lenzuolo (sindone) che aveva la funzione di tenere fermo e chiuso il
mento e il secondo all’esterno, al di sopra del lenzuolo. Giunti al sepolcro, davanti a Pietro e
Giovanni, si presentò questa visione: “Il lenzuolo e le fasce, non erano aperte
e non smosse, ma semplicemente afflosciate su se stesse. In altre parole, il
corpo di Gesù, risorgendo, non si era strappato di dosso le scomode fasciature,
ma Egli ne era uscito senza scomporle, come se il corpo di Gesù fosse svanito
dall’interno del lenzuolo che l’avvolgeva e quindi la sindone e le fasce, non
avendo più cosa avvolgere, si sono semplicemente afflosciate su se stesse.”
(G.Spinella)
Dice Don
Persili: “Giovanni vuol far risaltare che prima le fasce erano rialzate, perché
all’interno c’era il corpo; dopo la Risurrezione invece, le fasce erano
abbassate, distese, giacendo nel medesimo posto in cui si trovavano quando
contenevano il cadavere di Gesù…esse costituiscono la prima traccia della
Risurrezione; era infatti assolutamente impossibile che il corpo di Gesù fosse
uscito dalle fasce, semplicemente rianimato o che fosse stato asportato sia da
amici che da nemici, senza svolgere quelle fasce o comunque senza manometterle
in qualche maniera.” “Il sudario poi,
si presentava nella sua forma ovale, come se si ostinasse a circondare ancora
il volto del Signore che in realtà non c’era più e che sembrava essersi smaterializzato.
Se il
cadavere fosse stato rubato, il fazzoletto si sarebbe dovuto trovare in altre
condizioni”(Valdes)
Onori
funerari del tempo
La mistura
impiegata per avvolgere il corpo di Gesù, era costituita da Kg 32,700 di oli aromatici, mirra e aloe; una parte fu versata
sulla pietra sepolcrale, allo scopo di preparare un “letto “ di profumi,
un’altra parte per ungere le pareti interne della tomba e il rimanente fu
versato sulla sindone. Sia le fasce, sia il sudario, avevano anche la funzione
di rallentare l’evaporazione del liquido.
Arrivato al
sepolcro “Pietro contempla le fasce distese sulla pietra sepolcrale e sulla
stessa pietra, contempla anche il sudario che, al contrario delle fasce che
sono distese, è il posizione di avvolgimento anche se non avvolge più nulla.
Scomparso il corpo, le fasce che lo avevano avvolto, più pesanti, si
abbassarono sulla sindone che esse coprivano e assunsero quella posizione
distesa. Il sudario per il capo, più leggero e più piccolo, per così dire
“inamidato” per l’istantaneo essiccarsi dei profumi liquidi restò- per usare le
parole stesse del N.T.- “al contrario” (rispetto alle fasce) “avvolto” come
quando cingeva la testa del defunto, apparendo così ai due Apostoli “in una
posizione unica” (Messori)
A quella
vista, Giovanni “vide e credette”
(Carlo)
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