lunedì 3 marzo 2014

SPIRITUALITA'



Papa Francesco: anche la Fede è emigrante-
“Partono i bastimenti…per terre assai lontane…”  E’ un refrain che i nostri genitori conoscevano bene, e non solo dal lato musicale, ma perché lo vivevano sulla loro pelle. Ben sapendo che erano pezzi di cuore che, tra le lacrime, vedevano salire sulle navi e che con molte probabilità, non avrebbero mai più rivisto.
Così è stato nel lontano 1928, quando l’unico fratello di mio padre si imbarcò sul “Conte rosso” con la giovane moglie appena sposata e, dopo cinque mesi di navigazione, sbarcò a Buenos Aires.  Era uno dei 24.500 italiani che in quegli anni cercavano di costruirsi una nuova vita in Argentina.
Il parallelo con la famiglia di Papa Bergoglio potrebbe finire qui, invece c’è un nodo che lega le due famiglie: la terra di origine dalla quale provengono (dal ramo femminile);  terra di sole e di mare, all’ombra di pini marittimi e snelli che proteggono dai venti di scirocco e tramontana, le case in mezzo al verde e che formano quelle macchie di rosso genovese, o le chiese dipinte a strisce bianche e grigie che spuntano tra gli olivi, e che i loro campanili sembrano spade puntate verso il cielo.
La cartolina descritta, ci dice che il paese del quale parliamo, è S.Giulia, una frazione del comune di Lavagna, tra Sesti Levante e Chiavari e che ha visti nascere le famiglie Sivori (come Regina,  madre di Jorge), Lasagna (come la nonna di mia zia) e Vassallo. C’è un filo tra esse che nell’arco di poco più di trent’anni le ha unite per formare oggi un nome: Bergoglio Giorgio Mario, ora Papa Francesco.
E’ il suo, un traguardo, nell’ambito ecclesiastico, che più grande non si può raggiungere e che riflette le orme di predecessori  illustri, tutti originari di quel fazzoletto di terra ligure: due Papi, Innocenzo IV e Adriano V, un Cardinale, Luigi Lambruschini, segretario di stato di Papa Gregorio XVI e tre  Arcivescovi della stessa famiglia  Lambruschini, Giovanni Battista, Monsignor Raffaello e Monsignor Ferdinando.
Si dice che “buon sangue non mente!” ed ecco che questo sangue misto al sale marino ed alla proteina della fede, ha varcato, nel 1929 con la famiglia Bergoglio, gli oceani,  per ritornare oggi in Italia, nella persona di Papa Francesco 1°.  Se ieri esportavamo, assieme alla forza delle braccia, la nostra cultura ricca di una profonda cristianità ed abbiamo fatto divenire le terre…”alla fine del mondo”, produttrici di Fede più forte e costante della nostra, dobbiamo chiederci in cosa abbiamo sbagliato. Non abbiamo saputo coniugare il bene materiale con il bene spirituale ed il nostro sentimento religioso è stato messo da parte per dare la precedenza alle gioie della vita.
Incontrando e ascoltando oggi, le parole di Papa Francesco, abbiamo frenato questa rincorsa senza senso, che non ci faceva percepire che c’è qualcosa al di sopra dei nostri desideri, e che deve avere la precedenza: la conoscenza del Vangelo, il libro nel quale troveremo la risposta ad ogni nostro problema.
Evviva dunque per il ritorno di un emigrante, perché ci ha portato la semplicità di scoprirci uomini e donne fatti per donare e non per avere più del dovuto. Fatti per avere misericordia ogni volta che la chiediamo, fatti per accettare il dolore, perché con esso riconosceremo quel che è stato il soffrire per noi di Nostro Signore sulla Croce.
(Maria Teresa S.)

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