ANALISI
MEDICA DELLA SINDONE
-Lo
schiaffo
L’Uomo della
Sindone reca sul Suo volto i segni di due atroci episodi: quello dello schiaffo e quello della
coronazione di spine. Il primo avvenne
durante l’interrogatorio di Caifa: “E subito uno dei servi Gli diede una manata,
dicendoGli: “così rispondi al Sommo Sacerdote?” (Gv 18,20-22)
Così oggi
constatiamo sul negativo due evidenti tumefazioni, una sotto l’orbita e l’altra
sullo zigomo. Lo schiaffo fu violentissimo e probabilmente dato da una mano
guantata pesantemente.
-La
coronazione di spine
Gli fù
calcato sul capo una corona di lunghe spine intrecciate: “E i soldati,
intrecciata una corona di spine, Gliela posero sul capo.” (Gv 19,2)
Sulla fronte
è evidente una colatura di sangue a forma di 3 rovesciato e proveniente da una
grossa vena frontale; la forma a 3 si deve alle rughe della pelle contratta
per il forte dolore.
-La
flagellazione
Sul petto,
sulla schiena e sui polpacci, si ravvisano chiaramente i segni lasciati dal
triplice flagello formato da cordicelle alla cui sommità vi erano vertebre di
pecora o sferette di piombo, legate a coppia da un piccolo manubrio
trasverso. I colpi erano inferti fino
allo svenimento della vittima presso i romani, fino a 40, presso gli ebrei.
Nella Sindone se ne contano circa 120.
Il piombo contundente produceva enfiagioni, gli ossicini invece,
laceravano.
Il Signore
subì il supplizio verso le 10 del mattino, dopo una nottata insonne, in mezzo
ai dileggi degli sgherri del Sinedrio e dopo quattro udienze di tribunale, da
Anna e Caifa la notte, da Pilato al mattino presto, da Erode verso le 7,30. I
Vangeli lo attestano: “Allora Pilato prese Gesù e Lo fece flagellare.”
(Gv 19,1)
-Il peso
della croce
Come si evince
dal negativo fotografico della Sindone, la spalla destra risulta più bassa
della sinistra, come è naturale in un destrorso, ma in questa immagine è gonfia
ed escoriata, come lo è la spalla sinistra.
Queste contusioni si spiegano col peso e con lo scorrimento del legno
nel trasporto e nelle cadute. Tutto ciò è conforme al Vangelo: “Ed Egli,
portando la Sua croce, s’incamminò verso il luogo, detto Calvario, in ebraico
Golgota.” (Gv 19,16-17)
-La
crocifissione
“Era l’ora
terza quando Lo crocifissero” (Mc 15,25). I segni dell’affissione alla croce
con chiodi, sono palesi sulla Sindone, per le mani e per i piedi. Le braccia
sono incrociate e la mano sinistra copre in parte la destra. La piaga è nel
carpo, cioè negli ossicini del polso e non sul palmo che non avrebbe retto il
peso, nella zona detta “spazio di Destot”.
Una volta trafitto, viene ferito il nervo tenar, che è sensitivo-motore.
Questo nervo, colpito, fa ripiegare il pollice il quale, infatti, non si vede
nella Sindone. A causa di questa ferita, questo
nervo sensibile produsse uno spasimo atrocissimo che perdurò per tutta
l’agonia.
Dalle
colature di sangue si deduce che l’avambraccio destro era perpendicolare al
patibolo, invece l’avambraccio sinistro, aveva un angolo di 65° in sollevamento
e di 48° in accasciamento.
L’accasciamento
opprimeva fortemente il Signore che stentava a respirare; ogni tanto Egli,
facendo leva sui piedi inchiodati, si sollevava e così trovava forza per
rivolgere l’invocazione al Padre e le parole di conforto alla Madre, al
discepolo prediletto e al buon ladrone.
I piedi, inchiodati con un solo chiodo, il sinistro sopra il destro,
sono resi evidenti sulla Sindone osservando il davanti e il dietro
dell’immagine.
-Il colpo di lancia
Sulla figura
dell’Uomo sindonico, all’altezza del costato, si osserva un’abbondante chiazza
di sangue la quale cola in molteplici rivi, sul fianco. S.Giovanni scrive: “Venuti poi a Gesù e
vistoLo morto, non Gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati, con la lancia
Gli trafisse il petto e subito uscì sangue ed acqua.” (Gv 19,33-44). Questo
colpo di lancia è stato inferto nel 5°
spazio intercostale destro e corrisponde anch’esso al segno sindonico.
Gesù non
sentì il colpo di lancia, perché era già morto, ma la sofferenza dell’agonia ha
fatto formare tanto liquido pleurico e pericardico, da uscire a fiotti dalla
ferita del costato.
Secondo vari
medici, la morte fu dovuta a crampi tetanici, per cui i muscoli respiratori,
stando sempre tesi in espirazione, inducono l’asfissia. Ciò viene rilevato dalla
Sindone nella quale il rilievo del petto, appare marcato a detrimento della
cavità peritoneale, depressa, a causa della convessità del diaframma.
(Carlo)
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