Papa Francesco: anche la Fede è emigrante-
“Partono i
bastimenti…per terre assai lontane…” E’
un refrain che i nostri genitori conoscevano bene, e non solo dal lato
musicale, ma perché lo vivevano sulla loro pelle. Ben sapendo che erano pezzi
di cuore che, tra le lacrime, vedevano salire sulle navi e che con molte
probabilità, non avrebbero mai più rivisto.
Così è stato
nel lontano 1928, quando l’unico fratello di mio padre si imbarcò sul “Conte
rosso” con la giovane moglie appena sposata e, dopo cinque mesi di navigazione,
sbarcò a Buenos Aires. Era uno dei
24.500 italiani che in quegli anni cercavano di costruirsi una nuova vita in
Argentina.
Il parallelo
con la famiglia di Papa Bergoglio potrebbe finire qui, invece c’è un nodo che
lega le due famiglie: la terra di origine dalla quale provengono (dal ramo
femminile); terra di sole e di mare,
all’ombra di pini marittimi e snelli che proteggono dai venti di scirocco e
tramontana, le case in mezzo al verde e che formano quelle macchie di rosso
genovese, o le chiese dipinte a strisce bianche e grigie che spuntano tra gli
olivi, e che i loro campanili sembrano spade puntate verso il cielo.
La cartolina
descritta, ci dice che il paese del quale parliamo, è S.Giulia, una frazione
del comune di Lavagna, tra Sesti Levante e Chiavari e che ha visti nascere le
famiglie Sivori (come Regina, madre di Jorge),
Lasagna (come la nonna di mia zia) e Vassallo. C’è un filo tra esse che
nell’arco di poco più di trent’anni le ha unite per formare oggi un nome:
Bergoglio Giorgio Mario, ora Papa Francesco.
E’ il suo,
un traguardo, nell’ambito ecclesiastico, che più grande non si può raggiungere
e che riflette le orme di predecessori illustri, tutti originari di quel fazzoletto
di terra ligure: due Papi, Innocenzo IV e Adriano V, un Cardinale, Luigi
Lambruschini, segretario di stato di Papa Gregorio XVI e tre Arcivescovi della stessa famiglia Lambruschini, Giovanni Battista, Monsignor
Raffaello e Monsignor Ferdinando.
Si dice che
“buon sangue non mente!” ed ecco che questo sangue misto al sale marino ed alla
proteina della fede, ha varcato, nel 1929 con la famiglia Bergoglio, gli
oceani, per ritornare oggi in Italia,
nella persona di Papa Francesco 1°. Se
ieri esportavamo, assieme alla forza delle braccia, la nostra cultura ricca di
una profonda cristianità ed abbiamo fatto divenire le terre…”alla fine del
mondo”, produttrici di Fede più forte e costante della nostra, dobbiamo
chiederci in cosa abbiamo sbagliato. Non abbiamo saputo coniugare il bene
materiale con il bene spirituale ed il nostro sentimento religioso è stato
messo da parte per dare la precedenza alle gioie della vita.
Incontrando
e ascoltando oggi, le parole di Papa Francesco, abbiamo frenato questa rincorsa
senza senso, che non ci faceva percepire che c’è qualcosa al di sopra dei
nostri desideri, e che deve avere la precedenza: la conoscenza del Vangelo, il
libro nel quale troveremo la risposta ad ogni nostro problema.
Evviva
dunque per il ritorno di un emigrante, perché ci ha portato la semplicità di
scoprirci uomini e donne fatti per donare e non per avere più del dovuto. Fatti
per avere misericordia ogni volta che la chiediamo, fatti per accettare il
dolore, perché con esso riconosceremo quel che è stato il soffrire per noi di
Nostro Signore sulla Croce.
(Maria
Teresa S.)
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