martedì 14 aprile 2020

SPIRITUALITA'


APPROFONDIMENTI
La Fede
Una volta superato lo scoglio dell’esistenza di Dio, l’uomo che desideri ricevere l’illuminazione che gli consenta di credere nel messaggio d’amore che Dio incessantemente gli invia, è necessario esprimere in sé stesso un giudizio, momentaneamente solo razionale, di valutazione astratta.
Dopo aver deciso che la bellezza e la perfezione del creato, il suo perfetto equilibrio, le sue leggi che mirabilmente dirigono ogni forma di vita, la sapienza infinita che continuamente traspare da ogni atto della creazione, ci hanno persuaso che tutto ciò non può essere casuale e quindi riteniamo che tutto sia opera di un Creatore infinitamente sapiente e onnipotente.
Ancora non abbiamo la certezza di ciò che andiamo analizzando, ma siamo fortemente sollecitati a considerare che Dio sia il responsabile di tutta la creazione, compresa la nostra persona.
Siamo sulla buona strada, ma ancora la scintilla della Fede non si è accesa in noi, perché ci manca quell’illuminazione che consenta un’adesione profonda e una donazione assoluta. Questa adesione non può avvenire con le sole mie forze, ma deve arrivare come un dono dall’alto. L’Autore di questo dono incommensurabile è lo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità e, per ottenere tale dono è indispensabile la mia supplica e il mio desiderio ardente di riceverlo.
Otterrò la Fede che è certezza di quanto si crede razionalmente, ma soprattutto possederò questo privilegio solo quando deciderò col cuore, di credere nella Parola di Dio.
Dio, infatti, con la Sua delicatezza non impone, ma invita a seguirLo; sta a noi accettare il Suo invito amorevole e dare il nostro consenso. Egli vuole farsi conoscere perché, conoscendoLo,  possiamo amarLo.
Per l’uomo, non è facile comprendere l’Amore di Dio in tutta la sua estensione, perché egli  è troppo legato alla sua sfera fisica che lo condiziona notevolmente. I Santi hanno fatto tanti sforzi per distaccarsi dal corpo e divenire spirituali; uno dei più importanti è S.Francesco, il quale è riuscito a dimenticare le esigenze del suo corpo, vivendo asceticamente nello spirito.
Dio ama l’uomo e lo ha creato per amore, desiderando per lui una gioia continua, ma Adamo ed Eva hanno rifiutato questo amore, distruggendo i piani amorevoli del loro Creatore.
Dio però, non ha abbandonato l’uomo a sé stesso, ma ha, continuamente cura di lui con premure degne di un animo adorabile e gentile. Così, ha assegnato ad ogni nuovo bambino, un Angelo custode, il cui compito principale è quello di vegliare sul suo protetto e spingerlo al Bene.
Ogni battezzato che abbia fatto esperienza di questo grande amico, potrà testimoniare quante volte nella vita e in ogni singolo giorno, questo Angelo, quando lo si invoca, corra in aiuto del suo protetto.
Io, quando devo affrontare difficoltà o incontri pericolosi, prego il mio Angelo che mi suggerisca come comportarmi e Lui, pronto, agevola il mio cammino e risolve per me tanti piccoli problemi che altrimenti potrebbero rivelarsi fallimentari o dannosi.
Nel colloquio con la Samaritana, Gesù cerca di far comprendere quanto sia importante la Grazia e quanta gioia Essa procuri al fedele che la riceve. L’Amore di Dio si riversa sull’uomo e l’uomo stesso diviene come una fontana zampillante amore. Con questa figura, Gesù vuol far capire che l’Amore di Dio è espansivo, perché l’amore ha necessità di condividere la Sua gioia con il prossimo.  (Segue)
(Carlo)

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