L’ecclissi
“Al Tempio si faceva l’immolazione dell’agnello pasquale, quando
improvvisamente era calata la notte.
A quel misterioso fenomeno, l’agitazione e il terrore, provocarono
grida di sgomento. Invano i principi dei Sacerdoti tentavano di ristabilire
l’ordine e la tranquillità; si erano accese anche tutte le lampade, ma il
disordine aumentava sempre più. Vidi Anna (un Sommo Sacerdote) terrorizzato,
correre da un angolo all’altro per nascondersi…Intanto l’oscurità aumentava. Ma
specialmente sul Golgota, le tenebre incombevano, provocando sui presenti una
terribile impressione.
Dapprima il clamore della moltitudine distraeva l’attenzione da quei
fenomeni, ma poi, a seconda che il tenebrore aumentava, i supestiti presso la
croce, divenivano sempre più pensosi. Molti si allontanavano dal Calvario con
lamenti, grida e gemiti. Parecchi scrutavano il cielo e altri, nel guardare la
croce centrale con sentimento di sincero pentimento, si percuotevano il petto…
Il disco solare aveva una tinta arancione, quasi come certe montagne osservate
al chiaro di luna; esso era circondato da un incandescente alone. Le stelle
irradiavano una luce purpurea, quasi di sangue.
Intanto i volatili precipitavano sul Golgota e poi starnazzavano nelle
vicinanze di esso. I cavalli dei farisei nitrivano con la testa fra le gambe,
mentre una densa cortina di nebbia ricopriva tutto.
Invece, intorno alla croce di Gesù,dalla quale tutti i profani si
erano allontanati, regnava la calma.
Il divin Crocifisso era come assorto nel Suo profondo abbandono. Egli
pregava di cuore il Padre Celeste per i Suoi avversari e ripeteva salmi, i cui
vaticini si compivano in Lui. Lo vidi circondato da molti angeli aleggianti
d’intorno alla croce. A grado a grado che l’oscurità aumentava, l’inquietudine
che agitava le coscienze, conturbava il popolo, inducendolo a un profondo
silenzio.
Notai che Gesù era privo di ogni conforto; Egli soffriva perché
abbandonato da tutti, senza alcun sollievo, né divino né umano. Allora il
Salvatore ci ottenne la forza di resistere alla desolazione dell’abbandono.
Per questo, l’anima cristiana unita a Gesù nel grembo della Chiesa,
non deve mai disperare durante l’ora estrema, quando tutta la luce e ogni
conforto, vengono meno. Ormai non vi sono, per le anime cristiane, né
solitudine , né abbandono e neppure disperazione all’avvicinarsi della morte,
poiché Gesù, Luce, Verità e Vita, discese su questa via tenebrosa per riempirla
di benedizioni e fissò su di essa la Croce, per affrancarla da ogni male…
Alle quindici, il Redentore esclamò:”Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai
abbandonato?”
Intanto stava per scoccare l’ultima ora del Salvatore. Egli lottava
contro la morte, mentre le Sue membra si cospargevano di freddo sudore.
Presso la Croce di Gesù, vi era
Giovanni; la Maddalena affranta dal dolore si appoggiava dietro la croce,
singhiozzando. L’Addolorata, ritta in piedi tra Gesù e il buon ladrone, era
confortata da Salome e da Maria di Cleofa. Ella contemplava il dilettissimo
Figlio che agonizzava. Ad un tratto, il divin Morente sospirò: “Tutto è
consumato! “ Quindi sollevò penosamente la testa per rivolgere gli occhi al
Cielo ed esclamò: “Padre nelle Tue mani raccomando lo Spirito Mio!” Questo grido fu rassegnato e dolce, ma tale
da penetrare il Cielo e la terra. Poi il Redentore abbassò la testa e rese lo
spirito.” (Caterina Emmerick)
(Carlo)
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